Critica Sociale - Anno XXI - n. 3 - 1 febbraio 1911

36 ORTICA SOCIALE insistere, agire, combattere. Ed io temo che non snp– piamo farlo, e troveremo perciò eloquenti ragioni per non farlo. Così resteremo a mezzo della partita, but– ta.odo le carte all'aria. E così anche la nostra intransi– genza sarà shta senza successo di fatti nuovi, di nuovi orientamenti nella nostra vita municipale; sarà Rtata, invece di quello che doveva essere la~ nuova intransi– genza riformista, una copia in ritardo della vecchia intransigenza mitologica: i:ivoluzionaria non dico, per non creare un'anfibologia, poichè giammai la nuova in· transigenza riformista avrebbe dovuto avere pili chiaro carattere di rivoluzionaria nella continuità dell'azione della masse. La chiamerò piutto,to intransigenza m(il– thusiana, cioè ispirata puramente al desiderio dell'asten• sione per lo spavento della responsabilità. 'l'roppo, troppo poco! Poichè, per il gran pubblico, ignaro dell'intimo delle cose, essa visibilmente non dà che questo risul– talo: da Bariuetli a Ponti, da ·Ponti a Gabba, da Gabba a Greppi.... Dove si arrasterà ? Per gli intransigenti dell'antica intransigenza, coi quali, per la nostra acquiescenza di oggi, noi andiamo a confonderci, la replica è trionfale: - Benissimo. ]leggio va, meglio va. Dalla reazione alla rivoluzione. Dall'estremo male la salvezza estrema! Putrescat u,t resurgat. Essi sono pienamente in carattere ed al loro posto. Ma noi? Ma noi, caro Turati? tuissimo CLA UDlO 'l'HViVES, Vi è una sottiglie,za di argomentare che ci pone istintivamente in allarme. Claudio Treves è un mago della penna e della parola; ma lo espia - com'è giusto - rimanendo vittima talvolta egli stesso della sua ingegnosità e del sno paradosso. Quì, col miglior animo, ha teso una rete a noi tutti e, prima, a se stesso. Con la tesi bloccarda pesca i bloccardi, con la motivazione intransigente s'indust,·ia cli ac– chiappare gli antibloccardi. Vediamo di smagliargliela. Un bandolo c'è. Sfila dalle prime righe. Se passate via sbadata– mente, rischiate di restare in trappola; suderete a disimpacciarvi. La frase è buttata là con ttna negli– genza .... sopraffina. " L'obiettivo delle, tattica intran– s·igente dei socialisti era questo: rompe,·e il bloccopo– polai·e per rompere il blocco clerico·inoclerato .... ,, li resto del periodo è tautologia o parafrasi. Ed ò la " maggiore ,, di u11 sillogismo. La " minore " e la " consegueniat ,, compiono 1'al'tico1o. E io subitogli grido: alto là!" Nego ed impugno!,,, come scrivono i convenuti nelle compa,·se. L'obiet– tivo della intransigenza d'un partito è, anzitutto, essere liti. "Partito,,, da " partirn ,,, dividere. Qual– che volta si " parte ,, per arrivare .... troppo presto: e servono i )>!occhi; ma si arriva a un frammento di_potere - spesso a un.a larva. E questo il concetto della" vecchia,, intransigenza, domma ti ca, assoluta, " mitologica ,, ? No: è dell'io• transigenza senza aggettivi. Non si rinnegano i bloc• chi, in dati casi, a date condizioni, per dati fini. Ma l'alleanza non è che occasionale ed eccezionale. Que– sto è di quei veri che son tali pet· definizione. La alleanza sistematica non fa dne parti ti; ne fa uno solo. Di più: "tattica"' da "tatto,,, è adattamento va– riabile a cose variabili. Cristallizzatela, è morta. In– transigMza perpetua, senr.a soste e ritorni, suppone questo prodigio: di un'idea, di un internsse, che nu– trendosi solo di sè, si espanda fino a soffocare og·ni concorrente. Questo fa la setta, non il partito. Vi– ceversa, affinismo sistematico - è abdicazione, è suicidio. BibliotecaGino Bianco .- Ma Treves non ci parla, ora, di alleanze .... - Vedremo! Qui importa precisare il punto di partenza. A determinare il quando, il perchè cli un blocco o non-blocco, concorrono, è chiaro, infiniti coeffi– cienti esteriori. Quali, uel caso di Milano? Uno - il più largo: La forza cli "ambientamento"' dice rrreves, o di irradiazione, di Milano le impone doveri speciali. Per l'appunto. E il Congresso nostrn recente segnalò - causa ed effetto di un ri)assa– mento d'azione - il troppo e troppo facile " aller.n• zismo ,,. Conveniva ai socialisti milanesi obbedire, e predicar coll'esempio. Poi: i coefficienti locali. Nessuna, in questo mo– mento, vera profonda, immediata convergenza d'iu– teressi fra i candidati all'alleanza. Sul terreno fiscale, la minoranza consigliare socialista aveva dovuto persino, per quanto a controstomaco, sostenere la Giunta moderata contro l'assalto dei Circoli mode.rati, clericali, economici, esercenteschi, cui la democrazia, sn quel tema, teneva bordone. Ed era la piattaforma. Così, il blocco non sarébbe stato sincero; anzi, non poteva formarsi; meno ancora 1 vincere. Nella lista, i socialisti ne avrebbero cacciato gli esercenti e tutti gli elementi mezzani; ed era la sconfitta. E doppi di numero, il p>irtito in Milano il più forte, restavano, Treves lo ammette, esclusi anche dalla minoranza. Se, per negata ipotesi, si fosse vinto, il blocco, per le stesse ragioni, si sarebbe sfasciato al primo ten• tativo di azione: alle prime elezioni parziali, una parte del terreno, breve e friabile, ci scappava di sotto. Era possibile il dubbio 0 Certo, non smaniammo per il potere. E, per que– sta virtù, ci dissero vili. L'accusa, attenuata, risorge dalla penna di Treves: " intransigenza malthusiana,,! Ma intanto, per l'occasione presente, si trattava della pelle dell'orso! Pel futuro, è solo da vedere quale sia il metodo di lotta che ci rende veramente piì, forti; non per ghermire il potere, ma per tenerlo; e per usarne sul serio. Che è questo " potere ,, per noi? Stare in Giunta, dividerci e dissiparci nelle Commissioni, nelle Opere pie, spiegare influenze di favori a persone, a gruppi. .. Questo è il " potere,, per alti-i, non per il partito socialista. Nel ristretto campo ciel Comune, che la legi– slazione, che la politica dello Stato limita ed opprime, un partito nuovo, di interessi grandi e, pel' necessità, cli grandi promesse, come il socialista -- sopratutto in una grande città - non può prendere il dominio per farvi dell'ordinaria amministrazione, moderata e borghese nell'intimo, verniciata di rosso o di rbsa. Dee potere imporre a sè, alla cittadinanza, allo Stato, sia pure a prezzo di nrti e di sconfitte feconde, alcune soluzioni municipali, urgenti pel prnletariato. Per questo esso ha ben dritto di sceglier la sua ora. Malthus ha del buono! Questi - a tacer d'altri - i motivi dell'anti-bloc– cardismo milanese, che, dunque, si vede, non può essere d'un quarto d'ora. Intransigenza "mitologica,,? * * * Sbloccare gli avversarii, no, non era un niotivo: poteva essere un effetto, piì, o meno probabile, più o meno desiderabile - su ciò si potrnbbe discutere a perdifiato. E non è detto che non covi sotto le-ce– neri. Ma le ragioni del partito erano ragioni socia– liste, inerenti alla sincerità, alla forza, all'avvenire del partito; nou erano ragioni interessanti gli altri parti ti. Sui quali non abbiamo noi, cura d'aninie: e sarebbe troppo altruista voler farn l'educazione po– litica degli avversari compromettendo la propria! In un caso la tesi di 'l'reves - per ciò l'ho eletta bloccarda - filernbbe: quando, scacciato il blocco vincitore, si volesse, pentiti, ritentare il nostro. Pro• varci a vincere con questo. Ma Treves protesta: ciò

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