Critica Sociale - XXX - n. 18 - 16-30 settembre 1920

CRITICA SOCIALE 281 un Ministero delle Miniere e la riorganizzazione del- 1 'industria del car.bone ( 1). I due progetti mirano alla soppressione della con– correnza per vaste zone e alla creazione di monopoli regionali, sottoposti ad una limitata forma di control– lo di Stato, e includono misure per una parziale par: tecipazione degli operai al controllo dell'industria e per la salvaguardia, almeno teorica, degli- interessi dei consumatori e utenti a mezzo di una loro rappre– sentanza; ma, secondo il New Statesman, l'autorevole organo Fabiano,_ in ciò d'accordo con gH « Indipen– denti n tedeschi, essi sono sostanzialmente un tenta- . tivo di conservare l'impresa privata, solo disciplinan– dola con vincoli parziali di « controllo pubblico » e di « rappresentanza democratica », perchè, mentre fan~ no apparenti concessioni alle rivendicazioni operaie e al « controllo » industriale, lasciano, in realtà, inal– terata la struttura essenziale. dell'industria e conser– vano it controllo effettivo nelle mani dei propri_etari attuali e dei rappresentanti del capitale, i quali hanno la prevalenza assoluta sull'elemento operaio e, nel progetto per le mìniere, sono anche ultra-rappresentati in confronto dell'elemento tecnico nel Consiglio con– sultivo. I progetti insomma, sempre secondo il New Sta– tesman, anzichè limitare il predominio del capitale • nell'industria, favorirebbero l!n concentramento delle forze capitalistiche, essendo il Governo - per i pre– giudizi della maggior parte dei propri· membri e, più · ancora, per il suo manifesto asservimento agli inte– ressi capitalistici e dell'alta Banca - incapace di pren– dere in considerazione e di esaminare, nel suo merito intrinseco; qualsiasi alternativa al sistema industriale attuale. « Il Governo è così cÒmpromesso coll 'im– presa privata, che persino nei riguardi delle ferrovie, nonchè pensare alla nazionalizzazione, limita prati– camente le funzioni- del Ministro dei trasporti a ri– mettere in sesto le ferrovie, per riconsegnarle nelle mani dei proprietari nelle migliori possibili condizioni; e lo stesso è il mandato che esso intende assegnare al Ministro delle miniere: aiutare i capitalisti nel ri– pristino dell'efficienza prebellica; reprimere o cal– mare il malcontento operaio per rimettere poi le mi– niere ne1 libero arbitrio del capitalismo privato ». Ma - conclude la Rivista - il Governo non fa i conti con l'opposizione ·irriducibile defla classe operaia al– i'« or-dine sociale » esistente ·e colla sua ferma vo– lontà di lavorare, d'ora innanzi, soltanto per il pub– blico servizio e in condizioni di libertà; e anche que– sto progetto, come qualsiasi altro, basato sulla siste– matica opposizione a questo impulso, non servirà nè a reprimere il malcontento, nè a ristabilire la piena efficienza produttiva dell'industria. La Federazione dei minatori ha, infatti, respinto il progetto governativo e, come si è detto, minaccia nuovamente uno sciopero generale per un aumento ' dei salari con una contemporanea diminuzione del prezzo del carbone pel consumo interno, ciò che, in realtà. è ancora, sotto altra forma, la lotta per il con– trollo dell'industria, tra il Governo che tende a ripri– stinare, senza modifiche scstanziali, il sistema di or– ganizzazione prebellico, e i minatori, che sono decisi ad impedire il ritorno ad esso. Del resto The Econo– mist, nel suo articolo sul pr.ogetto delle miniere, che (1) A ministry of l>fines; in The Rconomisl. 26 giugno 1920, e The M,ne, ~Hl; in Net" Statesman, B luglio 1920. ib!iioteca Gino Bianco esso approva ,in considerazione del lamentevole stato attuale del i 'industria, ne definisce apertamente il ca– rattere, osservando che « se i minatori metteranno da parte il sogno della <e nazionalizzazione », che essi o qualcuno dei loro rappresentanti accarezzano, e· ac– cetteranno lealmente il proposto piano di cc autogover– no )> dell'industria, il progetto di legge· potrà essere la vera salvezza dalla attuale triste situazione». In uguale maniera si esprim,e, circa il problema del– la « democrazia industriale » e delle socializzazioni, un alto funzionario del Ministero sociale austriaco, il quale - constatato come nessuno dei piani di socia– lizzazione, che avevano vivamente interessato l'opi– nione pubblica aopo la rivoluzione, abbia· trovato la strada per passare dalla cc grigia » teoria ri'ella pra– tica - si dichiara convinto che il contratto collettivo di lavoro, coi suoi graduali sviluppi che assicurino alle maestranze una congrua influenza sulla produzione, sulla. direzione della fabbrica e, magari, s1,1iprezzi, sia il mezzo più idoneo ad assicurare alla classe ope– raia la maggior parte possibile del reddito della pro– duzione,·« senza, nel contempo, compromettere la pos– sibilità di un progressivo aumento di questo reddito con uno sconvolgimento dell'economia capitalìsta », e a portare ad im nuovo ordinamento della vita economi– ca, cc senza preoccupanti esperimenti di socializzazio– ne, senza repentine rivoluzionarie intromissioni nella costituzione economica vigente ». Ma occorre però pregiudizialmente che gli strati più radicali della massa ~i convincano di queste du~ cose : che è pra– ticamente inattuabile un 'organizzazione socialista della produzione; e che nessun regime socialista può emanci,pare il lavoro dalla subordinazione tecnica e assicurare al lavoratore una parte di prodotto mag– giore di quella che può assegnargli l'ordinamento e.co– nom1co capitalistico. « Politica sociale », non già '-'so– cializzazione », dovrebbe essere, quindi, il motto del movimento ope_raio ( I) .. FAUSTO PAGLIARI. . (La fine al prossimo Numero). (1) Dr. ,KARL PRIBRAM: Die gesetzliche Regelung des Tarifv.,·trage, in Deutsch-Oesterreich,· in So~iale Praxis} 30 giugno 1920. l' 1·nuu~IRln ~ID[RURm[A IIAUANA VEDUTA DA VICINO L ·articolo del Piccioli e la nostra postma che lo segue, già pronti da più settimane sul nostro tavolo. escono alla luce in un momento in cui l'agitazione metallurgica pone il problema della sidernrgia su basi alquanto diverse da quelle onde muovono le consi– derazioni contenute negli scritti che seguono. Eppure di essi noi riteniamo ugualmente utile la pubblica– zione, perchè v'è qualche aspetto del problema elle, qnalunque sia la soluzione prossima e remota della contesa fra operai metallurgici e industriali, rimane sostanzialmente identico. Domani, cof(l.e oggi, anche se si arriverà alla socializzazione dell'industria me– tallurgica, sarà pur sempre da studiare il problema se convrnga all'economia del nostro Paese mante– nere in piedi un'industria, qual'è la siderurgia, a cui mancano le condizioni per vivere di vita pro– pria; che rappresenta quindi un impiego antiec.bno-

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