Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 18 - 15 settembre 1946

304 CRITICA SOCIALE autono:no di Tuwa ». Anche questa misura arbitraria, di fronte alla quale il governo di Ciung King ha dovuto chiudere gli occhi, dovrà ora essere sanzionata d11 un d1!creto formale della Costituzione russa. Ma c'è, oltre a ,questo, un altro complesso di questioni. che gli acuti giuristi s9vietici non riusciranno tanto facilmente ad ac– cordare con la Costituzione sovietica. Infatti, non solo la Rus– sia ha dichiarato i ;opracitali distretti, senza scrupoli per i principi del diritto internazionale, parti indipendenti dell'U– nione Sovietica ma il Govemo di Mosca ha anche fatto sem– plicemente spaiire una serie di Repubbliche sovietiche, che da principio erano entrate nella lega dell'Unione sovietica ·come « volontarie » e che, secondo la Costituzione sovietica, in nès– sun modo avrebbero potufo essere « liquidate » come Stati o parti di Stati autonomi. Finora si sapeva s·oltanto che, iIDfllediatamente al principio della guerra russo-tedes_ca, l'intera popolazione della Repubbli– ca sovietica autonoma dei « Tedeschi del Volga», all'iilCitca 400.000 persone che erano sos·pette al Cremlino come even– tuale quinta colonna, era stata trasferita, e che il suo destino non doveva essere dissimile da quello dei contadini tedeschi, c~iocnati in Russia da Caterina II nel f8° secolo, nel campi si– be,riani. Ma la loro Repubblica avrebye dovuto esseae sop– pressa soltanto dopo una variazione alla Costituz\orie stalinia– na; invece la soppressione è· avvenuta per un semplice tratto di penna del dittatore. Duranq, le elezioni per il Soviet Supremo si è visto cbe la repubhhéa _dei Tedeschi del Volga non esiste più e che la sua capitale, Eyaels, con il retroterra, è entrata a far parte del. distretto di Sar11tova, nella Repubblica sovietica della grande Russia. Adesso Viscins•ki e compagni devono rompersi la testa sul modo in cui potranno riaggiustare qnesta offesa alla Costitu– zione. Ma non soltanto i' Tedeschi del Volga hanno dovuto provare quanto arbitrariamente Mosca ha manomesso la Costituzione sovietica, 'e quanto poco la libertà e l'indipendenza delle singo– le Repubbliche s·ovietiche sono garantite. Infatti si sa che du– rante la guerra anche la Re:pubblica autonoma di Crimea, e le due Repubbliche sovietiche caucasiche dei Calmucchi e degli Tsesceni e Ingusci sono state cancellate dalla carta, mentre di una quarta Repubblica autonoma, quella dei Cabardini e Bal– eari (pure nel Caucaso) soltanto la parte dei Cabardini è rimasta. Si viene a sapere ancora che durante i primi due anni dell'a– vanzata tedesca jn. Ucraina le popolazioni di questa regione non si sono affatto comportate in modo tanto lealista quanto Mosca · oggi vorrebbe far credere, e che anzi · i tentativi di secessione erano all'ordine del gjorno. Durante le battaglie in Crimea, gran parte della popolazione, di tendenza contraria ai Russi, si uni alla parte te·de~ca (in particolare ai Rumeni) e costitui grandi unità tartare. E quando l'Armata Rossa occupò nuovafnente la Crimea, tutta la popolazione del settore nord della penisola venne de– portata in Siberia, cosicchè di più di un mjlione di uomini ne rimasero a malapena 200 mila; -Conseguenza di ci@ fu che le cultnre, specialmente quella della vite, ·decaddero, e la Re– pubblica autonoma di Crimea dÌventò il distretto di Crimea, appendice alla Repubblica Sovietica della grande Russia. Si viene ora a sapere che anche nei territori del Caucaso si erano avute delle sotlev_azioni contro jl regime sovietico e che la Georgia si sarebbe quasi- separata da Mos·ca se Stalin non avesse inviato Beria a Tiflis. Contraria.mente ai metodi di Kaganovic, che aveva sedato una so.'Ilmossa con l'aiuto di truppe del Commissariato degli in– terni, Beria deve aver ridotto il paese alla tranquillità me– diante grand~ promess·e. Ma i CaJanucchi, come pure· le popolazioni caucasiche so– pra citate, si sollevarono, costituendo dei reParti pàrtigiani ·che diedero delle noie alle truppe sovietiche in ritirata. Più , tardi essi furono tutti deportali in Siberia. . Naturalmente di tutto questo nulla era stato finora ufficial– mente comunicato ma già alcuni sintomi indiretti parlavano· chiaro. Infatti la Pravda COoJDunicòcbe la Repu'bblica sovietica_ del Daghestan, che confina con le Repubbliche degli TsE!s·ceni ~ degl,i Ing1,1sci, era messa in condizio~i di trasferire circa 60 mila uomini in un nuovo ubertoso distretto di circa 28.0 mila ettari, sulla riva destra del Terek. Senza dubbio questo terri– tori o fino a quel momento aveva appartenuto agli Tsesceni e aali Ingusci. Ad ogni modo i nomi di queste popolazioni, o meglio, dei ri• spettivi Stati, erano spariti dalle liste elettorali e anche nel– la Repubblica sovietica autonoma Cabardino-Balcarica oggi non si parla più di uno Stato dei Balcart. Una parziale conferma di ciò è stata data recentemente anche da radio Mosca clie, in giugno, ha reso noto come le Repubbli– e'he autono~ne s_oviètiche dei Tarta.ri di Crim.ea e degl.i Tsesc.eni e Ingusci sono state sciolte per una disposizione del presidio Biblioteca Gino Bianco del Soviet supremo e le loro popolazioni sono state deportate, quale p 0 un\zione per il loro comportamento proditorio dur11nte la guerra. Se questa decisione sia stata preceduta da un c8']lbiamento deU-a Costitqzione, senza di che esso non si concilierebbe con il diritto, non è stato confermato d11 Mosca. Radio Mosca non fa sapere neppure se la Repubblica dei Cal.mucchj e lo St11to· dei Baleari hanno seguito il medesimo destino, oppure se lo scioglimento di .questi Stati dev'essere ancora deciso in seno '\)111,Com~issione presiednta da Viscinski. , Ad ogni modo è facile trarre, dallo scioglimento di queste Repubbliche, la dimostrazione di quanto problematica sia la situazione interna della Russia. sovietica ~ di quanto poco la p'olitica delle nazional-ità dei Sovieti sia riuscita a guada– gnare le differenti popolazioni dello Stato russo al regime co– munista. Nessuno vorrà certamente porre in dubbio che il governo sovietico doveva combattere con ogni energia le sollevazioni delle_ piccole popolazioni di montagna alle spalle dell'Armata Rossa, ma la brutalità con I-a quale le comunità statali sono state semplicemente disciolte, è in cosi netto contrasto, con la Costituzione, che lo stesso Stalin -ha trovato necessario di {.a-r rielaborare le decisioni prese. e ne ha dato incarico ai suoi _ giuristi costituzionalisti, i· quali, sia pure jn _ritardo, dovran– no rettificare queste offese al diritto, E vien fatto di chiedersi, se anche quelle popolazioni russe che disapprovarono il comportamento degli abitanti della Cri– mea· e del Caucas·o durante I.a guerra, ora, davanti aèl una politica che, sull'esempio• tedesco, considera le leggi scritte come pezzi di carta, e davanti a un giudizio punitivo quale- è stato dato per i Tedeschi del Volga, per i Tartari di Crimea, per i Calmuccbi, ecc, potranno ancora, in avvenire, cònside– rarsi « autonome ». p. ga. Ciò che si stampa GIULIO PrnRANGELI, Aspetti della vita ilaliàna dal 1900 al 19Ù - Edizioni di "Critica politica», Roma, pp. 110 - L. 90. E' .un rapido quadro degli avvenimenti c·he, dall'inizio ric– co di speranze del secolo, hanno condotto l'Italia nlla prima guerra mondiale, al fascismo, ,alla seconde, guerra mondiale, alla situazione attuale. Più che uno schizzo storico, malgrado l'obiettivi!~ dell'A. - sotto la quale però affiora spesso 111pas– sione di chi ha vis•suto gli avvenimenti che narra, -e li' ha vissuti con una sua coscienza, non accettandoli ma soffren– doli - è un libro politico, che propri,;, per questo 1 si racco– manda, oltre che per la forma felice. Qualche giudizio, ad es·empio quello sulla guerra di Spagna, appare troppo sommario; ma la parte più viva e interessante è ctrtamente l'Ultima, ---;n cui il Pierangeli riassume il suo pensiero:. fiducia nella parte migliore degli operai e dei conta– dini, che « s~ntono il bisogno di elevarsi» e che, con l'aiuto degli uomini di cultura, saranno gli artefici della rinascit~, la quale « verrà dalla campagna laboriosa e dalla officina, non <lalla -città p_arassitaria ·e burocratica »: p. ga. MICHELE VAINA, Il crollo di un regime nefasto. vol. I - Edi.zionÌ Tecniche, Milano, pp. 219 - L. 500. E' il primo volume di una cronaca intesa ad illustrare le malefatte del fascismo dapa sua ascesa al potere fino alla su~ caduta definitiya. , L'opera, presentata in bella veste e con numerose fotografie, .non pretende a un valore storico, ma, scritta con uno stile giornalistico e frequente-mente documentata, è di vivo interesse, specie per .chi, essendosi trovato senza rendersene conto negli avvenimenti che ci hanno portati •al momento presente, voglia .avere un'idea di fatti e personaggi che sono della nostra storia, e del retroscena che sono-venuti in luce negli ultimi tempi. p, ga. Abbiamo pubblicato: HAROLD J. LASKI 11 Battaglione segreto (Un ·esame dell'atteggiamento ·comunista verso il par– tito laburista) - Prezzo L. 20. GIUSEPIPE FARAVELLI La Democrazia Spc~alista Prezzo L. 15. . Valgono per entrambi lèi facililazio.ni , già disposte per gli altri nioistri opuscoli , di urw sc onto de,[ 25% per ordinazioni di oltre 10 copie. · · Direttore: UGO GUIDO MONDOLFO Redattore respons.: ANTONIO GREPPI Autorizz.: Allied Publications B. C. N. 288 · - 10-8-1945 Tipografia Plnelli - Milano - Via Farneti 8

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