Critica Sociale - Anno XXV - n. 10 - 16-31 maggio 1915

150 CRITICASOCIALE pria libertà e aut.onomia, condizioni eleme.ntari ne– cessarie :il loro progresso. « Se vi è infine una terza speranza, quella di una ,.empre maggiore giustizia sociale, essa non può av·ere altra base se non un regime di libertà, di uguaglianza almeno di clirilli poli-tici, altro ambien-te di s·viluppo se non un regime d-emocrolico, di sovran~tà popolare. « Ora è impossibile - soggiung,erò - non intendere che oggi I-a lotta dev-e essere -contro colo:ro che in– carn:mo i principi e gli scopi perfeltame.nte opposti ai princip,1 di libertà e. di indipendenza dei popoli, op– posti ai principi della democrazia, dell.a giustizi.a so– ciale: contro coloro, che incarnano ed espilicano nel modo J)'i1'1 cons-eguente; ma più barba·ro i sistemi ciel mil,itarismo· bru,tale, sosteni·l,or,e dei r-egimi medioe– ,'ali, d'ogni privilegio di casta e di razza». E. riguardo ai mezzi: « La stessa legge di Darwin, canone fondamental•e cli tutte le evoluzioni, ci fa o,bbligo pl'eciso di tene,· conto delle -condizioni r,eali neJJ.a lotta per J,a vita, vita materiale e mor-aJ.e;ci fa obblig-o di tener conto dei mezzi che S,QQO, caso per c,aso, ad,att.i ed efficaci; senza cli che, senza teil'er conto de-Ile p,a,rti•coktri cir– co-stanz,e, non solamente è impossibil,e ,anche ai mi– gliori ,sperare cli vince-re, ma nemmeno di sopravvi– vere. 01'a, i viol,enti inferociti, le belv,e, non si p-os– sono domare altrimenti che con la viol,enza; unico mezzo -effì.caoedi persiasione per chi vuol,e e C!'ed,c di p·ole.r s-opra-ffa-re gli altri, è quello di dimostra!'e che gli .al.tri, magari- deboli singol,armente, sono· forti ,e capaci di resist•el'e a loro, di domarli, di riduTli al– l'impotenza, string,endosi insieme per un unico scopo di dif.e-sa e eh bene comune, per !'endel'e appunto im– rossibile ai prepotenti di violal'e i diritti d-ei de-boli in onta aHa giustizia, alla civ·iltà, all'umanità». G. RICCHIERI. Nella Triulico Intosa contro Ja Russia ! In questa nostra modesta, mia convinta camJ)agna l)er meUe·re il presente problema italiano cnl di là .11/JIIP. due Triplici, oltre il /rie-e-trac deUe due Orse imper.ialisti,éhe, di cui indi,ca i pericoli, i d{lnni e la vergogna per l'Italia, mentl'e design,a peT l'llalia un.a propria missione di capitana dei neut.ri e mediatrice tra le• due cosl,eJ.lazioni, di consigliera di pace €: promotrice di giustizia. - un.a missione che per es– f,ere sohiettame-nte italiana non è me.no universale - in questa nostra campagna .abbiamo i'I conforto di- tro .. v,are strane ·conf.essioni dal campo ·avv,erso -che sern-– brano strap))ate a-Ua stessa nostra dimostrazione. Uno di questi « co.nsensi », non voluti, sf•uggiti alla evidenza delle cose, e che abbiamo già .avuto campo di esaminare discutendo le. tesi della Stampa tori– n-ese, sta nel confuso s-ent.imento che molli, pur gua– dagnali da tempo iaH'inle.rvento, hanno dell'assurdità e del pericolo del buttarsi puramente e semplicemente nelle braccia della Triplice Intesa, onde s,i affannano a chiedere garanlie, garantie che l'Intesa può pro– mettere, non dare, pe-ochè in flagrante contraddizione coi fini e con la natura dell'Inteso, i quali e la quale essendo stati il contrappeso delfa Triplice AJ.leanza tendevano, come questa, alla guerra e, nella guerra e per la guerra, a morire. Nul'lta è più stolido che BibliotecaGino Bianco concepire sub specie aelernilalis la Intesa mentre si concepisce così mortale I-a Triplice Alleanza. Ora, dopo la Stampa e tonti altri, eoco che è lo vo•lta•di Arturo Labriola a chiedere, sollo l'impero della stessa illusi-one, che l'It.alia alla vigilia di aY– venimenti de-finitivi, faooia sapere che essa non dareb– be il consenso alla guerra se non a due condiz.i,oni: 1 ° ohe l'Adriatico v-enga ri,conosciuto pe,r un mare ita– li.ano e neutralizza-lo per l,e flotte da guerl\a d,egli altri Paesi; 2° che sia assicurato un lungo· e preciso trattato di alleanza tr.a l'Italia e l'Inghi,Jterra aUo scopo di con– s-erv.a!'e·la situazione mediterranea che- sarà per ri– sultal'e dalla guerra. (E quale sarà?). Pe,rchè il La– briola vuole che ci si,a tutto ciò pregiudizialmente assi-curato? Pel'chè egli, che conosce le questioni di cui parla, non ha, non può avere, l'entusi::ismo per i cosacchi che è di moda tra gli imbecilloni demo– cratici d•elle Joggie. Egli conosce la Russiia ozarista « la quale senza .aver vinta la sua gue·rra ha già prat.icato le più odiose misure di snazionalizzazion•e sui polacchi di· Gali'!ia >); ,a che « il passaggi-o. de.-,, gli Stretti consentilo alla Russi.a, facendone una Po– tenza mediterranea, introdurrà un nuovo e ,più dif– fì.cile. elemento di perturbazi.one in quest.a J)Ofrtica mediberrane.a, d·estinaLa nuovamente ad e-ssere il noc– ciolo· di tutta I.a politi,ca europe,a »; sa che cc se la Russia dagli Stretti si infilasse ne.I Canale di Otronto, dati i metodi così po,oo scrupolosi della CanceHeria russa, noi dovremmo prepararci ad una s,e,cO'Ildaguer– ra contro la formidabile potenza czarista .... E questa probabi.l•ità deve essere rigorosamen,te interdetta ne:l'– J'interesse degli stessi popoli s.la1Vi adria,ti,ci, ai qua,Ji deve essere un salutare esempio• il destino della Ga– lizifl polacca. La Russi-a czarista non sa. che sna– zionalizzare e comprimere ». D,i qui il Labriola infe– risce che bisogna imporre all'Inghilterra la aJ!l.eanza ' con l'Italia, e &e non. si J}UÒ, tanto peggio: nessun consenso alla guerra. cc Il probJ.ema degli SLl'etti cr-e-::1 u11,a solidarietà nuova tra l'Italia e l'Inghilterra». L'Jng,hihterr.a è l'autrice delloa sostituzione deHa, Rus– sia ,nHa Turchia nel Mediterraneo. « Dopo es·sere s.tata per secoli il palladio d-el-lflTu!'chi.a e la vigil,e mi– nn,ccia deLla. espansione russ-a, l'Inghilterra è d,iven– lata lo stl\umento éJ.eJ.l'espansione della Russia i•n Eu– ropa - dopo averle abbandon{lta la. Persia ·in- Asia - e l'esecutore giudizi.aria de-11{1 propri.a• condan,na di morte contro J.'Imp,ero Turco. Ma. domani - di fronte a questa, Russia così mostrwosamelflle ,a,ccre– sciuta di fo-rz.e'- l'Inghilterra dovrà di, nu,ovo ripi– gloiar-e l,a sua politica di vigilanza e di :uginamento e su quest,a strod·a in,contrerà naluralimente, l'Italia e la Romania ». Queste cose leggendo oon è possibile trattener-e un'esclamazio-ne: Come lutto ciò è ben ragionato ~er domani! Il guaio è che gli ae.oordi si dovrebbero f,are oggi: accordi esphciti (un illngo e preciso Ira/lato di alleanza, dice il Labriola) tr.a l'Inghiltoerra, e l'ltaJ.ia contro I.a Russia; cioè, praticamente, sostituzione del– l'Italia alla Russi·a nel sistema dell'Intesa. Scusate, se è poco. E La Francia che dii-eh.be? e che direbbe La stessa Russi.a, mentre le su,e masse sono così ne– cessarie a fronteggiare gli austro-germanici sui gio– ghi dei Car))3zl - e· non vi riescono che a grande stento - e mentre essa slesF-a è già sospettata di macchinare un.a. pace parziale? E come l'Inghilterra, che non ha mai voluto vincolarsi in alleanze in tempo di pace, n,e inaugurerebbe ora una con l'Italia, du– rante la guerra· per il tempo dellai pace, contro la

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