Critica Sociale - XXXV - n. 11-12 - 1-30 giugno 1925

132 CRITICA SOCIALE ,, ~'.__ _____ ___:;____ --=._ __ --;-___:._____:_ ____ ,----_ LUCI ED OMB.RE nella economia italiana del 1924 Il processo di graduale risanamento dell'economia mondiale iniziatosi già nella seconda metà del 1921 e sviluppatosi còn celerità crescente nel h'iennio 1922-24, offre, coll'anno in corso, un'economia mon– diale sotto certi aspetti. ed _in cert_i paesi 1 della stessa Etwopa già superiore a quella dell'anteguerra; mentre il ritorno pressochè generale dei ·mercati regolatori del mondo al tipo monetario aureo contribuisce a rav– vivare le relazioni economiche internaz~onali, e le stessé trav,agliate- finanze dei ·paesi europei più pro~ vat-i della guerra· cominciano a sentire i benefici ef– fetti d'un primo, per quanto relativo e provvisorio, assestamento del problema dei risarcimenti bellici, me– diante il sistenia'.Dawes. · In questo generale ris.orgimento eoonom~co s'in– quadra, e di esso si avvantaggia negli ultimi tempi (come della generale depressione si, era risentita sini– stramente) l'economia italiana; la quale, entrata - ' per così dire - in convalescenz~ essa pure fino dal 1921, ha fatto oramai tali progressi verso la· guari– gione completa, da presentarci nel 19?5 un'Italia econo– mica sotto alcuni punti di vista superiore a quella stessa dell'anteguerra, preso come termine di confronto quell'anno economico 1.913 (o quello. finanziario 1913-14), che pure fu il più H@rido del pert9do prebel- lico. . . Le Prospettive economiche del l\fortara (1) per il corrente ~nBo 1925 (il quinto annuariò della serie, in · tutto degno dei precedenti oramai troppo noti, ap– prezzati e perfino - · cosa non comune in Itali.a - letti e consultati, perchè ci sia bisogno di spenderci su vane parole) ci offrono la più ampia documentazione ' del confortante fenomeno. Se noi prendiamo, àd es., alcuni indici fondamen'– tali dell'attività economica, quali il consumo di ener– gia, la -produzione di alcune industrie-chiavi, _l'impor– tazione di alcune materie prime e l'esportazione di al– cuni manufatti e oosì via, vediamo che il consumo complessivo di carbon fossile, petrolio ed energia elet– trica, nel corso del 1924, è stato a quello del 1913 _nel rapporto di 130 a 100; quello della produzione dell'ac– ciaio nel rapporto di 140 ( e più) a 100; quello della importazione di coto11e si avviava a 110; quello del– l'esportazione delle se(e greggie ritornava al 100, dopo aver superato però nel 1923 anch'esso 110; quello del traffico ferroviario delle merci superava il 130 e quello del traffico marittimo. il 10Q. Altri indici noù meno interessanti, quelli delle condi– zioni monetarie e finanziarie, ci mostrano, ad es., nel oorso del 1924 superi()re al 110 quel r-apporto .fra en– trate effettive e pagamenti dello Stato, che, raggua– gliato a 100 nel 1913, era sceso giù giù fino quasi a 20 nel 1919; superiore ormai - sia pure di pochis– simo - a 100 quel rappqrto tra esportazione ed im– portazione, che, ragguagliato a 100 nel 1913, era sceso a 50 circa nel 1919; fer~o a 600 ( cifra raggiunta già fra il 1921 e 1922), con una leggiera tendenza per di più a 'tliscendere, quello del debito pubblico interno; ri– masto, come nel 1Q.23, sotto 1'800 quell'indice della cir– colazione bancaria che, ancoi'a a 600 nel 1919, aveva ra,ggiunto 1'840 circa frà il 1920 e 1921; ridotto a circa 550 quell'indice del prezzi all'ingrosso che, rag- · guagliato sempre a 100 nel 1913, era salito a 600 nel 1920; saJit.o infine, e per converso, a circa 450, ·su– perando la stessa altezza del' 1921 (anno fino acf al– lora culminante) quell'indice del cambio del dollaro i che nel 1919 era ancora a poco p.iù di 300, nonostante (1) Giorgio Mortara: Prospelliue economiche: anno V - 1925. - (çittà di Castello, Soc. tip. Leonardo da Vinci, 1925) (opera edita sotto gli auspicii della Università Bocconi di Biblioteii~n~inoBianco I,osbalzo d'oltre 140 punti nel corso di quel primo anno _ postbeHico ! (2). · Questo contrasto fra la decisa ripresa economico-fi- · nanziaria e la ulteriore svalutazione della moneta (spe– cie negli ultimi mesi del 1924, caratterizzati appunto da un nuovo rialzo generale nei prezzi), lè l'indice più eloquente d'uno stato non ancora normale della vita economica italiana, dovuto in parte a circostanze eco– nomiche· di èarattere internazionale, in parte àlle flut– tuazioni del mercato monetario mondiale. (migliora, ment,o della sterlina negli ultimi mesi del 1924), in p.arte all'incognita del debito estero, che, pur non gra– vando ancora per interessi ed ammortamento- sulla finanza e l'economia italiana, impende pur sempre Sll di esse oome una spada di Damocle (al 30 giugno 1924 ·niliardi 22,7 di lire-orò accanto agli .83,5 di lire-cartà del debito interno complessivo, ed ai 9,9 di complessiva circolazione di Stato o per conto dello Stato); in parte infine,· e non piccola, a quell'elemento, anch'esso. im– pouderabile, perchè psjc,ologioo, · ma non meno sensi– bile, rappresentato dalla situazione politica interna tut– tora patologica -dell'Italia, che ne intacca la fiducia dell'estero sul mercato finanziario e monetario mon– diale, controllato dai due grandi paesi liberi: l'Inghil– terra e gli Stati Uniti d'America. La completa restaurazione economica e finanziaria dell'Italia pertanto, se in parte si ricollega e dipende da quella generale ·europea, in parte, anche maggiore forse, si ricollega col ritorno ad una situazione politic·a interna veramente normale, basata cioè sul consenso - effettivo della grande maggioranza del paese nell'or– dine politico Qazionale e _sulla coscienza generale di tale consenso. Il popolo· italiano, le classi lavoratrici· in partico– lare, hanno fatto per questa restaurazione, dopo il 1920 in ispecie, tutto quello che umanamente era pos– sibile: 1o mostrano all'evidenza il carioo tributario ed il tasso· delle mercedi. . Negli ultimi anni di pace il carico tributario italiano, complessivo (fra Stat:o, Comuni e Provincie) era di circa 4 miliardi su un complessivo reddito privato an– nuo valutabile (secondo il Mortara) in 20 miliardi di lire--oro. Dedotte dai 4 miliardi -le somme corrispon– denti a redditi demaniali, ad accensione di debiti pub– blici, a proventi di servizi pubblici di carattere indu– striale prestati a prezzo equivalente od inferiore al costo, a costi .di p_roduzione delle merci vendute dallo Stato a prezzi di monopolio, e ad altre minori partite; il v.eto e proprio carico t·ributario si riduceva a 2 miliardi e me~zo, cioè ad un'ottava parte dell~ somma dei redditi privati. Nell'esercizio 1922-23 il carico tri– butario; calcolato nel modo anzidetto, era già salito a 16-17 .miliardi, per passare nel 1924-25 ai 20 miliardi circa, corrispondenti a più del quinto del reddito pri– vato complessivo, valutabile in 90-100 miliard~ di lire- carti ! . Lo.' sforzo tributario dell'Italia nel dopoguerra non fu meno eroico di quello miÌitare della guerra: un'ul– teriore pressione fiscale, in un paese povero come il nostro, non potrebbe ormai ottenersi senza compro– mettere la stessa economia del paese o, peggio anoora, con una finanza di classe come quella.attuale, non po– trebbe ottenersi senza deprimere ulteriormente quel tenore· di vita delle classi' medje e inferiori, che dello sforzo economico e finanziario del paese hanno sen– tito senza dubbio il peso maggiore prima e, 'più an- oo·ra, dòpo l'avvento del fascismo al governo. . Quando si' pensi che nell'ultimo triennio (1922-24) ìl costo-medio della vita ha superato per le classi popo– lari da 4-9 a 5,6 volte la misura del primo semestre del 1914, mentre il livello medio generale dei salari (2) Queste cifre si riferiscono a uno stato di iatto anle~ riore alla recente fortissima depressione nel valore della lira. E anche sul bilancio dello Stato andrebbero, al lunie di :rilievi fatti dal Cabiati, dal nostro Basso e da altri, sensibilmente corretti i dati esposti dal Ministro deHe · Finanze e obiet- tivamente accolti dal Mortara. (La C. S.).

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