Critica Sociale - anno XXXIII - n.7 - 1-15 aprile 1923

' 10'1!! CRITICA SOCIALE • Non credo che I 'on. De Vecchi, uomo prontq di mani e poco incl~ne ,ai ·1unghi ragiona,ri, a:spi-rial– la gloria del pens,atore polit.ico, ma in quelle opi– nioni che egli ha espresse, a p•roposito delle pen- · sioni di gu'el,ra, sui dirilti di v:ita e di morte che lo 1Stà.topossederebbe sui propri << soggetti » nòn· c'è nulla di nuovo risp,etto allo .Stato «fascista».' Se ne è parlato spess·o, dai propri seg·uaci, di que: sto Stato, come di un ente te-r.ribil_eed ;inesorabi– le, che piega i nolentì e schiaocia i ribelli. ln ge- . nemle il V1ocabolario fascista è pieno di parole sinistre e di ,immagini paurose. « Du·ro », « ineso~ ra.bile ·», « spietatò ,~,« s.chiacc.ia !I'e ;,,. « stritolare .ii e somiglianti, sono parole che ricorrono con armo– niic,a,frequenza 1n tutte le manifestaz:ioni rnfllciali~ ufficjose, pubbliche e pl"ivat,e del partìito dominan– te; ,e posso-no anche rispondere ad un fondato pro- '- posito, ma, tmppo r{petut.e,, hanno non poço sca– pitat,o del-la loro teflribìlezza. Ora, proprio e,ome dii u,w. o-rganizzazio·ne sovrana, sottr.atta al libito dei 1 sudditi, p·n.rlano del loro Stato gli attu_ali d·o-- ·minatori. Quando perciò l'on. De Vecchi, e tant.i alt:ri acca)lto a lui :si potre,bbero citawe, nega che_ lo Stato abbia obblighi verso i mutilato., di,ce cosn ohe ha .fatto senso perchè ·veni·va da un partito di -antichi· combattenti verso le più dolorose vit– time della guel,'ra; ma ché in rea'ltà era giit st.a-to ripetùto infinite volte a niguardo del rimanente bestfame cittadin~, e risp'Onde. poi al_! 'indole di uno 8tato à11to011atic,o, sottràtto al cont\mllo rlella generalità dei C:madini. , · _La teoria è veochia; è 1-a\.eo,ria del d:is.potisrno 'o dell'assolutismo; --è stata codifi.cata ip termini de- ' finitivi dall'Hobbes, il grande teorfoo delLa :restau– razione ,assolutista (2), IDgli sc;r•ive: « B' dl,ltHJUe hi.anifos.to çhe in ogn/i sociètà civile si tl'ov,a ,un: uomo o un'assemblea' G'he ha sui particolari una. così grande e·,giùsta p,o,t.enza,quale ognuq,o, a1,di fuori deHa società civile, ha ,sulla p;rop,nia perso– na--;ciò che signifì0a un 'auto,rità sovna,na ed. ass.o– lut_a, tm:itv va.sta ed ,r,stesa-quanto le forze della repubblica lo, permettono ... I segni di questa so– vranità: s-òno il. potere di ,fare e abrogane le leggi, cli dichiarare la guerro e ◊0nclude-rè la pace, co– noscere e giudicare di,rettamente i p-roc.essi, -eleg– gere i magistrat,i, i consiglieri e gli ufficiiali.. : :Forse qu-alc:uno vorrà °i'IllfeI'.ireche la s-ovraaità possa esserie tolta -a colui che l'esercita,· e che 'r,iò; poss·a farsi per consenso. ullan:ime ,di tutti i sog– getti ... ,Ma io conclud@ -che iJ. popolo, per quanto in ,gran numero si riunisca e cospiri contro• -il sovrano, non ha punto il diritto d'i togliergli la sua potenza, a meno che il sov,rano istesso non_ vi aocoosenta)l. (Holibes, De'Cive, cap. VI, § XVIIÌ e XX). Stabilita così la sovranità di un· solo o di un gruppo di persone, -è in essi, ed in es,si sol-' · tanto,. che son niuniti tutti i diritti, com:p,rèsi quel– li di disp,orre della -ricchez2;a privata. E' lo· Stato che ·è ,padrone della vita e d,ei beni dei propri sog– getti, come appunto vuole il De Vecchi, .il ql\ale non poteva suppone ,q:uanto fosse hobbèsiano ... (2) « En effet, c'est, la. phiLosophìe d'Bobbes qui ~a don,ner de ce monde le d<!mier mot et le deri:,ier -trait. » TAINE: Hist: de I.a _bitt. a,n[!laise, II, j,a,g 468. ~ Però· dì questo mongo ch'l t,ernb1le op1n10:1e a.v.eva i~ Taine! Egli crede che tµtti i _costumi ' ·ùella restaurazione 111glese siano riassu,nti qe1la vita del conte- - d'i R-ochester: « oe sont !"es moeur~ d'u11.sa.ltim-banque •eflrerÌé et t-riste » (pa.g, 461), , Biblioteca·Gino Bianco ,. Il set-timo dogma.-::-· -co-ntin.ua l'Hobbes con. ' Lrario al beue dell,o. Stato è ,che, ciascun prrivat-o abhia: la pi-ena,propr,te,t~ del prop-rio bene _eduna signoria assoluta _ su -ciò che form;i la_ sua pro– pt'ietà >>. 0Gap. XIl, ,§ Vll). Gli altiri d,o ,g.mì con– tra.r-Ialla stabilità dello Stato sono: L.che ognuno possa giudi·ca_re col proprio gi•udizio ciò èhe è benr e ciò che è male; 2. ohe ,i sudditi po-ssano-oacle.n; ~n errore ob,b~derido ai propri ·,Pri.ncipi; 3. òhe éssi a:bbiano il diTitto di uccide-re il pr,oprio tiranno:' ,L che l'autorità 'sov:rana del Principe possa es- - sere d!i'visa.1.:onun'as'semb-lea .. Il qum'te e il ses,Lo :dàigma riguardano materia te.òlog\c-u. e, non tro– vano .a.ppliçazione·, aJlmeino Q'er o,ra, -ai casi no: ,stri: ma, se far.emo- la oonciliazion(:) cor Vatic:ano, e allo.m sarà il c,c!,slO di chi-edere· nuovi l'Umi ad ,. uno scritto-re c.Jliecomp:o,nev,a la difosa dii una re– stauv.azio-ne cattolioa. Il De·Cive è statb publ>iicato nel 1651. E' iro.quell'anno-che ci·,trasp0irta Ja s9- ci0Jo,gta poHtica d.e-Ifascis-Tio. Un tale anacroni– smo v.ale più di qualunque àitièa. E' vero c-lie -la riuov1. dittatura non sii e:oercita. in nom'e di un P:rincipe-,- ma della Nazione. Ma ciò non -nrnta nulia alla_ sostan2;a, ·e per Hobbec il So,vrano a\ssolut-0; padrone degli avéri e d_ella vita dei""cittadi,ni,- può ess-ere ·tanto un :P,rinci:pe - quai:it-0 una collettivita.- lno-Itve, la NaZJiÒne· -·esserr~ do _una, collettiyitià; _ è ,taippres,enbata _dal 'gruppo, più ri,stretto, o dall'irtdividl!lo eh.è se,· ne as·sume generosamelilte il.pa :tro©ini0<. Ci si igoodagn~ 1 s0l– t~nt0t questo: ,e,:h,e il monopolio goduto dal'l·' « U– nico,, dève semp,re -imporsi cautelè, le quali la •tiramni'a imposta: in nome di idèe,' astratte, può. scansare o ,r:igettare. • (:3,, · 1 m:. .Pero -Hoihb-es è , H . filosofo d~Uà ,l'estal!l.ra.zione e;attohc.a, ,aris'tocratiGa -e ant,i'borgla.ése. Serve, ma sino ,a un certo punto. Le -s.l!J.e t oirie sullo, Stato, che può disporre @èlla'p;roprfo~à p-riivat(l, dei, ,oit– tadini, cioè dei- « s\.ldditi », 1,ùm· è amena. Non oon– duce -essa_al socialtism@ di ,Stato? (4). All'epoca d.i Mobhes si Mcluceva a mu.niire Carlo m -e ,la .no– bilta· cattolica det diritto di .. esprop,via're - i mer– canti cromwelliani. e i banchieri. ·p~otestanti de\/ loro avere, a benefloio della 1~,v.lriat:anobiltà. Bi– sogna trovare di meglio. r ca-r-a:bi,ni,eri vanno sem. pr~ ,a àue.,a due. Hoilibes sl, ma in pompagnta• di Niet,zs,che. Hoibbes .e,Nietzsche ! -un ingles,e e un. tedesco; le dottrine -itaJ!iane- del nazionalismo sono anch 'es:5e..,. allogen.e. E qua;nrlo Ji)roprriovç,gliol'l.O acquistare 1 1111 sensetto d:i latinità, non ries,cono· a mettere la mano qhe su ,di un mecliGcre porno- , grafo, il precla-ro. autore dell'Entr~rrieit~iise, H si– gnor Daud.et, con rispetto pa;rlan<J<11. ~ - . . Con Nietzsche~ essi pensano - è un'altra co: $<I._ Quella ·sua teoria del superuomo s-eirllbr<a fatui apposta ·per spiegare i'l succes;;o- dell 'indl!lstriale, i dello speculatore ,pi'ù ar•dito. La Gonoorren~ com~- , . , . . . .j ' . ,. ',(3) ,E' pr~priò a pro,poeito dell'i,dea ..di • pe.tri-e. » che il Go,. .b11;~u, scr,v~ :_ • L'ex~rience de to"Ì! les siècles a demcintri qu '(I n eo:t _pire tyra.nme que oelle <tu,1s'exeroe au profit des fictions, etres de J]eur natu-re i.neensi•bles, jmpitoya.bles et dlu?\e 1m~udence sa111& -bornès dans· leurs prétènlions. • (Essai sur l'iné– gali(é de~ races humaines, voi, II,· pag. 31). ' · ("4) Lo ,.S~to' ~o)-te ha. istintivamllnte ,Latendenzà ad•-•inv11,derè ·. la pro~riefa· provata.. Se_lo ,Stato faeciata durerà, oom.l è llltOlkÌ p~·obwb1le, !'<>Ì gli ;vedremo far-e i più radicali, per qu 111 nto illo– g10,ed, ~penme(\ti d_ì riforiaj'!ll\C! ~qeia.le , f{,11, plutoor~ie- 1e, t!,Q avv ,ra. ~ - ' - · ~

RkJQdWJsaXNoZXIy