Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 11 - 1 giugno 1946

CRITICA SOCIALE . 167 mo a quale concreto programma voglia corrispon– dere. La libertà dal bisogno include il diritto al lavoro. il quale, qq.anqo 11011 possa essere esercitato per cause indipendentì da11a volontà di .coloro che ne sono il soggetto, si trasforma ·nel diritto ad una forma di decorosa assistenza, che duri '):)erò nei li– miti strettamente necessari, in quanto il diritto al lavoro ha· anche il corrispettivo del dovere del la– voro, _per tutti coloro che Jianno la validità ne– cessaria. Nia noi socialisti miriainçi a forme più alte e com– piute di. giustizia. Ferme restando quelle forme di disuguaglianza che nascono da diversità di attitudini e di capacità, di doti fisiche, intellettuali e rriora1i e sono perciò necessarie all'equilibrio e all'armonia della vita sociale, le altre disttguaglianze debbo110 gradualmente esser.e eliminate. E in. primo luogo va rapidamente soppresso il privilegio dell'istruzione, oggi solitamente connesso a quello del possesso della· ricchezza. E diritto di ciascheduno, che sia dotato di sufficienti attitudini, di poter aspirare ai gradi più elevati della cultura. La società dal canto suo. ha interesse che tutte-' le forze capaci d,i recare un utile contributo al pubblico bene siano messe in va– lore, ed ha perciò il corrispettivo dovere di fornirè a tutti coloro che ne sono dotati la possibilità di accetlere a quegli studi da cui dette forze potranno essere rese efficienti: di qui la necessità dell'assoluta ·gratuità degli studi e <l'ell'assegnazione di suffi-cient; borse a quei giovani di famiglie disagi.ate, i quali dimostrino attitudini per i gradi più elevati di stu– dio. Così la scuola, ravvivata, da un regime di reale democrazia, che coltivi negli alunni l'autonomiadel pensiero, ·li educhi, all'amore della libertà, li t.ragga fuori dall'involucro di uµ chiuso egoismo, facendo sentir loro la bellezza della solidarietà con gli altri e della dedizion~ al pubblico bene, diverrà alla sua volta mezzo per Ct\i, eliminate alcune delle più as-. surde ingiustizie (quella. anzitutto, per cui vien ne– gato a molti il diritto al sapere), la democrazia acr ·quisti maggior forza ed ampi'ezza. · · It1tanto, ·anche con altri mezzi la libertà e la giustizia dovranno essere attuate. La libertà dal bisogno non çoncerne soltanto i singoli individui, ma tutta la società nel suo complesso. L'esperienza. dolorosa·degli ultimi decenni ha dimostrnto che quel possesso privat.o dei 1pezzi di produzione, che in· pas– -sato appariva il mezzo più adatto a suscitare la li– bera iniziativa è a contribuire in questo modo al b~nessere, almeno materiale, della società. è diven– tato, ogni giorno più, mezzo, in mano di plutocrati ingordi e senzia scrupoli, per dominare le sorti delle singole nazioni e di tutto· il mondo, senza preoccu– pazione dei conflitti, delle stragi, deg·li sperperi enormi di ricchezze e di vite incontro a cui esso è lanciato; .e che, di fronte a questi mali,. non c'è neppure il corrispettivo di quella libera: iniziativ.r, che c,pportuni accordi (trust, cartelli) cercano in– vece di contenere quando, pur essendo necessaria all'incretnehto della ricchezza sociale e alla liberas zione delfa società dal bisogno, potrebbe però re– care qualche danno agli interessi dei detentori di capitali. !Per. la stessa. ragione prodotti anche di prima necessità. vengono distrutti (anzichè immessi sul mercato) per tenerne alti i prezzi e assicurare un più alto profitto; per questa stessa .raO'ione terre coltivabili vengono lasciate a pascolo br;do· e su altre non vengono introdotte quelle forme di ~o1tura che meglio contribuirebbero a quel1a proclamata li– bertà dal bisogno. Ecco perchè noi reclamiamo la ri_forma industriale e la rifçirma agraria, come mezzi d1 mcremento della produzione di sicurezza so– ciale, d_imaggior libertà e di mdggior giustizia nei rapporti tra gli uomini, come sostanza di una vera democrazia. Con' questo 'programma/che siamo venuti &'ià de- BibliotecaGino Bianco lineando concretamente in più scritti cli nostri col– laboratori e che ci proponiamo di continuare a dilu– cidarè e svolgere 'in forme precise, noi andiamo in-contrn alla votazione per la nomina della ·costi– tuente. nella quale auguriamo che la Nazione dimo– stri la sua inaturità e consapevolezza, la sua capa– cità di autogoverno e prepari a se stessa quell'av– venire che le dia co'rnpenso de1 molti e grnvì dolori sofferti. $e· una forte maggioranza si raccoglierà sulla ri– chiesta di una forma: repubblicana, si dimostrerà che veramente l'Italia d'·oggi ha rotto og:ni solida– rietà col suo recente passato è ha diritto a respin– ger.e ogni pace di vendetta o di punizione; e la com– pattezza di volontà che essa avrà dimostrato le darà . forza per vipcere i sospetti, le resistenze,' gli iniqui apprezzamenti che nella recente Conferenza dì Pa– rigi hanno impedito che le fosse resa giustizia. U. G. M. I I nostri morti 1\·eua p1·i1na'.metà ,d·i giugno ricorre l'anniversario della morte di alcuni fra i compag1ii più cari al nostro cu.ore. Il 10 giugno compiranno ventidue an,ni dal giorno in cui la spietata ferocia del dittatore co·nsocravl(]I a/La venerazione cfi tutti gli ItciUani ,degni d.ella nostra tra– dizione d,i ùnwna civiltà il nome di,GIACOMO MATTEOl"fI, la cui fig1ira. riniMrà la più lwm.. inosa e sin1,bolica fr'<J l,e figiwe dei niarliri del fascisn,,,o. L'n giugno,,moriva, dieci anni dopo, diirante il so:nno, nella sua .sltnzetta di ,esule a Parigi, uno dei compagni di più çospi.cuo · ingegno e dti più alto carattere che il nostro ·partito · abbia avuto, colui che ebbe l'onore di raccogliere l'odio più livido e le più sconce cdntumeU,e dei fascisti : CLAUDIO ToEVES. Il suo nobile cuore, che egli ave·va po'clie 01'eprima sottoposto a.llo sforzo di una 1iiolenta eniozione, rievocando, con conumdssa e ardente pas– sione, la figura e il martirio di Matteotti, cessava al– l'impro·vv~so di battere, facend•o m,a,n.carela più illu– minata guida ai « fuorusciti » socia.listi italiani, che due anni prima avévano perduto Filippo Turati. E poclii giorni dopo ricorre l'anniversario ,dell'a·ssas– sinio di CARLO ROSSELLI, c]ie l'in1,placabile sp•irito di vendetta del due.e affiq,ò . a prezzolati sicari francesi (i •.« cagonlards ») per far cessare lia voce nwlesta e l'in– stancabile azione di c.olui che da anni aveva basto il su.o altissi-rno in.1;egno, la sua rara cap·acità e ·vol,ontà d'a.ziio.nee il suo cospiciio patri1nonfo per affrettarre la reàenzio:ie delqtalia ·da.Ila schiavitù e dalla vergogna del fa.scisma : degno erede di una fan1..igliadi Pil!trioti nella cui casa a·veva · trovato conforto alle sue a;,z.a: rezze, in_attesa della morte ·'Vicina, Giuseppe Mazzini. E altri_ comJ:~gni convniemoi>imno in questi giorni : PAOLO PINI, militante socialist.a sin dal 16° anno d'età l~gafo alla vita qella nostra Rivista dq.lfopera che, in~ stenie con Ettore A lbi.n.i, P011~peoBettini ed altri egli dava allora, nel 189_1, P·er aiu.tare Tiirati e la Kuli-scioff a· organizzare la diffusione ·e la spedizione di ,Criti-ca Social'e. Me·dico insigne, cercò di prestar soccorso e cura a ti~tti i. 11w~idel corpo e dello spirito, gravandosi di· ogni fatica, mcurante d.eLlaS1fa sailute, rinunciando al ~onno e salta:ido i p_astiperchè più al/Jopotesse e5s.ere il_nu11·~erq dei nuilati cu.ra_ti dJa. lui con france-scano sp~– ri_to di disprezzo per le ricche~ze; e 1neritò p·er questo ~ d.i_ess er pro,cl~mato dalla coscienza popolare « il saijito la.ic? ». Mori il 24 maggio 1945, u n nwù .do po la libe– ra~ 11one,che la sua ferma fede di sociafu.ta aveva .au– spicato co.n accorata passione, per ventitrè ai:mi. V;1 an:no prima era morto a Ro11ia, ucciso da pio1nbo nazifascista, alla vigilia della liberazione di quella città, EUGENIO CoLORNI, contro a cui la niarin:mgl!,ia fascista aveva diffuso odiose menzogne, al teinpo della emana– zione delle Prime Leggi razziali, per tentar di giusti– ficare l'arresto di lui e la com.danna al c01ifi.n.o., che valse n_on a· fiaccare ma a,d irrobustire la sua ferma avver– sione, a l jas cisn~o, rafforzare in lui la fede so'Cialista : s1cche, l.zb~ rat_o dopo il 25 luglio. '43, egli si. dedicò con fervore a <rianimare la vita e l'attività del nostro partito e fu, dopo l'8 settembre, uno dei più 1irn.telligentie ani- •

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