Critica Sociale - XXXV - n. 11-12 - 1-30 giugno 1925

142 CRITICA SOCIALE Il nostro programma di az~one e di idealismo può concretarsi nei seguenti punti: Rinnovazione dell'educazione. Solidarietà con l'anima del popolo. Elaborazione di una nuovà cultura. Federazione dei popoli ibero-americani. Al lavoro, dunque. .ALFREDO L. PALACIOS. I fatti psichici collettivi ela loro interpretazione scientifica Funzione, evoluzione e moralità della folla. La psicologia socia:le o collettiva in It~lia, pur dopo l'impulso che Carlo Cattaneo· le aveva impresso con. la sua feoonda intuizione della psicologia delle menti associate non ha avuto lo sviluppo che meritàvano l'importa'nza delle sue ricerche e la vasta capacità di risultati che essa conteneva.- Attualmen'te, però, pos– siamo dire che la psicologia collettiva sia entrata nella sua fase scientifica; volgendosi allo studio di feno– meni, che lo stesso Cattaneo non aveva considerati. Poichè ogni individuo non esiste isolato e subisce necessariamente le influenze dei sùoi simili (genitori, ambiente sociale con le sue tradizioni, i suoi usi, la sua lingua, la sua cultura, maestri, compagni, amici) ne consegue che lo stud1o dei fenomeni psichici di ogni individuo deve estende1·si alle reazioni e modificazioni che l'individuo subisce nell'ambiente., che diremo nor– male. La psicologia individuale, così necessariamente estesa, è già, in non piccolo grado, psicologia soci~le o collettiva, come appunto Cattaneo aveva mostrato. Ma, se analizziamo i fenomeni che sia producono, quando più individui estranei, prescindendo dai rap– porti normali, formano una folla psicologica, vedremo .che ci-ascun elemento del gruppo così costituito, sotto l'influenza degli altri elementi, ed a causa del raggrup– pamento stesso, subisce modificazioni importanti nel proprio modo di sentire e di reagire, modificazioni che non presenta in nessun'altra occasione. L'insieme di questi fenomeni forma oggetto e materia della mo- derna psicologia collettiva. · Togliamo dalla penna di Gustavo Le Bon l'efficace descrizione della_ folla psicologica: Il fatto che molli indi.vidui si trovmo vicini accidenlalmen: e non dà loro il carattere di folla organizzala. Mille individui, riuniti a caso in una pubblica piazza sehza alcuno scopo determinato, non costituisç!ono una folla psicologica. Per acquistarne i caratteri speciali occorre l'influenza di alcuni eccitanti... . Il fatto più notevole che presenla una folla psicologica è il seguente: quali che siano gli individui che la compongono, per quanto simili o dissimili possano essere il loro genere di vita, le loro occupazioni, il loro carattei:,e o l,i loro in– telligenza, il solo fatto che essi sono trasformati in folla dà loro 1\na specie di anima collettiva. Qnesta anima li fa sen– lìre, pensare ed agire in modo del lutto differente da come senUrebbe, penserebbe ed agirebbe ognuno di essi isolata– mente. Alcune idee, alcuni sentimenti non "sorgono, o non si trasformano in azione, se non negh individui di una folla. Conlrariamenle ad un'opinione che ci meraviglia trovare in un filosofo così penelranle come Herbert Spencer, nell'aggre– galo che costitmsce una folla non si trova affatto somma o media degli elementi, ma combinazione e creazione di nuovi caratteri, come in chimica. Scomparsa della personalità cpsciente, prevalenza della per– sonalità incos_ciente, orientazione, per mezzo di suggestione e di contagio, dei sentimenti e delle idee in uno stesso senso, tendenza a trasformare immediatamertte in atto le idee sugge- . rite, ceco i principali caratteri dell'individuo di una folla. Egli non è più lui stesso, ma un aut0ma incapace di essere guidato dalla propria volontà. · Per il solo fatto che fa parte di una folla, l'uomo discende dunque di molti gradini nella scala della civiltà. Isolato, fo1·se era un uomo evoluto, in folla è un istinti\·o, e per conse– gnenza un barbaro. Egli presenta la spontaneità, la violenza, la ferocia ed anche l'entusiasmo e l'eroismo -degli esseri primi– tivi. Si avvicina a qnesti anche per la facilità a lasciarsi im– pressionare dalle frasi, da,.lle immagini, e condurre ad azioni contrarie ai proprii interessi più evidenti. In sostanza i tratti essenziali· della folla, secondo tutti gli autori, si ridurrepbero a questi: 1.o esagerazione dell'affettività e dell'emotività; 2.o abbassament,o del livello intellettuale, inleso come facoltà di critica; Biblioteca·.Gino Bianco 3.o soppressione di ogni inibizione specifica e di· ogni fendenza individuale, il che porta ad una certa as– similazione degli individui fra loro, e dà a ciascuno un sens0 smisurato di forza ed una perdita di responsa– bilità .. Questi sono i fatti osservati, che attendono da noi una spiegazione. Notiamo di s{uggita come queste caratterìstiche della folla psico1ogica non implicano nè pregiudicano la qui– stione controversa della moralità di essa; ed osservia– mo senz'altro oome gli autori", che hanno fino ~d ora tentato di dare una spiegazione a questi fatti, con parole e concelti varii s-i riferiscono tutti alla sugge– stione. Così G. Le Bon, che parla di_ contagio morale e di prestigio del Capo; così il Tarde, di cui la Cr.itioo si è tanto occupata molti anni or sono, il quale parla di imitazione, il Dougall che parla di induzione af fet– tiva o reazipne simpatica primitiva, il Rossi che parla addirittura di suggestione. A questi autori, che spiegano i fenomeni collettivi con la suggestione, si può obbiet– tare che essi non risolvono il problema, ma lo spo– stano restando da spiegare in che consista questa fa– mosa' suggestione,~ e perchè si manifesti ne~le masse. Più soddisfacente è la spiegazione che ne dà 11Trotter, il quale ammette che, accanto a,d altri istinti ordinari, vi si-a quello gregario, tendenza cioè primitiva a for– mare agoTtippamenti collettivi. Ma anche al Trotter devesi obbiettare che il suo istinto gregario, come ist_into primitivo, è -tutt'altro che. dimostrato, anzi è contraddetto dai fatti. Senonchè a lumeggiare l'importante argomento è ve– nuto il Freud, il quale, come è noto, è il capo-scuola della ,psicoanalisi. . ' Qualunque idea si voglia avere sulle teorie psicoana– litiche e qualunque critica serena si voglia ad esse muov~re, rimangono stabilifi in modo inconfutabile questi" concetti più impol'tanti: 1.o lè associazioni psichiche s'ono di natura af.fet_– tiva ed esiste un'interdipendenza fra stato affettivo e rappresentazione togica; . · 2.o esistono fatti psichici incoscienti; . 3.o esistono istanze psichiche in seno all'inooscien– te che derivano dagli istinti più o meno evoluti (ten– d~nze desideri aspirazioni). Fra queste istanze av– vengo~o dei oo'nflitti psichici, oom~ p:ure ne sorgon? fra queste e la coscienza morale. Esiste dunque un di– namismo psichico; 4.o risulta da questi conflitti psichici, un asso– luto determinismo dei fatti psichici coscienti; ' 5.o gli istinti bruti (fonti di ogni prodotto psichico superiore) si evolvono, e fra questi ha grande impor, tamza l'istint,o sessuale, Lo studio poi del Freud sulla psioologia. oollettiva tende ad adattare le teorie •psicoanalitiche iall'anima collettiva, utilizzando anche le osservazioni da lui fatte nell'interessantissimo studio: Totem e Tabu. *** L'Iq, pensa Freu_d, oltre agli inte~·e_ssi vitali_ dell'in– dividuo (conservazione e benessere f1s1co) che 11Freud chiama anche « Ichtribe », comprende pure l'origina– ria tendenza alla soddisfazione sessuale. mediante un oggetto. Ma siccome questa carica 3:ffettiv~ è di~enuta sempre più forte attravers~ la stona dell ~mamt~; ed · è stata sempre più ·oontrariata_ nella propria ~e~hzza– ·zione da parte della m?r~le sociale e da ~o_Itephc1 osta– coli materiali essa si e trasformata, s1 e evoluta, e, pur rimanendo carica sessuale allo stato potenziale, ha perduto tale carattere. . . . . Possiamo paragonare questa _canea alla _forza d1cui è animata la massa di acqua d1 un gran fm:i?e: se ad , un data punto poniamo uno sbarramento pm o meno completo al corso normale dell'acqua,_ questa tenderà a scorrere in tanti rigagnoli seoo~dan, abbandonando i.J.letto del fiume. E la forza viva, opportunamente trasformata, può essere fonte. di ~randi: energie: pm~ muovere un mulino, un macchmar10, puo trasformarsi in energia elettrica. . . . Dobbiamo dunque tener presente che es1st~ m noi una carica aff etliva fortissima al~(!_ sta_toP_o_tenzzale, ch_e attende soddisfazione o, come pm sc1enhf1camente di– remo attende una / issazione in un oggetto. Ma' a mano a ma.no che questa carica .affettiva perd~ il carattere di sessuale, entra in gi:uoco un altro fattore: l'Ideale dell'Io.

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