Critica Sociale - anno XXX - n.20 - 16-31 ottobre 1920

318 ,, CRITICASOCIALI!! * E non può non essere feconda. Tanto vero che si~- mo già in -oommino; e bene: anche se ,a molti è p_ass.aw. inosservata I.a ,costituzione ,della Cooperativa intitolata appunto del Teatro del Pc/polo. AHe cui basi di formazione stanno le più forti organizzazioni: Con– f ederazionc generale del Lavoro; Lega dei Comuni Socialisti; Legà Nazionale delle Cooperative; Confe– derazione dei lavoratori dello spettacolo; Umanitaria di Milano e Alleanza Cooper{J.tiva di Torino. AUe . quali si sono già rapidamente associate le ,particolari associazioni di resistenza e di cooperazione (Leghe, Camere del Lavoro, ecc.), c◊-n un ritmo che dovrà diventare più ,acceleroto e più vasto, non appena l'i– dea sarà divulgata, come conviene, tra le masse diret– tamente e· intimamente interessate: Le· quali si per– suaderanno. molfo presto, - l'abbiamo già visto dal– l'entusiasmo dei primi aderenti, - d.ell,a ,opp-0rtunità di contribuire .,ubito ,a consolidare e a irrobustire il magnifico organismo a cui è affidato il grande còm– pito di sollevf(r-e il tono dell'arte per la gioia sana e schdetta di tutti, nel modo che abbi-amo già detto, e di obbassare in.sieme il prezzo degli s·pettacoli, ren– dendoli dunqué davvero accessibili a tutti. Anche questo in un modo molto· semplice. Si può dir.e infatti che .non ci sia .Comune in Italia il quale non ,pt>ssieda un teatro di su.a proprietà: dq:ve que– sta condizione manca, la Cooperativa si propone di provocare l'autorizzaziqne a requisirne altri, di pri– vata spettanza, sulla base del diritt_o derivante dalla utilità pubblioo. Oh,come! si possono espropriare aree e case per .allargare il respiro delle vie o per. ingen~ Wir.e l'esteli-oo citlsadina, e non dovrà esservi mezzo di ampliar.e nell '.arte !',orizzonte spirituale del popolo? · Certo, a completare !'.opero dovrà attuarsi l'espro– priazione anche dei diriitti fissi dei palchettisti e di tutti gli .altri. privilegi che ri-ducono la di-s,ponibilità_dei posti: i quali inv,ece dovranno essere lasciati 'liberi a tutto il popolo, con pr.ecedenza. assoluta, ,s'intende, aglt organizz-ati e ai consociali forniti di un 'ap,posita tesser.a. I qllflli, se non pO'tranno godere dello ,spetta– colo gratuito, come sarebbe desiderabile, e come era già stato attuato nella euritmia della civiltà antica, pO'tr.anno vederlo reso .aocessibilissim.o ai più bassi li– miti di salario. 'senza, e4'questo è l'import.ante, che la dignità .artistica ne scapiti in nessun modo. Per– chè dallo spettacolo che paga se stesso, esclusi tutti - gli intermedi.ari, i •par.assili, ecc., nasce .anche la ga– ranzia dell,a sua forma degna e alta, in modo, ripe– ti.amo, che non si debba ricader.e nel deplorevole e!'rore di ritenere il Te(liro del Popolo 'lrna riduzione o una sofistioozione del Teatro ver-0 e proprio. La Cooperativa costituirà, infabti, anzi costituisce, ·delle . Compagnie primarie di prosa, curandone il rep-erto– rio con un amore dis.interess.ato che forse non tutti i capocomici conoscono, e organizza delle masse or– chestrali di prim'ordine c9n programmi q_i esécu– zione e di direzioi.ie elettissimi. Però, ap,punto per– chè si tratta di una realizzazione ·immediafa e biso– gna tener conto delle contingen:,;e in cui ci Il!UO– viamo, la Cooperativa non immobilizzerà i teatri comunali, o requisiti, solo per sè, ma. li .gestirà sol– tsanto per alcuni mesi; lasciandoli, p,er la rimanenza dell'anno, a disposizione delle Compagnie private, èhe potranno pur fare lo ,spettacol('} di .lus1ro: su· cui il Comune si rimborserà. certo -delle spese_di gestione generale. BibliotecaGino Bianco J 'Dunque, non teatro stabile, per or.a: ma tournées eclettiche s.apienteme11te disposte, in modo da tener. conto deUe va.rie' disponi.pilità di vempo, di riposo e di economia, à seconda delle abitudini e delj.e condi– zioni del1e diverse città italiane: ,programl/l,a. sopra tutto p:r,atico, ·che do,yrà essere .. sattua.to per la musiqi appena éonquistati i Cpmuni, e per la pr~sa con l'i– nizio del nuovo triennio comi-co. On~e oc.corre m.et– tersi subito al lavoro: ·da tutte le patti. Gli .ammini– stratori cittadini' presenti o immediatamente futu_ri per )'.esame .della disporiibilità degli stabili te.atriali: e le _ orga~izzaziohi economiche e politiche . del prolet.a- - riato per la formazione rapida e ricca <lei capitale sociale, con !',acquisto delle azioni. ·E da parte di tutti propaganda, propaganda, propagand,a. In modo che nell'attesa brevissima si costituisca quell'atmosfera di si~patia e di fiducia che r{stitu– zione merita e che l'interesse di tutti consiglia. E anche per avvicinare a noì .J~ sospettosà diffiden_z,a degli iartisti e dei comici, i quali possono e deb– bono imparare quanta ricchezza d'ispirazione e di commozione essi abbiano trascuralsa fin qui. Oltre che .. per dimostrare a noi stessi,. anche .in questo campo, che fo sforzo ,oo.soe non da un capriccio ma dia una necessità di elevazione e ,di compl_etazione; .di ·cui siamo persuasi -e di cui v,ogliruno essere. degni. lTA.LO TOSCANI. DALLE RIVISTE La collabo.I1azione dei pO'poli europei nella ricostru– zione economica del continente forma oggetto di uno ,studio pubb!i,cato dalla « N·eu.èRunds.yhau », scritto il cui spirito è ben determinato dalle parole con cui conchiude: « La Germania- vuol coniti-nuare a essere un membro indipendente e ,utile dèlla comunità eu– ropea: ma se l'Occtdente spinge noi tedeschi all{l di~ s·perazione, ci aggrapperemo avidamente a qusalsi,as1 speronza che ci splenda dall'Oriente». Dopo aver rammertt.a.to com.e i popoli ·a-bitsantiquel– la gran casa che si chiama l'Europ.i. abbiano perduto_ ogni contatto fra loro; og11i senso d.i solidsariet.à, ognr comunanza di. opere e di _programmia; l',a~torie 1èllo studio .sostienè c~e l'Europa è un.a,compa~me chiusa, autonoma, organica, p!'essochè vuotata dt vi-ta dalla lunghissima guerra e bisognos,a ,anzitutto di ricu– perare I.a vita p,erduta. Ciascuna, delle grandi nazioni continentali vede in sè il centro di· quel com-pliesso organico, e a8-lle altre' Là periferia: m,a ;centro e peri– ferìa, formando, un solo tutto, non possono sepavare i loro destini. . , , . "L'esper.ienz.a dei due anni trascorsi- dopo la fine della guerr/J. ha dimostrato la necessità di una nuova .sistemazione dell 'Europ,a: m,a ia !Là.le ·sistemazione non si può giungere, perchè i portsavoce dei popoli eu– ropei non s-0no d'accordo. sui principi che devono informa['la. " - . . . I vinti reclamano il diritto di vivere. Dopo aver sottoscritta- quanto fu loro imposto, col coltello_ alla gola,. di 'firmare, e aver ese·guito tutto quanto fu uma– namente pos~ibile dei patti inaudi'liamente dui;-i fis– sali da~ vincitori, non possono ,a,cconcial'si al pensiero di µna servitù ,perpetua, di una totale insanabile ro– vina del loro paese· a p,rofitto altrui; · Lo scrirttore _tedesco ri~onosce con' imparzialità che, . nel caso particolar.e di questa. guerra mostruo911; le enormi pretese detvindtori trovano qoolche giustifica– zione nel fatto che ::\nehe costoro -escono dal conflittQ impoveriti in ~isur.a coloS1Sale,e ,sono costretti a, cer– cdre nèlla · spogli:a.zione dei vinti la possibHità di ri– mettere in equHibrio la loro economia. M.a le esige,nz.e eccessive -p-0rtano in sè la loro conélanrui,, perchè it vinto non si trova in grad<Ydi -soddisfarle, quahinque siano te ·promesse che la violenm gli' ha strappate. ' .

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