Critica Sociale - anno XXXI - n. 7 - 1-15 aprile 1921

108 CRITICA SOC1ALE veugono a mancare o ad essere mtiuomaLe le energiu pro– duttive .tisiche o psichich~fo tisiche e psichiche insieme, del lavorntore, e quelli, iu cui, pur essendo integre le energie stesse, vi è la impossibiEtà o la d ifticol tà di dispiegarle util– mente per ragioni iner(;)nti all'orgauismo del lavoratore. Qneste conc1izioni possono essere comprese sotto l'unica de– signazione di incapacità at lavoro, con un significato esten– sivo, giacchè noi - come vedremo - ci occupiamo, iu que– sta sede, del • lavoro • solo in quanto è sorgente ili gua– dagno per chi lo compie. Nel secondo gruppo si comprendono quei casi, in cLli - per pure ragi"oni economico-sociali - vi è la impos– sibilità di utilizzare quelle energie produttive, che il la– voratore possiede integralmente e di cui ha la piena di– sponibilità. A queste condizioni si dà il nome di ,Usoc– cupazione invotonta1·ia. Tra questi clue gruppi, apparentemente tanto distan– ziati, vi è però qualche termine rli passaggio, che avrem0 occasione di accennare. L'incapacità al lavoro si presenta sotto forme di verse. Abbiamo una incapacità ti! lavoro assoluta, che com– prende i casi nei quali vi è mancauza od insufficienza delle energie produttive, e quelli in cui vi è l'impossi– bilità di impiegarle utilmente senza danno o pericolo proprio. . Di fronte alla incapacità assolut>i bta quella relativa acl alcune peculiari occupazioni òd al mercato del lavoro. La incapacità al lavoro relati va ad alcune peculiari oc– cupazioni si ha quando vengono a mancare o ad essere insufficienti le energie produttive per una determipata mansione, mentre le altre sono pienamente bastevoli e dispiegabili senza danno o pericolo proprio. La incapa– cità relati va al mercato del lavoro la. si ha quando - sempre per ragioni inerenti all'organismo del lavoratore - le energie produttive non possono essere dispiegate senza. che arrechino molestia, pericolo o danno ai compagni di lavorn, o pericolo o danno al materiale, agli strumenti, all'andamento od al prodotto del lavoro. 'l'anto l'incapacità al lavoro assoluta quanto quella relativa possono essere totali o parziali. Di queste due gradazioni dobbiamo avere un concetto realistico e non, come sovente accade nella pratica, puramente teorico od ipotetico. L'incapacità al liworo, infatti, intesa come noi la concepiamo nei rispetti del guadagno, non è totale soltanto quando è completamente perduta ogni en!lrgia produttiva od ogni possibilità di estrinsecarla; non è mei;,iori1ata quando è andata perduta soltanto una fra– zione di energia produttiva o di libera disponibilità di essa, invalu.tabile sul mercato del lavoro o per la neces– sità della produzione. La incapacità al lavoro, assoluta o relativa, totale o parziale, può essere infine tale temporaneamente o per– manentemente, ed anche qu~sta determinazione dell'in– capacità al lavoro nel tempo va intesa nel senso reali– stico, giacchè è evidente che, quando di un fenomeno del genere non si può presumere, nemmeno in via di probabilità, il periodo di durata, e lo si deve considerare indefinito, si è autorizzati a ritenerlo praticamente per– manAnte. Nel concetto della incapacità al lavoro, quale noi ]"abbiamo schematizzato, si comprendono dunque tutte quante le possibili varietà eò. eventualità. E poichè, come dicemmo, noi del lavoro ci occupiamo qui in quanto è sorgente di guadagno al lavoratore, non abbiamo ragione di adottare la d istinzi0ne, su cui i 'redeschi hanno tanto insistito, di incapacità al lavoro vera e propria (Arbeits– nnfiihi,qlceitl e incapacità al gL1adagno (Erwerbsunfahi– ,qkeit). In sostanza noi, dicendo « incapacità al lavoro, i11tendiamo incapacità a produrre; al prodotto del lavor~ è legato, in una forma o nell'altra, in un"' misura o nel– l'altra, il guadagno. Vediamo ora quali possono essere le cause della in– capacità al lavoro. La causa immediata risiede in quella comliziooe del– l'organismo del lavoratore, che rende deficienti o man– canti le energie produttive fìsiche o psichiche che ne menoma la estrinsecazione o che la rende - c~me si è detto - pericolosa o dannosa per il lavora.tore stesso o per il materiale, gli strnmenti, il prodotto o l'andamento del_ lavoro, o molesta, pericolosa o dannosa par i compa– ~nt. Ma, se la couoscènza della causa immediata della iucapacttà al lavoro ci è essenziale per l'accertamento di essa e per lo studio dei mezzi di remozione o per i prov- BibliotecaGino Bianco - vodimenLi i,.tli ad uLilizzare le energie residue od a ren– derne innocua la e~Lrinsoc!l,zione; per il · problenrn generale. di cui ci occupiamo, ci interessa piuttosto la causa mediata o prima, doude mossero gli anelli della catena, che, attraverso successive causalità mediate, con– dussero a quella speciale condizione clell'organismo del lavoratore. Le cause mediate della iucapacità al lavoro possono riunirsi in due gruppi, di cui il primo comprende le con– dizioni fisiologiche, il secondo quelle patologicl,e. Le condizio~1i fisiologiche sono rappresentate dalla immaturità organica che non consente il lavoro o almeno lo rende pericoloso o dannoso; dal decadimento organico, che i vecchi ci offrono e che menoma le energie,produt– tive e ne rende dannosa la estrinsecazione, e da parti– colari stati fisiologici inerenti all'organismo femminile, (maternità) che si potrebbe dire quasi costituiscano, per .Je loro caratteristiche biològiche, nn termine di passag– gio alle condizioni patologiche. Queste comprendono gli stati morbosi ed i loro esiti definiti vi, che rivestono il carattere di postumi immo– dificabili d·egli staLi morbosi, comun1ue influenzanti la capacità lavorativa. Oli stati morbosi possono essere di quelli che colpi– scono qualsiasi ordine di cittadini, pure essendo magari favoriti od aggravati dalle azioni lesive, che derivano in qualsiasi modo dal lavoro all'organismo del lavorato– re. Ci sono però delle malattie che provengono diretta– mente da causalità lesive inerenti al lavoro o da questo messe in atto. Noi possiamo av.ere infatti causalità le– sive concat!)nate all'andamento normale del lavoro e co– stituite da una serie di momenti pregiudicevoli, che ac– compagnano le operazioni lavorative e sono con esse concatenati, e che dispiegano il loro effetto sull'organi– smo del lavoratore in forma non concentrata, non vio– lenta, ma di1uita, lenta. Altri momenti lesivi derivano da accidenti improv– visi, insoliti, abnormi, che iaterrompono l'andamento normale d'el lavoro ed agiscono sull'organismo del, la– voratore in un determinato spazio di tempo, esattamen– te circoscrivibile, breve, con causalità concentrata, vio– lenta. Gli effetti morbosi, che derivano all'organismo del lavoratort1 da queste due diverse forme di causalità le– si ve, mentre possono manifestarsi subitaneamente o tar– divamente, con manifestazioni patologiche a carattère acuto od a carattere cronico, rimangono nflttamente di– stinti per le modalità donde prendonç origine. E quelli che provengono dai momenti lesivi connaturali all'an– damento normale, consueto del lavoro, si chiamano ma– lattie del lavoro o J.>rofessionali, mentre gli altri, che derivano dalle causalità lesive a carattere violento, messe in opera da accidenti improvvisi, insoliti, abnormi del lavoro, si dicono malattie da infortunio del lavoro. Così gli incapaci al lavoro, pei quali è necessaria una tutela economica, possono raggrupparsi, a seconda della causa prima della incapacità, in ·7gruppi, Abbiamo i f, nciulli, cui sia venuto a mancare l'appoggio econo– mico, mentre per la loro immaturità organica difettano le energie produttive e, comunque, non possono essere dispiegate senzà pericolo o danno per l'ulteriore sviluppo dell'organismo: abbiamo i vecchi, le gravide e puerpere, i malati comuni, i malati <li malattie professio11ali, i malati da infortunio del lavoro, gli invalidi. Per gli incapaci al lavoro e per i disoccupati invo– lontarii provvide in passato· la beneficenza elemosiniera, poi la benelicenza pubblica, infine l'assistenza pubblica nelle sue varie forme. Ma questi provvedimenti, oltre a riu– scire poco accetti ai lavoratori, si sono dimostrati del tutto in'§uffìcienti ai bisogni, come inadeguato doveva fatalmente riuscire, nella massima parte dei casi, anche il ri:iparmio indi.viduale. Intanto, mentre si organizzava-. no forme mutualistiche, che dovevano poi condurre alla soluzione di questi problemi economici, si creavano nuove fo;me di obbligazione a carico d1,i datori di la,·o• ro per i malati professionali e per gli infortunati {in quanto si presumeva la eolpa di detti datori, se essi non potessero dimostr.~rn e la inesistenza), ed a carico della collettività per i vecchi, in modo che essi doves– sero essere pensionati dallo Stato. E non mancarono, anche da noi, progetti di legg_e diretti a fissare la così detta inversione della prova per gli inf~rtunì del lavoro

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