Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

6 CRITICA. SOCIALE (cioè di moltitudin: d~ ~d1;1care con .la vi~·tù dell~ ··. ' · e) le cui · duetti ve, come. -abbiamo so pe1suasion , · · d -• Ccenn ato dovrebbero essere contrarie .a ogni , pra . .a , . , , tt dl. obblio-atorietà abbia potuto presen- conc~ o o ' , 1· l·m 1·1e proposta Se anche dall accog 1- tare una s _ · . . . mento di questa (che noi tt/-ttavia vivament~ ~pe– riamo non avvenga) dovesse derivare,. ~on l amto della propaganda esercitata dai pulp1t1, q~alche notevole vantaggio alle sue_ fortune _e~~ttor_ah, non sarebbe certo questo ua buon au,sp1cw,. ne p~r _le sorti della democrazia, nè per l elevaz10n~ c_1v1le del Paese, .nè pe'r'il prestigio di cui il Partito stes– so ha bisogne;, per poter tenere coh _successo no_n - effimero (esso che deve veder le cose ·sub specie aeternitatis) quel- predominio nella. vit~ della na- . zione e 'nell'at!Ìvità del~o Stato .a• cm evidente':°en– tè aspira. No~ si può, nel ~ome,di_ Cristo, aspirar 7_ a successi elettorali esercitando siffatte_ f~rme_ ~i coazione sulla coscienza e- sull'azione_ dei c1ttadmi .. . . U.G,M. Q~estione di nomenclatura_ L'~rticoletlo che segue ci è giunfo accompagnato da questa letterina: Verona 6/12/1945 Caro Diretto-re, . • d' sono un v·ecchio operaio socialista, prima tormtore e qum 1 macchirusta delle f'.F. S., fino-alla mia defenestra~ion~ per .... « -scarso remdimento ». Dunque, per essere :overarro l? sono. E non credo- di essere un transfuga -del.la mia categoria: ,tQt• . t'altro! Soltanto -~he, come socialista, mi sento un po' meno . _ operai.o... · · · . • N . Se credi che valga la pena, pubblica e... P?~t1lla_. on mi pare di buttar sassi in piccionai,a, anche se_ CI~ puo se'.n• brare ai filistei della disciplina. Almeno come la mtendo 10. Tanti cordiali saluti a. te ed alla ccCritica », che proced~ rettilinea sul solco tracciato dai nostri grandi Maestri Turati e Treves, i quali rivivono ora più -eh~ mai nella lo'r,o creatura precHleua. Aff.mo, . G10V.ANNI CORRADINI . Nella mia q~talità di oper,aio e di sociali-sta mi s~nto maledettamente a ,disa,gio tutte le volt'e (ed avviene spe·sso) che nella letteratura po 1 l!tica socialista, su giornaH e riviste del nostro parlltio,. n_on.esclus~ la Critica Sociale, m'imbatto nelle defimziom che s1 dia del partito· so.cialista come « partito Oll)eraio_»,pa,ttito della massa «operaia», della classe:« operaaa », delle rivendicazìoni «operaie», ·nonch~ ~el p~incipio_ mar~ xi sta che affida alla classe·. « opera1a, » 1\ compito di attuare la trasformazione della ·società. Queste d,efini- - zioni tendono a dare una 1p1osizione di preminenza, non s-ol,onel nostro partito,' ma in ~utlo ciò che è so- . cialismo e marxismo, ad-una particolare categoria di lavoratorL Ciò mi pare socialisticarrìente .assurdo, co– me è assurdo che la parte contenga, il tuttç> e non . viceversa. Anche se si trattasse di sola nomenclatura, varrebbe la_.pena di aggi 1 ornarcL Da quando, nel 1892, il « Partito• Operano Italiano » venne assorbito nel « Partito Socialista ·dei Lavorai.ori» parrebbe che di partii-> «operaio» non si sarebbe p,iù dovut•o parlare; la .parola lavoratori comprendeva, anche la cat'ego-l'ia «operaio», ma non più quella sqla. Invece, a pjù d 1 i mézzo secolo _di distanza si ritorna al « partito ope– raìo ».. M;:ii una, volta che si senta ip,arlare del nostro partilo come « partito dei contadini», partito· dei maestri, •.degli impiegati, ecc.: partito operaio, e- ba– sta. T bolscevichi russi erano un po' più. estensivi di ·noi nel ,d•efinirsi « partito degli operai, dei coufadini ' e dei ... marinaJ »: falce, marteJI.Ò e corazzata; emble– ma troppo a-ngusto, non so se rispetto a:l marxismo, certo rispetto al socialismo. Po.ssibile che il libro e Ja penna siano strumenti del lavoro di secondari~ - importanza, di scarto, e puramente decor·a1ivi? BibliotecaGino Bianco Ora, se si trattasse. d'i pura nomenclatura, alla cui influrnza la cosa nominata sia, ~ssolutamente te~ra– gona, p,o•co'male; poco male nommare una parte _im– portante per il tutto ..Ma è poi ve.P) che la deno;ipn~– zione non abbia nessuna influenza sulla cosa n·om1- nata? lo non lo èred 1 o. E come .sono profondamente convinto che il saio o la d-ivisa concorrano per la loro p-arte a formare il mo 1 n.aco o ~l ~uerriero, e-osi cred_o che il chiamare il partito socrnhsta con una_ de!101!11• nazione che sa di Camera del Lavoro, anzi di Sm– rlacato di Categoria, concorra, a giuoco più_ ·O meno lungo. a snaturarne la sostanza e lo spirit?, il metod~ e• il fine. E meno male se si trattasse d1 ple_onasm1 come le parole « di unità proletaria», aggmnte a quelle di Partito Socialista Ilali~no_ (con:ie. se un. pai:– tito che ha per mollo « p,roletan di tutti I paesi· um– te:vi » pot.esse essere di disunione ·proletaria); op,pure rome la paròla « pro•gressiva » -aggiunto alla parola demoQrazia. Sono .pleonasmi uh p,o' confusionari, un po' equivoci, rria, almeno, per aibbondanza; e non co: stituiscono. un sottinteso limitativo, come qJ:!ello d~ chiamare «operaio» un p-artito che rappresenta tutti coloro che svolgono un· lavoro utile e non parassita– rio: e che quihdi sono tutti ugiialmente sfruttati da quel parass'ita univer:rnle -che è la classe capitalistica. Il P.arti to Socialista, per essere semipre n-iùsocialista, neve essere semnre meno operaio-. Così come la Con– federazlo-ne del Lavoro, per essere semp,re pii.ì confe– derazione. deve essere sempre meno Sindacato di ca– tNt-o:ria. Il quale, se qualche voUa, n_el far valere e difendere i prQpri interessi ,egoistici, con un indivi– rl11,1lismopieno di slancio e di fedle nelle proprie pos– sibilità riesce a rimorchiare dietro ,di sè, per emula– zione, 'altr-e categorie, facendosene in certo mo,do avanguardia, non. è detto che per sè stesso t«mdia a sfoibilire fra tutti i 10--voratori di tutte le categm1i,e la legge dei'. vasi comunicanti:. ciò che-invece vuol fare il socialismo e d,eve fare il partito s,oicialista. I'o non voglio neanche sanere se· l'« operaismo» sia per il. nostro partito un affare politicamente l)'la~o o grasso e. p,ortata· la questione su questo piano, il discorso an– drebbe troppo per ],e lunghe·e sarà per un'alfra volta; dioo soltanto ~he. se è un imperativo categorico socia– lista guar 1 d 1 are alla· classe di tutti gli sf.ruttati, supè– ra.ndo le categorie coi loro naturali e, diciamo pure, non ignobili egoismi, ebbene quest--0 imperativo il · nostro ip,artito deve ,osservairlo, checchè avve·nga. Ma non avverrà nulla di male: ci sarà soHanto un po' più di socialismo negli spi,riti e nelle cose.· GIOVANNI CORRADINI 1n· un momento in cui è largamente espressa (e non .~e1hpre con fondàta ragionè) la preoccupazion•e che, façendo posfo a p1ersone dei così detti ceti medi ( qua– si ·rutti lavoratori anch'essi: impiegati, tecnici, inge-· gnrri) e alle loro rivendicazioni, si possa alterare la·. fisio-nomia proletaria del partito e rinunziare alla nat11ra classista del movimento socialista, ci pare si– gnificativa e degna di essel'e ascolt'ata la voce di un operaio che'getta l'allarme contro il pericolo di rica– d,ere nell'operaismo, - La C. S. Gli am1c1 dell'Avvenire ·del Lav-oratore - di Zuriùo ci hanno· fatto don•Ò di un bel nzzmero di copie del magnifico profilo d,i Filipno Turati, ~critto da Carlo Rosselli. È un opuscolo di 63 pagine, in cui, c0n pq.– rola viva è piena· di passion"e, è· acufamente passata in ra.~segna·,nell'o,pera dli Turati, tutta la storia del nostro P artiH f,.<J,allesue· origini fino al 1925. Non a tutti i ;qi «di.zi èiel Rosselli, che parzialmente ·rinrende l'atteggia mento critico di Salvemini verso il '' rifor– mismo" di Turati, noi ci a,ssociamo; ma il suo·esame è sempre àccòmpagriato da un sentimento di Cllmmi– razione per. l'alfe.zza morale e i,l senso di devozione· ve-rso l'idea di cui il nostra, Filippo, fu esempfo ins11r perabi/e, ed è animato da quella fede pum. e nobile· che trasui Rosselli al carcere, al confirio, all'operoso esilio, àlla inorfe; sicchè le sue pagin,e si leggono con vivo interesse e ·con· vera commozione. · · · · A lle critiche del-Rosselli risposè a szzo fempo il Tre– v.es , nella . second a edizio-ne d\ef ~uo p·r0(ila di Tu.rati, che stiamo o.ra ,ristampando, . _ _

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