Critica Sociale - XXXI - n. 22 - 16-30 novembre 1921

un isti:u~te a,<;l ascoltare; l'ii oosa ~oteva essere' in– ter~ssant~. Un parfito. è un\iclea ..Qual'era l'idèa del partito. fascista? VÌtali.a ?1 Ma è di tutti gli Italiani. · _La_ giovinez_za? È un inno ·ed è -una stagione. L'inno, . ripetuto, stucca, e la stagione p'àssà. dli oratori vennero al. proscenio e dissero tutti i. luoghi CO- - muni di' tvtti i pa~titi borghesi, conservàtod e 'de- . mocratici, con vaghe raschiature sovversive.' La · vecchia destra, la sinistra storica, Mingh•efti e Cri= . spj, Mazzini e Sorel, un'insalata, -un centone, un imparattccio. Ma un'idea nuova,'·o anche veçchia, ·ll}a propria, no! -Nè un'economia, nè una filosofia, e nepP,ur~ Uf.la coltpra ria·ssuntiva _delle preoccupa– zi0ni del ~empo. Tutto l'estero è stato consid_erato .nella prospettiva df una spedizione punitiva a lu– · biana. Tra Versailles e Washing_ton, non è troppo poco? La borghesia" ne fu gongolante. La borghesia non ama i partiti borgh'esi nuovi che sono sempre :-sfa-ld§lme_nti nell'unità. d_egl:inter~ssi. La borghesia· . i,n quest'ora approva- la fusione cli tutte le demo- crazie, _da quella liberale a quella sociale. Così va bene. Stringersi, non dividersi. Più il fascismq si mostrava inetto ad essere ùn partito, e più. doveva ·restare quello· che è, un movimento di miliza pri– vata, una guardia biancà ai ~uoi ordini. Perciò del congresso, fa~cistièo la borgh.esia si apprestava ad app~~lidire la parata miUtare. La parata militaré confutava -ad· un tempo la pretesa del partito (si viqe mai .u-n partito chiuaerè i lav.ori del ~u0 con~ gfesso cestitu-ente, pàssando la rassegna con le ar– mi puntate contr,o glt altri?) e rassodava la funzione del fascismo come strumento di minaccia 'bellica verso Ja èlasse proletaria. Il Gove_rnofavorì in ogni modo l'adunata bellicosa, sfoggiando un liberalismo mai v;s'to, ultrastatut-ario, attes6 che fl diritto di ciunione, secondo lo· -Statuto, è " il diritto di adu– narsi paciflcamente e senz'armi,, (art. 32). Senonchè la para,ta militare - finì Irta-luccio. And0 per scocciare e fu scocciata. Un 'ferroviere ucciso alle porte di Roma .segnò l'irrefrenabile sol-, leva;done del ,prol~tariaf0, cui aderì l'~pini.one pub~ blifa. ,Roma, tra scene barbariehe, assistè al pri_mo . sciopero generale di di.fesa ffroletaria, che' durò ·fh1chè i guerrit!fi non furon'o partiti. La r_ea'zione fu sconcertata. Il fascismo era stato fondato per mettere a posto gli scioperi, ed etco che imperti-– nentemen·te .lo sciopero. scoppiava· davanti al fa– scismo e èAcç,java il fascismo. Tecoppa-, moderato 'lo1J1bardo, gridò ali' ajfr.onto, ali' agguato, ed an- , cora _ckiede f~rro e fuoco contro i ferro:vieri, rei di avere abbandonato il servizio, dimenticahqo che 0gni obblig0 cessa di fronte al, diritto della difesa d!,!lla propria' i11\!01ufr\ità. '" •· " '"' · ,. ·:' .,. , H Ministero .è aggredito da tutte le· parti; anzi la divisione si apre nel silo · seno stesso, fra de- .- mocratici e popç>la;i ga una parte- e - cÒnservatori e militaristi dall'altra. Gli uni raccusano ,di averé favoriti i fas,cisti _:_.éd è v.ero -:- e gJi altri i. sov– v,ersjvi. La Ca,:nera si aprir* il giorno 24 e sarà SJ,!bitoir;vestita qi questa discussione. Dicesi che if Governo pos~a anche cadere. Naturalmente i so– cjalisti, che in tutto éjò h<!,11110 purè qualche inte-' res~e d,a tq,telp,.re,sqno fuori eone.orso. Ossia, se I.o, ,s-tell.onevuole _ç.qe sié/,'\O gt.i antifasci'sti ad_ at- , tacca.re il Qoyer.o.o, ès,si li aiut,er~nnp impavidi cori J'aµtomaijca con$lueoza dei loro voti di opposizione i11.trànsigente; ·~e invece s~ranno._-i fascisti e·· filo– fasci~ti ad attaccar~, essi daranno a gues_ti, impar-,, iiwJme;1:1,te? coQtro il Governo 1• 1 usi~Q dei_ l9vq suf- fragi. -Distinguere, è proibito; scegliere, è peccato mortale. Fidiamo nello stellÒne, ché. ·sa ·meglio di noi qu~llo che, debba farsi... da ~oi. CLAUI;>IQ TREVES. Lo sciqpe1·0 di Roma, pe1· le cause che Z'nanno provo-· . cato, pei·~il fine che. si proponeva, per ·il risultato che ha à-viito, merita l'attenzione più viva. Non importa che orà i fe1-rovieri ·di alcuni depositi ·del Mezzogio1·nb abb.ùp10 dato _una coda così 'misei-abile al ·movimento del proleta– riato 1:omai,io,sp~cul.ando · sitlla sim_patia conquistata dai loro collèghi roma,ni per fç,.1·t?-fonfai·e un ?'isfr~tto 1e sia_ pm· legittimo: ma non è lecito. cuoce_,· le proprie 11ovaal fuoco di un. ih,ée1idio h' inte1·esse di c'ategoria. C,~ònulla toglie. alla Si[Jnificazione e a.lla bellezza di it1ia resfs.tenza · insit1Tezionale con cuf il popo'lo di .Roma - resping~ndo l' lt~salto della barbarie ai·mata, calata ad aff'erma1·e il p1·oprìo diritto di impo1·re la sita legge di violenza·- ha - ' salvq,to il Paese, tutto il Paese, da ·una minaccia di cui, pochi" forse. intendono, anche ora, la gravità e gli obiettivi.· l. Ne è men degna di attenzione.e di 1,itievo la condotta del . Gove1·no, ch,e o non seppe prevedere o non volle prov- - vedere, che o fit corJJ,pliceo dimos~1·ò un'i_7!-qualificabfte, deqolezza d( fronte a un'i1~cursione <;i1-r(l,_a_ta, che non vo– leva solo fm· senti?-e il P ,e.so . del bastone fascista sullespalle del proletariato roma1!0·, ma voleva forse· essere la pi·ova generate di u;1- assalto ~llo Stato, per ,l'avocaziÒne àel · ,·pote1·e nelle mcini - di ~ualche F?'ie_ddch od Horthy che sta in agguato .. Vo·rremmo :vedere se e come questo Gover– no applicherà doma'ni l'art. 56 della legge del 1907 a quei. fe1·r:ovie1·ia cui non se.ppe garantir~ z:integ1·ità della vita n.ell'adempimento del servizio per il quale pit1· , li conside1·èt pu bbl~ci ufficiali. Sar_ebòeùmoriJtico -· se · i ternpi non fosse,r_o. così tpschi e •così pìeni'dì (osche 'l!re- _ visioni. - il dibqttito; e darebbe itn'incrntevole testimo– nianza dellà forza con cit'ido Stato. tutela la propria, •aitfòrità e gli esecitt01·i dei màndnti che esso affida. DOPO I CONGRESSI DI'MILANO EDI VENEZIA L' FI t. I O N E. E' illiisorio 1·itèneré che ib sociali;mo sia itn av– venù~ento fatale e inevitabile . 1~elp,:og1·esso u-maiw. An.,,.i ,' p~rcqè esso possa attuarsi, occorre un massimo ·di comprensibne, di ·sforzo e di' sacrificio; Neppu1·e la lot_ta_ di classe è. fat_àle e spo:ntanw. E' una réaltà, nella osservazioµe della società rapita– listica, il contrasto di interessì tra càpitalis;rno · che sfrutta· e· lavoro ohe è /sfruttato; ma la soliaa,r(età della classe lavora,trioe per lottare contro la classe oàpit~lista~ non può essere senza uno sforzo, u_n!), educa~ione, una . di~ciplina, a~sai d,iffioili. Senza pi· queste l'esito più probabile, e ool/fonne àgli istinti più ' facili e meI).o, nobili_, sarebbe. lJ-I).O spezzettamet1to .della classe l!tivora-. trice; una gran parte della qualk rimarrebbe né! me– desimo o in peggiori:: ·st.a~odi ·suddipanza, una minor pa'rte solida,rizzerebb,e con l~ classe dominante in•vista di alcuni privilegi o vaptaggi particolari o ~pparenti (co11formè la te!idenza del partito popolare), e singoli jndi vidui ·tenderebbero /n vario modo ad ascendere \!- far _par,.tedel'la classe superiore (conforme il va_nt_o dei '' liberali). _ ' - , , Omettendone la dimostrazione, richiamo queste af– fermazioni come un postulato (dimenticato da colorò che uon si possono adagiar.è dentro la lÒro indolenza, ,' incapacità o. indifferenza)', dal quale disce1-tde,come co– rolla1·io, la neces.~ità di wrn azio1ie del Partito, con– tinua; intensa, e adatta allo scopo. J f ; I,

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