Critica Sociale - XXXV - n. 24 - 16-31 dicembre 1925

310 CRITICA ·soCIALE «Io» (di solito un _intellettuale, u~. pro~esso_re, un filosofo) sostengo 11 « ruolo » dell idealista m– transigente oon discorsi, articoli, e ordini del gior– no· e «tu'», uomo d'azione, organiizatore, am.,. mih.istratore fai i bassi servizi dell'opera pratica quotidiana. '«Io» attacco l'Amminist~azione av: v,ersaria nelle sedute pubbliche, e tu ti sobbarchi a qualche carica di minoranza; io consiglio gli scioperi, e t~1li accomodi; io in~ico un Comizi?> e tu vai a ottenere il permesso m Que 1 stura; 10 promuovo un.a dimostrazione, e tu vai a interce– dere per la liberazione ùegli arrestati. Tutte le parti cli figura le faccio io; tulle le partì di sacrificio 1e fai tu. Tu vai dal Sindaco av– versario, dal padrone, dal Questore; .perchè, se ci. a~da~si « io », r~vohLZ!onario, _che cosa, otter– :r,e1?fu invece, vil r1form1sta, puoi farlo, che tanto . non hai nulla da perdere, e sei più « bene-viso » alle ,autorità ... N atnralmente, alla prossima• sedula deHa Se– zione, !< io » mi riserverò di depl,orare che si siano commess,e delle dedizioni indeçoros•e ... Generalizziamo tuttociò in tutti i campi; mol– tiplichiamolo per 100 o per 1000 sino ad ade– guado, dal minuscolo episodio di vita sociale, al vasto quadro della vita sociali.sta italiana, e av1,e– ,mo l'imagine esatta della penosa realtà in. cui per lungo tempo restammo nella convivenza delle tendenze, delle frazioni, e poi (in un certo senso) anche nel divorzio dei partiti: quàndo il partito 1 « più a sinistra. »· si prendeva per sè la parte cleoorativa ed estetica della intransigente fierezza; lasciando al « più a destra » l'op,era meno facile· e meno appariscente di spazzaneve, per poi cam– minare a testa alta e baldan~osa per .la_strada che l'altro gli aveva faticosamente dischiusa. Il nostro socialismo significa 30 anni di lotta contro questa contraddizione logica ed etica,_co!1- l.ro questa sborlura, contro questa commedia, contro quesLo parassilismo della demagogia sulla r,ettitucline, oontro questo sfruttamento dèll'arrivi– smo sulla probilù, per la formazione di una unitcì di coscienza nei lavoratori. Serbar fede, anche privali della ·tessc,ra, a que– sto spirito,. dev'esser vanto e éonforto dei btwni socialisti. I partiti, per essi, non devono essere ombrelli sotto cui si cerca riparo ( ... senza allu– sioni alla specifica l!eoria dell'ombrellone, ben nota nel campo rosso) passando indifferente– mente sotto quel del vicino, se il nostro viene la– cerato dalla bufera. Si deve saper rimanere, quan– dò occorra, anche soli e nudi con la propria fede, all,a pioggia e alla tempesta.. . · GIOVANNI ZIBORDI. Oltre i scenari che cadono L'attuale· silenzio socialista è una prova che la ·po– tenza socialista degli ·anni soorsi non era che uno « sce– nario». È questa una stràvagante opinione di Mikros, il polemista della Unità Cattolicà. E viene sostenuta con questo 'ragionamento: « Se nel 1919 e 1920. i diri– genti: avessero osato, il bolsc~vismo si sarebbe impadro– nito del Bostro paese ... Non seppero, non vollero, non. osarono. Perchè? Perchè sapevazio di non avere · in pugno e con loro la coscienz.a del paese ... Anche allora il socialismo era uno scenario. Oggi il socialismo si è oome frantumato; nel 1925 dimostra di non· poter osare, oome nel 1919 e '20 non osò >\. È un « catto– lico » che parla, e per rimp1~overare al socialismo di· non avere voluto, potendo, agire contro la « oosciénza; del Paese»! Mikros, cattolico, ci attribuisce un imper.a– tivo .categorico. di ~rivoluzione» di minoranza! Come catt-olioo ed antidem?cratico ben_si conviene çhe sprez- BibliotecaGino.Bianco zi la maggioranza, la « coscienza del paese», come, egli dice con un'amplificazione un po' maccheronica. Ma oome cattolico e legittimista non è la sua una pro- vocazione diabolica? ,· ' Il socialismo non osa" ·nel 1925, come non osò nel 1919 e '20 ! Precisamente. Nella prospera come nellai rea fortuna il socialismo resta se stesso. Cioè, non osa azioni che non avendo con sè la « coscienza del paese 0 , ) ove pur -riuscissero, sarebbero azioni di delitto e d-i ti– rannia, .Je quali non si manterrebbero che con altre azioni di minoranza ugualmente criminose e til'anniche. Così dice il socialismo. Così non dice il· bolscevismo. Mikros confonde. La confusione non è più lecita. Il bolscevismo solo ha vinto e tiene il Governo in_ Rus– si8l-. Mikros - buon legittimista del successo - si. 1n– china fino a' terra. Ma il bolscevismo in Russia non si· lascia giudicare dalla coscienza •del paese: · non stampa non elezioni non democrazia. Il Socialismo •in ' ' Italia non ha osato contro · ta coscienza del Paese. Ora esso è frantumato; ma esso legittimamente può il– ludersi che, quando ci fossero stampa, elezioni, demo– crazia, « coscienza del Paese», esso tornerebbe alla sua fortuna. Come prima. E meglio. Ciò che è indubi– tabilmente frantumato è la sua attrezzatura esteriore,• Mikros può non credere alla potenza dei santi in pri– gione. Con ciò abo.rre dalla sua ,, scienza». Noi,· che non siamo santocchioni. e non faèciamo del· mlstici– sm~ il nostro· piatto quotidiano, crediamo alla· po- tenza dei santi in•prigione. · · Nè Mikros, ove non l'offuscasse la fi_era pr€ )venzio.ae antisocialista, dovrebbe i,:,_vidiarci cotesta fiducia. Per– chè è la stessa fiducia che ispira o dovrebbe ispirare il partito popolare, cui Mikròs non appartiené, .ma che ha per ufficio cli difende-re. Il partito popolare è fran– lllmato come il socialista. Il Popolo è morto. I capi tacciono. Don Sturzo, che faceva i Ministeri, è in lesigUo. Che fanno le « organizzazioni cristiane » che, secondo· Mikros, dovevano costituire « la diga dottrinale al so– cialismo, innalzata per merito della scuola ·cattolica »? Eooo il partit,o dei 101 deputati del 1919! Sì parla di cambiargli nome, figura ccl organizzazione. Rinunzia . completa. Era dunque un scena.riso il P. P.? O Mikros, ricorda la parabola evangelica delta trave e del fuscello! E si possono i popolari accusare, così oome M ikros accusa i socialisti, soltanto (oh~ felix culpa/) per non avere osato « perchè sapevano di non avere in pugno e con loro la. coscie1;1za del Paese »? I popokl.ri osa– rono tutto '_ dalla piazza con l'estremismo sindacale alla reggia col conformismo• costituzionale;· coi Go– verni cli democrazia e con quelli di autotità, con quelli pacifici e con quelli guerrieri, con e senza: la pi·eoccu– pazione « cli avere in pugno e con Lor~ la coscienza del Paese » !- Che pensarne, o Mikros? Scenario popolare. E gli altri, i liberali, vuoi democratici e massoni, vuoi conservatori? Otfanta anni di domin'o, ottanta an.ni di storia. Dove sono i loro grandi capi parlamentari? Si dimettono come Orlando, o tacciono oome Salandra. .Il Consiglio proyintj.ale di Cuneo celebra la deposi– zione di Giolitti. La voce dei loro grandi gi-ornali si estingue. La Stampa, il CorriPre delle, Sera, il Giornale d'Italia, la Tribuna, il ìlfotlino.' Dove sono le falangt elettorali della fu onnip.oteNtc democrazia liberale o del liberalismo democratico? Scenario. Perchè? Perchè, o Mikros, non osarono? ... Che cosa non osarono? Noi lo sappiamo. Non osarono essere se. stessi: liberali>. democratici - tutta la gamma degli impegni della lorQ dottrina: rispettare cioè, le fo1~mazioni nuove, quale si

RkJQdWJsaXNoZXIy