Critica Sociale - anno XXXI - n. 7 - 1-15 aprile 1921

Critica So·ciale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24 - Semestre L. 12 DIREZIONE: MIiano - Portici Galleria~ 23 All'Estero: Anno It. L. 26,50 Semestre, L. 13.25 AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXXI - N. 7 _[I Numero separato Lire UNA Milano, 1-15 Aprile 1921 SOl\ilMARIO Politica ed Attu~lità. Nel profondo della crisi (CLAU010 T1(Ev1;;s). Il fen.omen~ del giorno; ele»rnnti e moventi del Fascismo (Prof. G10-· - YAXNJ ZIHORDI). Il Congresso dei Couuoii SociaU,ti (CARLO A z1MosT1). Studi economi@i e sociologici. La gct1•a,per il pet,·olio (Prof'. Grno LuzzA·1"ro). Per la lotta ili classe cont1·0 la guen·a civile: La lotta agra.ria nel -Polesine (LA CRITICA S001ALE e On. GrAcouo MA•rTl!."'OTTr). Intorno al divenir, delle assicu1·azioni ,ociali, 1 (Prof. CESARE B10No1). .Aasicttrazfon.e malattie ed assistenza ospitaliera (On. Prot. PIETRO CAPASSO), Letteratura, Filosofia, Fatti sociali. Dalle Riviste (Prof. ANGELO TREVEs). Nel profondo della • • CflSI ---.- P~squa di sangue. Il turbiue della follìa omicidiaria, crescendo con ritmo spaventevole la bestiale dialettica dei colpi e delle rappresaglie, tocca gli e.stremi dell'orrore e del raccapriccio. Chi dirà autorevolmente la parola bastai e tarci cadere di mano ai violenti la rivoltella e la bom~– ba assassina? È tempo! È tempo di risurrezio– ne! Avanti coloro che negarono sempre ogni virtù di edificazione alla violenza, che la fo?'Za della 'vita sistemata ed organizzata opposero sem– pre alla violenza caotica, convulsionaria, come la salute si oppone alla malattia! Bene parla la Confederazjo.ne. del_.LJlY.QW;il..Qpr~. Je mac.erie' del, 'l'e11:tro Diana. Bene parla la Camera nella uni– versalit-à delle rappresentanze dei partiti, affer– mando la sua volontà di vita e di lavoro 0on.tro il conato del discioglimento, che in tanto furore di spiriti esasperati potrebbe cambiare.la lotta elet– torale in una guerrà civile di.,.esterminio. L'anar– chia, nel senso più volgare della parola, è sopra di noi. Essa si fronteggia soltanto con la ragione e la mansuetudine, rompendo il cerchio inca.n• descente delle provocazioni e delle vendette. Ol– tre, oltre di questo cerchio è la salvezza. Nella crisi uni versa lo Stato è scomparso; le fazioni imbestialiscono per loro conto. Lo Stato, che credette un momento di appoggiarsi ad una fa. zione per far contrappeso alle altre e sognò di reggersi, come nel medioevo o nel moderno re– gime delle co fonie, sulle discordie e sui tumulti delle fazioni e delle tribù in rivolta, ora non è più nè aggredito nè difeso, tamqùam no11 esset. t Aven~o abdicato ai privati di esercitare l'auto- t Biblioteca Gino Bianco rità delta legge, ha tolto alla legge l'autorità ed a sè la ragione di essere. Ciò che avviene non è «rivoluzione», che è un obbiettivo di conqui– sta o di difesa statale, ma è soJtanto disfacimento. Il Vecchio che ci governa non l'intende; nel suo puntiglio collerico, intollerante di opposi– zione, egli n·on teme· di affogare nel caos san– guigno ciò che in tanta rovina sorvive di orga– nico nello Stato: la Camera. Di qui la ci;isi nella crisi: la lotta aperta tra la Camera che non· vuol morire e il Dittatore che la vuole morta. La seduta del 23 marzo resterà memoranda negli annali parlamentari. La stampa ministeriale (e non ce n'è ormai altra)' fece tutto quello che potè per oscurarne il seE.so agli occhi del po– polo italiano, per mistificarne i risultati. Mi, forse non è riuscita del tutto a nasc·on:dere l'impoI'lenza di questo fatto, che, quando il capo del Gover– no, con un trucco di teatro, travisando aud~èe– mente parole chiarissime ed ortodossissime del– l'on. Modigliani, si levò ·ed uscì, come fossero state P!onunziate parole di bestemmia e d·i per– duellione, non fu seguìto ... che dai ministri che mostravano anche la malavoglia; La Camera seduta, sotto l'a·lto e lealissimo magistero di En– rico De Nicola, deliberò tranquillamente le brevi vacanze, affermò il suo diritto di autoconvoca– zione e stabilì il suo ordine del giorno per il 19 aprile. . A ·vendetta di tanto misfatto non restò che sciogliere ed aizzare la muta dei cani di :E>a– lazzo Viminale contro i polpàcci del reprobo Modigliani. · , , Forne sarebbe stato·· ò"vvio che il Gruppo parlamentare socialista sorgesse con• un manife– sto a spiegare al popolo italiano l'opera sua e .a ristabilire il senso della verità. Ma l'impedirono i lacci· del formalismo, i riguardi gerarchici, le paralizzanti gelosie in cui viene deplorevolmente sostanziandosi la nostra mortifera disciplina di partito nei rapporti tra il Gruppo e la Direzio– ne. Questa, delle deliberazioni del Congresso di Livorno, non interpreta che la esteriorità e le apparenz-e. Il contenuto vivo, consacrato nei di– scorsi di Turati, di, Vacirca, di Costantino Laz– zari e nelle accoglienze festostamente adesive che ebbero, le sfugge appieno. E non sàrebbe che tempo di metterli in valore e di conformare a quelli i suoi atti, invece di ostinarsi in una resistenza, gravida di scomuniche,. contro la mag– gioranza del Gruppo, che si espresse circa le presenti contingenze nitidamente con gli ordini del giorno di Case.lini e di Alessandri, e di in– sevire contro la libertà di critica e di azione

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