Critica Sociale - Anno XXI - n. 3 - 1 febbraio 1911

46 CRITICA SOCIALE infimo grado e le case di malaffare (1). Già la Commis– sione per la riforma del Codice per la marina mercantile aveva proposta la istituzione nei porti di pubblici Uffici di. collocamento. La Commissione reale pei servizi ma– rittimi opportunamente propose, nello schema di conven– zione, di affidare gratuitamente il collocamento del per– sonE1.ledi bassa forza a un servizio di Stato con rappre– sentanza pari delle parti, dandosi al capitano piena li– bertà di scelta fra gli inscritti pre.:iso l'Ufficio e piena libertà di rifiuto ai- prescelti: lo schema non prevedeva carattere obbligatorio a questo servizio, carattere che era invece affermato uella relazione. Il principio dell'esercizio di Stato della mediazione è poi stato affermato nei vari progetti successivi e la legge del 13 giugno 1910 contiene la ·disposizione: ti Il personale di bassa forza, destinato a comporre gli equipaggi dei piroscafi addetti alle linee sovvenzionate, sarà designafo da appositi Uffici di collocamento istituiti presso le Capitanerie e gli Uffici di porto, con eguale rappresentanza tanto dei concessionari, quanto della gente di mare. Ad entrambe le parti è riconosciuto il diritto a rifiuto. u I concessionari avranno facoltà di assumere personale di bassa forza indipendentemente dagli Uffici di colloca– mento, quandb questi non abbiano pel'aonale disponibile alle condizioni del contratto-tipo di arruolamento "' Così si ha la istituzione - seuza esempio in questa industria - di Uffici pubblici di collocamento per mezzo dei quali deve d'obbligo avere luogo tutta quanta la mediazione per i soli servizì uovvenzionati. 'l'ali Uffici sono stati istituiti nella seconda metà del 1910 presso le Capitanerie e gli Uffici di porto cui fauno capo le linee sovvenzionate. Sono retti da Commissioni presiedute dal– l'autorità portllale, con pari l'appresentanza dei conce:<– sionarì di servizi: e della gente di mare, designata quest'ul– tima rappresentanza dalle associazioni. Le Commissioni sono riunite per decidere questioni di massima e per le controversie sorgenti nei casi di rifiuto. Le offerte per gli arruolamenti hanno luogo secondo l'ordine cronolo– gico delle iscrizioni. Questi Uffici hanno funzionato - per quanto risulta - regolarmente (2), ed è richi~sto dalle organizzazioni marinare che l'azione loro venga estesa pure alla marina libera. RICCAHDO BACIIL (') V. 11mio studio sn /,et 111edtctzto11e ctei lavoro pei· la gente dt mare, supplemento N. 3 al BolletU110 cteWUf!ìci,odel lavoro. Negli ul– t1ml tempi a <:enova l'eserelzio della mediazione era stnto larga– mente esercitato dalla organizzazione operala pe1· meu:o di un Ufll– e!o istituito nella Casa del marinai, cou adesione di vule Compa– gnie di navigazione. (2) Nel porto ,11 uar! Il ruuzionamento dell'Ufllcio di mc(llaztouo 1nco11tl'ò 1nlzlalmcnte gravi difficoltà per la esistenza (Il ,111eAssocia– zioni dissidenti: la Cooperativa ht.vo1·atorl del mare e la Coopera– t.lva sti\'atori e 1·istivaLorl del porto, ade1·ente quest'ultima alla Ca– mera del hworo o ali!\ Federnzlone 1rnz!onale. I,ii dlve!'genza fu 1·i– solta staQ!lendosl ohe, nella lista deH'CJfficlodl eollocarncnto, verreb– bero Iscritti altet·nat!vamentc un marinalo dell'una e uno dell'altra Cooperativa (v. lt tavorcitore del mare del 1° agost.o 1910). IN TEMA DI EMIGRAZlONE Il Sud-America parve, nel 1910, una succursale della "Farmacia,, di Montecitorio, e i maligni hanno buon gioco ad affermare che gli onorevoli vanno laggiù vo– Ioutieri, perchè tutti vi diventano .... illustri parlamen– tari. L'effetto già comincia a farsi sentire: e, se le os– seL·vazioni e le critiche che vengono alla luce non bril• !ano tutte per genialità e spesso non disgradano quelle di qualunque nostromo che abbia traversato un par di volte l'Atlantico, non_ mancano tuttavia di un certo in- Biblioteca Gino Bianco teresse per le conseguenze pratiche. Le quali vanno dagli inviti a_trattare con- questa o quella Repubblica, sino ai completi disegni di colonizzaziine, quali sono nella mente di Enrico Ferri, innamorato dell'Argentina, che è a sua volta innamorata di lui, cosi da destare sospetti, non sulla lealtà della persona, ma sugli ele~ menti che inconsciamente possono influenzarne il giudizio. Parmi doveroso porre in guardia contro una tendenza, la quale minaccia quel "liberismo migratorio m che, pur co' suoi guai, è sempre un minor male. La questione va posta così: è utile che lo Stato pro– muova accordi per dirigere la corrente migratoria in un dato paese, sia pure contro determinate garanzie e privilegi? E, se lo è in tesi generale, lo è del pari nei rapporti di questa o quella Repubblica sud-americana? /i:* Non si nega, in astratto, il diritto e il dovere dell'in– tervento dello Stato per disciplinarè le correnti migra– torie. Se realmente esso riuscisse a sommare i diversi fattori che rendono preferibile ai nostri emigranti un dato territorio, sarebbe logico spingere gli emigranti a quel paese ideale. In realtà codesta è un 'utopia. Tutti gli sforzi si infrangono contro, l'impossibilità di sommare· unità non omogenee. Come mettere assieme, ad esempio i valori del clima, del guadagno, della casa comoda o non, della scuola? A molti l'elemento economico si pre– senta preminente e assorbente; poco monta allora qual– che maggior rischio della vita, l'assenza di scuole, di maestri. di svaghi; ciò che preme è la rapidità del gua– dagno. Il lavoro nell'Acre o 1101 Parà, coi 30 o 35 milreis quotidiani che guadagna un cavatore di cauciù, sem· brerà preferibile, non ostanti la vita semiselvaggia, i crotali e la malaria, al lavoro nel distretto di S. F'ran– cisco, ben altrimenti civile e dove i guadagni sono pur sempre elevati rispetto alle nostre medie, se non a quelle dell'Acre. Il valore di ogni consiglio è sempre relativo alla na– tura di chi Io richiede. Di qui il rischio dello Stato che, sia pure a fin di bene e strappando concessioni note– voli, favorisca date emigrazioni. Le note etniche, le abitudini, la conoscenza generica della resistenza della razza tiono indici (un po' grossolani, se si vuole) di qual– che importanza: ma falliscono sovente di fronte alla pratica. Per ciò i negoziati con l'una o con l'altra nazione per avviarvi le correnti migratorie si risolvono facil– mente in delu~ioni. Il solo dovere dello Stato è di illu~ minare sulle condizioni di ambiente, di clima, di salu– brità, di vita civile, di guadagno. Ma in nessun caso deve esso tirar le somme, cui gli ignoranti prestereb– bero un valore obbiettivo, mentre, trattandosi di coeffi– cienti eterogenei, non possono sommarsi che attraverso una valutazione affatto personale. Io mi chiedo ad es.: come può serenamente Enrico Ii'erri raccomandare, quasi disegnandone il piano, la emigrazione a Bahia Blanca in Argentina quando gli mancano i termini di confronto colle condizioni dei no• stri emigrati in California o al Canadà? Per sincera che sia la sua visione, come non temere col Bevione che gli applausi e le palanche argentine siano date assai meno all'oratore che all'uccellatore? Per avviare gli emigranti a una data località converrebbe possedere: 1° Ja certezza morale che sia quella la meta migliore; 2° la conoscenza reale della natura degli emigranti. Al– trimenti limitiamoci alle documentazioni e alle impres• sioni personali; non rubiamo il mestiere a coloro cbo laggiù assunsero di stimolare il popolamento del suolo.

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