Critica Sociale - Anno XXI - n. 3 - 1 febbraio 1911

38 CRITICA SOCIALE perdere il tempo. Difatti si diceva che l' " allarga– mento del suffragio " è un." avviamento al suf– fragio universale "' coerentemente al metodo del riformismo nouveait jeu, secondo il quale oramai non si devono più chiedere le riforme, ma solo degli .... avviamenti alle riforme. · La campagna dell'Avanti I produsse o parve pro– durre i suoi effetti un anno dopo con la promessa fatta dall'on. Luzzatti nella seduta della Carnera del 29 aprile 1910 riguardo all'allargamento del suf– fragio. Il quale, secondo i commenti dell'on. Bonomi (Avanti! 30 aprile 1910), avrebbe dovuto avere per base l'art. 100 o qualcosa di simile, e produrre nel– l'Alta Italia il raddoppiamento del numero degli elettori, cioè " il suffragio universale maschile ,, ; e nell'Italia meridionale, pur senza produrre, niente– meno, il suffragio universale, avrebbe " quasi rad– doppiato " il numero degli elettori. La verità, invece, è che l'art. 100, auche nell'ipo– tesi che debba produrre la iscrizione nelle l-iste di tutti i maggiorenni non analfabet-i, porterebbe bensì nel Nord il numer.o degli elettori da 1 'i, milione a 2 milioni e 680 mila, cioè quasi al raddoppiamento; ma questo non sarebbe ancora il suffragio univer– sale, poichè resterebbe sempre fuori dalle liste anche al Nord un buon milione, cioè più di 1/4 dei citta– dini maggiorenni. E, quanto all'Italia meridionale, bisognerebbe fare una forte tara a quel "quasi rad– doppiamento "' poichè gli elettori salirebbero, sulla base di 792 mila, di appena 457.000; e continue– rebbero sempre a rimanere a piedi più di 2 milioni, cioè quasi i 2/3 dei cittadini maggiorenni. A questo si deve aggiungere che la ipotesi che il ripristino dell'art. 100 debba produrre la iscri - zione nelJe liste di tutti i maggiorenni non analfa– beti, non ha base. Ho già osservato sull'Avant-i.i dell'll gennaio passato che, data una legge, la quale faccia dipendere il diritto di voto dal saper leggere e scrivere, e dato che questa legge non può obbli– gare tutti i cittadini non iscritti elettori a dare gli esami periodicamente affinchè i ,i professori ht leg– gere e scrivere " sieno iscritti elettori -, questa iegge non può non lasciare in facoltà dei singoli individui di chiedere o non chiedere la iscrizione, quando manchino certificati scolastici regolari, che consentano la iscrizione d'ufficio. L'ort. 100, per– tanto, sarebbe usufruito solo da chi volesse usufruirne. Il che vuol dire che saremmo ben lontani eia quel– !' " aumento immediato di due milioni di lavora– tori "' eh.e dall'art. 100 si sono sperati, anche senza tener conto del fatto che, in quei due milioni di alfabeti non elettori, a cui sarebbe dedicato l'arti– colo 100, almeno un mezzo milione è formato di borghesi e piccoli borghesi neghittosi. La· riprova di quanto affermo si ottiene sicura, quando si studiano gli effetti che ebbe l'articolo 100, allorchè funzionò nel biennio 1882-1883. Si è detto che l'art. 100, cioè la facoltà, data a chi non avesse certificati scolastici regolari, di ottenere la iscrizione mediante semplice domanda scritta e sottoscritta in– nanzi al notaro, produsse quell'aumento immediato di due milioni circa di elettori, che si ebbe nel corpo elettorale per effetto della riforma del 1882. Ora,questo è errato. Quell'aumento fu determinato da tutte le di– sposizioni della legge del 1882, e non dal solo art. 100. - Nel 1894, qua.ndo gli effetti dell'art. 100 furono au.– nullati, la epurazione delle liste non colpì che 800 mila iscritti. Ma occorre ricordare che le cancellazioni av– vennero con' criteri barbarici; si cancellò a tutto an– dare, come del resto si era iséritto a tutto andare nel 1882. Dunque i cittadini, che erano stati iscritti legitti– mamente elettori in forza dell'art. 100, non dovettero superare il mezzo milione; e frÉl.questi moltissimi non furonò della classe lavoratrice vera e propria - chè molti, anche benestanti, erano andati a scuola in Biblioteca Gino Bianco tempi, in cui non era ordinata la istruzione elemen• tare con effetti legali, e perciò dovettero ricorrere all'art. 100. Nè dal ripristino dell'art. 100 si potrebbe oggi aspettare un effetto immediato più notevole, considerando anche che le larghezze pasticcione del 1882-1883 oggi non sarebbero più possibili con tutta quest'aria di "cauti accertamenti n che spira a buon diritto dalle moutagne conservatrici. Questo limitatissimo aumento, poi, si distribuirebbe fra i varì gruppi della classe lavoratrice e fra le varie regioni, in ragione diretta non solo dell'alfa– betismo, ma anche del fervore della vita pubblica e della attività della organizzazione di classe (1). Cioè l'aumento sarebbe raggu&.rctevole al Nordì e meschi– nissimo al Sud. E si viene così a togliere alla ri– forma elettorale quella che dovrebbe essere la sua funzione fondamentale e il suo merito più prezioso: l'uf– ficio, cioè, di smuovere il terreno dei gruppi sociali e delle regioni piit inerti, trascinandole quasi per forza nella vita pubblica. Finalmente non bisogna dimenticare che gli au– menti a base di art. 100 sarebbero limitatissimi nel Mezzogiorno, non solo per il grande analfabetismo, non solo per le torpide iniziative individuali e per la n1ancanza di organizzazioni, ma anche per l'ostru– zionismo e per il camorrismo delle Commissioni co– munali e provinciali. Perchè - è assolutamente necessario .pestare e ripestare su questo tasto - è questa una delle cause fondamentali, per cui anche parecchi, che dalla legge attuale avrebbero il diritto di essere elettori, sono tuttora esclusi dalle liste. - Secondo la legge del 1882, la revisione annua delle liste -era affidata alla Giunta comunale, col diritto di ricorso al Consiglio, e poi di appello alla Commissjone provinciale, e final– mente di ricorso definitivo alla Corte d'Appello. Con quésta procedura, nella quale il ricorso al Consiglio permetteva alle minoranze di controllare pubblica– mente l'opera della Giunta, gli elettori crebbero nel periodo 1885-1892, cioè quando non era più iu vigore l'art. 100, di 80 mila all'anno. - Con la riforma Cri spi del 1894 fu abolito il ricorso al Consiglio, la cura della iscrizione fu affidata a Commissioni comunali elette dal Consiglio con la rappresentanza, non sempre realizzabile, della minoranza. E queste Commissioni comunali, lavorando senza pubblicità e spalleggiate dalle Commissioni provinciali, in cui prevalgono gli elementi più reazionari, commettono, sopratutto nel Mezzogiorno, cose assolutamente de populo ba,·baro. Così è avvenuto che, dal 1895 a.I 1908, nouostante (1) ,\ piena eonrcrma della mia prnvlslone sono venute nell'AV<tnH! del 2-i gennaio 1911 le seguenti parole dell'on. Bonornl: "L'allarga– mento del suffragio a tutti quel\! che possono sostenere una prova modesta di alfabetismo vuol dire U voto agti o,·ganizzrtli; li sutfraglo universale vuol dtfe li voto a tutti: agll organizzati e al dlsorga– nlzzatl ,,. E sosUene che 11suffragio universale potrebbe dnre oggi la vittoria a l-'ractlarnlo (lnyece che all'on. De Bell!s o all'on. Mon– tagna o all'on. Squitti), e che l'allargamento (quale?) del voto è pll1 rlvoil1zlonarto del sulfrag1o unlYersaie. - Alla lluon'ora ! Finalmente !'on. Bonomt ha smesso la burletta di presentare l'11llargo.mento (quale?) del voto come ~avviamento al sulfrHglo universale,,, che avevil ripetuta sull'Avanti! per due anni Inter!. M.o.,per essere Chiaro In tutto e su tutto nelle sue proposte, occorre che l'onorevole Bonoml raccts.~un alt.ro passo: riconosca cioè che la r!fot•ma elettorale da lu1 preconizzata servirà bensì agli orga11.lzzati, ma a patto elle questi abbiano a loro disposizione delle scuole e non di-ano ariaifabeU. Nel paesi, dove esiste l'organizzazione, ma c'è un alto analfabetismo, per es. In Pugua, l'allargamento bonomtno è una. mistificazione, per Il semplice motivo che non bastano, come s'Immagina \'on. Bo– nomi, "poche lezioni serali,, per npprendere a leggere o scrivere, ma et vogliono aimeno sei mesi. Riconosca Questa verità l'on. Bonom1, o avrà eosl portata unA. brlllant!ssima documentazione alla verità da me più volte :\!fermata, che esiste In alcuni maggtorentl del par– tito soctallsta la tendenza ben netta, anclle magari Incosciente, a conllscare l'azlone del partito socialista a vantaggio delle sole orga– nizzazioni più progredite del Collegi del deputati.

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