Critica Sociale - XXX - n. 18 - 16-30 settembre 1920

CRITICASOCIALE 275 opmtoni. Da un lato, la collettivizzazione tecnica è ancor !unge. per forza di cose, dall'essersi diffusa in tutti i campl e ha ancora larghi~sime zone da fatico– samente conquistare; dall'altro canto, appunto perchè il capitalismo ha reso l'operaio strumento della produ– zione, gestita e dominata da altri, esso lo ha spogliato (per definizfone) della visione d'insieme e della capa– cità che esso possedeva (nel ristretto àmbito di quella economia) nel_ periodo dell'artigianato e della piccola trollo delle fabbriche da parte degli operai come av– viamento alla socializzazione delle indust'ie (o forse proprio per ragione di tale compromissione, che essi non sanno mantenere ali'atto pratico), non vogliono che la Camera si convochi e discuta. I liberali .aspettano che il Governo decida per loro, uscendo da quella neutralità che esso ha troppo illustrata dalanti ai re– clami degli industriali come ... mera impotenza di' po– lizia. Tutti si schierano per l'attacco o per la resisten– za. Ma- chi nega lo sbocco parlamentare conforta con ciò stesso l'azione diretta dei lavoratori e consolida l'occupazione (l'invasione ... direbbe il Corriere, che sa la differenza tra lavorare nelle fabbriche per i pa– droni o per sè) delle fabbriche! Chi si richiama alle leggi scritte per opporle alle legg1 da scrivere si av– volge in una petizione di principio in cui muore la logica e la politica. La caratteristica della crisi attuale è che le leggi scritte non sono più mantenute e nes-– suno può imporne il mantenimento. I socialisti l'avver– tirono sempre : il regime borghese non si reggeva che per l'inconscia complicità delle sue vittime, i la– voratori. Ora questi dicono no alle vecchie leggi ed esse sono morte; ne chiedono delle nuove che per essi sono già vive. Ah! tanto peggio per chi contrasta al– i 'avvento delle leggi nuove che i lavoratori, con la coscienza della tranquilla rivoluzione che esse impli– cano, ancora chiedono al Parlamento! - conduzione, che contrassegnarono il Medio Evo e do– minarono l'economia fino al principio dello scorso se– colo. Senza pretemlere che il capitalismo debba aver percorsa intera, fino all'ultima linea, la propria para-• boia per poter essere stroncato e sostituito, è' evidente che una instaurazione prematura, in toto, del mondo nuovo è una bestemmia contro le più elementari leggi scientifiche (si potrebbe dire : contro il senso comune più volgare), che può essere concepita soltanto da le– pidi cervelli gallinacei. Ma vi sono rami di produzione, nei quali molto può tentarsi fin d'ora in quella dire– zione, e il segreto del successo consiste, da un lato, nel non mai oltrepassare, in ogni momento dato, la misura del possibile e del conveniente: dall'altro, nel non contentarsi mai dei risultati raggiunti, facendone punto di partenza di conquiste maggiori. CLAUDIO TRBVES. ILCONTROLLO PERAIO SULLA F BBRICA Il punto nucleare della questione. Se vi è un punto fondamentale del quale possa dirsi che riassume tutta quanta l'azione socialista dalle ori– girJi prime agli ultimi sbocchi, affermandosi, per di– verse vie, con modi diversi, fa tutte le i;raduali riven– dicazioni, mano mano affacciate, propugr.ate e progres– sivamente trionfatrici, è il proposito di fare del lavora– tore - di cieco strumento parcellare, quale l'ha reso la economia capitalistica, di una volontà e di un inte– resse estranei a lui e alla sua classe - il gestore sem– pre più diretto e consapevole della produzione, nell'in– teresse proprio e della collettività. Il Partjto Socialista, mentre rende omaggio alla necessità storica, quindi alla legittimità transeunte, del règime capitalistico, co– me organizzatore della grande produzione collettiva- . mente esercitata e dei grandi scambii mondiali, senza cui il socialismo rimarrebbe utopia di visionarii (ond'è che la più vigorosa apologia del capitalismo fu scritta, in quésto senso, dai suoi critici più feroci, l'Engels ed il Marx, nelle prime carte dello storico Manifesto), con– stata come a questa progressiva collettivizzazione, pu– ramente tecnica e materiale. contrasti e repugni, in misura sempre più stridente, il permanente individua– lismo della gestione e della assegnazione dei redditi. e prepara la soluzione del contrasto indicando ed aiutan– do il sostituirsi di una forma di gestione cooperativa sempre più estesa e vigorosa...,la cui completa attua– zione sarebbe per l'appunto il pieno regime socialista. Tale sostituzione ed attuazione mm può avvenire che per gradi e con notevole sforzo, non già (come cian– ciano i fllosofastri delle « tendenze ») per il graduali– smo teorico di uomini e di partiti, ma per una neces– sità storica ed economica, immanente nello stesso pro– cesso di collettivizzazione, superiore ai desideri e alle teça Gino Bianco Nell'impossibilità obiettiva di mutare il mondo in un giorno, il socialismo· persegue da decenni un du• plice intento; spingere via via, gradualmente e speri– mentalmente, alla socializzazione delle indust_rie più mature; e, per le altre, nel frattempo, introdurre ciò che fu chiamato sinteticamente e per analogia il « re– gime costituzionale nella fabbrica ». Le otto ore, la legislazione sociale nelle sue molteplici espressioni, i probiviri, gli arbitrati, i contratti o conco•dati collettivi, le Commissioni interne di fabbrica che li fanno rispet– tare,' ecc., ecc., sono altrettanti aspetti di cotesto prin– cipio e frammenti di sua applicazione. Sono altrettante limitazioni recate all'aspro diritto padronale - nell'in– tere1\Se dell'operaio, della specie, della collettività - per ciò che riguarda sia il contratto di lavoro, sia I 'or– dinamento tecnico e amministrativo ~Ile aziende e del– le industrie. Il programma socialista per l'immediato dopo-guerra, del maggio 1917, approvato (e poi messo a dormire) dalla Direzione del Partito, dal Gruppo Par– lamentare e dalla Confederazione del Lavoro, esigeva, fra l'altro, la regolamentazione legale del contratto di lavoro individuale e collettivo e il più largo riconosci– mento dell'azione e dell'intervento delle organizzazioni proletarie in tutto ciò che riguarda la tutela del lavoro e il contratto di lavoro ( I). Nel programma, da noi pro– posto (e allegramente bocci_ato)al Direttorio del Par– tito nello scorso febbraio, oltre la nazionalizzazione delle miniere e delle industrie già pronte, pel loro sviluppo, a esperimenti utili di gestione socializzata e collettiva, si propugnava (comma b) la « partecipazione degli operai alla gestione delle industrie libere, mercè Commissioni di fabbrica e Consigli di lavoratori op– portunamente federati » ; e la « partecipazione delle classi _lavoratrici al disciplinamento generale, alla tutela e revisione periodica del contratto di lavoro e alla for– mazione e amministrazione delle leggi sociali, mercè la trasformazione degli attuali vari Corpi consultivi del Lavoro, della Assistenza, ecc., in un unico e vero Par– lamento del Lavoro » (2). (1) Cdtica Sociale, 1919, p&g. 2iIB. (I!) Orilicci Sociale, 1920, pag. ff7. • /

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