Critica Sociale - XXXV - n. 24 - 16-31 dicembre 1925

CRITICA SOCIALE 311 fosse il loro credo, finchè esse restavano sul terreno del legittimismo demo'cratico, non osando -finchè sape~ vano « di nor1 avere in pugno e con loro la ooscie:nza del Paese ». I liberali, fossero pure demo ora ti ci, pre– ferirono suscitare, promuovere, aiutare espressioni ri– voluzionarie per disfarsi delle minoranze che non os3,– vano che minacciavano per il tempo ... cl:le fo·ssero mag-, g~oranze ! Fatto prigione ed assimilato (ossia inserito) dalla rivoluzione cui aveva aderito - come Rigoletto aderi al ratto della supposta oontessa di Ceprano - si _può ripetere del liberalismo, oosì superbo, ciò che. . Mikros osserva del socialismo, con proposizione arbi– trariamente esagerata, parodiando il famoso 'détto di Sièy,es gul terzo Stato: « •che cosa era il liberalismo nella vita pubblica e par,lamen tare? Era tutto: era il padrone e il despota. Che cosa .è ora diventato? Une qua-titité néglig_éable. Scenario, dunque, liberale. La situazione per tutti i partiti è uguale, dominala, dalla stessa forza esterna. I partiti che la sopportano con più dignità e con più speranze sono quelli che hanno un contenuto, uno spirito, che si nutre di se stesso e vive anoorchè · rescfsso da impedite manife– stazioni esterne. Al di là dei partiti politici, nell'organizzaziione delle fedi (diremo anzi, per Mikros, della fede), non è prova di sua potenza, ma di sua debolezza l'assunzione che lo Stato faccia degli obblighi del proselitismo, che. alla religione organizzata esclusivamente incombono, comè la divulga,zione dei simboli religiosi, la· propa– ganda per mezzo dell'insegnamento statale, la consa– cra:zi-0ne delle nuove feste, riti, anniversari ecc., ecc. Si duo faoiunt idem non est idem. Se lo Stato fa il sindacaiismo, non è il sindacaL,smo libero. Se lo Stato amministra la religione, non è la religione. La storia conosce un clerico-anticlerièalismo di Stato, che gli ultram,òntani detestano sotto il nome di giuseppinismo. Perciò la chiesa ha sempre rivendicato le pr,opr:e li– bertà, cioè la propria facoltà di fare, ed h::t sempre riguardato con apprensione che altri facesse ciò che ad e·ssa si competeva di fare, anche se questo pr-ele– vamento di compiti si manifestava come omaggio alla .Chjesia/. Si duo faciunt idem npn est idem. Il diritto di fare è un diritto geloso, che non si appaga della at– tuazione per ·mano altrui. Ecco l'ordine delle giurisdi– zioni che è la unica gerarchia razionale e naturale, Giuseppe II mandava i commi~sad a -sostituire le mu– nicip,alità, ma nella sua statolatria, diretta ad applicare a furia di editti i principi del diritto IWfurale e dell'En– .ciclope:dia, pretendeva regolare l'indipendenza dell~ congregazioni superstiti· da influenze di capi stranieri. Nazionalismo avant lettre. Anticipazioni. storiche di un massonismo antimassonico. Oh! agnel come ti muti! Come certa figurazione clericale contiene l'anticleri– cale! Respice finem. • Queste cose assai piane Mikros- ce le può insegnare, 1 quando voglia, con degli sviluppi che ci lascierebbero a bocca aperta. Ma la ragione e la conoscenza non hanno mai formato l'istinto oscuro ·della inveterata ini– micizia. Non· solo è conforto ai miser.i avere solidali nella pena; ma spesso la pena diventa gioia se sembra che il vicino ne porli una misura doppia. È umano-, non· è evangelico. Neppure noi siamo forse evange– lici, svelando a Mikros la miopia della sua soddisfa– zione per la caduta del scenario socialista e mostran– dogli tutta l'estensione drlle ruine. Il socialismo attac– cato per il primo offre lo spettacòlo di essere l'ultimo a cadere sopra le attrozzalure del suo teatro e con la riserva, non oontrollabile che in un giorno di cessa- BibliotecaGino Bianco zione della pressione esterna, di sorvivcrè ln una ricca} povertà spirituale. Mikros provoca il socialismo a resi– stenze, a ribellioni, per manifestare se e quanto sia vivo. Sono cotesti inviti che entrano nella categoria di quello illustrato dalla volpe esopiana, Il socialismo pre– ferisce lasciare Mikros alla picoola tortura del dubbio · che l'aègustia: « Il silenzio dei capi e dell'esercito so– cialista, si può interpretare variamente, comie com– plesso è il suo aspetto! Dopo una propaganda di qua– ranta anni, che colla cattedra, coi libri, coi mezzi e con l'organizzazione divulgò il pensiero di Marx e la pratica del socialismo tedesoo di Liebknecht, che fu na– zionale ed internazionale,· è quasi assurdo il pensare che il socialismo italiano sia morto per sincope o per col– lasso. Ed è ugualm~nte irragionevole che. cessi di un lratt'o il lievito delle idee nei cervelli degli operai e degli agitatori. Dunque dovrebbe credersi che il .socialismo ceda all'urto potente e si in:volga in sè medesimo, tna non muoia e serbi in cuore le speranze della propria palingenesi. .È codesto un lato oscuro dell'avvenire ». Oscuro? Oscur•o. Secundum Lucam o secundum Jo– hannem? Che importa? Mirabile è nel critico la forza di autoaccecamento, onde per il partito popolare non gli viene in mente neppure di porre la questione se esso serbi in cuore le speranze· nella· propria palinge– nesi? È indirettamente quasi un giudizio di preferenza per il partito socialista. Per questo oltre il scenario c'è il sospetto di una idea che sorvive. E per il sce– nario popolare? Devesi per questo concludere, poichè la sua parte terrena non varia da quella socialista e dalla liberal.~mocratica, dopo tanta storia dottri– nale e pratica - che va dalla Rerum Novarum ai con– gressi ed alle conferenze trionfali, dalla fortuna delle organizzazioni bianche alla partecipazione in tutti i Mi– nisteri - anche del periodo « che - secondo Mikros -– portò l'Italia sull'orlo del fallimento » - che oltre il scenario nulla vi sia, ossia che le idee valgano sol.tanto per quello che valgono i scenari con cui si esprimono~ Oh! materialismo clericale! Muore la poesia di Eschilo qnando è « frantumato >, il .carro di Tespi? O quando l"Anticristo ha ridotto i cristiani al,la desolata nudità delle catacombe è morto il verbo di Cristo? NEBiunrns . IL PROGRAMMA D'AZIONE nella mozione d_iHeide.lberg Come abbiaqio annuncialo nel numero scorso, diamo qt1i, tradotto dal francese dell' rlvenir So– cia!, il diffuso e particolareggiato programma d'a– zione, che il Partito -socialista tedesco ha votato nel Congresso socialista di Heidelberg. La Costituzione La Repubblica democratica è il terreno favorevole per la lotta di emancipazione della classe lavor.itriC<' e, quindi, per l'attuazione del socialismo. Perciò il Partito socialista di/ end e la Repubblica e ne invoca il perfezionamento. Esso riuendica quanto segue: La Repubblica si deve trasformare in una Repub– blica unitaria sulla base dell'autonomia discentrata. Sopra la struttura dei Comunè e degli Stati, la qaale deve essere riorganizzata, deve elevarsi un potere cen– trale, munito delle attribuzioni necessarie per assi-

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