Critica Sociale - XXXIII - n. 22 - 16-30 novembre 1923

é':ttlTICA SOCIALE 84,3 va lentamente maturando, servira insieme' a rendere Possibile quel tanto di fronte unico delle forze prolet~rie, eonsapevolt det mezzi e del (tne, che non sia caotico (llrnmassamento di volontà contrastanti, e al quale ia esperienza e la delusione dei commessi errori, nelle schiere più vicine alle nost,re, spi,ana sempre meulio il tei're'no, di,mostrandone_ la incalzante necessità inelut– tabi/.e; ~a n~ova 9nternazionale 3~ì annoq,ar,é i più saldi vincoli colla risorta libera Lnternaz,ionale dei lavoratori, che fa capo àua centrali! di Londra, nella considerazione della dipendenza sempre· più stretta di ouni politica interna dalla politica inter– nazionale, e.particolarmente da quella delle Nazioni p·iù evolute, ove democrazia e proletariato sono più prossimi · alla conquista del potere; e nel convincimento che solo la_formidabile ed illuminata alleanza di tutti i proleta– riati può allo,ntanar1· i. pericoli, che si addensano, di nuovi e semprr più disastrnsi confWti tra i popoli; ftartito e organiz~azioni proletarie 4°) tenere presenti, nei rapporti con la oru.anizza.zione operaia di classe, cosi l'identità che storicamente si de– ·termina nei ttnt ultimi, come la differenza,, delle orbite rispettive di a,.zione conti.noente, a.f{inchè le due orga– nizzazioni non abbiano mai ad urtMsi e nessuna impe– disca aU'altra di assolvere tutto i,l suo còmpito nell'or– bita prop1:ia; il quale, per il Partito Socialista, vuol dire essenzialmente universalità dell'idea e creazione di si– tuazioni po-litiche concrete di vantauuio per i lavoratori tutti, nell'ampio ritmo della collettività nazionale ed in- terna·zional,v ' Collaborazione democratica 5°) 1)rocurare la cordiale cooperazione reciproca, per la ricqstituzione di un assetto· normale della vita pub– blica, con tutte quelle eneruie disinteressate e sincera– mente democratiche che esistono nel· Paese e che, pur fuori delle chiostri! del Parti.lo e per quanto ancora com– vresse .dal dispotismo dell'oliuarchia dominante, aftto– rano ouni uiorrio più e forniranno elementi preziosi al costitu.irsi dt' unà nuova situazione politica; nella quale . ouni sforzo dovrà impi,egarst a spezzare per ,;emprc la catena dellci violenza che invoca la violenza e che, per– petuando i danni della uuerra- civile, allontanerebbe le ricostruzioni necessarie e le attuazioni feconde, destinate a segnare veramente l'inizi.o della civile nuova ·storia d'Italia; E AFFIDA . . ' . la concreia, esplicazione di. questi voti. alla cooperazione solerte di tutte le ·,orze e le intelliqenze del Partito .. : l·n sed.e di appello Il Conv-e~no soèia1ista di Milano, a 13 mesi di di· stanza dal Comg,resso, preparatorio me~lio che « co· stituente », d•i Rema, ha avuto la :.ua principal·e si– gnificazione e l'importanza più cospicua in ciò: che ha nettamente·. inequivocabilmente ribadito, in sede d'appello,· le direttive con le quali e per le qua'i il Partito Socialista Unitario si era staccato dal mas– simalri-smo·e aveva messo casa da sè, un anno prima. E la cosa ha maggior valore perchè non solo il Partito Socialista Unita.rio ·doveva. resistere ·all'in– fluenza. esercitate. nel suo seno da elemeriti, e.u•ore– _voli per dottrina e per anzianità di seryizio, venuti a lui de. altre rive o che militarono sempre in ten- anno di regime di costrizione e di violenza ille– gale e legale - esercitava indubbiamente sugli spi– riti. Diciamo le cose nella loro espressione più chiara. Noi, raggruppandoci a Roma nell'ottobre del 1922 come Partito Socialista Unitario, non solo imbar– cammo con noi - ospiti graditissimi per l'alta si– gnificaziqne che era nel f!j,tto stesso della loro ade– sione - degli ex massimalisti: ma, per effetto della situazione esasperante, alcuni dei nostri si sentiro– no, col sentimento più che col pensiero politico, orientati verso sinistra, e non lo nascosero, anche per un istinto, per un intuito, apprezzabilissimo, che fosse necessario « tirare » in quel senso, per neutra– lizzare eventuali sconfinamenti troppo a destra. Quel manifesto,' o dichiarazione di principi,· uscito in Critica Sociale, del 1 settembre 19;22(1), in_ cui si passavano in rassegna, senza il più piccolo pelo sulla lingua, le conseguenze e le responsabilità del massimalismo negli attuali rovesci der muvimentJ socialista proletado italiano, e in cui si diceva espli– citamente che il nostro Partito cteve e intende porsi sul terreno democratico· della antidittatura e della legge delle maggior.dnze, era stato, da parecchi, piu Subìto che accettato. Il sentimento (indubbiamentti nobile) di una postuma, ideale, cav~\leresca solida– rìetù con coloro con cui eravamo stati uniti fluo allora, da un latò; l'esitazione ad accedere risoluta– mente, defµlitivamerite a un metodo lungo abban– donando l'illusione di metodi più ·brevi, o rin un· èiando a giocar sull'alea dell' « imprelvistci ", reinde– vano non completamente convinti· e 'soddisfatti ta. lu~i, che ·erano 'come il naufrago Manzoniano, il quale non si decide ad afferrar la ·tavola robusta che potrà condurlo a salvamento, lasciando le alghe cui s'è aggrappato nella lusinga di scampo. Quest'anno che è passato, .in regime fascista, non ha turbato la coscienza complessiva del Partito, ma l'ha· rinsaldata in quel senso esplicitamente « demo– cratico "· Il Convegno fu tutto improntato di una viva, incrollabile fede, di un doloroso ma fervido e inestinguibile entusiasmo socialista, ma anche di un gran senso realistico che sarebbe stolto interpre– tare per abbattimento di rassegnaz\one e di fatali– smo. Recriminazioni e piagnistei sulle violenze pa. tite, proteste e propositi vani ed inutili, cedettero il posto a una visione obiettiva di una situazione, di fronte alla quale è ingenuo discutere se si deve,., accettarla o rifiutarla, ma è solo utile discutere co– me abbreviarla, come modificarla, come segnarci la nostra strada è lipre-ndere il nostro cammino, Vennero quindi ---:-ed era naturale che venissero - gli incitamenti a riaccostarci ai vicini di sinistra, agli antichi compagni; ·i quali ne fecero sl degli. er– ron,, ma - osservava MusatU - c'eravamo anche. no,i con loro: senonchè - come Treves giri coritro– obiettò ...!. c'eravamo bensì, ma erava11W ftschiati,, Ed è chiaro che, per lo meno coloro che si facevano allora fischiare, sono sciolti da ogni otibligJ di ca– valleresca corresponsabil'tà coi loro fischiatori. Vennero le esortazioni a rifare il fronte unico, non si sa bene sulla base di qual metodo o program– ma; se su quello di Mosca ,per .un'azione positiva, o su quello dell'Avanti!, per un~inazione di attesa: di attesa che il tempo e la stòria maturino le ne– ·spole della nostra· riscossa; ma il Convegno non .aderl agli inviti nostalgici e patetici dei fautori di una unitd che noi:i.~arellbe che platonica, data la in· conciliabilità delle concezioni e dei metodi. denze di sinistra, e,lementi che, tra il masi:;imalismo •"., inconclud-ente del Partito Socialista Italiano e noi Naturalmente, a questo propòsito si rifece le. or- optarono per noi, ma serbando ìn cuore la nostal- mai annosa disputa intorno al grado e al quanto di gia delle ideologie intransigenti-rivoluzionarie, e por. _____ _ tandone, l'eoo nelle nostre assemblee; ma doveva. so– pratutto tener fermo contro le suggesti~i che un · o Bianco (1) Ai 3ociali3ti rimadi fedeli al Socialùmo. - Ve,;!11,ii anc)je in <Ji,utizia del 29 agost.o stesso .,ui<;>, ,

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