Critica Sociale - anno XXX - n. 7 - 1-15 aprile 1920

Cl\ltICA SOGii\.LE·· 99 sione sta:tolatra, o qagl'interes~i dei produttori, che non dagl'.interessi dei tonsumatori e dalla reale. si– tuazione economica del Paese. Gli uni domanda_no ohe,10 Stato aumen,ti gli sti– molanti alla produzione (premi, sopraprezzi ai p~o- . ùotti del suolo, esenzioni fiscali e prestiti ,di favore a singole· categorie più attive di produttori) e,• d'al– tra parte, accentui più largàment'e e più intensa– mente nel Ministero degli Approvvig-ionainenti e dei Consumi i congegni di. qGesti due fenomeni econo– rmc1 ; altri invocano, come il toccasana, la piena « libertà del commercio», lo -svincolamento di tutte le iniziaHve e di tutte )e en·ergie della pTivata intra– 'µresa commerciale. Delle molte e persuasive obiezioni che si possòno , offrire a quest'ultima richiesta, una le vale tutte e mi sembra decisiva e pregiudiziale : se la concor– renza nel mercato deve essere coefficiente di calmiere nei prezzi; e non congegno eliminatore di concor– renti e costitutivo di monopoli e dr « Kartels » da parte del più o dei più forti, essa deve avere il P,re– supposto -che precisamente le inanca nelle circostahze attuafi :. cioè I.a Ia.rga disponibilità delle merci e delle derrate ;ispètto alìa richiesta e al reale bisogno' di assorbime1ltO dei. mercati. La concorrenza fra ap– prov,.,igionatori• del mercat~, la cui somma di dispo- · nibilità e di offerta non è. pari o superiore alla ri– chiesta e al bisogno del. co"nsumo (subproduzione), non si attiva, non esiste, perchè alla: lotta per l'acca– pan.amento del cliente si sostituisce quella fra i clien– ti per l'accaparramento della merce. Nelle presenti contingenze,. 'chi invoca la libertà del commercio invoca la libertà del bagarinaggio e del jugulamento progressiv~ é illimit/lto del consu– matore. * E', d'altra parte, una mera illusione, quella che at- tribuisce ai poteri d'iniziativa e di accentramento dell'organismo buvocratico statale la possibilità ··di porre rimedio al disordine e alla rarefazione nei mer– cati di consumo. I provvedimenti « di ·autorità» ..c.. dal calmiere ,al monopolio - hanno stabilito, attra• verso i concreti risultati dei molteplici esperidienti la loro irrimediabile inanità. Nè qui è necessario ri– levarf\e i motivi e i coefficienti -· fra i-quali, prin– cipalissimo, è quello della inettitudine industriale, -complicata dalla inidoneità «economica», della or– , ganizzazione statale - •bastando 'la ~onst;tazione del fatto. Ma, sopratutto, l<! stessa funzione politica dello Stato - inesorabilmente «classista» - non consente per ·via de1la solita co~tradiz1one, che essa si rivtilg~ contro gl'interessi di ceti (ca~italisti, ·commercianti), 'i quf!li in. esso· si riflettono e versano la tutela della propria intrapresa in· conflitto •con gli• interessi e i bisogni della grande mas~a dèi consumatori. 1 Questa contradizione 'opera· tantopiù aspramente in Italia, òve il Governo d~Ilo Stato p~atica· il, più prono ossequio alle grandi organizzaztoni moderne del ca• pitalismo, ·Jlla sopratutto obbedisce con diretta sen– sibilità agli interessi dei ceti ,medì e della vecchia speculazione ·bottegaia, che ·sono gl'interessi più di– rettamente e quotidianamente in conflitto con· quelli dei' consumatori, mentre ha'nno; sul terreno parla– mentare stesso; •la .più vili(.ile e più efficace. rappre– sentanza tùtelatrice. Nei mpmento nel quale- ·1e avane-uardie di questi ceti nella produzione agraria , e. nel commercio in– terno tendono, con. la ·lorò progrediente organizza– zione, a sostituirsi alle decadenti consorterie fondia– rie e cittadine,,. ed a prendere il loro posto nella ge– racchia delle infl1ùenze economiche sulla politica dello Stato, questo. - che dovrebbe essere .il loro modera– tore - ne è. piuttosto il p_rigioniero. Nessuna fede,· dunque, nei risultati degl'invocati ir'iterventi statali, sia per la incapacità «economica» e «industriale». intrinseca, all'organizzazione buro– cratica dello Stato; sia per la istituzionale e fÙnzio•. nale. partigianeria dello Stato verso gl'interessi, che dovrebbero rjsultare infrenati e sacrificati da una tutela « di autòrità » degl'interessi e· dei bisogni della massa dei consumatori. * E', dunque,. in una diversa direzione. che occorre cercare· e costituire i congegni 'P'er una effettiva e ~etÌ.sibile, tutela degl'.interessi dei consumatori, ~~ntro ·1a SOJ?raff~zione dellà spe,çulazione privafa. (Noi, na– turalmente, assumiamo come ·presupposto· essenziale deHa nos,tra tesi questo· dato di •fatto:. che, se -esi– stono 'e· sono attivi i coefficienti inte.rnazionali del caro-viveri; essi non escludono e traggono· inaspri– mento dalla speculazione privata, che si complica ~all'imboscament? del produttore à'lla incetta del ba– _garino). La speculazion,e. privata sulle derrate e sulle merci di gE,nerale consumo si esplica, in Italia, sopratutto nelle seguenti forme: i produttori immagazzinano i loro prodotti iii. at• tesa di ult!lriori rincari; ·gl'incettatori ricprrono ad un espediente analogo e,. di più, quando una derrata scompare dal mercato, perchè colpita dà calmiere, , essi iniziano - la incetta delle derrate affini, similari -e surrogate,. intuendo èhe il ·consuino - ·respinto dalla derrata scomparsa - cercherà presto di rifarsi sulle altre ; , agli incettatori privati si sono aggiunti, in que– sti ultimi tempi, gli àccaparratori per conto di Con– sorzi ·Provinciali ed Enti,' che dovrebbero esercitare, nel- mercato dei Consumi, funzioni di pubblica uti– lità; sovente si sollecita e si ottiene la esportazione di merci e di derrate~ la cui produzione « non è su-· periore » ai bisogni nazionali, facendo 'vale~e · il « fine nobile», di concorrere ad attenuare i cambi,' per ma– scherare la 'finalità egoistica dell'intrapresa;' per talunE1 merci e denate, che in parte si ac• quistano _dall'estero e in parte si pr6ducono in Italia, i produttori non costituiscono il. prezzo di vendita sommando ai costi di pro4u'zione la loro pure alta quota di profitto, bensl avvicinandolo al prezzo ,di acq\!_isto risuJtante da quello di acquisto sui ·luoghi di produzione, sommato con quello ingente dei tra– sporti e con la cliffèrenza dei cambi. Conviene pi;'oporsi, dunque, una serie organica di provveçlimenti, atti a colpire nella loro esplicazione complessiva e nella !pro manifestazione episodica cia• scuno di questi artifici della ·speculazione pr:ivata. Evidentemente, un simile obietto non può realizzarsi ·se non ad una condizione : trasferire il dominio e il controllo effettivi dei mércati di consumo· dal ceto dei mercanti -alla ma~sa dei consumatori. Occorre c~eare congegni atti, praticamente, ad annullare la ·autocrazia economica 'ed anriona'ria dei produttori ed

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