Critica Sociale - anno XXX - n.20 - 16-31 ottobre 1920

314 CRITICA ·socIALE ' . I 1• I agli Ebrèi di Russi-a e di Itom-ania, e tenta1,e la stessa strada che ha J}ercorso, nel secolo passato, l'Ebrai– smo occidentale; lascime cioè, insieme con le pecu• liarità nazionali, conservate con tanto martirio du– rante i secoli, anche le professioni che rendono cosi poco e fanno così difficile ·l,avita, e ricorrere a quelle più proficue. Adattandosi ,a tutt_i gli ambienti, tra– sformarsi da artigiani e rivenditori in grandi com– me{·ci-anti, ·e lanciarsi a capofitto nel mondo,.. della Borsa. Teoricam~nte, lutto ciò è possibile, se si pen– sa che speciaJ,roiente la Russia è un Paese grande e ricco, che può assorbire molto materiale umano ener– gico e intraprendente. i;; però una soluzione, moral– mente e socialmente, nient'affotto attraente, sopra– tutto agli occhi dei soci,a.Jisti ebrei, la quale poi, non risolvendo che il problema della vita materi.aie, non accosta nemmeno alla risoluzione di tutto il comples– so problema, designato come problema ebraico, ma lo anni,enla piuttosto con la violenza. C'è una altra via: ten-tare, nei Paesi d'origine, le forme produttive del lavoro e della vita. Questa via però, s~ gran p,arte dei milioni di Ebrei orientali sarà costretta a percorrerla, presenta due diffiooltà principali. - 1°. L'assenza di quell'intimo stimolo, che dovr,ebbe spingere gli Ebrei alla 1·icerca di que– ste nuove forme di J.avoro, meno facili e più produt– tive. Perchè, mai, infatti, il rivendugliolo ebreo di Romania o di Polonia dovrebbe diventare contadino, anzichè commerciante all'ingrosso, se a quest'ultima funzione lo rende più adatto tutto il suo passato, l'esempio dei suoi correligionarii d'Occidente, e ve lo invita lo stesso carattere prevalentemente agricolo del suo Paese, che ha maggior bisog_no di commer– cianti che non di contadini? Ciò che dovrebbe spinger– lo al Ja:voro arduo e inconsueto dell'ag·ricoltura, do– vrebb'essere la con'Vin z-ioneprof.on, da che esso è neces– sario per la felicità, non tanto sua, quanto della sua stirpe e della sua patria. Ora, questa premessa, che manca ,assolutamente, e nelle odierne condizioni, in Polonia o in Romania, potrebbe esser offerba invece dalla Palestina, dove il •passaggio dal commercio all'opera dei c-a:mpipotrebbe venire agevol,ato da tutto l'organismo statale, e ti.1tte le forze della nuova col– lettività sarebbero precipuamente dirette a tale sco– _po. - 2°. L'atmosfera ostile che circonda gli Ebrei nell'Oriente d'Europa; ostilità che si esprime non solo nei pogrom sanguinosi, ma ben anche nei provvedi– menti, o dei Governi o degli stessi abitanti, che im– pediscono agli Ebrei di dedicarsi a forme di la-yorò che non si.ano quelle misere, e quasi parassitarie, a cui furono dediti sin qui. In Ungheria·, in Romania, in Polonia ancor oggi i latifondisti non vendono la, terra ·agli Ebrei, gli industriali non assumono operai ebrei, i compratori boicottano i p,rodotti ebraici, lo Stato proibisce il lavoro domenicale (lia maggioranza degli E'brei dell'Oriente europeo osserva scrupolosa– mente il riposo sabatico), le Cooperative e le Camere del Lavoro non ammettono gli Ebrei: così gli Ebrei sono esclusi dalla grande str,a-cla della produttività Lavoratrice, e confinati, secondo l'espressione di Marx, nei •J>Oridella società. E nemmeno la Russia sovietista, che pure ospita solo una piccola parte degli Ebrei orientali (circa 800 mila) e che non ·rivela affatto quell'atteggiamento benevolo verso gli Ebrei che si potrebbe imaginare, ha aperta ad essi, a quan– to sembra, le nuove pro,spetlive di lavoro, ma anzi li ha sloggiati anche da quei rifugi di produttività che erano loro ancor.a riservati.· · ' Biblioteca Gino Bianco Altre vie alla soluzione del loro problema socia-le gli Ebrei hanno trova-te nella emigrazione. Dall'Eu– ropa orientale sono emigrati, specialmente verso l'A– merica del Nord, più di 3 milioni di Ebrei · negli ultimi trent'anni, e non solo dalla Russia e dalla Romania, ma anche dalla Galizia e dall'Ungheria, ciò che prova come la causa intima di questa emigra– zione non sia tanto nelle· restrizioni legati, qu.anto nell'anormale situaziòne sociale ed economica. La struttura sociale di qu~ti emigranti cambia forte– mente- in America, avvicinand6si a quella normale, sebbene non ancora nella misura desiderabile. Negli SLati Uniti il 10 ¼ degli Ebrei si occupa già d'agri– coltura, più del 48 °/ 0 si occupa d'industria, ma il 28 °/ 0 è ancora dedito al commereio. Nep,pure queste conquiste, però, sono sicure: l'emigrante ora diventa operaio produtti'1o, or.a ·si sente attr-atto dalla sua antica professione, dall,a vita più indisciplinata, pitì libera. Manca sempre un saldo •terreno sotto i piedi, manca una mèta sociale, capace· di imporre, con una forz.a quasi religiosa, un determinato indirizzo di vita. Ancora: sembra quasi che l'emigrante porli con sè l'atmosfera dell'ostilità, poichè, quanto più nume– rosa si fa la colonia ebraica, tanto più difficile di– venta l'a<lCesso al Paes-e. La corrente antiemigratoria negli Stati Unili e in Inghilterra è direttà, in parte, contro gli ILaliani, 111.a- sopratutto oontro g!L Ebrei, che ultimamente si son guadagnala la fama d'essere insieme i rivoluzionari più accesi e i concorrenti più « indesiderabili » per gli operai,· perchè si contentano di sai.art troppi modesti, sì che J,a oampagna è con– dotta contro di .Joro sopratutto dalle organizzazioni prÒfessionali. . L'emigrazione americana, che dunque, fino ,a poco tempo fa, presentava l'unica via di scampo, da una parte vien oslacolaba, e dall'altra non realizza la tendenza social,e emersa nell'Ebraismo dell'ultimo mezzo ,seoolo, e che si concreta nel moto dei socia– listi Sionisti, coi lorb fini e.ss· enzialménte rivo-luzio– narii, intenti cioè a deviare -con tutti i mezzi l'Ebrai– smo orientale dalla via che ha percors'o l'Ebraismo occidentale, per cond'ur)o àil una vita lioe·ra, m,a pro– duttiva, vicina alla natura e al suolo. L'emigrazione verso !,a Palestina, iniziatasi circa· 40 anni tia, aveva per primo stimolo ragioni puramente sentimentali (i primi coloni furono intellettuali, che .abbandonarono la Russia .sotto !,a spinta dei pogrom del 1881);· esse. si nutre in parte 'di idealità ·puramente nazionali e culturali (ed in queste idealità, condivise dai socia– listi ebrei, sta la forza morale del tnovimento e il pegno del suo successo), ma ha per nocciolo sostan– ziale il t~~volgimento com!)leto - della struttura so– ciale dell'Ebraismo. Intiatli, non ostante l'imprepa– razione del Paese, non ostante tutte le diffiÒoltà op– poste ,a questa emigrazi-0ne, prima dal Governo tur– co, ora dall'occupazione militare inglese, non ostante la diffidenz!l · degli effendi (i latifondisti ,arabi), non ostante l'indifferenza. del mòndo. esterno, e dello stesso proletariato internazi-onale, verso questo sforzo enorme diretto a spezzare, con decisa volontà, la con– danna cieca della storia crudele, gli operai e i ,con– tadini ebrei sono in parte riusciti nei loro intenti, ed hanno costruito in Palestina, col proprio sangue e col proprio sr.dore, un nuovo Jisciub ebraico, una nu-ova Collettività, che, guarentendo piena libertà allo sviluppo di,ll'indipendente civiltà ebrea, e redimen– do il desolato Paese a nuova vita, presenta fin d'ora il seguente quadro socie.le: il 57,2 •/ 0 di quegli Ebrei

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