Critica Sociale - XXXIII - n. 22 - 16-30 novembre 1923

' " l50 Lafilosofia di GiQJanni ·Gentiie . La 1'eorw. Genera.te dello Spirito come atto puro (1), iÌ penultimo· libro uscito daJla penna di Giovanni Gen– tile, e che in appena· quattro an,ni ebbe l'onore di ben due ristampe, rr·appresenta il pensie'l'o di que,sto _filo:~ofo nella sua piena maturità ed €6tensione e può qurnd1, d1 pieno diritto, servi•re di ba,se a,d ùn esame e giudizio critico deJJa sua lftlosotfla,ossia, per aclo.peraxe il t!lrmme: che si usa in simili cai.5i,del suo • sistema ». Di questo libro· del Gentile intanto è da dire che esso ha un difetto iniziale: che il titolo, ci-0è,non, cor:r-i,sponde affatto al conteuuto. Dal titolo sembrerebbè,. infatti, che l'autore volesse ,svi'luppare la te,si, assai' giusta del resto e 1econda., che spirito etl attività: sono concet.ti equi– valenti. Infatti lo pPirito è propriamente quel qualche co,sa per 'èui l'uomo si distingue dai mi.nerali, dai vegetali e dalle bestie. Ma, a ben guardare, questo qualche cosa si riduce in definitiva a1 fatto che, mentre minel'ali, vegetali e animali, a ciò che li circonda e con cui vengono a con– ta.tto reagiscono in maniera del tutto pa,s.siV'ao,. tuWal più, sem ipas.siva., :ruomo, invece vi reagisce assai atti– vamen.te . Infat.ti, nonchè verso•la natura eisterna (i,] che fannQ ,ap punto anche le bestie, e perftno le piante), egli reagisce anche cont-ro la. propria natura (vita morale) e, pe·r di '.Più,riflette, ossia, a differrenza delle b~tie,, che agi-scono secondo la. propria. animalità (istinto ed auto– matisqm), egli varia a:11'inlfinito le prò·prie azi-on1 (« li– bero arbitrio ») e progred·isce creandosi' tutto un mopdo interiore sempre più vasto, e ricc.o di nozioni e di' con– cetti (lo spiirito propria.mente >detto). Se non che, nel suo-libro, il GentUe, bencllè non manchi di qualche accenno a questo, p8;l'la _inf,ondo•di tutt'altra cosa. se egli ave.sse voluto, come è il generale buon uso, adeguare il titolo al contenuto del suo libro, eg)i avl'ebbe <l-ovuto,se mai, esprimersi a un dipreS6o cosi: « Teoria generale del conoscere come attivìtà produttrice deLJ'intero .proprio. contenuto ». A questo punto, per maggi-ore•inteilligenza del lettore, occorre fare qua.lche passo addietro•. ' ***. La storia della lfllosofla ci mostra la filosofia <livLsain due periodi: la mosofia antica ·e· la filosofia moderna. La prima' comincia con T'al.ete (VI secolo a. C.) e ter– mina oon Cristiano· Wolff, a metà del seco.Io XVIII. La s·econicta, .non tenendo conto, di qualched:solato predeces 0 sote, C-OÌninc.ia v-eramente -solo nel 1781, l'anno i.I), cui ·comparve La Critica deUa , Ragion pura • di Ema- nuele Kant. Che cosa di•sti.ngue queste dùe lfllosoi!l.e; anzi queste due ,serie di si-sterni lfl.1o.solflcJ? L;a'fUooofia antica ci fornisce delle « spiegazioni del– l'Universo», da principio piuttosto scarne, e sempliciste, poi, via via, sempre più complesse ed organiche. La filooolflamoderna ci <là invece una « Tevisione critica » de1le precedenti spiegazioni dell'Univer-so, attraverso e mercè una .sempre più esaUTiente e-d approfondita ana– lisi <lell\attivitiL conoscitiva. Dove è da notare questa singola-rità, che. noi siamo.• perfettamente liberi 'di attribuire maggiore importanza · .al mezzo che non al lflne, così come i1 cacciatore è libero <li pensarre più al d•ivertimento che al I bottino; o vice– versa. 1n altre parole, tanto è ,lecito di!'e che la filosofia. moderna •è, anzifotto, una • teoria delia conoscenza», la quale prende .soltanto J .o spunto ~dal bisogno di pro.– cedere ad una 'l 'evisio.ne critica delle tradizio·.nali spie– gazi-oni <lell'Uni verso, qu an.t.o è lecito dire l'oppo-sto, ossia che 1a·flloso.flamoderna è a'P,zitutto la critica delle )}recedenti spiegazioni dell'Universo, e -che•èssa si serve clell'a,nalisi dell'atti'Vi.tà conoscitiva so,J.ocome di uno stl'umento utile, anzi necessario a raggiungere- quello scopo. · Quale fu la vera molla che, ad un certo punto., spinse il pensiero filosofico a ripiegarsi 50pra di sè,, per una sistematica revisione critica di tutti i· suoi precedenti· risultati? Più che altro il fatto che, orama( ad ogni tesi filosofica un po' importante si cohtra,pponeva la te-si (1) « Teoria generale deUo Spirito,èome _atto. pu1'o » • · Tet·Z& edizione riveduta - Ed. iLaterzi, Bari, 1920•(L. 16,50), . . I \ . BibliotecaGino Bianc~ I opt,ostà con .uguale app 1arenza di verità e peso di argo• mentì. Ripugnando ano spirito umano· che sia vera una cosa e vero anc he il contrario, era' nat11 rale che esso non aveisse requie si.no a ch•el'enimm.a n.on fosse sye,lato. çhi svelò appu nto e pienamenite tal e eni mma _fu non tanto il Kant, l'iniziatore -della mod,erna filosofia, 11qual~ però· può dirsi che· abbia fornito la massima parte del lavoro preparat.orio, quanto, il suo discepoio, iI gNmde Fichte. Questi, porta.nidb all'esvr·emo apice gli studi sot– tili intoi·.no all'attività conoscitiva iniziati dagli inglesi 'Locke, Hume e Be·rkelèy, -e poi v ·ertigi.no, samente inn.al – .zati da Kant, sco-prì quello che era stato il dif·etto u ltimo, il tarlo 1roditore, il ve'leno nascosto. di tutta l'antica filosolfi1ae di tutte· le tradizionali ed ll!ccreditate « spie– gazi-o.nidell'DniverSO·" · 1 . . .. La scoperta del 'Fichte, che ,egli espo·se nelle sue vane ·• ·d-0ttrine del· sapere » (sopratutto in quelle celebri del 1801 e 1804) è .questa: · Il contenuto del conoscere, ossi?-1a materia del sal')uto, o, in a\tri termini, l'Universo e le ,sue irufini~. parti, è in ma,ssima parte il risultat,o della no,stra attività cono– scitiva ,stessa, nel senso .e in quanto questa. elab.Qra e · ri•elabora, con 11Jnintenso. e perenne iavorìo inte·riore, , le sempli<:i sensazioni; le quali, pera,Jtro, sono anch'esse affe,tte in -sommo grado >d is0,ggettivH à. . Di que,sto fatto noi non ci ·rnndia.mo ·,soUtamente, conto alcuno, non es,sen<lonecies sariq, per l '-0rdina,riò uso· del conoscere e del sapere, averne penetrato i più ·intimi segreti, al moçlo stesso ·c9rne·noi m~r_igiamo,e:~igeria~o ben)ssimo, anche ,senza essere dotti -m anatomia e fls10- logla. . Il 'fatto però della nostra ignoranza circa questo, l,i– vorìo interno ,di elaborazio,ne e rielaborazione, delle più semplici sensazioni e ckca i va.rii gradi e modi con cui · esso si verifica, et porta a misconoscerli nel modo più gross,olano e btsJ>acco,, quando, in una occasione qual– siasi, essi si impong,ono inaspet.ta ,tamente e per vie tra– verse alla n:ostira attenzi one. Mi spiego con qualche esempio•. . Certe no,stre sensazioni, elaborate· iJ1 un certo• modo, ci dànno le conoscenze: cavano A, cavallo B, cavallo C e cosi via. Queste conoscenze, rielaborate,. dal pensiero, ci dànno la .nozione generica: i-1 « cavallo in genere ". Le prime cono-soenze ci ser'"OJI:oa,d, 1m determinàto US-O·, l'altra ad un·uso divemo. Se ho·bisogno· di cava,lcare, ecc·o che mi occo.r re un c avallo in carne ed ossa, un cavallo empirico o sensi.bi! e. Ma, se· voglio• scrivere un. ti:'attato dJ. 2loolo,gi a,ta più <1,l ca,so mio il·; c~v~ll? i? gertere »: Quale: è il vero cavano? Seconao -1 casi, 11 vero cavallo sarà questo IO quello·. Ora non è a.diré qua:nte diffìcoHà i,td a,struserie saltimo fuori tostochè il rapporto di cavallo. sensibile e cavallo inte/li(Jibi!e, da,l chia.iro -terreno dei varii gradi, modi ed usi del conoscere vie.ne tra,sportat0 sul terreno deJ,ragio• namento astratto, avuls o.' dalla viva raid,ice.dell'attivit/.i. conoscitiva. Altro esempi,o. In certe circo-stanze il nostro conoscere si coagula, pér cosi dire, ,si ccinso1ilda, si jrrigidisc'e-. Esso allo•ra ,si.'chiama. verità, realtà, ogg,ettività, essere, e si'fregia appunto del verbo è. Quando noi diciamo clie · , una cosa è, intendiamo. significare che· H nostro. cono- I ~cere è particolarmente solido,, consistente'. sicuro: Qù.é– sto e niente altro. Ma, trattando la questione' astratta· mente, senza pensarci sopr,a energicamente ed a fondo, ecco che si ,spalanca un abisso fra il, conoscere' e· la. realtà, e·non si comprende più per qual pònte ci sia dato di giungere dall'uno all'altro. ' ' . *** . La grande s~operta de1 Fichte venne completata ~ .Heg.el con una seconda sqope'rta. HegeI s-coprì, cioè! che la mente umana (attività cono– scitiv:a), menti:e da una parte per a,strazione si irnpig.Jia in affeirmaz•ioRicontradittorie, po-ssiede poi però, gene– ralmente, a.ccanto ad o,gni eopi>ia ai. nozioni contrac!it, torie, anche quella n:ozion e-sin-t esi,che tale c,on'l,r~izjone sup_era e -sa,na. Solo che es.sa non se ne rende conto , ,e adopèra le une e le altre nozio ni secondo càpita, se~za· riflettere sul nesso che fra loro le lega. Esempio tinico fra i tantissimi è quello delle nozioni essere·, non es'seie, divenire '(divenire· è ciò che, nell'attimg stesso che è, ,già , 1 non è• pfù), ·oppure quantità, quaittà, mtsu~a /miswra signi!fl:ca,la qµaF1tità de1la ~Halità e viceve-11sa.),_, spati@, tempo,, mQvtmento,. causQ:, effetto, infera.1.penàenza e via

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