Critica Sociale - XXXIII - n. 22 - 16-30 novembre 1923

CRITICA $()CIAL& Comuni .i quafi ha,nno amministrazioni longeve, tanti altri, per contro, ve ne sono che passano di, Commis– sario r.egto in Commissario regio_ Abolizione del Governo di Gabinetto , e dei poteri della Corona · Concludo su que.;;to punto. Nel Collegio ristretto la maggioranza relativa non· garantisce !'·esattezza rappresentativa;- nel Collegio nazion~e la esclude. Ed, -escludendola, vulnera., il r-egime rappresentativo. Con questa legge s'annulla il Governo parlamen– tar~, di Gabinetto,' espresso da una maggioranza co– stituita in seno al Pa,rlamento, che deve essere auto– nomo di fi;-onte al corpo elettorale. E non si con– serva nemmeno il sistema costituziOIIle puro della libera scelta-del Sovl'ano, quale si ebbe per ~µona parte del regno di Vittorio Emanuele Il, ·e·nOn si chbe sotto Umberto J nè sotto Vittorio Emanuele III. tranne che. nell'ottobre delfo scorso nnno 192:', In effetto, con questa legge, la designazione del - .Governo· si trasferisce dal potere legislativo al cor– po elettorale; o .,meglio ai ·comitati elettorali ed alle loro coalizioni. E la scelta, la libera scelta della Corona, che rappresenta poi l'espressiof,}e di un alto potere moderatore, arbitro nell!e contese civili e po– litiche del paès~. viene ·meno; perchè, se un dissidio fra la Corona e il Parlamento. può non preoccupare quando giudice rimanga il, popolo nei Comizi elet– torali,. non è, per contro, privo di gravi pericoli un contrasto della Corona con la designazione diretta del popolo'. Questo non avverrà. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che nei ses_l sant'anni- di vita nazionale la monarchia di Savoia, col suo tatto traùizional·e, senza ostentazione, con prudenza, ha esercitaf\') una funzione politica tuto– ria sul pae~. Orbene, io non credo che si possa ri– nunziare, i;;enza danno del paese, a tale provviòa funzione della monarchia. Coalizioni parlamentari e coalizioni di Comitati elettorali · La Legge- « espediente transitorio n Ma dunque - mi obie.tteranno i sostenitori di que- • sto disegno di .legge - si deve proprio consentire che il Governo rimanga in balia delle coalizioni par– lamentari, in balìa di maggioranze mutabili da un giorno all'arto?. Rispondo con un'altra domanda: E' vero, o non è vero, che il mal· costume parlamentare è in gran parte un.a. conseguenza riel mal costume dei partiti politici, e specia.lmente dei partiti òi massa, influenti dall'esterno sul Parlamento? E il malco– stume dei partiti si corregge, o si aggrava, con questo disegno di legge? U. problema., onorevoli colleghi; non è di mecca– nismo elettomle; è problema di educazione politica. Non il mecoanismo parlamentare noi dovremmo pro– p6rci di riformare, ma l'animo degli uomini. Coalizioni per coalizioni, io preferisco quelle che ,si possono costituire in seno a.i Parlamenti, fra per– sone elette dal' paese e· responsabili di fronte alla pubblica opinione ,con oneste transazioni in base alle aspirazioni inedie del popolo; preferisco si fatte coalizioni a quelle che possono formarsi fra Comi– tati elettorali, irresponsabili, quando la posta. imme– diata d i una elezione non sarà l'affermazione di un idee.le politico, ma 1a conquista diretta del Governo o dello Stato. Fra le une e le altre. preferisco le prime, che - costi~1ite in base- alle aspirazioni me– die del paese - danno garanzia di unà certa conti– nuità nell'indirizzo· diei. Governi che 'si succedono; mentre· l°e' seconde pÒssono generare, a periodiche scaden1.e, Governi con programmi opposti, ed anti– tetici. Rima.ne l'argomento delle maggioranze instabili. lo nQn so se tale argomento possa. opportunamente infocarsi. Con questa. legge un Governo potrà certa– mente essere aicm'o dagli as salti della 'minoranza; ma nb11 ll\i sento -di o.tferma.re che potrà es~ere egual- mente: sicuro dagli assalti della -maggiorauza. Di– ceva Giuseppe Zanardelli che una maggioranza troppo numerosa è poco combattiva ,non ha disci– plina e senso di responsabilità, e quindi non è si– cura. Un Governo che abbia un nobile ideale ei un serio programma, l'uomo di" Governo che abbia le atti– tudini per governare, si formano una maggioranza elettoral'e. · Se il Governo attuale ha la rnÌ:l,ggioranza nel paese, perchè vuole !JUesta legge? Ricorrono nella vita dei popoli occasioni ecce– zionali in cui le riforme e1ettorali hanno un valorr– di preservazione sociale. In Inghilterra, n'el 1832, nel 1867, nel 1884, Je riforme elettorali sono state equiva. ·Jenti o diversivi di moti rivoluzionart. Similmente. fra noi, nel 1919; non oggi. E allora, ripeto, perchè quesh legge? Risponde 1'01101-evole Salandra: -– E' un -espediente politico transitorio -. E con lui lo ripetono, a bassa voce, molti fautori di questo di• segno di legge. Ma v'è, in q;ueste parole, la condanna di una legge elettorale. E poi, il Governo presente ha bisogno di qu•esto spediente pe'r crearsi 1111a. mag– gioranza? Risponde il Governo: - Questa riforma traduce in atto uno dei punti fondamentali del mio pro– gramma - Quale? E' forse la revisione del' regime parlamenta.re in senso antidemocratico? Ma c'/> una c ontra.dizione in termini che no'l consente:· Parla- mento e democrazia sono correlativi. , Risponde la nostra Commissione: - Questa rifor– ma rafforza l'istituto parlamentare. - Ma. se ·non m'inganno, questo disegno di legge, invece di raf– gorzare ·ristit.nto parlamentare, l'o diminuisce e lo svaluta. Parlamento e Sindacato - Le forze del Lavoro· Io pongo il dilemma: O il Governo possiede il· se– greto di qua1che ordinameQto politico, altrettanto rispettoso delle libertà popolari quanto il Parla– mento, che possa assicurare al popolo una maggior somma .di beni, ,e a.Jlora Io sostituisca senz'altro al Parlamento; o non lo possiede, e a.llora non dimi– nuisca ma valorizzi qùesto istituto, che, attraverso la dolorosa esperienza secolare, si è dimostrato il mi-gliore per salvaguardare le libertà popolari. (Ap– prorvazfoni). ·C'è una riforma, ònorevoli· colleghi. che si ma– tura nèlla coscienza dei popoli e delle democrazie in- • dustriali; una. riforma che non può non sedUJTP e conquistare lo spfrito di un preveggente uomo tli Stato. Accenno ad un prohema formidabile; non in– tendo di risolverlQ. Parlamento e Sinòacato ancora non ~ono di fronti– l'uno all'altro, Ma se, in un giorno ])On lontano. si fronteggiassero da nemici ,non so quale dei - due prevarrebbe. Io penso che, lle.Jl'interesse del pae~, l'urto debba essere evitato. Avvicinare i òue istituti. e' stringerli in un fecondo connubio; trarre dai Sin– dacati le competi~nze tecniche del lavoro, le forze. po1itiche necessarie a bilancia.re le forze plutocrati– che; attraverso ai Sindacati or ganizzare il suffragiÒ universale; e nel Parlamento smorzare gli ,egoismi di classe e di categorie, fondendoli nell'intei•ess~ supremo _della collettività e della nazione: ecco fa grande riforma di un forte Governo. Il Governo, che saprà attua.ria non avrà per sè la maggioranza .d~I :?5 per cento dm votanti, o del 16 per cento degli elettori; avrà per sè la magg,iora.nza inoppugnabile · di tutte 1e forze produttrici del paese. A- queste forze, alle forze del lavoro' organizzate-. rivolgo il mio pensiero nell'atto In cui rèsriingo qu~-– st-o disegno di legge, beM augurando alla f.òit.una ed alla granrlezza d'Italia_ nelle sue istitvzio_l}i_ple– biscita.rie! (Commenti 1,i1 1 i.uimi, ,ipprnv11;io11i e' 1:071. gratula.iioni).

RkJQdWJsaXNoZXIy