Critica Sociale - XXXV - n. 11-12 - 1-30 giugno 1925

CRITICA SOCIALE 143 Si ammette, infatti, che accanto all'Io propriamente detto, si formi in noi un Ideale dell'Io, che· è l'im– 'tnagine d1 ciò che l'Io vorrebbe essere. Quest'Ideale del– l'Io ha pel'ciò la funzione importantissima di control– lare la realtà (funzi,one di critica) e di ·convogliar(:} tutte le attività verso la propria immagine ideale. Ognuno di noi infatti si forma un proprio ideale, un'immagine di ciò che vorrebbe essere o diventare: statista, giureconsulto, scienziato, o, più modestamente, ricco borghese. Ed è chiaro come, di fronte ad un avvenimento, supponiamo di natura politica, sono pro– prio queste in;uriagini ideali' che f.anno reagire i vari individui in modo differente: il primo tenderà a ve– dere in quell'avvenimento la propria convenienza po– litica, il secondo il l_ato giuridico, il teroo potrà rim'a– nere indifferente, il quarto penserà all'utilità econo– mica che ne pottà ritrarre. . , E se osserviamo come si comporta questo Ideale dell'Ip in rapporto alla canea affettiva potenziale di cui sopra abbiamo parlato, vedremo che nell'amore, ad esempio, l'oggetto amato attira a sè tutta la carica affettiva di cui l'individuo dispone, e questa attrazione è così forte che l'Io vede nell'oggetto amato il proprio Ideale. pone cioè l'oggetto in luogo dell'Ideale dell'Io. . E quanto più quest'amore perde ·il carattere di ses-, suale, tanto maggiormente la sostituzione dell'oggetto con l'Ideale dell'Io è 'forte e tenace (amore ·platonico, amore contrariato, ecc: ...). Lo stesso accade allo stato ipnotico mediante la sug– gestione, lo .stesso accade nella folla. L'ipnotizzato ha sostituito completamente il pro_prio Ideale colt'ipnotiz– zatore, e da ciò derivano la mancanza assoluta di cri– tica e la cieca obbedienw. Allo stesso modo tutti gli elementi di una folla hal}no posto in luogo del proprio Ideale dell'Io il Capo, il « meneur » della folla, il quale devesi interpretare come l'oggetto verso cui si ·sia fissala la carica affettiva po– lenzialè di tutti. Ed ormai si comprendono perfettamente le ana– logie èsistenti tra l'amore passionale e la suggestione, lra questa e la folla. Si dice; infatti, che un uomo è stato stregato, suggestionato da una donna, e che per essa trascura tutti gli altri sentimenti e doveri, fino alla sottomissione e all'obbedienza più completa, e magari al delitto. Per noi tutto ciò è spiegabilissimo: l'Ideale dell'Io, essendosi fuso coll'oggetto, ha perduto quasi completamente la sua funzione di critica. Così pure, quando vediamo che un capo di esercito (Cesare, Napoleone) muove, a seoonda dei propri vo– leri, un'intera armata, fino ad ottenere il sacrificio della vita individuale, bisogna pure ammettere che qualche forza tenga uniti i soldati al loro capo e man– tenga una forte coesione fra loro. Questa energia è sta– ta chiamata suggestione, ma noi sappi:amo che oonsiste in veri legami affettivi: nell'avei.·e posto in luogo degli ideali singoli l'unico Capo. Ma, per comprendere ancora più profondamente la psicologia collettiva, bisogna tener presente che la comparsa delle folle nell'attuale società. e la perma– nenza delle. collettività meno appariscenti, ma più im– portanti, rappresentano la sopravvivenia di quella forma ptimitiva che legò i primi uomini al sorgere della società, cioè dell'orda primitiva. Nell'orda primitiva, infatti, esiste un Capo, ed esi– stono molli seguaci. Questi sono legati al Capo da un duplice sentimento, di amore e di odio: amore perchè solo il Capo può unirli e condurli ad imprese collet– tive,. odio perchè egli limita a tutli la libertà indivi– duale. Per essi l'Ideale del proprio Io non poteva consi– stere che precisamente in questo capo tanto temuto e tanto adorato, come l'ideale del bambino non può es– sere che il proprio padre, nel quale vorrebbe fondere la propria personalità. Ma, come il barba1X> verso il Capo, così il bambino verso il padre si trova, per le stesse ragioni, nella, condizione di amarlo e di odiarlo (più o meno inconsciamente) nel medesimo tempo. Quando prevalse l'odio, e l'antico Capo fu abbat– tuto, la tendenza a considerare come Ideale dell'Io questo Capo, lungi dallo scomparire, si rafforzò, ed é rimasta fino ad oggi. La stessa tendenza vediamo in certo modo attuata nell'istituzione del patriarcato ))rima, dell~ famiglia poi, in cui il padre è una larva dell'antico Capo dell'orda; la ritroviamo ancora come aspirazione nella creazione poetica dei Miti e dell'E– roe, nella quale il poeta si è immaginato di esser dive- ~ nuto lui il Capo, ed ha cantato perciò le gesta mìrabili Bibl◄ oteca Gino Bianco del suo Eroe. Più tardi ancora, poichè l'antico Capo, non esistendo più, non è temuto, ma solo amato, l'Eroe si trasforma in Dio Padre, donde la genesi delle reli– gioni, nelle quali, peraltro·, è ovvio scorgere fino ad oggi l'amore e l'odto, la coscienza confusa di essere p:r;oprio Dio. . · Ma, senza dilungarci oltre, noi riteniamo che il me– neur della. folla rappresenti l'incarnazione dell'antico Capo, che la tendenza a riavere questo Capo sia la fQr?a che spinge l'uomo a riunirsi in gruppo, e che la sostituzione dell'Ideale dell'Io di tutti col Capò at– tuale mantenga la coesione della folla, generando un 1 'as– similazione, un'identificazione di tutti gli elementi di essa. **"' È opportuno ora delucidare due punti importantis– simi, sui quali non si è insistito abbastanza: 1. All'alba della umanità il bisogno di costituirsi in orda, ed in seguito in folla, era: dovuto al fatto che le volontà singole erano troppo deboli per t'entare l'a– zione cosciente, e solo h riunione in collettività poteva permettere questa realizzazione. Anche oggi è possi– bile osservare lo stesso fatt-o. Tutte le volte che gli individui sentono bisogni qscuri e confusi, e nessuno ha il modo e., la forza di tradurli in azione. una fortis– sima tendenza alle formazioni col1ettive si verifica in tssi: così, e non altrimenti, si spiegano le grandi Ri– voluziòni. In brev~, la funzione delle folle psicologiche è di fai." fronte alla realtà esteriore per dominarla; 2. La folla non si estrinseca mai in soddisfazione sessuale, non ha mai un fine erotico, fatto questo im– portantissimo, e che costituisce una delle sue caratteri– stiche essenziali; anzi la tendenza erotica è in opposi– zione con ogni concetto di collettività. Ed è interes– sante citare un esempio clùarissimo: l'esercito di An– nibale, che tenne tanta coesione di fronte ad infiniti disagi e .fu cosi forte in battaglie asperrime. infine si sgret,olò nei famosi ozì di Capua, quando cioè i sol– dati si dedicarono alla soddisfazione della tendenza sessuale. La tendenza erotica, dunque, appare come la fonte, il movente più importante d'individualità. In ,questi due impulsi originari ci sembra racchiuso tutlo il segreto dello sviluppo del. pensiero umano. L'uomo superiore elabora concezioni nuove, crea, in– venta, rendendosi interprete' sensibile _delle trasforma– zioni lenle avvenute, dei bisogni sorti, ma questi pro– dotti individuali, per essere accettati ed attuati, de– vono passare attraverso il crogiuolo della collettività. ••• Delucidata così la costituzione delle formazioni col– lettive, ci resta da vedere quali sono fra esse le forme. più primitive e quali le forme più evolute. Per non ripeterci, e per non dilungarci troppo, noi riteniamo come certo: 1. La forma più primitiva di folla psicologica è quella che più ricorda l'orda primitiva: la folla saltua– ria, rivoluzionaria, con un Cap0 che guida ed i se– guaci che ciecamente obbedis cono. 2. In secondo luogo, come for.me più per~ette sono da considerare quelle formazioni più stabili, come_ la Chiesa, l'Esercito, in cui il Capo è sostituito da un'a– stl."aztone, col presupposto, magari.., di un •Capo e_si– stente, ma invisibile (Dio, Re). 3. Vengono in ultimo le forme più e·volute, in cui il Capo è sostituito da un'astrazione completa, da un'I– dea (amor di patria, amore dell'umanità, idealità po– litica) e fra queste forme primeggia il Partito politico, il quale rappresenta la manifestazione più alta nella fet1omenologia della folla, e nasce dalle correnti ideali. o d'interessi che pervad'ono la vita moderna. Devesi tener presente, dunque, come quest'Idea, perchè com– pia la funzione di sostituzione del Capo, deve rappre– sentare la somma di-tendenze e desideri condivisi da molti. ' · Dobbiamo ancora osservare· come, anche iu queste • forme più evolute, la tendenza originaria ad avere uo vero Capo esiste ancora, e si estrinseca in una speciP di venerazione e cli disciplina verso qualcuno che ilJ certo qual modo incarni meglio degli altri l'idea di tutti. Si creano così dei capi indiretti, che sono i • lea– ders ~ dei partiti politici moderni. Questi però differi– scono sostanzialmente dai Capi delle forme primitive, e rappresentano un notevole prodotto di eYoluzione. Lenin, che ha èsercitato tanto fascino su tutto il mond0 civile, in quanto incarnava un'idea che era espressione , I

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