Critica Sociale - XXXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1923

CRÌTiéA SOCÌAL~ come essa si vengd sviluppando. Non abbiamo -al tempo della u nostra» rivoluzione -;- Vittorio– ,sa a uostl'a insaputa :-· so!Ierlo di qualché m– coagrueuza psicologica tra· gli u'omim ,e le cose? Abbiumo avutò sempre perfette wscienze so.;1a– liste ad amministrare. cose socialiste? Non meri– teremmo di· rinascere se avessimo l'improntitu– dine di affermarlo! Quanti ,capilega,. dire.tori w Cooperdtive, ammimstratori di Opere Pie, di Co– muni,, di Provincie, ecc. inferiori· all'immensità del compito, inconsci o indifferenti a quella uni– versalità, di cui no n vedev ano che ·il lembo del .particolare cui essi serv.iv 'ano? Il- Partito torna ad essere il vivaio delle c; o,scienze,l'elaboratore orgo-g,liosodell9- dottrina, I osservatore e la gui– da della politica che deve mutare~! mondo col mutare del sistema di produzione. Esso parla al di là· dello stecconato in cui lo hanno impi·igionato; pari,a ai lavoratori: ma par-. la a tutti gli uomini... E' per la classe, ma pre.gia l'uomo; \'uori10 puro e libero; capace di inten- · dere ·e di sacrifilcarsi; 1l'uomo.ohe si induce in UI1i rnùvimenlo .nel qua\e .fo·rs,e esso avrà, ecoTiomi– camente e socialmente, tutto da perdere, ma riel trionfo del quale vede che tutto, è guaàagno -per la libertà, per là giustizia, -per la bellezza defia •vita. Il Partito ,riesce ad attirare quest'uomo in ragione della rispettiva indipendenz.3. dai calcoli, troppo spesso e trop-po necessariamente egoisti e materiali del Sindacato. · r Non è questa l'ora di tali .anime? Norr é que– sta, perciò, 11 'ora del Partito? I modi e le circo– stanze della reazione che hanno· agito sulla Co11-· federazione del Lavoro, sono quelle che impon-; gono di rispondere affermativamente-.' ConJedera- 7,.ionee PàrtiLo rientrano ognun9, Ìl•el'lacompiu– tezza della lorn 'o,rbita. La loro aUeanza si · è sciolta, pur 'restando vivo• l'afflato ..della comune origine nel s-0G'iaHsmo.Ma il Partito 'si rileva, si es•alta ,recupera qualcosa che av-eva ceduto alla Confederazione, vibra della passione di una lot– ta essenzialmente idealistica e politica, a cui può invitare tutti gli uomini che fanno çle!l.l'emanci- . paziohe del lavoro la -piehra angola,re <le\l'em;m– cipazione umana. CLAUDIO TREVES. .-Il consulto confederale Allorchè il tanto' atteso Oonvegno del 23 agosto stava per aprirsi, un ufficioso romano ammoruiva· che la Con– federazione del Lavoro non poteva illudèrsi di collabo– rare col Governo su1la base d.i un impossibile_ do ut des. L'ufficioso romano av-eva per~ettamente ragione. C'è soltanto da osservare che si è ae,corto un po' tardi del- ,l'esistenza di una tale impossibilità. Esso ed i suoi col– leghi in ufficiosità avevano, infatti, condotta per pa– recchi g.iorni una campagna intesa a stabilire, non sap– piamo se il do, ma certo il des fra li due interes.sati. Non basta che la Confederazione si• sia resa indipen– dente dal Partito ,sociali-sta - hanno gridato su tutti i toni; ma bisogna ancora qhe essa si emancipi comple– tamente dal penSliero e dalla ideologia socialista. A questa condizione, cioè alla condizione che la Confede– razione desse segno di pentimento e di resipiscenza dot- ' trinale, si sa:rebbe potuto concludere. In cambio del rinnegamento delle sue opinioni; la Confederazionf' avrebbe ottenuto non Sii sa bene che cosa. E' o non è ,questo un d,o ul d,es bello e buono o, tutt'al , pi.ù, zoppicante nel do? Parliamo di uflkliosi senza giura'f rhe interpretas- sero esattamente il pensiero del Governo. Si sa· di che cosa siano ~apac! gli ufficiosi quando ci si mettono. Ad ogn,i modo il Convegno si è trovato subito all'unissono coi tardigradi suoi •Mentori, escludendo in linea preli– minare che la Confederazione. fosse chiamata a -r cam– biare i propri connotati • - per dirla -con le precise paro!~ adoperate dal suo segretario generale. Fugato ogni sospetto sulla possibli.lità ehe alla Confe'. . derazione si chiedesse di rinunziare ad essere se stessa, ed •ogni giustificato timore che vi fosse· una corrente di.sposta alla larvata rinunzia, che restava oramai più da -decidere? Re.stava sempre un quesito grave di carat– tere squisitamente politico. Per una filza (li circostanze che è inutile riandare, la Confederazione era chiamata a pronunziarsi sovranamente sul suo atteggiamento di fronte al· Governo. Ciò non sarebbe accaduto se non avesse proclamato la .sua autonomia. ·Per dato e fatto dj questa sua autonomia, essa era formalmenfe invitata a dire se si sentiva a,mica o avversaria del Governo (in gergo .parlamentare· si dice • ministeriale • o • antimi– nisteriale •), caso veramente nuovo per la Confedera– zione, che di queste faccende era ,solita lasc.iare che si 'occupasse 'ufficialmente il partito politieo. · Il dilemma fu presentat·o con altre parole .:....• colla– bo,razione » o " anticollaborazione » -; ma la questione da decidere rimase sostanzialmente la stessa. Non era, dunque, poca la i,esponsabilità che ca.lava sulle spalle confederali. Insomma, la Conlederazoione era inopinata- , mente chiiamata a fungere da partito, e quindi a dar prova della, sua sep.sibilità politica. Pro.va ardua, senza dubbio, dac·chè la Confederazione aveva fin qui parlato e operato soltanto come organismo sindacale, Gl:i·organizz'l.tori, in quanto ta1i, erano portati a ve– dere l'organizzazione sopratutto. Il fascismo è stato il più fiero nemico dell'organiz~azione confederale, questo è ,vero; ma in sindacali6IIlo, come in politica, le immicizie · non durano eterne. Il discorso dell'on ..Mussolini alla Ca- mera, gli accordi raggiunti in casi particolari, le dichia– razioni fatte ai rap ,presentanti della Confederazione, non costituiscono es.si altrettanti indizi ,della disposizione go– vernativa à. mutare .politica nei riguar,di delle organizza– zioni conlederali? E quando è cosi, gli organizzatori che h;mno là cµra de.gli inte.ressi immed.iati dei loro orga- , .niz:;;ati, dovrebbero irrigidirsi in una ostilità musona, col perico lo di riattizzare le fiamme della ·guerriglia· ci– vile c.he vanno ,spegnendosi? Perchè non si accordereb– .bero alm eno sulla ·base della collaborazfone tecnica? Preoccupazioni certame'nte legittime, ma delle quali si può tener conto soltanto fino ad un certo punto; s'enza di che; certamente, 'il conflitto di coscienza non avrebbe ràgione .di essere. Il fascismo, infatti, non ha mai detto e non dice di essere contrario all'organizzazione; esso domanda· semplieemente che l'organizzazione segua le ·sue· direttive, entri nel suo giuoco politico. Chi, dunquP, non essendo fascista, si preoccupa di salvare l'organiz. zazione ad ogni costo, non ha che µna cosa semplic,e da fare: passare a1 fascismo o· acconciarsi, almeno, al suo giuoco. E' véro o non è vero ehe elementi amici del Governo incitavano la Confederazione a collaborare col Governo, cioè ad aderire, in sostanza, alla sua poli– tica, senza nemmeno chiedere quella abiura che invece pr.eten-devano i fascisti più intransigenti, ossia più an– siosi di reclutamento· che ·di equilibrio politico? Ma forse che l'invito a collaborare nel senso politico e parlamentare della parola doveva essere. respinto a priori? No. No, per coloro almeno ehe non sono massi– malisti. I massimalisti ,sono anticoUabqrazionisti per principio; è naturale, quindi, cJle non. potessero fare eccezione per il Governo fascista. Ma quelli che non escludono in modo assoluto la possibilità di solidariz– zare, di simpatizzare, anche nel presente regime, con un Governo, di sorreggerio o di collaborare positivamente con esso, non possono far altro che scendere alla valu– tazione oggettiva della poli tica che quel dato Governo fa, per vedere se sia il ca.so di augurarsi che si consolidi o che venga al più pr esto r ovesciato. Ora, se dicessimo -che non c'è stato un momento di in– certez~a al riguardo, se negassimo che si era a tutta prima determinata una corrente nello stesso campo con– federale, la quale pareva ben disposta - non sappiamo se ossessionata dall'idea di mettere in salvo l'organizza– zione o da che altro - a passare sopra a quei problemi di libertà pei. quali. esiste una opposi zione in paese, diremmo cosa non rispondente a verità: Per essere ve– ritieri bisogna riconoscere che qualche eccitamento a saltare il fosso parn anche dal di qua. Il Convegno con-

RkJQdWJsaXNoZXIy