Critica Sociale - XXX - n. 18 - 16-30 settembre 1920

OritiCa Social .. e fl/VIST .Il QUINDIC/N.RL.E -DEL soçJ.RLISMO Nel Regno: Anno L. 20 - .Semestre L. 1.0 - All'Estero: Anno L. 22,50 DIREZIONE:Milano - Portic.iGalleria,23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXX - N. 1.8 Il Numero separato Lire UNA Il Milano 16-30 settembre 1920 SOMMARIO Politica ed Attualità. 1 metallurgici e il metodo ,(CL.t.0010 TREVBS). Il controllo operaio sulla fq_bbrica: il 1>untonucleare della questione (Fn,IP~o Tua.im). Un pan.le dal 11ecchioar nuoVo: Sohema di progetto di ·legge per u~ Contratto di lavoro (IL PONTIERE), Studi economici e sociologici. " CoKlrollo operaio " e " equo profitto " : 1. Organizzazioni eindaca,li e controllo operaio i 2. Le pseudo-socializzazioni (Prof. FAUSTO PAGLIARI), . LJind.ustria sidsrurgica italiana Veilii-la da vicino (L~ 0. S. e Inge– gnere Dn'l'• P10010L1). Flloeoda, Letteratura .e Fat1i sociali. Robel'to Ardig~ ((. I. e Prof. RoooLFO MoNDOLFo). Ciò che si stampa: "C'è uno spettro in Italia .... ,, di Giuseppe Bevi• !acqua (Prof. R. MoRDOLFO). I METBLLUH6ICI E ILMETODO La battaglia dei metallurgici non è finita, se anche, quando queste pagine verranno alla luce, un accordo tra operai ed imprenditori sia intervenuto sul terreno economico sindacale. Come presentivamo nel nostro articolo precedente, cui le Battaglie Sindacali hanno dato più larga diffusione, un qualche cosa di nuovo, di profondamente rivoluzionario, ne è sgorgato, che si è aperta una via attraverso l'azione politico-parlamen– tare. Per la concorde discordia delle parti in conflitto un punto è rimasto fisso ed acquisito alla coscienza pubblica : che un accordo sulla sola questione delle pa– ghe non avrebbe più risoluto la ·crisi del sistema capi– talistico di produzione nell'industria meccanica e me– tallurgica; che, al lasciar le cose come sono, tra breve la crisi sarebbe stata riaperta; perchè gli industriali non si sentono di ristabilire la disciplina nelle fab– briche e gli operai di riprendere il lavoro con la ne– cessaria alacrità, finchè non si prospetti a loro che è cessata l'antica soggezione, l'antica assenza di ogni diritto sopra le fabbriche che essi animano della pro– pria forza. A ristabilire l'attività produttrice bisogna rinno– vare te molle psicologiche del metodo di produzione concedendo agli operai quel controllo e quella potestà che avvii alla socializzazione dell'industria con equa rappresentanza delle maestranze e della collettività. Sbaragliato il concetto della immediata catastrofe di tutto il regime borghese e dell'assunzione rivoluzio– naria di tutto il potere nel proletariato, la gradualità rivoluzionaria adeguata alle circostanze si affermò nella luminosa rivendicazione proposta dalla Confe– der1tzione del Lavoro, cui il Gruppo socialista in i0teca Gino Bianco Parlamento, annuente la Direzione del ~'artito, offri tosto l'appoggio energico dell'azione legislativa; onde un nuovo, ampio e radicale tratto di applicazione del metodo da noi costantemente preconizzato si schiuse, tra un consenso immenso della opinione proletaria e dei ceti che più soffrono dell,e angustie di questo conJ vulso e straziato dopo-guerra. Ma non valse ciò a risparmiarci le più fiere accuse di incoerenza e di contraddizione dall'organo massimo della borghesia conservatrice. Il Corriere della Sera bollò il nostro riformismo di massimalista (oh! felix Clllpa!) e, mettendo a ·risèontro il nostro articolo col manifesto della frazioflé centrista, confuse noi e i no– stri compagni della Confederaziòne del Lavoro .con la più schiacciante dimostrazione del nostro ·versipelli– smo : agnelli· alla dottrina, lupi ali 'opera; deprecatori di violenza nelle carte, esaltatori dell'occupazione delle fabbriche, nei fatti : mostri, adunque, di impo– stura e di demagogia. Noi non ci difenderemo dalla incolpazione tremens da. Il grande foglio della borghesia conservatrice• da troppo tempo si è abituato ad elogiard ed a vitupe– rarci a sproposito. E nostro non crudele destino di non essere mai intesi da lui. Esso, perchè il nostro metodo contrasta le improvvisazioni rivoluzionarie e ripudia le azioni che non hanno limite in un chiaro obbiettivo di realizzazione concreta possibile, si im– magina che conferisca all'interesse dei conservatori, ed allora le son carezze. Poi all'atto pratico si accorge che il metodo nostro è il solo « rivoluzie:nario " per– chè il solo efficacemente trasformatore, ed· allora mon– ta in collera strillando al nostro ... tradimc.nto,. E stril– lando al nostro tradimento forma dei rag;onamenti di questa foggia: Come?! Voi avete nel Manifesto criti– cato il massimalismo da cui << la violenza è invocata come unica fattrice della storia e dei mutamenti so– ciali ,, e vi solidarizzate con « l'invasione degli sta– bilimenti ", portato della serrata padronale, provocata dall'ostruzionismo! E per corroborare il suo sdegno nientemeno si pensa di descrivere• le fabbriche degli imprenditori come il risultato dei loro sudati risparmi! E come in un raccontino morale finisce raccomandando agli operai, se vogliono avere delle fabbriche, di com– perarsele coi loro risparmi. Basterebbe .perciò che « i 500 mila metallurgici risparmiassero due lire al giorno delle tre o quattro che consacrano al vino per– chè in un anno accantonassero 300 milioni e in 10 o I2 anni i 3 miliardi e· più che oggi rappresentano il valore dell'industria metallurgica n! Noi conosciamo molte persone che sono del tutto astemie e non pos– seggono fabbriche. Viceversa non abbiamo mai rico– nosciuto nei fabbricanti quegli anacoreti <.:he U Corrie– re della Sera immagina. Oh! anzi. Infine poi sappia– mo perentoriamente che moltissime di quelle fabbri-

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