Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 11 - 1 giugno 1946

168 CRITICA SOCIALE mosi condottieri del movi111 erit.o clafrdestin-o, uno di co– loro che con più larga com,prensione prepararorio La · formulazfone del programma d'azione del nostro par-. titq. ' Pochi giorni prima di l'aolo Pini, ·H rs maggio 1945, c(opo inenarrabilC so.fJerenze, sopportate con dignità e fierezza,. moriva a Gusen, · in un ospedale da campo, ANDREA LORENZJ(1"fI, il nostro « De Andreis » della lotta clandestina, energico organizzatore dei· nuclei di .resi– stenza ,della provincia di Milano .. C0<ncommozione ri– corcUamo che sul letto di morte il sua vis.o emaciato e pallido ebbe ancora la luce di un sorriso, quando un - amico gli annunziò o,he si stava piepara.ndo •la_rinascita della Critica Sociale. Egli no.n la · vide però risorta a bandire la v.oc.e della sua e nostra fede. Le· sevizie sofferte nei campi di ,deportazione non avevamo fiaccato la sua fede, ma avevano consiim'ato le energiei /fel corpo envro cui glbergava· il suo nobile spiri:t'o di marti-r:è dell'ideale. LA CRITICA SOCIALE L'Italia del lavoro ·e le sue .colonie· Gennaro Monda.imi, che riprende con questo articolo la collaborazione .già data in altri tem[/Ji alla Critica Sodale, è uno degli stitdiosi italiani più. çompele':(lti in 'materia c,o{owia,leed è a,nche - a differe1iza di noi - un colonialista convinto dì antica data, quale era, tra i socialisti; anche Antonio La briola. . · · Noi non ci sentiamo di sottoscrivere· a tutto quanto. .egli d-fce· e soprattutto.· non possiamo a,ssociarci• alle lodi incondizionate che egli fa dei metodi i_talia.ni di colonizzazione. Purtroppo abbiamo anche noi aviito epi. s-i Jdti dJi brutale cr udeltà, quali del re·sto si tro·ùano nella , c; ,dlonizzazione.di tutti gli Stati!, comptesa la ci'Vilissima In ghilterra. Certo .è .a,dogni modo che l'Italia ha Pro– fuso nelle colonie ,denari e lavoro s;enza ri_,parmio, ,in mis-ura superiore ~ non ostante la sua Povertà - a q·iu;nto hanno fatto, in media, gli altri Stati. Perciò riteniamo anche noi, comi, del resto abbiamo già detto più volte·, che sarebbe verannente iniqu..o•'voler privaie l'lta-lìa delle sue vecchie colonie, e specialmente ser– 'Virsi dt queste -Per accrescere il già ple-torico· dominio coloniale che alt_re_ nazioni posseggono. E le citre aà.– .dotte dal M011dami dnnostrmio molto. e/ficaceniente che u,na tale decisione, oltrechè iniqiia, sarebbe anche ,d-an-. nosa allo stesso a'l!venire d;elle colonie e delle loro poc po/azioni. · · · -E da esse risulta anche questa conclusione: che se, pur 1 restitiiendo al Negus la piena sovranità_ sull' A bis– .sinia, si vogliano stipulare convenzicnvi per assicurare il concorso del capitale e del lavoro eiiropeo per la messa in 1-•aloredi quei-territori, sarebbe iniquo e-impro·vvido non assegnare all'Italia ima _parte adeguata alla capa– cità lavorativa dei suoi opèrai e conta4ini .. LA CRITICA SOCIALE Il pro-blema colonia/ e italiano. D'ei quattro punti cnièiali della nostra laboriosissima pace (riparazioni, flotta, questio~ giulian(!, vecchie co– lonie), quello che, a rigon:e di logica oltrecchè di giusti– zia,. dovrebbe fornire la soluzione meno discutibile a favore dell'Ita.lia è senz~ ,dubbio il qiiarto. Iufatti per i primi tre punti possono accamparsi tag-ioni o· pre– testi di carattere fì-nanziario, economico,_ militare, etno~ grafico per soluzioni più o meno:- inique a danno del– l'Italia, invan0, con. la cobelligeranza e la guerra di liberazione, riscattatasi, davanti al mondo ed alla sto- . ria, dalle colpe d-el regime, ·che la guerr~ aveva im– posto al popolo' italiano; ma ness111Ja ragione, nes.sun pretesto soccorre per la sempre impendente spogliazio– ne coloniale dell'Italia, perfìuo nella ipotesi d'una pace puni-tiva m:1zichè giusta, come dovrebbè essere nell'in– teresse (Yenerale del mo·,do, oltrechè nostro. Non :'agioni' di carattere mot:.ale nei rig-uardi delle popolazionf indigene (coni~· avve1'.ne c;l_ellaG:errµania dopo la pnma guerra moi1q1ale), giacche, se v1 fu nel– l'ultimo mezzo secolo un popolo èolonizzatore, che in Jinea geuerale abbia di quelle popolazioni benemerìtato, l BibliotecaGinoBianco ) questo è senza dubbio il popolo italiano, il quale ha speso per le medesime iufmitamente di più di. quanto non abbia dalle colo'nie ricavato; d1 queste. bomhcando su vasta sc;ala le terre, corredandole di porti, strad~, ponti, mercati, ferrovie~ ·telegrafi., scuole, ospedah, acquecjotti, ~hiese, moschee e cosi via, pro;rnuovendoue a<Yricoltura, zootecnia; iudusti:ie, commerci, ·elevando– n~ illsomma il livello materiale e morale di vita. Non ragioni di carattere politico-strategico; giacchè (una volta escluso il__~?dec:an~eso, . predestin_ato ~l'.a Grecia dalla sua ellemc1ta) sia m Entrea che 1ll L1b1a la sostituzione dell'ttalia con un'altra qualunque na– zioue a titolo anche soltanto di amìninistrazione fidu– ciari;, verrebbe, in ·atto od iu potenza, a tt1rbare, non certo ad avvantaggiare, quell'equilibrio p.olitico del Me– diterraneo e del Vicino Oriente, che è interesse comtrne di tutti gli.Stati porre su basi di stabilità e ~i equità ad un tempo; o comunque, ad acc-entuare ultenorm·e11te quella strident~ disuguaglianza fra "imperi coloniali pie- . torici .e paesi supèrpopolati, privi o quasi di colonie, che è stata in non piccola parte alle radici della secon– da, com-e già della prima, guerra mondiale. Non ragioi1i infine cli carattere economico-finanzia– rio, <Yiacchè le colonie italiane non erano, nemmeno prini~ di questa guerra, terre cli largo. in vestiment_o fi. ~ nanziario strai:iiero, nè pr.esentano ricchezze tali d1 suolo o sottosuolo da allettare (non diciamo poi giu– stificare) le cupidigie cli Stati già in possesso cli ric– chezze naturali incalcolabili! Il pensiero dei socialisti. Che tutto questo si.a ·nella cos~·ienza · nazionale .. del popolo italian·o, al di sopra d'ogni divisione ·di classe o di partito, può arguirsi dal· fatto che non solo una voce in aperto contrasto coi 'diritti co1oniali dell'Italia non si è levata ·da una qualsiasi tribuna politica o pubbli– cistica in tanti mesi di trepida attésa d'una pace dile- · guantesi, come un miraggio del deserto; ma che tali diritti sono stati od esplicitamente affermati od _impli-_ citamenfe ammessi da uomini, gi9r;nali e riviste <li quelle stess'e correuti politiche pi.ù avai:izate, rimaste in linea di prinçipio ·anticolo;nialiste, per una t;raclizioue . semisècòlare di pratica politica più che per iagioni teo- . riche, già ,nel-l'Ottocento superate dalla evoluzione .dei fatti e delle stesse idee. Vero è che, per ragioni ideo– logiche, sintetizzabili nella formula: « colonialismo equivalente di capitalismo » (vera solo .in quanto il capitalismo è la molla economica dell'espansione colo– niale nell'epoca contemporanea, non già·. il movente esclusivo e, meno cp.e meno poi, il beneficiario esclusivo di essa), il socialismq italiàno (a differenza di qaello . belga, olandese, francese, a non dire del laborismo bri-. ·tannico) soltanto aJl.a vigilia della prima guerra mon– diale si è deciso a riconoscere (la frazione sua riformista per lo meno) l'utilità .pel mondo intero, e ilon per quello capita-listico soltanto, dell'espansione coloniale coutem. poranea. Ma altrettanto vero è che; uell'attuale situazio– ne internazionale, lo stesso· socialismo italiano,· senza clistinzi~ne di tendenze, ha esplicitamente espresso il sao punto cli vista _in termini di questo ·genere: c;he la spogliazione coloniale dell'Italia a beneficio degli imperialisini altrni è condannabile anche dal pu.ntci cli vista del socialismo internaziouale ;' e che lo stesso isti– tuto nascente dell'amministrazione.fiduciaria, nuova edi– zione riveduta e corretta clel;m;a1Uti.to coloniale, giusto e benefico se e:5te~o a tutti i paesi colonial-i, diviene. pro: f?ndamente :ngmsto e perde _anche del suo v.alorn pra– tico, se applicato ad un solo paes-e, come è provato dal– l'esperienza .più ché ·ventennale· del ma'.ndato. coloniale: inequivocabili al riguardo le parole del Presidente d-el P.S.L, Pietro Nenni, nel d'iscorso milanese cli apertura _della bàttaglia elettorale per la Costituente,· ·riassunto nell'AvantiJ. del 7. maggio. · Nè tale .valutazione etico-politica può destare mera– viglia nemmeno in un socialismc;>tradizionalmente· anti– coloniale come l'ìtalianò; quahdo si pensi che la più intransig-ente ideolog-ia. non ·può negare la realtà lam– pante dei_fatti: quella che una spogliazione coloniale, sotto qualsiasi titolo •giuridico perpetrata, costituirebb-é per ·l'Italia in genere, per quella del lavoro in ispecie, una ulteri'ore iattura economica gravissima; a prescin– dere anche da quelle coilsiclerazioni cli carattere poli- .• tico, bérritoriale, emigratorio, nazionale in una parola, che possono anche non avere alcun peso in una conce-

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