Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

32 CRITICA SOCIALE ) 'de~te. Così che· per noi i,] marxismo è S-Oprattutto problema che sorge dalla st<Jssa ooncretezza delle oose e dai rapporti nrnani, esperienza_ continuan1ente rinnova!ltesi,. che si P«?ne e si ripropone inoonclusa e inesausta; rigenerazione illumi– nistica, fervida •e p,rodutti-va, oostantemente aperta. È .q,uesto credo che ·una lettura meditata dell'opera ciel Bercliaeff ·suggerisce. « Il comunismo, egli dice, si è rive· lato come .i,1destino ineluttabile della Russia, oome lm mo– mento interiore del suo desÌlno ». Il &ocialismo, aggiungiamo, noi, è H d·estino, l'ineluttabile fatale destino dell'Europa, che, atlitaverso la rigeneraz.i,o,ne degli organismi e degli istituti della società ho•·gh.,se i,n frantumi, ritroverà le vie della pace e nella pace risorgerà signora dei contfoenii. PIETRO CRESPI CIO' CHE SI STAMlPA FEllERICOENGELS, Il catechismo dei comunisti: traduzione, prefazio-rye e ~-ommenti cli Giuliarno, Pischel.. ;Gentile ecJi; tore, Mi·lano. Pp. 175, L. 160. I Giuliano'' Pischel attèsta oon tutta la, sua attività cli stu– clioso e di scrittore quanto si senta spiritualmente legato· alle trndiziorni e al pensiero s-oeialisra più p1n-o•. Interessantis– sima questa nuova edizione dello scritto di Engels, una tra– duzione ciel qual è,· oggi ·divenuta ·quas1 irreperibile, era stata gi·à fatta per una collezione dell'Avanti·! da Angelica Baia-· b'anoff. Si, tratta di un breve scritt,o che Engels comwise, sotto forma catechistica di doma,ncle t: ris.p,oste, nel 1847, e che costituisce· un' abbozzo di:quel Ma,~ifesto ~ei Comunisti ohe poco tempo dopo egli· ·redasse in c-Òllahorazione con Marx. Si t,·ovano• nel Catechismo quasi, tutti gli spunti che saranno poi nel Manifesto; ma in quello appaiono oome– nucla ·esposizione di fatti, tratti- da· un'acuta osservazi-one· della realtà ec-onomica, della quale ognuno• sa quanto Engels. fosse. esperto -e sagace indagat:ore; nel Ma,.if'!sto invece l'esposizio11°e. è ooordinata' e -razionalizzata nella cl·im-ostra-· zione del processo dialettioo, che Marx, continuando- l'opera della sinistra hegeliana, trasferisce da.J ·campo delle idee a queHo della r·ea,ltà econ,omica · e, ,?pecialmente, ,dei sistemi ·e mezzi di -produzione. Alla traduzione il Pischel· ha fatto preced:Cre una utilis– sin1a4 introduzione, in cui sorÌ-0 indicati j. successivi m,omenti cli quella reciproca oonoscenza e .consfatazi-one di fondafoen– tale t-onoordia cli pensiero che portò Marx ed Engels a una collaboriizione; di .cui- il Manifesto è la testimonianza più evident-e •e più famosa;' ma· che continuò poi semp.-e, ·fino alla morte di M.arx, con una devozione, eia.parte di Engels, veramernte rara e 00111movente. Ad ogni -d,omanda e risposta ciel Cateèhis11w il -Pischel fa seguire un oommento•, com'egli· lo chiama, che quast sempre è' un'iUustrazione· del pensiero engelsi-anÒ t~atta -d~-•altri sc.rjtti di Marx e di' Engels, o è un'indicazione dello sviluppo .che quel pensiero ic,hbe sùc- ('Cssivamente ...: · . È un volumetto, quest,o,. l~ cui letturn -volontieri e calda– mente ·oonsigliamo a· chi voglia fo,rmarsi ·un'!Ìélea della.:_for-· mazione della. dottrina. del· socialismo critico,; (Una.sola osservazione abbiamo da fare, ·affatto estrinseca; che può valere per una nuova edizi,0111e: i oommenti era. hene, per -o-vvie ragioPi, ·eh~ fossero ,stampali in ·un carat– tere clivèrso ·c1aquello <lel te.sto). \\V,ALTER LIPPMANN, La gi;,,stcn società, traduzione dalla II e~i.- zione ingle~e, Editore Ein1mcli, 1945. . · L'editore EinJJ.Hh presenta il Lippmann comé H più ;isool– lat-o giornalisl~t an1erica)10. · N,on sappiaino se ciò sia vero, ma, se. d,ovesse ·esserlo, dovremmo farci una ben strana idea c•rca la capacità degli americani ad intendere le nuove esi- genze sociali. • · Il Lippmann si presenta come sostenitore di, uri 'neolibe- 1·.alis1no, .che siiJlccrmnètnte ci appare ancor n1eno originale cli quello del p.artit,o oonservatore-(pardon: liberale) italia– no,. Egli parte dal principio che la crisi della no~t,ra civiltà ' sia dt:terminata dalla tendenza o-gnor crescente al c~Il~tti– vismo, nel quale erroneamente noi vedremmo, una necessità storica. Colle.ttivismo significa. inic,vitabi.Jmente principio aut-o– ritario nel , campo poli tioo, funiionarismo, b11rooratismo.; in breve, Stato totalitar.io . Invano lé_ .Nazio,ni occi-derntali cre·cJono; nella ma'rcia gra-. BibliotecaGino Bianco duale che esse fanno verso il ooUettivismo, di sa•lvare il prin-, cip io della democrazia, sott,op,orien~o. la ~esti~ne pub~tica ·· all'approvazione popolare. Il collet11v1·smo 1mplic~ un p1~no eoonomi,oo, e se il piano deve essc.-e coerente, !;I deve 11~– pedire che una nuova maggioranza P·':3sa anm1!lar~ le dec1_– sioni della precedente maggioranza: lo S!,_ato_q111nd1 non puo essere che autoritario. In tàle società rego·Ìata dall'alt,o, è inevitabile che i clis· senzienti vengano: elimi•nati, in quornto tm·?ato1:i clell'ùrd\ne. Ergo: ne&Suna lib'ertà cli pènsiero, e _oonfoo-m1smo obbliga– torio, come dimostrano, gli esempi della, Russia, della Ger– mania e dell'Italia. È chiaro che si tratta cli criti<che che non ci clioo!llo null~ cli nuovo. Tutto· è ·basato sul vecchio equivoco che· qitesti famosi «piani», da cui _poi si pretènderebbe che dipen?a tutto l'ordinamento della società, debbano essere necessaria– mente formulati da poche ·persone, anziichè espressi dalla collaborazirone delle forze pro-duttive; debbano esse,re rigide strettoi~ arnzichè linee direttive cli politica economica v,otate dal Parl~mento e soggelte a continue oorreziçni è modifiche, se no1,1a. impro-vv isi rovesciamenti,. Il Lippmann però non è tra quel,li, che comhalto,no l'idea di una econom:ia a cara1'ere pubblico per, il .fanatis1ù:o,,della prnprietà. Egli anzi distingue la proprietà dal beneficio che essa arreca, e osserva giustamente che il titolo di propri·età è una. lustra, dielro al.Ja quale spe&ro· (oome ad esempio nçlle anonime) altre per-sone diverse dai proprietari diri– gono, le azie,;ide • a pro·prio profitto. Cosa che può accadere anche in un sistema di . proprietà collettiva, se, i suoi ge· stori vogliano. agire - e se vogliono, lo possQno - nè'l proprio interesse. L'essersi fossilizzato neJ.la difesa della propdetà è, secon– do il Lippmann, il difett,o che ooratterizzà il liberal,ismo ottocentesco dal '70 in -poi. -Esso si appellava al « laissez /~ire'», per -concludere che dovesse rimanere in vigore il sistema giuri-dico esistente, quasichè e-sso incarl)asse, nella sua difesa della proprfotà e del veèchio ordirne, le leggi di natura. Il Lippmann è quincli per .un nuo,v'o, liberalismo, che non dlv(l più ave11, funzione c,onservatrice e non oohivare più perc:i,ò il mito della pr-o,ptietà~ Esso si tracllllfrà _però, sul piano eoonomioo·, nel Hberalismo•, in-quanto vorrà potenziare la libertà di iniziativa. · Si' propone" così di risolver,;, ·da un 'cant,o con•· larghezza di- i•deè i .problemi della giustizia sociale. Dall'altro canto si propo;,e alla rinfusa: di toglieer alla. sòcietà anonima il diritto di trattenere i ·profitti e di investirli ·n-0n secorndo l'apprezzamento -ciel mer_cato Hb'ero; il°i diminare i vasti impic,rl industJriali, dove non c'è possibi.Jità di fissare fosti · nè prezzi in base al mercato; di mettere fuori legge i, mo– nop,olì, .che d-ovrebbero tutti la loro, esistenza al protezio– njsmo; · di pretendere, affinchè le· società non si -sviluppino a dismisura, che ammort.izzino :i debiti in eonto capitale en– tro i limiti preveduti dallo, sfrnttan1ento utile'. delle macchi– ne e dei brevetti e prelevino a liquido, per nuove intraprese sul mercat,o monetario, ànzichè dai profitti accant,onati; di · o-endere il oo.phale più mobile del lavoro, sposta.id- 0],o:. da,.. -luogo a luogo, ecc. Così so-rgerebbe il nuovo libeiralismo, rndicale riguardo all'ordinamento ,sociale, ·ma oonservatore riguardo alla divisione del lavoro in un'eoonomia cli. mer– cato•.. ,Pec 0 cato che il Lippmann non capisca che, se ·si vuole es– sere conoi·etamente radicàli sul piano dell'o,rdinamento 50. ci•alic,, non si po,ssono oontemporaneamènte lasciare i -privati arbitri d-ell'eoonomia_. E peccato, soprattutto, che egli defini– sca nuovo liberalismo, un miscugJi.o di intervernti raziornali della· puhblica àutorità che, volere· o no, sono ispirati al . So-ci-alismo, e di .,issu,rdi tentativi di rit,ornare a forme econo– miche· irrimediabilmente· supera tè dalla dialettica •della sto-· ria,. per non confessare l'esigenza sòciaHsta. · Può darsi - a,n~i sarà. certo oosì - che per chi vive in Ameri'ca il libro. del Lippmann abbia assai più senso che per noi. · Ma questo dimostra non la nostra incapacità di intendere, ma la leggerezza co,n la quale_ il Lippmann, co– ,noscen°do poco l'Europa, ha creduto di poter scoprire il t,oc– ca.sana per riso•lvere la nostra profonda crisi. LlJ. PRE. Direttore: Ugo Guido Mondollo . Redattore respons.: Antonio Greppi Autorlzz,: Alllèd Publicatlo,ns e.e. ·N. 288 . 10-8-1945 Archetlpogroflo di Mllono S. A. - Viole Umbrlo 54 ·

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