Critica Sociale - anno XXX - n.20 - 16-31 ottobre 1920

308 CRITICASOCIALE rici di tale potare da una clas$e all'altra, sono il risul– tato definitivo dell'urto di forze contrapposte. L'uso della violenza per il compiersi di tale passag– gio non può venire negato, ma esso non può essere die lo sforzo ultimo cui il prolt,tariato ricorre contro la cieca rasistenza e compressione della classe bor– ghe$e, e per spezzare un'organizzazione sociale incom– patibile colla nuova economia e coi nuo,vi metodi di produzione. La fraziene di concentrazione ritiene che la guerra, per la sua stessa incapacità a conseguire gli swpi per cui fu scatenata, ha accelerata la crisi del regime capi– taUstico, ed ha resa più urgente pel proletariato la so– luzione dei problemi da cui dipende l'avvento rivolu– zionario del regime socialistà. Tale periodo rivoluzionario si è ancor più accen– tuato dopo il crollo dell'Impero degli Czar e dopo la pace di Versailles sanzionante le sopraffazioni degli Stati capitalisticamente più forti su quelli più de~oli. Ma sarebbe puerile l'asserire che tale periodo rivo– luzionario sia giunto alla fase più acuta in tutto il mondo, e che la possibilità di sconvolgimento nei Paesi capitalistici più ricchi sia da prevedere a breve sca– denza. La frazione di concentrazione sostiene che la rivo– luzione in Italia, nella forma violenta e distruggitrice desiderata dai comunisti colla im.mediata formazione di un ordinamento di tipo russo, sia destinata a crollare .a breve scadenza, ove manchi la concorrente azione economica o politica del proletariato di qualche Plrese più ricco durante l'immancabile precipitazione econo– mica. La frazione di concentrazione socialista sostiene tutti i possibili tentativi di approssimazione al regi-me so- cialista. · Presentandosene le condizioni, il Partito non rinun– cia alla conquista del potere politico nelle forme con– sentite dal momento e dalla situazione· internazionale, valendosi della forza di tutti gli organismi politico-sin– dacali che agiscono in pieno accordo col Partito e in completa indipendenza da qualsiasi partito o frazione democratica della borghesia. La frazione di concentrazione socialista impegna i propri aderenti a sostenere i p0stulati di questa dichia– razione nelle assemblee di Sezione ed al prossimo Con– gr,sso Nazionale, fidando che essi concorreranno ad avvicinare quel periodo rivoluzionario più intenso e più realizzatore in senso socialista, da tutti auspicato e desiderato. · · · BALDESI - D'ARAGONA n. LARIVOLUZIONE EILPANE DAMANGIARE Tema è: il pane. La produzione della terra è questione ohe dev,e ardentemente interessare le cla1isi lavoratrici, se que– ste, sul serio, con consapevolezza, pensano di costrui– re u_n ordine nuovo .sopra quello in decomposizione - ma non ancora decomposto, -- del regime bor- ghese. , Far.e la rivoluzione è cosa ben facile. Basterebbe, per determinare il fatto rivoluzione come oggi vol– garmente s'intende, prestare il nostro concorso all'o– pera, e deli.lto,· di demolizione e distruzione 1ch·e da tempo si consuma, di quel poco .di ricchezze' ohe an- • I ' BibliotecaGino Biànco oora restano nel n06tro disgraziato Paese. In parole ,ancora più chiare, occorrerebbe, perchè in un fiat si compia il « ça ira » delle cl'1Ssi lavoratrici, uno scio- - pero generale in grande stile e ad 9ltranza o una serie di scioperi di categorie e politici a getto con– tinuo, per ogni ~ove. Cosl noi avremmo la rivoluzione o, ancoro •più esat– tamente, J.a soddisfazione di vedere i,! timone della barca dello Stato, 1tolto c1a quelle dei noochioeri della. borghesia, nelLe mani de.l prolel;ariato. Il proletariato però, arrivato al potere per, tale processo distruttivo, po,trà assicura-re il pane e quan– to allro occorr-e alk1 ,iw. fisica delle popolazioni? Vediamo. Vi è un ragionamento, fatto da alcuni dirigenti poli-lici. e da ,alcuni dirigenti 1iindacali delle masse lavoratrici, che si può riassumere così: « Le fiamme della rivoluzione dal nostro Paese si estenderebbero in Austria, d'onde avvilupperebbero Ungheria, Ru– menia ed altri ptccoli Pa,esi, sino a formare una fiamma sol.a con il fuoco rinnovatore di Russia. La Germania, allora, ci seguirebbe. Ru.ssia e Germania - gran~i del mondo, serbatoi inesauribili di materie prime e di ca•pacità tecniche ed orga,nizzative __, ci apprest.erebbero le condizioni necessarie al consoli– damento del regime dei lavor,atori sostituitosi a quel- -,o presente». · ll ragion.amento, ripetu'lo da· ,amici e compagni che ripongono una fede sicura nella redenzione degli sfruttati dei campi e delle officine, •pogigia su una'ipo– tesi. A p,rescindere però dal fatto che non è onesto lanciare un Paese come il nostro, di circa qua,ranta milioni <li ab i tari li (come vorrebbero i nostri cugini sinda◊<11isti e i nostri p,ro-cugini ;a,narchici) nel gioco tragico di una rivoluzione - la rivoluzione, per il popolo •che la fa o la subi,s,ce, ha bellezze infinite, ma une.o in(ìnite miserie e mostmosi<ià senza nome -- senza saper,e se ·realmente altri P,a, e.si ci segui– rebbero, ma sofo sperando, intuendo., ritenendo che debbano seguirci; a prescindefe dalla con,siderazio– ne eh~ potl'€mm-0 - subito dopo - vedere un blocco d,elle forze borghesi (Fran:cia, Inghilterra, Sp,agna, Belgio, ecc., sono ancora paesi borghesi, malgrado notevoli segni di maggior consapevolezza dei loro diritti. e- dell.a loro possanza in qt1ei proletariati) co– stituirsi contro il blocco deUe forze dei Paesi ohe avran potuto far-e la rivoluzione (e saranno poi queste, forz,e bloccabili?) e che, nello ineluttabile eolli.sione delle forz-e rosse con quelle bianche, questJe ultime potrebbero uscirne rafforzate; ,a prescindere <la 1,ri cumulo di altre considerazioni intuitive·· noi n-00 riteniamo affatto ci:\e i serbatoi di materie prime e di capacità tecniche ed organizzative di Russia e Germania valgano a salvare Je nostre popolazioni dalla tesa per fame. 1' E' risaputo che le nostre industrie e .J.a, nostro stessa ,agricoltura creperebbero di colpo .se venjsser@ a mancare loro le materie essenziali alla loro vita, :pre– sentemente forniteci dall'estero. II nostro. fabbis·ogno di materie p.r:ime e di vettovaglie ci potrà essere as– sicurato da quei Poiesi ehe han f,aitto la rivoluzione o che la farebbero dopo di noi? No; perchè- l'econo– mia europea, generalmente, è t.ributaria di altri con– tinenti, ed il nostro Paese, in particolar modo, per– ch~ possa con1iervare le sue industrie, compresa quella agricola, ha bisogno di essere fornito di . materie ,- . I

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