Critica Sociale - anno XXX - n.20 - 16-31 ottobre 1920

310 CRITICA SOCIALE • / Allora? Non traggo illazioni, 1Pa faccio alcune af– fermazioni -che non temono scpenlita. Affermo che, per i èoncimi fosfatici, ,azotati, poLassic'i, siamo tri– butari dell'estero; affermo che il rehdimepto medio di ogni ettaro di Lerreno, oggi calcola1o in quinbali 17-20; discenderebbe a 6-7 quinLali per ettaro re noi non concimassimo i terreni; affermo che con k1 ri– duzione della produzione granaria attuale· a 15-18mi– lionr di quintali, oltre 25 mili'oni di- vecchi, uomini, donne e bambini. non avrebòero pane; affermo che, se noi dovessimo impossessarci del potere politi,co ed instaurare la dittatura del proleLa,riato, o, -meglio, di un ·parti-lo, senza prima aver create le èOndizioni interne ed ~sterne indispensabili perchè · la rivolu– zione, dopo fattia, possa esseI'e JenuLa: in piedi, con– solidlata, il partito che avrà determinato tale rivolgi– mento economico-s.ociàle, inscientemente, inscienza colpos,a però, avrà soavato la foss,a a se stesso ed ai· lavoratori èhe, a rogione; esso oggi rappresenta. Dirò in altro scritto di alcune condizioni interne, sempre in correlazione cofla produzione granaria del nostro, Paese, che, con meno ci,ance demagogiche e più falli, p-ossono essere determinate,· e che· urge de– -termin•al'e, se noi realmente tendiamo ad instaura\'e, con tu-Ltii mezzi oh~. le vicende possono consigliarci od offrir,ci, un migliore a.ssetto soci.aile. ·ANTONIO VIOLANTE · · (S~gretario geoQrale Federazione italiana operai chimici). ..I BRANDI. PROBLEMI DELLA NUOVA ITALIA ·VINO EAUOOU!MO ff Ell'f [Off OMIA naimnau IV. Alcoolismo vinario e psiche· collettiv(;l.; . . Concluder.ò richiamando le parole di uno dei postri _più insigni psichiatri, che è 11nche.uomo politico e fu Ministro della .Colt1;1ra n11zionale; · : c<•È leci<to domandarc1 -' diceva· l'on. Leona-rdo Bianchi~ se, in•man:oonw deHe forme .a'Cul,e di ·neu– ropsicosi alcooliche, quali si ossel.'vano·molto di fr,e– quente in ,altri Paesi, noi non abbiamo subìta la l·en– ·ta intossicazione· alcoolioa, e ncm dobbiamo, almeno in pinte, al ·vino generosamente oovuto oltre misura, il concorso alla g,enesi della epilessia, dell,a· delin- · q1:1enw, dell'idiotismo,. dell 'artrilismo, della polisar– cia, cosi frequente· e caratterisilioo ·fra noi-, ... · della grande· eccil,'Jbilità de·/ popola e più . ancora della sup il'ascibililà ,e ciel/a eccessiva. impulsività, si,a pu– re, .come è talvolta, generosa,· ma che in -ogni caso è in ragione inversa- della volontà ,ostinata e della •per– severante preparazione a conseguire gli intenti più utili, alla propria esistenza con mezzi e metodi più idonei,». . . Ora ne~S!-1t;l ~_iglioran:~nt'oeco~omic~.• nessun ca~– b1ame11to .d1 r_eg1.me sociale, ne!ìsuna eliminazione. di _proprietà privata dei mezzi di lavoro potrebbe dare all'.ltaliano. qu,ell'equilibrio psichico'. .che è il pr:,no fattore di .un più elevato tenore di vita, se non ver– qmno modificati j costumi. se ,non verrà diminuito in Italia quell'eccessivo consumo di bevande alcooliche, Biblioteca Gino Bianco che fatalmente concorre a rendere il popolo nervoso, irascibile, impulsivo, violento ( I). Perciò, dal punto di vist·a dell'etica sociale, il pro-· blema dell'alcoolismo vinario italiano, sintetizzato nei oinomi « Pane-vino » - << Latte-Uva », non è più un semplice problema di immediato interesse economico· -per colmare lo sbilancio nel fabbisogno alimentare del popolo italiano, ma assurge alla importanza di uno del grandi fattori nazionali di- civiUzzazione umanf ». La catastrofe mondiale ha scatenato, colla violen– za brutale d.ella guerra, gli istinti belluini delle so– cietà umane, cioè ha dato libero corso agli egoismi delle Nazioni, agli egoismi delle classi, agli egoismi delle categorie. Occorre ridomare questa violenza brutale scatenata nel mondo. ed ogni attività che, fo qualsiasi Nazione, · classe, categoria, possa reprimere le eccessive im– pulsività e irascibilità, che possa riequilibrare l'egoi– smo col rispetto ai diritti altrui, cioè al diritto di tutti ad una vita umana, varrà per la pac_e più di tutti• i Trattàti, più di tutti gli statuti delle Leghe e delle intese fra le Nazioni l Le relazioni internazionali, l'organizzazione inter– na degli Stati, la produzione economica stessa djpen– dono dalla concezione dell'Universo che gli uomini si fanno· in un dato momento storico, mentre alla loro · volta i fenomeni economici e politici hanno un con– traccolpo nel ·dominio psicologico e producono un progresso od un regresso. Ma nulla più dell'intossica..– zione alcoolica nelle sue varie forme agisce sulla psi– che, non solo individuale ma collettiva; perchè in una società, ·come l'Italiana, grande consumatrice di vino e perciò predisposta· ali 'alcoolismo, anche pochi anor– .mali alcoolizzati possono trasmettere le loro psico– . patie ad una inter'a folla, rapidamente suggestionan- dola al male e alle forme più brutali della violenza. Ma la stessir ec'citabilità, impulsività, irascibilità del popolo nostro, sia o no determinata dall'eccessivo secolare consumo di vino, potrà favorire l'opera di rinnovazione sociale, qualora agisca uno stimolo po– tente, al quale la psichy collettiva darà immediata risposta. In altri tempi un_gran santo, un grande eroe, un grande << condottiero dì uomini n bastavano a trasci– nare le folle a modificare il corso degli eventi, susci– tando nuove portentose energie, impersonando e di– rigendo l'animo popolare di un- dato momento storico. Ma la e< pianta uomo », che· era in Italia' cosi pro– .diga produttric·e di grandi personalità; sembra ora isterilita. O forse queste grandi individualità non po– tranno manrfestarsi sino a che non si costituirà· una cc élite n di alte coscienze, atte• a -comprendere l'in– tima essenza morale •dei problemi- che appariscono ora solo dal loro lato· economico, materi-aie. I guidatori delle ·classi e dei partiti organiz;zati in · Italia -considerino· la grande responsabilità -che incon– trano col non prendere in profondo esame• il comples– so fatto dell'alcoolismo vinario e col non agire in •conseP.;µ$nza per .limitarlo. , P.oichè,- come cer.cai _di prospettare in questo stu– dio, non si tratta soltanto di .Jimitare il . consumo di una produ-zione puramente voluttuaria, nè soltanto di · (tl Ho· sviluppRto questo concetto fin dal marzo 1900, in un, oonferenza sul Problema alime11t,are in Italia, tenuta all'Universit.à Popolare di Venezia e puhblioata. dalla Riv¼ta mensile Scuola Libera Popol11re, di Venezia '(Sta.bilim~nto grafioo :Leonida. Mario, Schio, 1906), ,

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