Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

• CRITICA SOCIALE 5 Contro il voto obbligatorio La proposta del voto obbligatorio fu già pre– sentata dinanzi al Parlamento Italiano nell'altro dopoguerra, e tra quelli che allora combatterono la proposta e riuscirono ad impedirne l'approva– zione furono i deputati popolari, cioè i predeces– S!)ri degli attuali demo·cratici-cristiani. Può per– tanto sembrare strano che proprio da costoro sia partita ora quella medes~ma proposta, senza che la situazione politica odierna, per quj\nto divers-a da quella d'allora, offra nessun ragionevole motivo per quèsto radicale mutamento di posizione. An– zi, dopo ventitrè .anni di coartazione della libertà esercitata sot;to tutte le forme, i partiti che la com– batterono dovrebbero sentire il bisogno e il do– v~re di evitare 9gni fatto che possa ritardare la piena rinascita del senso di libertà e di responsa- . hilità. Il voto obbligatorio è stato introdotto in .alcuni paesi, ma soltanto in piccoli paesi, nei quali per giunta -ha fatto prova tutt'altro che incoraggian– te; -~anto è vero che quasi dappertutto, o la leg– ge e stata revocata, o si è tollerato -e si tollera che non abbia applicazione. Per giunfa le' s~n– zioni che si propongono conti·o, coloro i quali non osservassero l'obbligo· loro imposto (rifiuto di rin– novare autorizzazioni .all'esercizio dei commer– ci o permessi di caccia o passaporti, o divieto di partecipare .a pubblici ·concorsi) sono tali che col– piscono solo una p.arte degli· eventuali contravven; tori, e su tutti gli altri non potrebbero esercitare.· alcuna efficacia. M.a non sono queste le ragioni p~r le quali noi ci dichiariamo risolutamente contrari alla obbli– gatorietà del voto. I democratici cristiani profes– sano la dottrina per cui l'individuo è il primo e preminente soggetto di diritto, sicchè no~ l'indi– viduo deve ritenersi strumento ai fini della società e dello Stato, ma lo Stato e la società in tan~o eser– citano legittimamente I.a loro funzio-ne, in quanto rispettano i ·diritti individuali e ne salvaguardano l'esercizio. In base a tale princi1Jio essi dovrebbe– ro· quindi essere, anchè più di noi, ayvexsi ad ogni imposizione fatta al cittad-ino di partecipare coattivam~nte .a forme di atti.vità-, la cui mancanz-à (come sare_bbe l'astensione elettorale) non rappre– senta in alcun modo una les-ione o minacci.a di le– sione dell'altrui integrità fisica o morale. Noi, che pur siamo meno rigidi nell'affermare· il diritto del– l'individuò· di fronte alla collettività e che possia– mo, anche più .ampiamente dei democristiani, ri: conoscere che la partecipazione alla vita pubblica può essere, in molti casi, un dovere oltre che un dìritto, non vogliamo tuttavia che si facciano al riguardo grossolanè confusioni. L'adempimento del dovere non può consistere in questo caso nell'ese– cuzione pura.mente esteriore e materialé di un atto, ma nell'impulso della cosdenz.a che lo detta. Com– pie il proprio dovere non chi va alle urne per evitare il danno eh.e può derivargli dall'astensio– ne, ma chi si rende conto d1e, come niembro del– la società, egli ha l'ohtli,go di .adoperarsi a che questa sia ben governata e guidata verso p.iù alte forme- di civiltà, che vi sia ga'rantita la liber tà e la giustizia per tutti, e così via. E non si dica che, se .anche in· un primo mo– mentÒ l'atto imposto viene compiuto _solo per ·ef– fetto della coazione e per timore della sanzione; 1no a 1CO un po' alla volta 11;1 ripet.izione dell'atto finisce per ge_nerare _l'abito mental.e e morale che rappre– senta 11 genumo adempimento del dovere. La for- - mazione di quest'abito può nascere dalla propa– g_anda èserc_itata dai partiti, dall'opera di persua- . s;ione comprnta in privati conversari, dall'insegna– _mento dato nelle scuole, dall'esperienza fatta nelle contingeq,ze della vita civile, ma .non certo dalla mecca'niça ripetizione di u9 atto che si compia per obbedire a un'imposizione. Noò. va dimenticato a tal pr?posito eh~ vi sono persone per cqi ogni foxma d1 delega d1 poteri rappresenta una meno– m.azione della ·propria individualità e che sono ~uin<li contrari ad ogni istituzione rappresenta– tiva: peT essi l'obbligo di partecipare alle lotte elettorali ra1:ipresenterebbe pert,anto non solo la violazione di -un diritto all'indifferenza ma una ben più g1:ave ~iolazione dei diritti dell~ loro co- - s:cenza, per effetto della quale ·ogni ripetizione coatta di un atto a cui essi ripu,gnano non po– trebbe non avere effetto contrario a quello di su– scitare in essi quel sentimento di dovere che si pretende di infondère. Ma a pa~·tè il caso di que– sti astensionisti per principio,_ escludiamo in mo– do ,assoluto che anche per tutti gli altri, i quali solitamente ~i : ai;\tengono dall'accedere alle ·urne soltanto per indifferenza o per.pio-rizi.a "l'acce~so • o , coatto possa avere qualsiasi effic_acia educativa. Anche il pagamento delle imposte, oltreèhè essere mezzo necessario .perchè gli Enti pubblici possano - ade~piere le loro funzioni, è attuàzione di un do– v~r~ che i_ci!ta<lini compiono perchè• siano possi– bili quell~ forme di .attività senza cui non esiste– rebbe vita associata, nè sarebbe possibile alcun -' incremento del benessere _sociale, della cultura, della civiltà. E tuttavia non crediamo che nessuno sia dis·posto a. ritenere che il perio,dico e ripetuto versamento nelle casse dell'Esattoria delle quote dei tributi dovuti al Comune e ailo Stato ~hbia ingenerato un abito mentale, per cui il pagamen– to delle im-jJoste sia sentito dalla coscienza del contribuente come adempimento di un dòvere mo– rale; e non semplice obbedienza· .a una imposizio– ne di legge, alla quale si sottostà solo per evitare le minacciate· sanzioni.' · Se vogliamo parlar di doveri v.erso la società, nessuno può sembrare così perentorio e ass.oluto quanto quello di contribuire alla con'tinuazione della vita di essa. I democratici cristiani debbono anzi &entire che quest~ è -soprattutto ad~mpimento di un dovere verso Dio, che comandò• agli uomini_: crescit,e et multiplicamini; ma che cosa direbbero essi se lo Stato, avendo constatato che neppure la tassa sui celibi è riuscita a vincere là i·enit~nza di tanta gente al matrimonio e neppure le preferènze - date ai_ padri di numerosa prole è riuscita a sti– molare tanta gente ad .abbondante p:Ì'ocre_azione·, introducesse più gravi sanzioni (come la sospen– sione dai diritti politici o da alcuni diritti civili) per costringere molta gente a contrar matrimonio e a mettere al mondo il ma,ggior nu_mero possibile d:i figlioli? . _ Indipendentemente da tutte queste considerazio– ni e da molte alt1'e che si potrebbero fare, un.a · democrazia non può sorgere se non ner una libera consapevolezza di tutti i cittadini. clie debbono comporla. Ogni forma di coazione è n~n prepa– razione, :rp.a negazione di .ques_ta democrazia. E francamente ci stupisce che un partito di massa

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