Critica Sociale - anno XXVI - n. 8 - 16-30 aprile 1916

CRITICA SOCIALE 121 mese, sono completamente d'accordo cogli opposi– tori più accesi .... d'amor patrio, i quali però hanno il grave torto cli scoprire soverclùament-e, a questo proposito, le loro ingiustificatissime paur~ .. « Non sarà neppure il caso cli parlare di nuovi programmi, di nuove idealità, di n.uova fede·da dare all'Unione», ripeto anch'io, con uno dei giornali amici delk1 class.e magistrale. Per tagliar corto co– gl'incomposti desidert cli un ce•rt.o gruppo, che po– trebbe essere anche nazion alista, e cogl'ingiustifi" cat.i timori di un ceri.o altro, quel.lo dei nostri com– pagni secessi-0nist.i; e per chia.rire l e acque intor– bidate unicamente dalle manovre di pochi fanatici e di molti estranei ali' Unione, nonchè dalle male arti di partiti politici, fiduciosi cli sconfigg,ere il so– cial.ismo nelle persone d'alcuni socialisti; per ass.i– qirà-re, insomma, l'esistenza e il rafforzamento della vecchia Unione Magistrale, basterà semplicemente riaffermare il suo carat.t:ere, il suo programma., i. suoi metodi. · · Altrove - ripetendo e chiarendo il pensiero della Commissione Esecutiva - ho accennato ad alcune ç.ondizioni ~olle qun}i, a mio .~vvis,9.,il Cqngt\)sso di Bologna impedirebbe 0gni sec"(}ssione.E mette conto ripeterle: . 1° Sia riaffermalo il princ1p10 della apolitici!.?, nel senso che tutte_ le correnti .abbiano nell'Unione uguale diritto di cittadinanza e· nessuna vi si senta tollerata, o posta sotto tutela-; 2° Sia reso ins-indacabile il diriUo di ciascuno - Presidente o Socio -,_ alla p-iù ampi.a libert.à cli opinioni -0 cli atti politici, fuori dell"organizzazione; 3° Sia mantenutb il progràmma a tendenz-e de– mocratiche, votato solennemente a Perugia ed inte– grato poi col\.e deliberazioni del Congresso di Ve- . nezia; 4° Sia riconosciuta la necessità di un'equa ra·p– presentanza di tutte Ie correnti politiche nelle cari– che direttive delle Sezioni e dell'Unione, senza sta-· bilire l'incompatibilità per nessun partito; 5° Sia r .iconformat ò il caratt.ere civile ed umano della scuola popola.re, la .quale - pure soddisfa– cendo alle e sigenze ,de 1 sentimento nazionale - non può diventare fucina d'imperialismo, ed educare gli ah.imi alla viol,enza. Tutto ciò era già implicito nei principii e nei pro– grammi dell'Unione, anche se non tutto venne posto semp-11e .in- pratiea, come s,i sarebbe dovuto (vedi, per esempio, la rappresentanza nel:le cariche data prevalentemente agli iscritti ad ulù partito: causa non ultima dell'attuale cr:isi). Tutto ciò risponde poi talmente al pensiero e al sentimento della grande maggioranza dei maestri organizzati, che nessuna opposizione si è U!vata contro 'lé mie' richieste, se ne togli i lazzi d'un 'collaboratoré .''del Popolo d'Italia, il quale avrebbe voluto fare dello sp.irito, e non' è riuscito invece che a dimostrarsi sciocco e settario. Io ho molta fede nel buon senso della massa ma– gistrale, che già comincia a manifestarsi per non dubbi segni ed a far giustizia delle esagerazioni dei primi giorni, de1le gonfiature •di certi periodici sco– lastici e politic.i, degli sf.oftz.i di certi pretesi salva– lori dell'Unione, i quali da Roma inondano le Se- 1.ioni cli circolari rivoltanti e pazzesche. Ho fede che il buon senso trionferà sulle basse speculazioni, su– gli eccessi passional.i, sui propositi separatisti, e che il Congresso riaff.ermerà solennemente l'unità . e l'apoliticismo ,dell'organizzazione. Trionfo dell'equivoco, gricllino i pescatori nel tor– biclo', che temono di veder delusa la loro speranza di vendetta e di ostracismo contro gli odiati socia– lis,ti; trioni o dell'insidia, fanno eco i giovani nostri compagni, per reazione J.egittima agli attacchi di questi giorni e per diffidenza dell'apolitiicismo, nel 1 ·oteca Gino Bianco cui nome è stata concloLta l'alluale campagna pa• triottica contro il Partito socialista. Trionfo della verità e della ,·eallà, ci permettiamo cli correggere noi, che siamo affezionati alla classe magistrale e che riponiamo le più belle nostre spe– ranze nella scuoi~ popolare; noi, che alle organiz– zazioni professionaJ.i - malgracl-0 gli err-0ri e le de– bolezze - riconosciamo grande importanza; noi, che d,el movimento economico dell-e masse lavoratrici - cle' suoi metodi e delle sue· finalità - continuiamo .:l ei .ave re l'an1ica concezione socialista. P.er tutte queste ragioni insieme, auguri.amo che il pros simo Congresso magistrale riesca serio e so– lenne, ,come l'ora eccezionale riclùecle, e che in esso la v,ecchia -organizzazione laica riaffermi tutta la sua forza e trovi la necessària concordia! · G. SOGLIA, l' UNITÀ DELLA CULTURA lf lf. Lo sterminio e/ella' cultura del nemico: e.eco'l'idea ,che s'impone a -ch1· consideri i·l pres-ente conflitto Òome un episodio, a •così dire, della gterna competizione fra I-e·due razze, fra J.edue m-entalità, fr.a le due· tra• dizioni. Se nonchè, -0ggi, delle ra.zze non si osa troppo par• la.re . S,ono f.ormule orma·i -superate dalla scienza• im• parzi ale, rigettate dagli •spiriti mi,gli·ori. Chi ardi• rebbe riparlal'e dell:a razza latina, dopo I.asferzante iro– nia di Renan contro gli antropologi dalla còrta ve• duLa? La razza non è tutto per gli uomi111i, come lo è per i rosicanti •O per i felini, e non si ha il diritto di gir,l)..reil mondo La.stando i cranii all:a gente, per poi aifferrarla pel coHo e dirle: tu sei del _nostro-san– gue, tu ci appartieni » (1) .. Solo il dema.g-ogismodi. quei quÒ-tidiani che pos– sono-fare interamente a -fidanza sull.a ..,. innocenza de-i ·1oro lettori può ancora µ.ari.are di un.a lotta di razze. O la pesante immagin.ativ.adi un Wo.ltmann (2) ·o éli al• tri siimili p,retesi scienziati, che, guazzando nei paduli te·orici della f11•enologia e della fisiognomonia, sann-0·, al momento v-oluto, esibire una tesi su-I «germanismo» d,i Dante o di Mi,chelange1o.... · - È semp-Ii,cemente buffo parlare. della ràzz,a. latina dei Francesi, che erano ancora p.rokind.amente « Galli » nei primi secoJj della nostra éra e ·comprendevano it latino così bene, che S.ant Ireneo, vescovo di Lione., fu -costretto·a· predicar 'loro· I.aiparola divina ,nella li·n– gua de-i Celti (anno 177 d-opo'Gesù Gr,isto). O forse sono i F·ranchi, quei selvaggi conquistatori. ohe con– traevano così frequenti mari,taggi colle Germane, che avranno aggiunto un po' di sangue l.atino,·ai buoni .aibitanti della. bella terra di Francia? La verità -scien:tifi,ca è così. evidente e pa.J.pabile,che un valente dotto italiano, N. Zingarelli, non esita ad affer mare ,che « vincoli di razza, f.r.aItaliani e Fran. ce.si , non esistettero mai, se non nella test.a di qual• che g rande ingenuo o -di qualche erudito dal èervello d-ebole ». La tesi delle due l'azze r~gg-endosi male, ecco baJ. zar fuori quella deHe due culture. Qui, J.acultura es• sendo un fattore spirituale, I.a cui .es.atta valutaz-ione (I) E. RENAN: Qu'est ce q11'1me11nllo11? - Conrerenza ana Sorbona, 11 marzo 1882. (2) WOLTIIIANN! Dte Gen111111en i Ft·anh,·elch.

RkJQdWJsaXNoZXIy