Critica Sociale - Anno XX - n. 17 - 1 settembre 1910

270 CRITICA SOCIALE drone. Lo Stato concorre, oltre alcune lievi facilita– zioni, con un contributo annuo per ogni pensione di cronicitù o cli vecchiaiit conferita, fissato in L. 60 (Germania), o in L. 94,50 (Austria,). La Cassa. però ha un notevole Yantaggio nella rifu– sione delle quote, perchèi in alcuni casi ben specifi– cati, la Cassa rifonde la metb, e non più, dei contri– buti incassati, agli aventi diritto, e cioè a: a.) gli infortunati del lavoro, che ricevono una renrlita per infortunio, per dato e l'atto di continuata incapacitìt al lavoro, qitando però abbiano pagati almeno 200 contrihuti settimanali ; b) le donne, che si maritano, e che non abbiano ricevuta alcuna rendita. Di solito queste non si as sicurano più neppure volontariamecte: sono i" pen• tìti della previdenza. ,, di liui,rntti; e) le vedove, o i figli legiUùni minori di 15 anni, quando l'affigliato non abbia. avuto una rendita.; i tigli orfani di padre; i minori di 15 anni privi di madre; <l) i vedovi, se imtbili al guadagno e se la moglie era il sostegno della famiglia. La Cassa deve JH'OYvede1·e la rendita di cro11ù;ità, senza riguardo all'età: l" ad ogni assicurato divenutc, 1 per malattia, pe1· età o per altra causa, durevolmente inabile ,i gua– dagnare almeno un terzo del suo salario medio i ::! 0 a coloro che, essendo incapaci tcmporaneit mente a guadagrrnre, sono irntbilitati al lavoro per pili di G mesi (fino al qual termine provvede la Cassa malattia.). E' però neces~ario che l'assicurato abbia pagato almeno 200 contributi settimanali. La rendita per cronicità è costituita dal contributo annuo dello Stato di L. 60 in Germania e di L. 94,50 in Austria, pìi1 dal fondo. \'ariabilc a seconda delle varie classi di mercedi (5 in Germania; Gin Austria), e per una aliquota progressh·a per ogni settimana <li contrihuto. La remuta per vecchiaia spetta di diritto a quelli che hanuo compiuto 70 anni in Germania (in Austria invece 65 anni) ed abbiano pagato almeno 1200 con– tributi settimanali. Questa rendita risulta cost.ituita dalla somma fissa dello Stato (come abbiamo già detto soprn) e da quella della Cassa, che varia a seconda delle cate– gorie di mercedi. Per la Germania, la media della pensione è oggi dì circa 225 lire; per l'Austria va da un minimo di 168 a un massimo di 525 lire. Si capisce come, nei primi anni di vita dell'assi– curaiione, predominerà la pensione di "ecchiaia di fronte a quella per im·alidità: ma poi a\'remo il fatto inverso, e questo resterà costante. E invero 1 in Germania., mentre nel primo anno si versarono H pensioni per invalidità e 132.66"7 di Yecchiaia, e la proporzione 11011 Yariò 1l10lto durante i 7 anni suc– ces1:1ivi,già nel 18tl8 si pagarono i11Yece222.500 reo• dite di vecchiaia e 294.000 di invalidità; e nel 1908 queste ultime sa1iron{'I a 841.000: mentre le prime scesero a 11S.000. Non entreremo in altri particolari; ricorderemo solo come la Cassa, doveud,, proporsi di ottenere la minot·e possibile incapacifa al lavoro e la più pronta guarigione, abbia il diritto di sottoporre l'assicurato alle cure opportune (ospedale, clinica, sanatorio, ecc.), massime se esso non abbia una casa e una famiglia da cui possa essere opportunamente assistito. Così l'opera di queste Casse è ,rnche eminente– mente preventi\'a 1 di fronte ai morbi che minano la salute delle classi lavoratrici. Ad esse deve la Ger– mania i numerosi e magnifici sanatori) le Case di convalescenza, ecc., che curano gli ammalati agli inizi della malattia, quando è più facile la guari– gione, e impediscono, col ritorno troppo sollecito al lavoro, le ricadute fatali; per esse potè la Germania intraprendere e intensificare la lotta gigantesca e vittoriosa contro le malattie professionali, le malattie venerne, l'alcoolismo, e agguerrire gli affigliati, con opera assidua di educazione e di istruzione, contro i pericoli delle malattie, tanto nella vita comune, quanto sul campo del la\'oro. A noi, tutto questo: che è conquista reale, sembra sogno di utopisti. ~~p1rnrenon dobbiamo indietreg– giare. Voperaio deve volere, l'industriale deve coa~ diuvare; pcrchò la salute fisic1tdel primo è necessità assoluta pel bilancio economico anche dell'imprendi– tore: lit macchina-uomo esige non minori sollecitu– dini della macchina-ferro. ln\'ero, ogni miglioramento, ogni estensione delle leggi di assicurazione sociale. sono oggi, in Germania, en(nsgicamente favoriti, e tal– volta proposti, dagli industriali. In faì·ancia, la nitata legge 5 apl'ile 1910 1 obblil,{a. all'assicurazione cronicità e vecchiaia, col solito tri· plice concorso, calcolato per l'operaio e l'imprendi– tore a 9 lire per gli uomini e a. G per le donne mag• giori di 13 anni, pei minori a 4,50. Gli impiegati con stipendio annuo di non oltre 3000 lire sono sottoposti all'obbligo dell'assicurazione; quelli con stipendio fra 3 e 5000 possono adire alla assicurazione volontaria. La pensione yecchiaia si consegue al 65° anno, però il pensionato può domandare la rendita anche a 55. La pensione si calcola in base a tariffe stabi– lite dalle Casse. Lo Stato concone con una somnut annua di lire 60, quando l'assicurato abbia pagato per 30 anni i suoi contributi settimanali. Se li pagò solo per 15-30 anni, lo Stato dà un sussidio calco• lato a lire 1,50 .J)0I'anno di assicuraiione. Pure cor– rispondentemente diminuito è il contributo statale, se l'assicurato domanda la rendita al 55° anno. Anche per la rendita cronicità lo Stato assicura L. 60, ed il massimo delle 1·endite è fissato in L. 360. Lo Stato, infine, ha tutto il vantaggio a concorrere nel salvaguardare la salute dell'operaio, perchè questa rappresenta il patrimonio pili sacro della nazione. Da noi, però, sarà necessario fissare il limite d 1 etl~ per la pensione-vecchiaia non oltre i 60 anni per gli uomini e i 55 per le donne, come del resto già decise la Cassa nazionale di previdenza, e elevare il limite minimo di rendita degli assicurandi a L. 3000. fn base al salario annuo medio di 750 lire, il premio, calcolato nell'l 1 6 °/ 0 circa, sarebbe di L. 12, da suddividersi fra padrone e operaio in parti uguali. Lo Stato concorrerà poi colla somma fissa di L. 60, per ogui rendita accordata, e cou qualche altra faci– litazione da fissarsi. IV. - Ricapitolando. L'onere annuo per entrambe le assicurazioni malattia e crnuicità o vecchiaia - sarebbe di annue L. 24 (0,47 circa la settimana) per l'operaio, e, per l'industriale: da 15 a 25, a seconda del pericolo of– ferto dalla sua industria. Lo Stato pagherebbe L. l.000.000 a titolo spese di amministrazione per la Cassa malatlia, più una somma X, uguale a tante volte L. 60 quante saranno le rendite accordate. Come per la Germania, nei primi ,mui lo pensioni vecchiaia saranno le 1>iÙ gravose e, calcolando in circa 250.000 coloro che - nelle in– dustrie - varcarono il 60° anno d 1 età 1 e quindi sono già. in diritto di godere la pensione, la spesa per quest'ultimo titolo ammonterebbe, nel primo anno. a L. 15.000.000 1 che, mano mano, scemerebbero negli anni successivi. Chiudendo que1:1tepagine, destinate a popolarizzare l'essenza delle Casse obbligatorie di malattia e cro– nicità, vogliamo rilevt1.re un fatto di grande intere1se per noi italiani.

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