Critica Sociale - XXVI - n. 4 - 16-29 febbraio 1916

56 CRITlCASOC1ALE giano, che si estende fin pre_sso Piac_en~. ~a po– polazione, per insuillcenza d1 c~mumcaz10m, _vi è separata dalla capitale; è, .quasi senza . eccez1?ne? dedita all'agricoltura, favorita. da 50 clulomelri d1 fittissima rete di canali, che per allro 11endono umido il clima e nuociono inquinando facilmente i pozzi, quasi tutli mal costruiti. Pochi Co~uni dice il relatore - hanno un pozzo pubblico ben costruito-, ,e questo è quasi sempre insufficiente ai bisogni, s·erve per il grosso abitato ~ non per le frazioni. Vige la grande proprietà; 11 pal\o. colo– nico, dopo gli ultimi migliorame?ti conseguit~, con– siste nel dar-e all'assoldato 300 hre annue, più una quantità fissa di derrat.e alimentari (granoturco); domina in• grande scala la lavorazione del latte e il commercio ciel formaggio; vi è pure qua.lche ri– saia perpetua; la parte di pianura più bassa, co– steggiante il Po, da Corte S. Andrea e Meleti e Maccastorna, forma una vasta zona malarica. L'i– giene industriale lascia molto a desiderare : le co.n– ceric scaricano le acque di rifiuto in canali irri– gatorii, creando un continuo pericolo di infezioni carbonchiose, che si possono trasmettere a distanza di luogo e di tempo ai bovini, i quali a lor volta poss-ono trasmettere la malattia anche all'uomo. Ecco perché, in questi ultimi anni, si manifesta– rono vari focolai carbonchiosi nei dintorni di Lodi. Ottimi risultati ha dato la vaccinazione. Noll' ri– guardo alla trasmissione del carbonchio, ma ri– guardo alla t,rasmissi-one agli opera.i di altre in– fezioni e di parassiti superiori (vermi, tra i quali il pericoloso tenia echinococco), è pure da deplo– rarsi che alcune concerie di pelli piccole (cani, ovini) per la confezione dei guanti usino ancora come concia lo sterco di cane quando la chimica può fornire surrogati ottimi che non, producono inconvenienti. Una conceria che adotta ancora que– sto sistema esiste a Gorla 1 °. .Inutile dire che la chi– mica ha trovato nell'acido lattico, nella fermenta– zione della crusca, ecc., ottimi sostituti alla ca– gnina. Tra le malattie professionali si nota la anchiLostomia_si. Tutte le forme infettive comuni si manifesta.no in CJ.Uestazona ~ud-est, ove sono foe q~enti ie epi– demie esantematiche e non esantematiche dell'm– fanzia, · come morbillo, scarlattina, difterite. Talora le epidemie infantili raggiungono cifre impreS'Sio– nanti: a Senna Lodigiana, nel 1913, vi furono 500 casi di morbillo su 3560 abitanti, cioè quasi il 15 °/o (si comprende però che la percentuale ha un valore assai relativo perchè dovrebbe farsi sui bamb\ni, anzichè sulla totalità degli abitanti). La d1fter1te, nel 1891, vi colpì 70 bambini. Sono fre– quenti le forme infettive oftalmiche; sono• frequenti altre forme non contagiose nell'antico significato de)la parola, ma dovute ad agenti infettanti e la cm frequenza è legata alla professi-0ne agricola e alla P?Ca pulizia (linfangioiti, paterecci, flemmoni, · ascessi ~ altre for_rne suppurative). Si trovano• pure frequenti le affezioni di artritismi e mialgie reu– matiche. La deplorevole trascuranza d·elle norme d'igiene, ed_ai:i,che la. non sentita responsabilità che mcontra chi s1 assume l'affidamento d'allevar bam– bini propri ed altrui, sono causa cli una enorme mortalità dell'infanzia, speci,e nel primo anno ·di e~à. Le nascite sono in me_dia rappresentate da una cifra_ che è ~er lo meno 11 doppio di quella delle mort!; tale differenza_ di. cifre. viene_ in seguito pa– reggiata dalla mortalità mfantile. V1 sono· Comuni per esempio: Graffignana, dove in aJ.c1mi anni ~ mortalità dei neonati raggiunse il 30 °f. (anno 1910' ed il 36 °/ 0 (1911). ' :t"{a le due piaghe della zo·na sono il tifo addo– minale e la tu?ercol_osi :_ i! tifo, diffuso dalle acque, dalle poco puhte aib1tudm1, dal latte munto in mocl,1, BibliotecaGino Bianco sudicio, <:!alle verdure concimate con le deiezioni umane, poichè quasi non vi sono latrine,_ o ten11ta in modo che sarebbe lo stesso se non c1 fossero: la tubercolosi, diffusa dalla frequentissima convi– venza dei tisici · con altre persone, dalla nessuna pulizia, degli ambienti pubblici, dove tutli sputaao (sale d'aspetto, osterie,· Uffici pubblici e special– mente è da deplorarsi il sudiciume degli Uffici go– vernativi), dalle cattive condizioni delle abitazioni, da trascuranze che c-onced-ono talora a maestre tu– bercolose di venir tenute nell'ufficio di insegna– mento. Nella parte orientale, tra i tronchi della ferrovia Milano-Cassano e Milano-Como (specie nei Comuni di Trezzo,· Cornate, Colnago, Bellusco, Buss·ero, Cascina Pecchi, Inzago) è ancora diffusa l'alimen– tazione maidica, speciaJmente sotto forma di grossi pani di granoturco, delti ruote, del peso perfino di 10 chilogrammi l'uno; ivi si incontra ancora la pellagra, la quale è sempre più dimostrato che ha per causa, predisponente necessaria l'esaurime,nto organico (De Giasca). Nella parte avvallata presso il Po, ·è anche fre– quente la malaria, 12er quanto in, ritirata davanti alla pro.filaS"si chinimca. lvi non si conoscono reti– colati alle case e i terreni aspettano le opere di bo– nifica. Qui troviamo nella fauna· entomologica ab– bondantissimo l'anofele. Non è poi raro l'alcoolismo nei contadini. delle fattorie, col suo triste co-rteo di /renosi. Sono i regali che lasciano le·, ebbrezze vinose domenicali! La barbarie igienica. emerge, oltre che dal fin qui d'etto, dalla nessuna pulizia, dall'abitudine delle donne di fare storditamente visila ai malati anche di malattie infettive, trasportando i morbi, dalla già avvertita mancanza di latrine, cl.alle superstizioni f.olli, che fanno pensare al più remoto Medioevo. « Fattuochiere, con,ci-a.ossa, e ,p-eirsooe eserciba'llti aibusiviamemte .. J'.ar-Le medi,oa, vengono nlOltoriamen<te _consul,tate ed ubbidite co,n, m.aggi,o,r f.ede di· queJ!I10 che .si f.a.-oc:iia p,e,r i Ja,ur,eati n,e,H'iarbe sanii,ba:ri,a, ,e, d:i· so.J.i:L o .si.mil :i.m ,isbifi.ca- tori· 5ono iinidi•vidu~ senza i,l fia– -s.cino deJ.l'in teL lig,e,nz,a ,&!)'Ilo so.vente g.arzon,i di stalla, che, -secondo lia ored:enza popoiia,re, si trasmettono dii poo,re in figli.o Jia:virtù di taumaturgò. Per f.ortuna si tratta ianohe• di fu[l'bi, che 1rmn v'9,gilli-ono· ·wmpro– met'bersi ord!i,oondo medicamenti, p-eir.icolosi,; un. po' di sugna d·i p:orco e quialohe,stramo segno cabal1istico S·OIIlO di ,solito i, loro rimedi. Ben pe,ggi·ori oon•o i me– dioomen!Ji• .suggeriiti dia donn'iociuol1e, amche, non spe– cwliatrk,i,, e ,t or.iberi ohe han,n,o,fiatbo ,str.ad ~ neU'opi~ ni·one ·p11bbliooper p:reveni-re o _cu,rar mialiatti-e. V,e ,ne &ono di girotte&ohi, di, sucidi, di p,e,ni,ooLos.i. - Non ,par1a.Jndo <li que.Jle òomuni-ssime pa'11aceeehe. sono lo steroo d 1 i, v,ac,oo, usato come oata,p,l.asma e -le .rag,rua,tel,e p,er '1-ef.er. ~be,no•i ltl'ov,i,amo-, s.eic><:Jlllldo i VJa•r!paesi, il gra.s s·o di p .ap, eiro,CJ0llilro i tumoo;i., Jia, fogli.a di oavolo per mso e.sterno contro le co1iohe iintesti,ooli, •i,lpoJ.10 squartato vivo e, mes.s-o,sul petto ·per le bronch~•Li, -!'a,gli-o iaippeso ial o01liJ.o contro .le verIIlli.nosi,. be 18!CCJU1e die;lle ,var.ie ilonti p,er La'Wlrs.igli· occhi, :i.a. rana dn– ghiotti ta v, i,v,a, -per cuirare le, ia-t-onieg,ast~he, i pi– docchi bevuti nell'acqua oontro l'itteriz-i:a, la biian– che-rfa. · sudieùa, tenuta· .appos-ta per essere .usata du– rante il. puerpe,rio oonilro le e.llllOr.ra,giei, decotti di vari vegefiaol.iusati specia,J.mente come pr.atioa abor– tivia ». . È con_tr~ tali. tene~re c_he la domenica partivano 1 due m1ss1onar1 a,d 1llummare le. turbè, con, ·il solo ausilio della loro parola e· con poco materiale di-

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