Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 11 - 1 giugno 1946

174 CRITICA SOCIALE di no,n c,ondividere, perchè, a loro ayvis-0, zioniste. · In attesa che i compagni in questi-0111e facciano oonosc.,re piiù dettagliatamente le ragioni .del lor-o dissens-o, ritengo opportuno, anche per evitare polemiche a vuoto,· a s-ola base· di terminologia, di chiarire mtglio il mi,o punto .di vista. S5tuazÌone di fatto. iSecondo i dati dli una indlagine svolta nel 1927 dalla S.d.l', ., le tariffe doganali .incidevano sui, ·prezzi nella misura se– guen.te: Italia 17%, Polonia 23%, Jugo&lavia 23%, Unghe– ria 2 3%, Australia 25%, Argentina 26%, Stati,,Uniti 29%, Spagna 44%, Francia 12%, foghilterra 5%, Dopo tale data le tariiffe hanno, avut•o, così in Italia come in alt,ri paesi, molte variazi-0111i,generalmente in aumento. La guerra, special,n.ente nei piaesi che hanno avu-to· una f.o., te svalutazione, ha moà,ficato la p-o.-tata protettiva delle ta– riffe, mè111tre d'altro ,lato I'introdu21ione di ·oonl-rolli sulle valute, contingentamEnti, ecc. ha diminuito l'impo-rtanza della tariffa c ome st rumento• statale d·i po.Jitica ec-onomica .. Da quanto espos.to arp,pare pertanto: · 1) che il protez,onismo non è un fenomeno italiano, ma unJiversale, e che ino-lti Stati, hann•o fallo in passato una politica pr-0tezionistica molto più spinta dell'Italia; 2) eh~ le tariffe attuali n-oillhann,u pi·ù, comunque, l'im– portanza determinante, decisiva, dell'orientamento- industria. le che avevano una volta; 3) che, perchè le tariiffe riacquistino tale importanza, è necessario: un loro adattamento- alla situazione attuale e una limitazi'one degli altr, mezzi di i111tervent•O· (i,c-on-o-mia e scambi controllati, ecc.); 4) che i-1 problema della tariffa non può. essere risolt-0 d,a uno Stato -indlipendentèmente dalla· linea' che sa.-à per essere seguita dagli altri Stati. !,a doDtrina ck,J,i ~osi~ comparaDi. La grande arma dei liberi-sii contro le tariffe doganali è' · costituita <lalla te,oria dei cost.i comparati. iLe mer-ci di cui ·il mondo ha b.isogno - e.ssi d-icono - devono essere pro– dotte là dove il loro oosto 'è più bas~-0. Se un paese, pet· le suè condizioni ambìentali, ,si trova per tutte le. merci in con.dfaioni di maggior costo 'di produzione rispettò agli altri paesi, sarà sempre conveniente ch e ess-o si ocienti a pro– durre quelle n,erci nelle quali lo svantagg.io (maggior co– sto) è comparativamente inferiore, e -le esporti per avere in cambio quelle merci nelle quali i,1 maggior costo sa– ·rebbe stato oomparàtivamente superi-0re. Ogru ostacolo tendente a fa.- produrre merci là dove esse non sarebbero prod,otte in un regime di· ass-ofota libertà di scambi costitu•iscè quindi 'una deviitazione dalla li,nea di mag– gior economia e, quindi, un danno per tutti. · La d,ottrina ·dei costi comparati è indubbiamente incon– testabile; essa però comporta alcune conseguenze. Perchè le meroi si pr-0ducano là dovt ,le condizioni ambientali son•o pjù favorevoli è necessario non i;oltant-0 il Jib.,ro movi– meint,o delle mèrci, m"a anche ·quello degli uomini e aei capitah. Se i-1 libero mo-viml!nto di questi fattor'~· della produzione non è consentito, è evidente che il sistema d-ei· costi comparati ~uò funzionare s-ohant-0 in m-0do incom– pleto. Che vale che nel paesi; A e~istà,no ottimi territori cl.ove il grano- può prodursi: a basso, prezz•o·, se mancano gli uomini 'per coltivado, mentre .qU:es-ti sono in esuberanza nel ,paesl! B (dove la ·terra manca e il grano cos~a caro"), ma nell'impo,ssibilità di trasferirsi in A? L'applicaZJione delJa d,ottrina de:i: cò-sti comparati non di– pende quindi so,ltanto dalla poli,tica do-ganale, che incide sul libero· moviment-0 delle merci, ma anch-e dalla disciplina della emig.razione e dei movimenti dl1 capita,ie. Il problema va quindi oonsidaato- nel suo compless-o·, e no,n soHo un an- gofo visuale ·ristretto. . Coinseguentemente, affinchè uno plato possa imposta,re 'una politica liberista è necessario che anche gli altri Stati impostino tale toHtica, ~ non soltanto nei riguardi delie merci, ma anche nei confronti degli' uollllini e_ dei. ca-pitali. V aoore della pro,tezicm~. M:a se queste oonclizio111inon si realizzano-, ed uno Stato tenta quindi dii. trovar salvezza in una serie di misure do• ganaH protettiv·e delle sue produzioni in teme, quale· è in effetti il risultato pratico che ne co•nsegue? Ln verità non · si può nascondere c}rn •ill vantaggio protettivo dei dà:,J ,do.- ganali è i111gran parte illus-orio. · BibliotecaGino Bianco Quando è çlw la ta-riffa è• protettiva?' Non hei confronti della merce che entra nel paese e che paga iJ dazio, perchè in qul!sto caso la tariffa ass-olve una funzione fiscale. La taniffa c. ·pll'otettiva nei oonfroniti delta merce prodo-tta in paese all'ombra della tariffa e realizzabile 'nel paese stesrn a,l prez~ d·el m'Crcato internazionale. più il dazio. Se la ,protezione esiSllesse ne1 confoo,nti· d. un solo pco• dotfo·, questo godreb,be in p-ien,o di un vantaggio preferen• ziale uguale all'altezza del da2iio. Se la protezione ·esistesse,_ all'eskèlno opposto, ~r tutti i. prodoHi agricoH e industriJaH, .ed in miswa proporzio– nale' al lol'o valore, ·cioè se il prez= del mercato interno fosse, p'ilr tuHi ~ pro,doùi, uguale a .quello internazionale • aumentato da uguale percen,tualt;, pratiicamente nei rapporti interni· non esisterebbe protez.io111e, in quanl-0 il maggior realizzo d,i, ogni produbt,or'e trov'i:'.rebbo lia sua controP,arti<ta nel maggior costo derivante dalLa protezione_ deii produttod su,oi fornoito-ri (compresa la mano· d'opera). . Poichè neHa real,tà non si verifioan,o le due ipot>èsi estre– me d.i• cui s-opra, ma i diversi, prodotti s-ono diversamente pcr-o-tett,i,.ne risulta che il dazio- in yigore per un d,ner– minato prod-0tto _è pr-otettivo soltanto ~e è superi,ore alla media ponderata deJle tariffe pi;otettive de i prodotti ·eh-e çonco,rrono nella pr,1>duzfone d-ella merce oonsidera.ta. Se invece -esi,s,teequi-lifa·io tra maggioll' realizzo e ma,ggior one– re, la tariffa è s-ohanto compensa//iva. Se infine i· maggiori· costi causati dalle tariffe protettive dei prodotti impiegati oo– me materia prima sono• sup-e.-.iori al maggi,or realizzo del prodottò ottenuto, la tariffa è s-olo parzùdm,e,nt·e compensativa. Non basta quindi che a favor.e -di un p.-od-0tt,o es-ista un dazio per dire che tafo prodotto è proteHo. Supponiamo,· per esempio, che l'induSllria autom-0bilistica ·sfa protetta da un dazio pari al 20% . del val-Ore dei suoi proclobti; e sup- · ponJamo anche ché sulle niatl'lrie prime-necessarie per fab• bricare automohili, e sul grano ed altri prodotti agrficÒii' · che concorrono a formare il costo della vita e, qu indi, dei salari 'inci-dano invece d11zi che fa111no aumenta.re il loro costo mediio d-el 30%. Possiamo dire in tale caso che il dazio dell 20-% sugli automobili è pro-tettivo? A! nostro av• v-i.so, no. Esso è 'soltant,o parz.iahnente · compensativo del– maggio-r costò derivante dalla protezione delle materie pri– me che, dir1'ttamente o indire•t•ta-mente, C-0111oorro110 à pro– durre l'autom-0bile. La ta,riffa come cassa di conguag!io. Risulta da quanto sopra che per un certo· livello !:a ta.-iffa - . ha furizione protettiva del merca-to nazionale, consid·erato nel suo compless-o,,' n-ei-confro111ti del mercato internazionale, ma n,on altera i rapporti interni di scelta tra i diversi set– to.-i produttivi. · Per un'altra ,fra:mone (differenza tra il liveHo predetto e i d,azi dei singoli prodotbi) la tariffa ha invec e funzi-on e pr'e• ferenziale, cioè la, fun.zione di mettere una indust-r.ia in po– sizi~,ne dì vantaggio rispet•to ad altre. D'altro l-at,o, elevando 'il 1ivello g'Cne.-ale dei cost-1 fo. temi, la tariffa ha funzione deprimente sulle industrie - esrportatrici; nd senso ehe sui loro bassi costi, viene à );ra– •are una .pa,..te dei ma,ggiori · cost'.i, delle illldustriie Ìilltern.,· incapaci di s-ostenere la conconenza dei prezzi internazionali. • · ln questo senso, I'a t11riffa o,pera d'a cassa di conguaglio interno tra i dii versi· setto-rie produttivi, riversando sulle in– dustrie più f~v,ori,re dalla natul"a una parte degli oneri che g,ravano sulle industrie meno, fav-0rite. · Ciò compo-rta .la criti .ca che in tal modo la tariffa frena. l'espan~one delle • industrie megliio piazzate a vantaggio di una artificiosa- espansione dell-e industrie non sane. Critica che sarebbe giusta se -1:' es,pansione delle ,inilustrie meglio piazzate non inc,ontrasse limiiti, •interni od esrerni. Tali li• miti· però esistono, e tali indust~ie fav-o.-i•te non possono andar~ al di là di una certa ampiezza· di pr-0duzione. Il gravame a cui queste industrie favorjre sottostanno a v-an• taggio di ·que.lle meno- favori-te ·può qui111diessere giustificato soltanto se. non imped1$Ce ,alle industrie favorite d,aU.a si– tuazione ambientale- dii, ·raggiungere il limite massimo a cui sarebbiero pervenut<, o-perandò senza gravami•. In altri· ter-· , mini, il dazio di importazione sulle ma,terie prime opera · · co-mil u111d·azio di esportazione sul prodotto finito. Cosa dobb'iamo proteggere? Nel caso che' lo· Stato italiano en>t,rasse nell'ordine d'idee dj servirsi della tariffa ·oom:e. strumento pch1cipa,le di poli· tica economica per plasmare la .nuova . co,nfigurazione del• l'iridustria ita1iana, la nuova tariJJà dovrebbe proporsi:

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