Critica Sociale - anno XXX - n.20 - 16-31 ottobre 1920

CRITICA SOCIALE. 313 al minuto, di mediatori, di piccoli agenti e commes– si, che forme.no la maggioranza. degli Ebrei dell'O– riente e uropeo, a cui si. aggiungono, come dapper– tutto .acoode, .schiere di intellettuali, che rinunciano alla alleanza con la boi:ghesia e nei quali il senli– mento sociale ·e nazionale prevale sugli interessi del– l'ora che passa. Ho detto che la maggiora.IJza degli Ebrei dell'O– riente europeo è socialmente mal definibile. Ma loro caratteristica è che essi vivono quasi completamente distaccati dal suolo': solo una piccola percentuale - ,che va dal 2 a un massi-mo ,del 12 °/ 0 - degli Ebrei di Russw., di Ukraina, di Polonia, di Romania,, di Ungheria (Paesi che ospitano forti coµgJomerati ebraici, in tutto più di 9 mHioni), è dedita all'agri– coltura; la percentuale diminnis,ce ancora per la Germania, l'Austria, la Boemia. Dunque, una popo– lazione completaiinente urbanizzata - con· tutbe le conseguenze economiche e psioologiche che derivano dalla vita lontana dàlla natura - che vive alle spalle, ma anche in balla, dell'agricoltura (notisi che si trotta di Paesi eminentemente agricoli), concenlrata nelle grandi città, di cui qualche volta costituisce la maggioranza. Al tenue strato degli ,agricoltori corri-. sponde quello, quasi altr,ettanto tenue, clie vive al vertice della società borghese, quel rumoroso strato dei gtl!._ndiindustriali, negozianti, uomini di ·Borsa, che riempiorlo i caffè e le vie principiali di Vienna, Varsavia, Berlino e Odessa, e serve di bersaglio ai disegnatori di tutti i giornè.li sa.tirici, e agli -osserva– tori superficiali, fra i quali potrebbe noverarsi, per questo rapporto, lo stesso Oarlo Marx (I). _ Fra cotesti due estremi vive la st:oogrande maggio– ranza. degli Ebrei, dediti in proporzione relativamente grande (dal 2fi 0 / 0 al 35 °/ 0 ) all'industria, ma sinche, in pr,evalenza, occupata tn mestieri e in professioni do– mestiche. Nei Paesi in cui gli Ebrei sono pii'i nume– rosi, quasi tutto I'artigian.a-to si trovG nelle loro file. La cifra degli op,erai industriali, nel senso proprio della parola, è ·relativamente esigua, e vi si avv,erte ' sempre lo stesso fenomeno: quanto più una· profes– sione è lontana dalla natura, tanto più, proprio in quella professione, si ~oncentra il lavoro ebraico. So– no •poi scarsi gli operai ebrei occupati in rami di _produzione sicura, importanbe, influente: essi man– cano quasi del tutto nel! 'industria tessile e metallur– gie.a, nelle ferrovie, nella navigazione, e si diffondono invece alla periferia della vita economica, nella in– dustria, per esempio, degli aghi, nell)'l sartorie, nel-le fabbriche di tabacco; sono fornai, falegnami, ac– <!jUaiuo'ii, vetturini, ,j,attorini. Ne deriva la condizione arretrata dell'-economia ebraica, la parte r,elativamente piccola che I'0peraio ebreo può avere nella. lotta in– ternazionale del lavoro contro il cia;pitale, e le forme moslruose, fino al ridicolo, della lotta di classe nel campo ebI'aico. Stando .alle statistiche, la più gran -parte degli Ebrei orientali (j.l 30-o 40 •/ 0 ) è oocu-pata nel com– mercio e nei trasporti. Sarebbe però errato collo– carli senz'altro nella classe borghese, intesa come classe che sfrutta H lavoro altrui. Fu·, si, un tempo, ma ·è pass.ato ormai ciroo un secolo, in cui gli Ebrei occupavano, sopra,tutto in Polonia, una posizione ve– r.amente « borghese». In forza di molte circostanze storiche, suHe quali non è qui il luogo di indugiarsi, oggi, s•e si toglie da questo 30 o 40 9/ 0 il gruppo .assai scarso dell'aristocrazia finanziaria· e dei « re del com– mercio», rimangono i milioni di piccoli negoziianti, che e.on molta fatica guadagnano .appena il I-oro pane quotidiano, e il cui commercio ~- basa sul credito fatto loro a condizioni di usura. Una botbeguccia, o una tavola .al mercat0, che costa, insieme con la merce, poche centiniaia di lire, è, il patrimonio tipico di questi Ebrei della Galizia e della ,Polonia. C'è p-0i un esercito di rivenduglioli ambulanti, che girano per tutta la settimana c.ol loro bagaglio sulle spalle, -per ritornare il v.ener d l - la vigilia della f.esta s,abatica - con un guadagno che può assicurare, si e no, alla famiglia qualche aringa durante la settimana e un pesce H sabato; c'è una moltitudine di incetla.tori e di mediatori, -che v,a-nrio di villaggio in villaggio adempiend-0 una funzione sociale ogni giorno più sup-erflua, e quindi più odiosa e difficile; -ci sopo i commessi nei negozii di provincia, che non riescono mai a elevarsi dal loro grado, ma che, nondimeno, sia detto fra parentesi, sono all'iavanguardia nella lot– ta liberatrice dei lavoratori ebrei; c'è infine una inte– ra categoria, specificamente ebraica, che i Tedeschi chiamano LuftÌnenschen, uomini dell'iari.a, che eserci– tano le professioni ·più diverse, e non hanno alcun guadagno assicurato. Tale è, in realtà, la grandis,sima maggioranza della cosi detta « borghesia ,ebroaica», su cui però nei « gio'rni del giudizio » si abbattono 1,eire popol,ari, oome sugli esponenti più immediati d,ell'-odiato sfstema economico. Anche qui incol)'triamo dunque il fatto, str.aho in ap·parenza, ma comprensibile se si rifletta ,alla gene– rale situazione sociale e naziona·le ebra_ica, di un popolo errante nei secoli in terr.e ad esso estranee, fra popolazioni ,straniere, incorporato, non per vo– lontà ,propria, mia con la forza, in organismi econo– mici non da esso creati e .che non dip,endono dal suo lavoro, nè dalla sua esistenza: e 1 come l'arti– giano e l'operaio E!breo stanno sui gradini inferiori della scala industriale, cosi gran parte dell,a borghe– sia ebraica deve acconbentarsi de-Ile briciole della tavola altrui, si che praticamente, ,sta ancor peggio dell'operaio. Onde, nei g:riandi centri della conoentra– ~ione ebraica, Vienna, Vilna, Varsavia, Odessa, Lodz, accanto ial lusso dei banchieri e della grande borghe– sia, una morbe lenta ne11a soffocante miseria; e, ali.a periferia - nelle piccole cittadine e borgate, dov,e il sarto vive alle spese del calzolaio: e il calzolaio alle spaHe del sarto - una povertà più tranquilla, ma non meno atroce. Riass11mendo: gli Ebrei dell'Oriente Europeo rap-· pr,esentano uri,a ·popol.azi-0nequasi completamente ur– banizzata, che lavora molto e viv•ein grande miseria, ma è solo in parte occupata in un lavoro produttivo e veramente indispensabi1e alla Società, e che insie– me è animata da una gI'ande passioi:ie riformatrice e (l) Per Marx, al qu11,le è rima!fta oOll'.lpletam~nte chiu~a ed ignota I la vita degli Ebrei dell'Oriente europeo•e che J1aac~mb1~0 l_eoen- 1Jìn&iadi Ebrei di Frl\noofort, e di Berlino - i quali commota.va.no al suo tempo la loro ascensione oapit&listioa - o.ol Pintero popolo, l'Ebraismo ai identifionvl\ éol Ol\pita1i1mo. DR oiò il suo atteggia– mento verso gli Ebrei, pl\ragonabile " qu'8llo, altrettanto ingiusto, b'egli ebbe verso gli Slavi, nei quBli egli T&vvisa va il tipo del :out&dino • pe;rticoll\Tilltico , e il simbolo della rea,:ione mondi1tle. rivoluzionaria, daHa volontà inflessibile di non morire completamente nel!'atmosfera mals.:ma in cui respira da secoli, ma di uscirne per una nuova vita. * Certo, la via d'uscita c'è, e sarebbe assai facile: profìtlare della eguaglianza, ultimoamente concessa ·bli'otecaGino Bianco

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