Critica Sociale - XXXI - n. 22 - 16-30 novembre 1921

I• 'l,ua volta di certe situazioni, così 'che, sèn;a parteci-·· 1. tesi. nellà sua ast,;azionii o nella pura potenziafità, ma parn (ùrmalme1_ite al pòtere 1 ne ,ebbe ~·faUJltati eqniva- · se la Taffigiua nella ccinc/eta imlI\ediata applicaziòne, lenti. · · doveva inevitabilm'ente :negarci_la maggioranza. Fu talvolta un'alle;nza' vera, e 'propri~ con gruppi dem~cràtìci eh.e, accettando le tesi della libertà dell 'or– ganizzazionè opera'ia; rovesciarono . ~ si so~~ituirono a• un~govern·o .piµ reazionario, o: che conquistarono le amministrazioni coin>Ìrnali,portandovi un sofjìo di vita· moderna. Fu tal'altra un ·.tacito assenso: una benevola· d.itlidenzà, una ·ostilità temperata, per modo che alla <:lasse lav01 :a.ti :ice. fossero copsentiti' 'sempre maggiori sviluppi e nuove. posizioni. Anche. l'àzione diretta: o .di piazza; che comunque 1 ni'fforzava l'azione uarlamen– t11.re ,serviva a determinare, ·llon-·u'n irrigidimento di . * * * Ma v1 e uva parte che dipende da noi. Ed ~ nella· consegueI!te irrcertezza ,9olle r.011clusi,.nidei nqstri '!on- · gressi e dei propositi del Partito., · Condannata Ol!ni tattica· di°o,Jpor1·u11 ità 1 \.gni. azinne 1,ositiva del Gruppo, parlameutarè, e me~si in sosµetto , _ogni transa~ione o ogni accorgimento, è stata riconfer– mata, è, vero, per_la terza volta, la fede ·nei fini e nei metodi d~l comunismo. Ma con_quale ri~ultatò utile ·. se continua, negli ùomini.del Partito socialis~a· italia.no , e fin nei suoi dirigenti, la rèpugnanza all'uso e aWor- · ganizzazione dei mezzi che il -comunismo preferiscé?. n contrasto finisce inevitabilmente nell'inernia e nel' disorientamento. . lotta, ma transazioni, ~ediante le quali la classe do– mina.nte concedeva, spesso; , miglior11menti,' accoglieva volontà, riconoséeva istituti della ·cJasse lavoratrice, la quale, pur senza domina,re, influiv,a con, la sua forza S!3:mpredi più 11e1làvita. e sul governo del Paese. , Per modo che la lotfa delle classi, 'per quanto ac– cesa e v~sta, ,i"on· assunse in Italia cert.i aspetti più aspri o più barbliri che la storia altr0ve 'èi mostra; e •Ul'S!iuno p1\ò "hegarè ·che, triuH,~898 é: il,'.l'!:nll:' allo sv.iluppo della chissà lavoratrice corrispondesse n:nche la pro~perità della ·Nazione. Da·una parte gli uomi'ni ·più fattivi e più colti i rimangono disoccupati- o iniwidiscono contro l? .,tes·so \. Partito.'·Dall'r,ltra il massi~ali_smo, in mano a~li' inett! , e ai bagolon.~; divi!m.e u~ pqro m13z.~opolemico.· Chi dovrebb'e rivolgerà l'azione. diret,ta. al fine ché sP, è_ l preoocupat.o soltant9 di una certa situazione i'nterua- ' 'zionale,. non . sempre assorbel)te e preponderante. Le . * masse disorientate non sentono .p.iù il Partito, ed è * * ·, ,gr:àn ventura se ancora' agisce per esso la Confe-iéra- I;nvece, dopo gli ultimi Congr!)ssi', sembra .che il zione del Lavoro. * * * ' Partito socialista i~aliano debba isolm·si e•fri·iffidfrsi in U'n atteggiamiinto, di pura negazione. • . · Ed è an,siosa la domand-a. di molti, dei migliori, Ormai è estremament~ nr~ente p·rovyeaere. Uscir se il Partito non si accinga a ripetere lo stesso errore dalle formule nella realtà, dalle pol~uiiche nell'.azionè .. dei clericali . di quarant'anni fat e se da esso non di~ · Contare sulla fafa(ità. sareblie ormai balordo e de– penda. i;n.< parte quello statò di atonia e la pbrdita già: littu9so.' Sono gli uomini che devonò muoversi. incominciata -di alcune posizioni e di alcuni vantaggi I · Se c'è una Direzione del Partito, dovrebbe ri,ma– materiali1 che, se pur non costituiscono la vera forza '· ner.le assai poco tempo da dedicar~ alla funzione di di un partito che couduce la lotta •di çlasse, ne .sono inqui,;izione inter~a o ai' unificazione del non unificahile, i sussidi .per la migliore· valorizzazione e utilizzazione. e- doyrebbe ·cessar di .coprire, rigettandola sul Gruppo, * * * ' l'incapacità. di percorrere la propria via _per proprio conto. Tn'tti noi dobbiamo rii;rordarè che anche la nostra forza parlamen.tà; re ha pe,r fondamento quasi unico-la Vi ,è certamente, in questà situazione anche una · ·forza rivoluzionaria della-massa lavor;i,triee e non le parte che sfugge alla nostra volontà. . ' Qnella parte della stampa ,é dei partit.i bo-rghesi, I vaue illusioni sulla b.org4,esia. :fy[a gli altri, 'hanno il che sembrà deplorare O meravigliarsi (un'alti:a parte, ,la dovere di smettere le parole grosse senza senso, i , pennacchi senza 1 ~zione, e la djffàmazione per coloro più reazionaria, se ne compiace vivamente) ~he al Con- ' che sanno e lavorano ,positivainénte e,onestamente, per. gresso di Milano non abbianò trionfat.o la tesi di colla- borazione e di· part~cipazione, fingono:. di dimenticare i,!'bene della classe Javo'ratrice.- 1 ,· ' - -tutto quello che essi hanno fatto negli ult.imi tempi per . · .C'è gloria p~r tutti: per tutt.i gli u0mini di buona renderlo-impossibile. ' · volcintll. . EJ vero !]he ia org~nizzazione operaia stava- sti;in- G. Matteotti. gemlo ormai,dappressq il pro:fi,ttocapitalis~a;. mà 1 man-·, 'èafià la riv'ò!ù'zipne, i::rra soluzione si sarebbè potuta' treva1,e uguàlmente nell'a]!_mento e miglìeranienfo della pròdu:zione e in uno svilnppq eccezionale di forme nuove, .per le' quali il proletariato assu·messe l'interesse alla produzione. Ma il' capitalismo. itali ab.o_preferisce,c.;i~rcRre _'.invece il p_rpiitto nelle fo~me pii'.1 dannose e parassitarìe . di .Rpeeula~ione a danno della colletti yità., ,e di, tentare la disg.r;egazione della classe oper!!iÌ'a: . In politica estera, risorge il nazionalismo, scuola demagogica di falso e di guerra. In poli'tica i0terna noj ·abbiamo vi,ito con s,c }fifo.la ·viltà é la incapacità del liber.ali~mo e, della demoor~ia. ad esprimere una sola yoce èpn•tro l'organizzazione aperta, della,,violenza ptiyatà più criminosa, a ilanuo de1le associazioni opèraie•,, e contro il 'manutengolismo ignobj,le del Governe, della .,· forza'_p\_bblica e della Magistratura.' Co,si éhe la massa., in quanto non può seguire uns: • • J I • ' I' I L •I ' '" Lasconfitta della ·demaòogia" c.omun:ista al.Consiglio Nazionale ·d llà ·Confederazione· del lavoro I -~ «Fronte. unico e sciopero generale». Ecco l'ultimo ritrovato .della farmacopea comunista per guarire tutti i "mali da cui è tormentata la classe lavdratrice. Disoc– cupaziori.e,e .•miseria, caroviveri e p.e'nuria degli alloggi, o:ffen!<ivapad-ronale e reazione fascisba: per liberare il prnletariato da tu-tte queste torture non c'.è che un ri– me-dio: « Il fronte unico per lo sqiopero gener\tle ». L'unn e l'altro costituiscono una binità inscindibile. Non può 'e~serci :fronte uùico senza scioperq gen~rale; e viçeversa. In questp nostro Paese, dove la gente vive più di formule che di opere-,· fa formula coII)unista avèva tro- · ( . ' " ... , ,

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