Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 11 - 1 giugno 1946

CHITICA'. SOCIALE 177 politico e 6Òciale e n,oo una teoria dell'aldilà, è una tecnica e -u111. metodo e non una· teologia. - E rimane la terza domanda, ma confessiamo di lf!Oil sapervi riosp,on.dere perchè non la comprendiamo. In che senso ·la vittoria del sodalismo sare.bbe la vittoria dell'ulùmo bor– ghese? Nel senso che la società socialista dovrà usci.-e dal seno della, società borghese? Ma ques(o è o-vvio, perchè tra· l'una -e l'altra società non potrà es~rvi il salto, il vuo.to. -Non riusciamo a dare altro si,gnificato alla domanda, per-chè è pacifico che il socia1ismo rappresenta, la sola radicale 11,:,– ·gazione ,dell'o,rdinamento borghese, di cui studia le leggi di sviluppo allo s.co, po di.farsi eos~ente delle condizioni e pa– drorne dei mezzi · che permettei'an!).o il suo- superamento completo. ;,on domande, le prime due; che ·potevamo imbarazzare il vecchio socialismo ancora pòrtato ad indulgere - e non sol-– tanto per colpa sua - ad espressioni anticlerical-i che facil– mente scilntonavano in a.ffe.-maziomi irreligio&e, e .a grosse parole barricadiere, nonchè, i,n alcuni, a simpati-e di,ttatoriali, cui va concessa com.e attenuante l'esasperazione del mo– mento. Il socialismo d-i oggi è un'altra cosa-. Questo vorrem– _mo, avvertisse 'jl Mialvestiti,- s,oprattutto 1~ dove d dipinge _in pant-Q.fole, intenti a riempii-:ci la bocca di frasi fatte. Certoo,.c~ s-on-oancon (e mon solo n-eI no·str,o partito) i trom– boni dell'oratori-ii, ma c'è o-gg,inel nostro partito una vò-lontà di ricerca,. d-i st:udio pazie111té, di cauto apprestanrento- di soluzioni concrete, ·quale s'addi-ce ad un partito che -.si ac– einge a governare il paese, -conscio dei·· compiti che·,lo aspet– tano. Sta qui• la di'fferenza dalla vecchia maniera, sì che giu- .dicarci ancora alla stregua delle facili- espressioni uscite • dalla bocca di un proletario appena- nato alla vita politica e oostretto all'opposi,z;io•ne, e qui111di alla critica, -alle volte chia-ssosa ed inconcludente, signi.fica precludersi la possib.i,lità di capire la funzione odierna, i nuovi compi!\ e gli adeguati mez;µ di lavoro del nostro partito. .* * * J;>opodichè, ·i,niendiam:o-çi pure. . .Lasciare che un or,i'5tiano sia socialista. è già una grande ' cosa, e· ie parole del Malvesti~i no·n possono. che suonar gra_– .dite. Ma purtroppo; se questa è la teoria (noncbè la oonvin– zio,ne del Malvestiti, che noi non mettiamo_ minimamente in dubbio), un mare la separa dalla pràtica_: la quale quoticfi.a– namente ci parla ben altro linguaggio, dal pulpito o in· cmnera,,charitatis, e inéèssante è l'azione del cle.-o-per allon– tanare i cattolici dal s,ocialismo. Con quanto vantaggiò 'per la Chiesa, la quale con tale atteggia-mén.to lascia il sospetto di un'alleanza .con la Demo0 crazia Cristia111 a,che getra un'om. bra di dubbio sulla· proclamata aconfessio-.'.ialità. di questa: altri prima di me hadho--avverti.to, segnalando il pericolo che la Chiesa, una v<>lta·impegnata oome parte in lo tta, 1110n possa pijì, -in uri eventuale incrudi-ii:iento degli atbr ,i.ti· tra i partiti, far senti,re la sua voce di madre 'Ugualmente pr emu– ros·a verso tutti i -contendenti. · Quale resta dunque il motivo di questa opposizione all'en– trata dei oattoli-ci nel socialismo, opposizione che il- Malve– stiti n,on fa sua, ma di cui non vo·rrà negare l'esistenza? Scartata la pretesa democristiana. di voler monopolizzare -~I cattolrcesimo, non resta che vagliare il socialismo sulla mi– sura del cristianesimo-. N-0,n è opponendo una, visione spiritualistica e religiosa al col>i,dett,omito del di qU<D, dove si risolverebbe borghese– mente " materi-alisticamente tutta la vita, -che si risponde ai terribili quesiti. che il socialismo ha posto. E sono quesiti cristiani, perchè il di qua è in funzio·!le. del di là; è il_ luogo_ d; 0 ve l'uomo trova e attua le condizioni necessari-e -per fa-r'Siimmo,rtnle.• Quest,o è « l'umaneshno » del soèi-alism-~; e nello st-esso tempo il. suo cristianesimo profondo: alle~1_are all'uomo i -òisog,ni per farne più libero e intenso• I-o spmt~, più aperto ad una problematica degna della sua natura pn- • vilegiata, della sua filiazi.one divina. ·Il socialismo è e< scientifico )>: e questo è un male? Pel Malvestiti sì, perchè la ·scienza del socialismo pretenderebbe , presuntuosamente di risolvere tutti i problemi e. di fa_r a mooo di Dio. Non siamo dello stesso parere, perche la scien. za, in sè, è ,neutra 'e prende-oolore ·dalle mete che vu?l rag– giungere e dall'animo di colui che ricerca .. Q~esta « sc1enz:, » socialista cbe per noi è - ripetiamo - tecmca e canone m– terpretati~o e metodo di fotta, mai met8:_fìsi~, c~ "."iene da Marx, il quale era ateo. Ma quale oosa e_pm cnslla':'a '1e~ sollevamento degli umili, i cuoci dei quali vengono rrnperti alla speranza? Questo 'fu l'effett-o del ';Ilarxismo_ e questo è . noor oggi H tremendo problema da risolvere, 11 problema Bi I ·. o B e .. dei dimenticati, che -non si ignora certo mettendo, -oome gli uccelli, la testa sotto l'afa· per non vederlo. Ci, sono mili.oni di uomini in Italia, decine di milioni 11.1elmondo, i quali d·a un numero infinito di generazioni, vivono- così disumaniz-_ zati, così defoirmati dall'-appartenenza alla classe iri cui la wrte li fece nascere, che non c'è problema più urgentemente cristiano di quello di ifitrodurli finalmente nel -circolo della •ci-viltà,. d,etla cultura, della vita. Nel risveglio del proleta. riato vedia-ìno non l'anticrist,o, ma il Cristo•: nell'età co·n.. temporanea n9n tro·viamo avvenimento più grandi,osamente cristiano di questo, anche· se i proletari, che- camminavano per la prima volta _con la fronte verso il sole non l<, sapevano, e magàrì mangiava1110a par,ole i preLL Ma di chi era la colpa di, questa inoomprensione? La quàle, oggi, non esiste più. Il Malvestiti vorrà conce– der-ci che il nuovo, atteggiamento socialista verso il catto-li– cesimo non è· tattica o maschera. In un partito così demo– cratico come il nostro dà prova di essere, dove ogni voce tro-va il suo veicolo per farsi, udire da tutti, 11100c'è luogo per i ma-scheramenti, per i doppi giochi. Nell'articolo di f.o111do. dell'Avanti! del 18 àp,rile si parla, a proposito delle masse calto1iche, di <e una larga compren– sione delle esigenze r-eli.giose che superi la, semplice t,olle-· ranz/a >). È una svolta decisi,va cui il Ma,lvestili vorrà dar cre– ·dito·, almeno fono -~ quand-o i.fatti la venanno a c•onfermare o a_smentire. Ma· i fatti, già oggi, danno la loro conferma. _ Ed ecco du111que il terreno per- un'intesa utile alle due parti: a v,oi il compito di impedi,re che la pregiudiziale re– ligiosa venga ancora, nella pratica, posta come ostacolo al~ l'ingresso dei cattolici nel nostro partit9; a noi quello d1 allargare sempre più l'animo dei, compagni alla compren– sione delle esigenze religi,ose. Ma è un'intesa che inutilmein. te vorremmo che venisse patteggiata tra i e< :vertici- >) ·dei due partiti: -essa sa,rà feconda soltanto se troverà _stip~laz(one leale nell'intimo delle nostre coscienze, .e se d,verra d1ret- . ·tiva eoostante della nostra azione· quo,tidiuna. U2ouERTO A'LF_ASSIO GRIMALDI ·Salvezza dell'uomo La borghesia, affermatasi classç dirigente con la dvoluz.ione del 1789, .si pose alacreme,:ite a trarre il massimo pirofitto_ ~a~ progredire della s-cienza, app_licando ai process-i J?rod:ntt~v11 ritrovati d1 essa, e con ciò accelerando le fabbncaz1om ed immettendo al wnsumo uua sempre maggio,re quantità di prodoLti. Furono così ampliate le fabb'riche, iniziate le pro• duzioni a cicli e po-1a serie, creati mer-cati più vasti. ,Grande numero di piccoli e medii artigiani, con le uniche possibi· lità di produzi-one unitaria e manuale, non reggendo _alla co-ncoirrenza dei graondi.labbricanti, si posero al lor-Oserv1zJO,. anda;do ad aumentare l'esercito dei proletari. I mercati lo– cali non bastarono più ad assorbire i prodotti; donde la necessità di creare mer-cati n,'iovi oltre i oonfini- delle Patrie e dei continenti; donde l_e guerre di conquista, che ebber~ appunto il loro maggiore syiluppo nel ~ecolo scors~, e< 11 seoolo del progresso ~). ILe gnerre di oonqmsta - che diedero _ ad alcuni paesi di più progredito sviluppo industriale e di più antica omogeneità nazionale la chiave delle fonti delle materie prime e degli soocchi commerciaJi -.generarono fra le nazioni rivalità e gelosie èhe, un tempo furono contenute dalla forza preponderante di alcune di esse, ma che con lo svilÙppa.-si rapido delle collettività nazionali, _n?n J>:Oteva_n~ non sfociare da prima in uno stato perenne d1 mquietudm1 e··di attriti, e di poi in aperti e sanguinosi conflui, che por– tarono alla ciclopica guerra del 1914'. Lo stesso svilupparsi e concretarsi del- ooncetto di nazio– nalità affe.-mato dalla riv,oluzione francese,_ che include: 11 princi~•io della eguaglianza di -tutti i cittadìni nei d_iritti e nei doveri verso lo Stato, è venuto a provocare quasi ovun– que la sostituzione del sistema delle milizie mercenarie e-on. il sistema de.Ila coscrizione; e quindi, insieme con il con– tinuo incremento automatico e geometrico della popolazione e con il progredire ed il perfezionarsi della macchina, a rendere le guerre sempre più cruente e disastrose. Da ciò, anche, più disastrose conseguenze ,:,conomiche, politiche, so- ciali, morali. _ · , _ Il disagio, per l'appunto eèonomioo, politioo, social~ e mo– rale prodotto dalla guerra 1914-1918, -che ebbe le npercus- -'sioni che. sappiamo su tutte le comunità nazionali- e su le _ relazioni intemazionali del successivo quarto di se colo 1 fino alla ripresa della carneficina -nel ·19.39,non fu tan.to una de"ri- · vazione reattiva all~ grandi_ sofferenze e priv ~zioni del tra·

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