Critica Sociale - anno XXXIII - n.7 - 1-15 aprile 1923

\. 106 CRITI<:A SOCIALE • possa farne senza a lungo e, quando ne è priva, la reclami. Benchè sia ancl:ie verissimo che, se potesse, e&sa vorrebbe averla per sè, e rifiutarla al proleta– riato. Ma poi s'avvede che la mancanza dell'aria comune asfissia l'uno e l'altro òei contendenti; e,. ri- . vendicandola per sè, -deve pur piegarsi a riconoscer– la altrui. Perciò il fatto ch'essa la chieda ha un profondo s:,gnificato, indipendentemente dalla sua sincerità soggettiva presente, dalle sue responsabilità passate, dalle sue intenzioni future. Il fatto solo ch'essa la domandi e la aeva doman– dare, ha un valore suo, una sua « sincerità » cgget– tiva e involontaria. Gli è che, come, nel campo eco– nomico, il capitalismo dà vifa al proletariato che via via eliminerà il genitore, così, nel campo poli– tico, le istituzioni liberali-democratiche~ la Costitu– zione, il Parlamento, sono proprie e necessarie della borgh~sia come dei lavoratori. E invano la borghesia spera difenderle o riconquistarle per sè, e negarle ai lavoratori. Essa deve riconoscere, sia pure a malincuore, che non bisogna mai stancarsi della libertà, se si vuole averla: neppure della « libertà... degli altri ». GIOVANNI ZIBORDI. Il panegi'rico dellaBorghesia rChiose al Manifesto di Marx edEnoels < 11 J Il quadro dell'eçono.mlsmo borghese, Ciò che piu colpisce, rileggendo oggi il Manifesto dei Comunisti, così. ineguale nella ispirazione ·e co'sì frammentario e parziale n-~lla tratta_zione dei proble– mi teori'ci e pratici del nuovo partito, è la potenza e grandiosità della prima parti), in cui si abbozza la critica storica della borghesia per dedurne (che ·dal (1) In qualche punt.o <!ella co,lo-s,;a;lssua Op,,ra, Marx tratta a ,dirittura. da reazionarii - reazJona.rii · involonta.rii ed in– consapevoli - coloro chs prstendono proosterminarn colla. fa-n– ta.s'Ìa, (e in rsaJtà non si sa,prebbe coms lo potrebbero altri– menti) i particolari atteg(fiamenti dslla « società .futura » che a,vrà onigine dalla a,bolizione ,dsHs alassi, ossia dello sfrutta.– mento capitalistico. Per la stessa ragione, egli néga. un'esistenza. a sè, "!,Utonoma, jndipenden-te, del di.ritt.o, della moraJe ecc., che considera come, non varia.zioni, ma de·rivazion·i (altri dis~e: aoprastrutturs) delle variaziowi del fon,da,mentals fatto econ - mico; il ohe, per altro, non signi.fioa . affatt o che cotesti feno– meni d'indole morale, una voltn. ,:?& nera.ti, non acquistino una vita. propria o non rerugisoano quindi, in determinati modi o misura, sul fatt.o economioo stesso ohe li ha genera\i. E' questa l'essenza del « materialismo storico», che - per quanto fratln– teso e non compreso e calunniato dai più, anche da molti che ss ne v&ntano ssguaci - rimane la parte sempre fresca e, se– condo noi, impsritui,a. del marxismo. del quale inyooe tante altre parti, appaiono oggi' caduche e insufficienti (Baratono _ac• oenna g<iustamente alla. 'formazione dei cartelli e dei trusts, che impedirono gli effetti dslla concorrenza, e al prevalere della Borsa. e dslla Finaruia sul capitals in.dustri.ale propri-a.mente detto), non perchè fossero errones ii.n sè ste"'\e quando furono prima. concepite, ma pei,ehè nuovi fatti e una evoluzione di cos", allora imprsvedibili, hanno mutato la 'base· dslla teoria, " perohè vogliono esser~·oggi « rivedute• in obbedienza pro– prio a quello storicismo;' ·chs è uno dsi caratteri essenziali del marxismo stesso. · Adelchi Barat.ono si ,mette su un terreno non solo diverso, ma. radicalmente contra.rio, a quello su oui e da ·cui germinò la. O?ncezione m~rxista.. E' opportuno chs il suo peru,iero poS6a oophca.r,s1-tutto mtsro, senza subirs la « molsstia. polemica » di interruzi oni e. di contraddizioni frammentarie ed occasion,ali. Noi èi rissrvia.mo di contr-a.pporgli a. suo tempo, o personal– mente, o psr la penna di altri, nostri collabora.tori, la. ri-a.ffer– mazione organica~ente oomp!eta di :<iueUa,parte, p,,r l'appunto, della teoria marxista, che reputianno incr-ollabils di fronte ad obbiezioni,• nuove in app~I'enza, ma che oela.n~ .-- a veder nostro - sotto vern.ioo più moderna, quelia. stessa mentalità me– tafisica che ,j.j 111arxismo gjà avey,,; ,-ittoriosaJflente spiegata. e 1 oon lo' spiegarl(I, demolit", · · ' '· ' ,. I . {Not11FaèUa CRITIOÀ) •. Biblioteca Gino Bianco suo stesso seno, per le sue medesime forze, .economi-• che), con i suoi medesimi metodi (rivoluzionarii), in-– fine con le sue medesime finalità politiehe (nel con– cetto di Stato come gestore d'interessi) ed etiche • (realistiche), ineluttabilmente si sprigionerà la $0- cietà comunista. « Il Manifesto rende 'piena gi.ustizia all'azione r1- voll,1zionaria, che ii capitalismo ebbe nel pasr,ato ,,, consente l'Engels nel ·proemio cl~l ''j3 alla trad:µzio-, _ ne italiana. - 1, La borghèsia. eh.be nella .storia .un ufficio sommamente rivoluzionario (dice il ":Vlanife– sto). Dov'è giunta al pot,ere, ha distrutto i rapporti feudali, patriarcali, idillici. Ha-strappato senza pietà i variopinti lacci feudali, che stringevano l'uomo ai suoi naturali superiori,· e non ha lasciato fra uomo e uomo altro legame che ·n nudo interesse e l'arido pagµme:nto a contanti. Ha aifogato i santi fremi ti dell'esl).ltaziohe religiosa, il ,·av:i.lleres..:o e,ntusùum10,. le malinconie dei cittad,ini _all":mtica, nell'acqua ge– lida del- calcolo egoistico. Ifa v:i,lutato .nuaiito. si .paa ga la dignità personale e, in luogo delle innumere– voli -franchigie conquistate e patentate, ne proclamò– una sola: la libertà di commercio senza scrupoli.· In, una paròla, invece dello sfruttamento velato da illusioni religiose e politl.che, lo sfruttamento palese, 'senza pudore e senza viscere ... ». . · · E' dunque il materialismo economico che brut.al, mente ma sinceran1ente e, secondo il Marx, utilmen– te sbarazza l'umanità de' suoi idealismi codini e la sprona a tutte le sue foci. « L'epoca borghese si di-– stingue da tutte le precedenti _nel continuo sconvol– gersi della produzione, pe! l'incessante scuotersi di ogni condizione sociale, per l'incertezza e il movi– m,entò perpetuo. Le dure e ruggipose relazioni, cui andavano unite maniere di veder~ e di pensare nse 1 ve~erabÌli dall;età, vengono sciolte, e lr nuove in– vecchiano prima ancora di ossificarsi. U gerarchico e lo stabilito se ?}e vanno, il sacro è sconsacr:-).to, e gli uomini sono finalmente. costretti a guardare,. spo– glie d'ogni velo, le loro condizioni d'esistenza è i loro rapporti reciproci »._ · Il c11:pitalismo industriale, cinto del i;uo solo eg9i– -.smo, apparisce allora ·nel Manifesto come il cavalie– re dell'avvenire: migliorando di continuo le sue armi, ossia gli strumenW di 'Produzione, « atbatte ogni muràgli.a, », attrae nella civiltà i paesi più bar– bari; accentra le piccole regioni in nazione, e si ,apre il varco oltre la nazione rende.ndo cosmopolìta la produzione e il consumo di ogni mercato; sbaraglia gli ostacoli feudal, ed erige in vece loro « la libera concorrenza con adatte costituzioni sociali e ooliti– che »; produce, infine, una ricchezza cosi sovr;tbpn– dante, che « troppo angusti sono · ormai i rapporti della borghesia per contenere la ricchezza crc•ata da ess·a », e nascono cosl, spontaneamente, ]P, eondizio- , ni della società nuova. · Da questa borghèsia realistica e· rivoluziona-ria, che ha per suà arme la fre_3da scienza e per sua mè– ta il puro interesse, s'ingenera, per ineluttabile ne– mesi storica, -il proletariato che la dovrà distruggere. La grande industria accentra i suoi strumenti wna– ni nelle sentine dell'urbanesimo, facendone nn sem– plice (( acceSSQrio della macchina »,. ridotto- a mac-. china parlante (come' diceva dello s·chiavo· l'antico . Va_r,r:one),che_, 4 «.invece di elevarsi c~l progresso del– l'i~dul?t:riii,, c~~,e semp_re più in basso, al di~otio del– le,c~ndizionf dell~ propr.f.a cl.use:»; e ne(pr-oleta.riato

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