Critica Sociale - anno XXXI - n. 7 - 1-15 aprile 1921

98 CRITICA SOCIALE giorxialistica del compagno Oiccotti, con aperta offesa al diritto di tutti. La Direzione del Par– tito non vuole intendere che, a prescindere da considerar.ioni più vaste, la tattica di un partito in tempo di slancio e di attacco mal si confà in un tempo di difesa o di conservazione. La crisi del Part.ito è manifesta. E non solo e non tanto per i colpi esterni del fascismo, che attacca le nostre Camere di Lavoro, le nostre amministrazioni locali, ecc., quanto perchè la vita del Pt1rtito e della organizzazione è stret– tamente legata alla vita del proletariato. La no– stra crisi è un rifles~o della crisi eoonomi0a ge– nerale del proletariato: crisi di cambi, di caro– vivere, di impedita emigra'.i::i,me, di mercati chiusi all'esportaziçme; crisi, in una parola, di sovra- produzione e di disoccupazione. , Ah! ricordate le belle prediche, i buoni sen– timenti che tutti i part.iti - il nostro non esclu– so - esprimevano sul temi~ etico-economico del pn•du1"1"edi più? Ricordate come il Fascio si era costitnito per ribadire la dotta lezione degli e– r ·.1omisti cou i suoi p:ctterni rigori contro tutte l" ve.1l eità di sciopero? Ahimè! ahimè! in pochi mesi, col bel sistema capitalistico di ... produ– zione, col regime della concorrenza all' interno ed all'estero, con le limitazioni protezionistiche, con le gare degli imperialismi statali, C'Oigiuo– chi di Borsa sulle materie prime sviluppati al tappeto verde delle diplomazie che amministrano l'esecuzione del Trattato di Versaillfl~ in cui culminò la illuminata democrazia dei ~incitori della ~ansa della libertà, della ginst.iziA, dAlla fratellanza dei popoli, in pochi mesi siamo ar– rivat,i ad una crisi vernmente classica di sopra– produzione e di sopradisoccupazione. Tutta l'in– dustria - in Italia e ancor più all'estero - è in crisi; non c'è oramai quasi alcun ramo eh.e non si trovi di fronte ad un arrnsto della do– manr:la di prodotti, onde la limitazione della prndnzione. la riduzionEI del numE1ro degli operai e dfllle orn del lavoro. I licenziamenti salgono rial 10 al 50 per cento del nnmE1ro degli operai. In alcnne industrif'> si min11cda Ja chi.usnra to– tale delle fahbriche. I chimici. sono ridotti a pregare lo Stato italiano rii rinun1,iare a trar prnfit.to di onta parte del bottino di guerrn st r~ppato all:ct Germania 1 perchè. se lo Stato si ostinassfl a vendere quei prodotti che gli' furono aRsegnati come premio della vitt,oria i chimici fallirebbero e gli operai potrebber; portare i loro rlenti a secc11re al sole. Che pensino i consnmatori. in tanta carezza di tutt,e le cose, di codesti disperati aneliti al protflzionismo, che coi suoi contraccoloi pare fatto a?1?osta ~è~ Asaspera~e la - cris( ripercuo– t~nrlola m tntt1 1 ram1. ·noi non sappiamo. Sap– piamo ohe le « riparaziòni » del nemico ci nan- 1;1e~giano qna~i quanto i suoi colpi. Il paradosso e mfernale. Ma non è di nostra invenzione. E' '.ìella realtà viva e dolAnte ·delle cose. Qnando 1 l nemico, esaurite le riserve di capitale, paga in l;1c01·_0,_ t1~rba con l'eccesso della sua produzione ·l eqmhbn_o dell~ concorrenze e regala al mondo p~etor~ d_1merci e disoccupazione di operai. La ·vita di ciascun prolet,ariato è in funzione della vita di tutti gli altri. Perciò la ripar~zione del·crimine della ~uerra BibliotecaGino c31ar tCO non può essere l'opera esclusiva dei vinti. Que– sto possono credere i folli, i parlamentari ('h6l cercano successi ... di Camera, i diplomatici or– gogliosi ed annoiati, che frequentano le Confe– renze internazionali. Ma, se uno Stato potesse 1·i– pa1'a1'e da solo la distruzione universale, per ciò stesso si mostrerebbe capace del dominio univer sale. Ciò fosse, sarebbe da impe(lirsi. Ad ogni modo. Il vortice frenetico delle contraddizioni, inerenti alla politica delle riparazioni e delle sanzioni dell'Intesa, tira all'abisso. Come scam– parne? Coloro ohe, fuori delle file della Inter– nazionale socialista, pure veggono, non ardiscono agire, presi dalla paralisi della timidezza. « L'I– talia ufficiale», che non crede in riulla ed ha il presentimento di 'tutto, soffoca il :;:enso della piì.1 vasta responsabilità il'l quello della responsabi– lità più piccola, d~ ogni giomo. Consente e non aiuta; consente ed agisce a ritroso del consen– t,imento. Vi è qualche eccezione è va seg11'alaLa. li relatore del bilancio del « 'l'esoro », ou. Paralore, per es., riconosofl: • ' « Tu questa Europa siamo gli uni e gli altri legati, nonostante tutti i programmi imperialisti; ·]'assestamento economico-finanziario di una nazione è in funzione della sa.Iute di tutte le- altre. A che vale la bilRncia dei debiti e dei crediti favorevole, se i crediti non sono buoni? A che vRle sviluppRre In. produzìone di esportazione, se i consumRtori possibili hanno esRurito il loro credito? ... Il problema delle riparazioni non deve presr.indere dR quello della ricostituzione. Se è legittimo che i danni di guerra abbiano un risarcimeDto, è nocessar'o pure che i Paesi vinti possano rimettere in moto, sviluppare e. so– pratutto. orientare· le loro economie con la più assoluta e complPtR liberta .• Ma sono voci nel deserto borghese. Noi soli, noi, i socialisti, siamo per quesfat .politica., per– chè siamo intere~sati alla pace. Alla pace i)lterna ed 11.lla pace esterua, che non· fanno ohe una pace sola. La nostra C'risi di partito è in fun– zione della cris: economica del proletariato, no– me la crisi econnmiC'a del proletariato è in fun– zione della permanente 'crisi politica estera, della pace che non viel)-e mai e dei pericoli di guerra che si adnensano se:fnpre più. Il eiolo è ineso– rabile. Noi non sappiamo spartire le cose e per ciascuna trovare ·11 suo rimedio ruiracoloso. Tutto si t,iene. E' propria del ,w,·ialismo la universa– lità. J,a reazione furibonda della violenza omioi , diaria Q:\J.e inrnnguil'/a, quel'tR PaQgna. dei fedAli è l'aspetto· più tremeHdo del ÒÌ!':SOlvimento, che bisognà arrestare, agendo d&.ll'interno e dall'e– !,terno, sull e sue ca gioni. Il partito socialista vi deve essere pron.to. per tntta l'a sua ragione di essere. per salvare tutto il suo avvenir.i. Depre– ca~dola, senza al,.una timidezza,· senza alcuµa sCJ_occapaura di mostrar paura, noi restiamo Ilo1. La parola pnce non ha senso ambiguo in boc"a nostra. - Claudio Trevea. ·t uscito in opuscolo, col. titolo SOCIALISMO E MASSIMALISMO il discorso detto ila Fri,1PP0 'PORAT1 al Congresso socia- lista_di Bologna dell'ottobre 1919. ~ E in deposito presso la F1·azione di conce11trrrzione sociC!lisfa /viR S. Giovanni in Conca, 4, Mil'l.110)a cui le richieste devono essere inviate: Il in:·e7,zoper ogni copia è <li cent. GO. P<lr richiestP supenol'l alle 211copie il prezzo è ridotto ciel 10°/ · ol- tre le 50 copie del 20 ° / 0 , 0 '

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