Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 11 - 1 giugno 1946

CRITICA SOCIALE 171 ·voto,' ed alll).eno la metà più uno dei membri della Camera. Certo· è che se la Camera non sapesse dare al paese un Governo, 1 alla Presidenza -(cui non potreb?e ~~ne– o-arsi tale facoltà) ilon ·potrebbe )1011spettaJre 11dmtto ~ il dovere di scioglierla, risale1Jdo alla fonte. ~eni'o– cratica di_ ogni potere dello Statò, la sovramta po– polar-e. Per im Ptirlan~ento bicamerale. E questo un punto assai _meno pacific~, ma che, ap: punto perchè largamente chbattuto, potra essere anche, esso toccato qui brevemente. So benissimo che vi è, nel ,Partito, una larga cor: rente, forse una maggiora)lz~, contraria ad una· se~onda Camera. E ciò, sia per il timore che q_uesta abbia ad · esser-e come i Senati vitalizi di nomma regia, una rèmo"r; all'azioi1e .innovatrice del.l'altro ·ramo del Par~ lamento che è diretta ·espressione delle vive correnti politich~ del p~ese, sia anche l!er il cattivo ricordo del 0 l'i1Jfelice espenmento corporativo. Ma;--anche •a· prescindere complet:,i.mente dal recen tis– simo scacco dato .dal corpo elettorale alla progettata Costituzione francese, uno dei~ cui capisaldi era una Camera unica, a me pare vi sieno serie ragioni in.favor@ d'un duplice ramo del' Parlamento. Nel½, stessa rela– _zioue Giannini e uelle discussioni romaue della· Com- 1T1j,ssionecostit~zionale, la cui maggioranza s'è dichia– rata per l'unicameralità, si è, intanto, ravvisata come– opportuna l'istituzione, presso i principali ministeri, di consio-li tecnici, con funzione, è vero, soltanto consul– tiva, "'ma la: cui operosità doyre~be essere in istretto colleo-amento con le commiss1om della Camera,. e do– tati 1nche di poteri d'iniziativa delle Ìeggi. Si ravvisa, dunqu-e, utile una collaborazione di esperti per un m-igliore adempimentò di quel còmpito di legiferare, c~e_-pure d<;>vre~beessere esclusivo del_potere I?er. de!ì,- 111z1011e l gislativo .. Qra_ sta bene che m quesbo~i pn~ particolarmente tecnic~e, come, p. es., quelle attm~nb alla scuola od ·aua difesa del paese, possa ·appanre, aucor più che opportuno, indispensabile che con gli esponenti immediati delle correnti politiche collàborino elementi di particolare esperienza in materia,_ e questi soltanto: tale esigenza potrà essere soGldisfatta, ap– punto, con uno stretto contatto delle particolari- éom– missiord della Camera. con altre commissioni tecniche, d~ nominarsi con altri .procedimenti che non sieno la diretta elezione popolare. Ma par.e :a me (e non so~– tanto a me, poichè rammento come altri compagm, nelle riunioni di Roma, fossero di tale avviso) che sa– rebbe da caldeggiare -la proposta che l'insieme di tali commissioni costituisse proprio un secondo ramo del" Parlamento, il qual-è servisse, non da freno inibitore, ma da controllo dell'opera 'legislativa,,mano mano for– nita dall'altra Camera. Un riesame, infatti, delle norme deliberate da questa sarebbe una garanzia d'una loro migliore elaborazione, ed anche d'una loro maggiore aderenza, oltrechè alle aspirazioni-delle masse popolari, .ai bisogni dei differenti settori, la cui sintesi costi- tuisce la vita nazionale. · I -membri ~ temporanei, s'intende, e JJon vitalizi - della seéonda Camera, dovrebbero essere i rappresen– tanti di tutti quanti i lavoratori, i manuali ed iut'ellet– tuali, dai contadini ai profe1;sori universitad. La varia --esperienza acquisita da ·tali esponenti delle differe11ti attività, ciascuno nel ):/roprio campo, potrebbe, a pa– rer mio, serviire, non gia da freno _inibitore, tanto meno . da imp;:_iccio,all'opera dell'altra Camera, ma ne sarebbe un'opportuna integrazione. Integrazione politica essa stès!'a; sia perchi! nulla vieterebbe che i, singoli par– titi e le .singole correnti della politica influissero.anche su la •scelta dei- candidati e su l'dezione, nazionale o regionale, dei membri di tale 1;econdo ramo del Par– lamento; sia perchè il controllo e l'esame, che dovreb– bero esercitarsi da questo,- sar-ebbero pur sempre di natura· politica, in quanto, nonostaute la diversa ori– gine e composizione della seconda Camera, il criterio di giudizio, risultante dalla sintesi delle esperienze dei suoi membri, sarebbe ancor quello dell 'indiri-zzp da segnare e dei fini da proporre alla vita della nazione. Criterio, dunque, squisitamente politico. - ALESSANDRO LEVI teca GinoBianco • La politica ecopomica del Partito Socialista Il problema· che tratta ,~ell' articobo eh.e segue il . com• pagno Severgnini è arduo e compi.esso e susoett'ibile di svariate soluzioni. Occarre studiarlo a fondo per trovàre la soluzione 'migliore; e con quasllo: i111,te,11to pubblichi-O-mo questo scritto, di- cu,i alcwrue pwr,ti suscit,eranno dissensi e uti/Ji disc,ussioqz•i. LA C. S. • La mozi,one di politica ec.onomica presentata al recente Congresso del Partito, facendo presente che, solo- attraverso l'incremento della produzione - il che p,resupp-0ne, natu• ralmerite, -l'aumento dell'efficienza dell'intiero apparato produttivo - sarà consentito un più alto livello- di o,ccupa• · 2:ione e di reddito e , oonseguemtemente, un continuo mi– glioramento del te.no -re ·di vita delle c~assi lavoHtrici, mette in· evidenza co me, pe r raggiungere tale' scopo, occorra sosti– tuire-, ad una ·passiva attesa di aut-ornatici aggiusta.menti economici·, un'azione di orientament•o e di pvopulsiorie me– diante l'attuazione d-i._un piano elastico- e aderente alla· strut. tura eoonoinica naziOnale. L'iniziativa privata, sospinta. esclusivamente, o quasi, dal to-rnaconto individuale, e pertant•o poc,o sens•bile alle esi– genze ·•della collettività, ,non è infatti in condizione, anche per l'evidente prOC1lSOO di fogoramenlto subìto da1' me<'.ca• nismo su cui fonda la p,copria attività, di affr.ontare e di· rÌ50lvere, se abb'andona-ta a sè, un probleina di così vasta moie_ quale è la ricostruzione del Paese. Naturalmenie, la pianifi,caziorne prospettata dovrà esser taTe da poter risol– levare rapi,damente il reddito nazionale, non s-olo mediante H miglio,: rendimen~, ma anche mercè l'eliminazione degli attuali numerosi sperperi del ·nostro sisiema produttivo e distributivo•. · D'altronde; questa forma di 1regolamenlaz,ione non è nuova alle ec,o,nomie capi1'listiche moderne, nelle quali ess11 ha già trovato applicàiione ogniqualvolta fu avvertita la necessità o, quanto meno, l'oppo·r<tunirà di inquadra,re coat– tivamente talune manifestazioni dell'attività economica, ri– tenendosi pei'ieo-los,o o· aill•tisociale -il loro abbandono· alle forze liberamente op(\ran'ti S111 mercato. Nella svolta storica ·che l'economia italiana clovrà inelut– tabilmente subire sotto la pressiope delle· contingenze, si dovrà pe,rò porre ~gni .att enzi,o ne a che gli orga,ni pre-po.sti alla piapificazione siano par.ti ,colarmente sensibili ai pr-o– biemi economici. Gioverà aver pre<iente al riguardo che, quand-o alla (un– zione itnprenditoriale ne suh,eintra un'altra, viene a cessare· lo stimolo che nasce dal .-apport,o, fra, il rischio che assume ' l'imprenditore con la sua iniziativa e J'uti.Je ,che può trar• ne, stimolo· che rappresenta, in .<definitiva, .il principio in– formatore dell'economia capitalie,ti-ca.. L'esperienza ha, dimostrato come, ,nei casi in cui le fun– zioni imprenditoriali venner,o affidate a dipendenti dell'a– zienda, lo stimolo si è p,o-tu.toconservare <ruando si ebbe cura d'.i sceglàero gli elementii teooicamente piiì idonei, e questi .vennero chiamati a p•arteci,pare ad· l!na quota parte degli utili o, quantomeno, furono retribuiti con stipendi' e i-ndennità oonunis,lfati aU'imp-ortanza delle mansioni e delle' responsa– bilità assunte. Ma quando· ·tali fuillzioni, con la facoltà ,di disciplinare l'i– niziativa e di decidere sulla linea di' condotta da seguir,e per il raggiungimento- di determinati• fini sociali, furono trasfe– rite ·alla burocrazia,• quello spirillo- di <iniziat,iva che anima l'imprenditore venne la. cessare, in quan,to la bur9crazia, for– matasi e sv,ilup,patasi fuori d 1 el mondo econom,i-c'o·,è impre– pa.-ata e, qnindli, inefficiente dal la'to tecnico. Aggiungasi ·che, in effetti, essa sfugge al contrnllo parla– mentare, e persiillo- alla sorvegHanza del p,o.tere esecutivo; potendo così agire lib-eramente, com(l meglio le aggrada, fi. nis-ce spess,o col complicare e compl'Omettere •le soluzioni dei problemi- sui quali è chiamata a pronunciarsi, se,nza essere tenuta a ,c,en,dere conto d alcuno del S110 operalo. Se poi ai malanni derivanti da questo potere, tanto occul– to e irresp•Oillsa,bile quanto illimitato, si air~iunge quello della . e>ormzione ,che, pur no,n essendo così diffus-o come g,eneral– menre si cre'de, esercita pur se'mpre un'influenza sfavorevo.Je, si può comprendere qual da.nn, o po-ssa produrre al Paese, nel campo economico, l'a zione del!Ja burocrazia. Orr;imi preposti alla ·pian,ifi,c<WÌo11e: L! mozione raccomanda quindi che· gli organi coordinatori centrali sia):to una genuina espressione delle forze produttive della Nazione, e risultino tali da poter evitare, ol-tre i peri.

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