Critica Sociale - XXVI - n. 4 - 16-29 febbraio 1916

60 CRITICA SOCIALE verà ben altro giudizio intorno al Paese in cui nacque. « La nuo,va Germania rappresenta un grande quan– tum di abilità eredit,ata ed esercitata, siochè, per qual– che tempo, può persino, fare• sp,r,e,code,ll'a ,ccumu.ta •to tesoro di forre». E poi: « La Germania può vantare più virtù maschie, che non qualsiasi paese d'Europa. Qui si ubbidisce anoora, senzaiche l'ubbidienza umili,i ». È vero, la G,ermania _non possiede ancora unia cultura degna di essa. Sovratutto, no_n ha ancora una cultura artistica come la Francia: e qu~ta era appunto la grande ~ifferenza, i) profondo abisso ch'egli riscontrava fr~ 1 due P~,es,1.Ma que:5ta cul– tura francese, che è Il frutto· d un merav1glwso la– vorio secolare·, è ormai chiusa. La, cultura. ge•rma– nica invece è giovane, sta div,en,end-o.Ed è un.a cul– tura genuina. Che -cosa è invece la cultura moderna? « Tanto più dobhiamo tener fermo allo spi.rito ted-e– ~co, che si è rivelia-t0nella Riforma tedesCJae nella musi,oo tedesca, e che, nell'enorme severità e valore della filosofia tedesoo e nella fedeltà d•el soldato tede– s-co, ha mostrato quella. forza r,esis,tente, alien,a dia ogni aipp-arenza,dalla quale noi passi.amo aspettaroi un.a vittoria su quella ps,eudo--cwltura,die è di moda nell'e,po-ca· pres,ente ». Ci,oè a dire vittoria dello spirito germanico sulla pseudo-cultu_r~ moderna. Il' c~e c~mplet_a ridea di una Germama alla testa ,d 1 egh Stati Umt1 cl Eur opa. Ma una tal.e mèta un tale idè,ale non può ess,ere •r.ag – oiunto che con Ìa guerra. E Nietzsche già s ogna ~ ,ch,e·si seguano due secoli di guerra, i quali non .avranno pari nella storia, sicchè noi entreremo ne'1- l'era classica della guerra, della guerra dotta ,e a~ un tempo popolare, a cui tutti i millenni venienti guarderanno con invidia e venerazione, come a un br.ano di perfezione». La guerra di Nietzsche? Adunque, che sia· questa la gue,rra <li Nietzsche? Che al filosofo d'ella « Volontà di potenza » e d,e,llo « Zaratus.tra » vada la responsabilità, la p.ate_rnit_à spirituale di questo immane macello ?,Ì popoli,_ ~1- volto ad assicurare la superpotenza, 11 predomm10 .alla ,cultura g-erm.anica '? In F ederico Nietzsche, come in altri pensatori che han.no, ].a,sciatoopera abhondante ma hanno VÌS\Suto spesso fuoTi della realtà del mondo,' si possono cer– tamente scoprire frequenti contraddizioni. Chiama pericolosa la cul,tlU'a prussiana, e si vanta prns– sianO: friedericiano iìn nel midoHo. Disprezza la cultura tede,sca, e raccomanda di attenersi allo s,pi– rito tedesco. Sfo~liando questo. o quel suo vol~m,e, porgendo orocch10 a questa ,o quella 0onve·rsaz10ne - anche a breve intervallo di tempo - possono tro– varvi materiali e documenti per le proprie conclu– sioni tanto quelli che vedono, in lui il disprezzatore di tutto ciò che è tedesco, quanto coloro che, tra l'uno e l'altro• credo neH.acultura francese, scoprono il credo nella egemonica missi-one dello spirito ger- . manico e delle maschie virtù tedesche. Le sono oon– traddizioni in paTte incomprensibili, in parte prove– nienti dalla momentanea disposizione d'animo, dal– l'influenza dell'ambi,ente, in cui il filosofo viveva, e anche dal fatto che - come già dicemmo - Nie,tz– sche visse mo•lt.oal di fuori della realtà di ques~o mondo. BibliotecaGino Bianco Ma, a prescindere cl~ questi opposti s,entimen~i e pensieri di Nietz~che rispetto al suo pa_ese nativo, abbiamo anche visto· una profo_nda, ~tr:idente con– traddizione nel suo stesso pens1-ero-c1y1Lee fù<o~o– fico. Questa contraddizione per9 è fa.c1h:nentespie– gabile: essa non è che cr~nolo,g:ica. Nel pensi.ero nietzsche1an~ -11:1torno .alla guerra possiaI?o disti1:1guer,e <l~e ..pen~d1., Il primo, c~ sta sotto l'1mpres1910nedegh orrori d ~n campo_ d1 bat– taglia, com:e pu~e della salute. cag1one_vole?el .filo– sofo: ed è 11pè·r10do, che culmma negh aforisTill an– timilitaristi e antibelli,ci delle « Cose umane, tr:oppo umane)). Il &econ,dopérioclo ha COfl"!e punto 11 par– tenza la visione luminosa d~l m?grnfico regg1m~nto di cavaUeria, che fa nascere m lm, forse per la prima volta, il pensie·ro della « V~lontà çli _Potenza», nel qual volume si 1eggerà poi: « lo mi rallegro del– l'e,voluzio-oo militaristica dell'Europa, anche delle anarchiche condizion'i interne: è passato il periodo del riposo e del Cinesismo, che _Galiai:iiavev::i pre– s~gito pe;r questo ~eco!~». Ed è 1!~ penodo del vero metzsche1amsmo, 11periodo dello Za_ratustra, ,<:Juello del Nietz,sche maturo', che, per mggiungere l 1de~.Je d'i vera grandezza e civiltà, vuole ~lpes1:3-re s,p1,e– tàtamente tutbo quel che è debole e p~1vo d1__vo.lontà. Il primo ~ietz~he,_ q~ello del per\odo pm brev,e, quello _degh anm. p'.1m1 e _del pensie·ro _1mmatu~o: sente pietà davarut1a1 caduti sul ca!?po d1 b.atta,g1ia, crede ancorà. nell'amore del prossimo, nella com– p.a•ssione predicata da Schopenhauer. Ma poi, in– vece che ai soldati caduti, ripeinsa a quelli che lot– tano. Invece che dei loro doJ.ori, si ricor.d:a d,egli a,tti di. valo,r,e•. La compassione schopenhaueri.ana non ha più ragior d'essere. « Non la, vostra compa,s– sione m.a il vostro valore!». esclama. Il fi101S1ofo che, ; 26 anni, al cosp,etto delle ferite ?JCill;llerrieri, si er.a visto avvolto da una fosca niebbia, diventa,, a poco a poco, il filosofo dell',eroismo e si sta·oca da Schopenhauer, ehe era stato suo maestro:· · · « La va,lutazione, con oui v,eng,ono giudi,c-ate oggi tutte J.e diverse fo.rme, d,ell.asocietà, è tutt'uno con quella che assegna alla ,p.aceun ,valio,resuperio'11e· ohe alla guerra; ma questo giudizio è .an.tihio.\ogico,è un prodotto della deca:de:iz,a della vita.... Què-lla virtù, che anche Schope,nhauer ,ci ha insegnato essèJ.'le I.a· su– pr,ema, l'unioo e, il fondamento di tutte, le virtù: p,r,e– cisamerite quella compassione, io rioonobb<ipiù peri– co!,os,adi qualsiiasi vizi-o .... ». Gli è che Schopenhauer aveva concepito la vo– lontà di vita come volontà di felicità: e perciò cadde nel pessimismo, quando vide· che la felicità è irrag– giungibile. Niet~c~e invece, staccato~i da lui, cort, cepi la volontà di vita come volontà di superare tut~ gli .ostacoli, come volontà .da lotta, come volontà d1 potenza; e pervenne a que.Jla fil,osofia eroica, che ha appunto per fondamento la lotta e la potenza. E chiaro: se mai vi fu filosofo, che alla guerra abbia assegnato una grande missione, s,e mai vi fu uomo e pensa,tore·, ,ch,e nella guerra abbia visito il fondamento d,ella vita .e della, -civiltà, quegli fu cer– tamente il Nietzsche-Zaratustra, che esclama: « Miei fratelli, in guerra!». Ma dovremo p,ereiò affermare che questa è La guerra di Nietzsche, che la sua filo– sofia, ha sistematicamente educato i Tedeschi alla guerra, li ha spinti ora nelle trincee e· sul mare c·on– tro mezzo mondo di nemici? E la guerra di Niellzsche, se con tali parole si vuol dire· eh',ei sarebbe commo,sso, and'rebb,e in estasi davanti a, simili spiegamenti 'di forze·, di fronte a tali atti di valo·re, al co~petto di tanta volontà di potenza. Il « vecchio artigliere » si dorrebbe' sol– tanto di non potervi, lui pure, prendere parte a,t-

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