Critica Sociale - Anno XX - n. 17 - 1 settembre 1910

Critica-Sociale RIVIS'l'.11 QUINJJICIN.1/LE 'DEL SOC/.1/L/Silf() Nel Regno: Anno L. 8 - Semestrn L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 Anno XX - N. 17 Non si ve,ule a 11,unieri separati Milano, 1° settembre 1910 SOMMAl~IO Politica ed Attualità. l't.r lo co11m·a popo/m·e: l'lstL/11/0" Glos11è C11nltlcci n di Como (L.~ CRITICA Soc1.1.u:). Q11/pro(Juo i11mx:01U: Il d4eu110 dL ltgoe dtl/c1 jet/a/rin, (NOI). l'rr la rl(o,·111<• {ttToolorla: 11. 1'rtul legger,, lorlff<1 ulogglolod ti servizlo 111trcì (GINO IIAOLIONI). li pen;omll~ fe.-roolarlo (UN ,\Pl'I.ICATO). ,,u uiovtmi td ••• (H maf,11'1: co11trlbuto 1\lle nostre autod!ui;no~I ()'1- !.ll'PO TURATI). Studi economici e sociologici. Co111ro l'alcoolismo: relazione nl Congresso soclnlhta {l'ror. ,\l)0Ll'0 Zt;JtBOGl,10), L'assi.c1wazlomi obbllr,ato,·Lo pu· w 111(1/(llflo, la rrouicJtù e w i·u– cllic11a: elle cos'è, come f11wzLom,,cJie cos<1 dtì. c11ecosa p1d> d(11·e; lii. t,'asslc11n1::::io11e c1·011iclM e vtcclli<11<1; 1v (fine) ft.capUO/{lmlo (l'ror. dott. l,IJIGI C,rnoz:r,1). I.e pensloul d,ucchiolo: \'IIJ. t.'11sslcuro::::ione(lbbli(lotol'l<1; fl 0 .'<110111 progetti (Doit. 0IUl,10 CAS,\Ll~J). PER LD COLTUHD POPOLDHE L' l5tituto " Gio5uè Carducci ., di Como. A Como, questo 20 settembre - qui la data ac– quista davvero un significato - non si faranno gli sbandieramenti fatui, non le consuete retoriche apo· logie della 14 breccia ,,, per la quale do,•eva passare - e non passò -, dalla quale dove,·a irradiare - e in 40 auni ancora non irradiò - il pensiero laico) democratico e civile della nuova patl'ia. A.Ila testa, questa volta, delle città italiane, Como celebra un adempimento, porge un esempio, ).{ridaalle città so– relle un m6nito austero. J./inaugurazione della ele– gante palazzina, ei·Eitta fra il Giardino pubblico e il lago, e intitolala. al poeta, il cui nome ha tutta la augusta solennità di un auspicio, do, 1 rebb'esge1·e, pili che festa. comense, festa italiana. E noi saremmo lieti di iniziarn, con questo annuncio, nelle nostre colunne, una rubrica nuova, che vorremmo - collaborando i competenti d'ogni regione - alimentata, in ogni fa. scicolo, da annunci consimili, da notizie e dati sug• iiestivi, che fossero, al tempo stesso, sintomo e sprone rli un largo movimento di libere iniziative per la col– tura op0raia in tutto il paese. L'edificio, dedicato 1 nel nome del Carducci, alla coltura. popolare, non è, in Como, il tempio di una fede insolita, che attenda i seguaci e gli apostoli. Esso sorge ad ospitare de~namente un'opera, che la esperienza vittoriosa ha già collaudata. Oià 1 ormai, da sette anni, il geniale ardimento di un giovane industrinle - l'ing. Enrico Musa - coa– diuvn.to da pochi altri volonterosi e da un operaio autodidatta - Giuseppe Bedetti - che nell'inizia– tiva trasfonde tutto se stesso, suscitò e mantiene un "Istituto pro coltura ,,i forse il meglio riuscito d'Ita• lia. AF!sistita da soci frequentatori (L. 2 a!Fanno), dtL soci patrocinatori ( T-1.IO) , da associazioni e da Enti pubblici soscriventi azioni da IO e da 100 lire, e retta da una rappresentanza di 21 membri, la 1~ro cullur(I, colle cinque Sezioni in cui si è suddivisa.– amministrazione, sludi, art.e musicale. educazio11e fi– sica, propaganda - ha riempito una trama di lavoro sapiente, che. con le conferenze, coi concerti, colle gite educative - a traverso u11 plesso IJ..:ncontesto di corsi regolari per l'insegnamento delle lin~ue, della calligrafia 1 della stenogrnfia 1 della, dati.ilogrnfia, della contabilità, della musico, del disegno, frequen– tati da circa mezzo migliaio di lavoratori - col sus. sidio superbo di una Biblioteca circolante, guernitis– sima di effemeridi, ricca di ben 4000 volumi, e in rapporto assiduo di scambi colla Civica, che ne pos· siede 60 mila. - (e taciamo delle scuole festirn e serali, di cui ha unificato i 11rogrammi,coordi11a11doli ai propri, e ha rialzato il \'a!ore) - rappresenta un vero a1,ostolato di dirozz;ameuto e di eltivamento morale, tecnico 1 civile, nelle schiere pili diseredate di quei lavoratori. Le mancava, a colorire e a compiere il disegno, una sedo propria, capace e degna, esteticamente sim– bolica, che dicesse, anche colla voce della lineii 1.11'• chitettonica, la bellezza, l'efficacia, la noblltà del– l'anima e del lavoro che fervono dentro. L'Istituto" Giosuè Carducci " san'l il premio delht audacia tenace di quei probi pionieri clelln reden– zione degli spiriti. Un nucleo di soci fondatori, che versarono, a fondo perduto, almeno L. 250 ciascuno, ollcstira il p;imo peculio 1 che, ingrossato da L. 30.000 della Cassa di Hisparmio Lombarda, .!-'ià rag,!!"iunge le L. 90.000 e doHà arrivare alle 130.000 i1lmeno 1 cltè tale sarà il costo complessi\•o delPedificio; al quale, del resto, conco,sero, con gara generosa di agevolazioni e di rinunzie, buona parte degli stessi costruttori e fornitori dc;:li arredi. Una Commissione di cinque, eletta oggi dai soci fondatori, pili titrdi (quando questi fossero ridotti a soli 10) dal Consiglio Ùomunale, amministrerà l'Jstituto. giit regolarmente costituito in ente morale. A terreno, oltre il vesti– holo, il ricetto del custode, la segreteria, si apre, e ai erge ad abbracciare una parte del piano superiore, il salone delle conferenze e dei concerti, vasto 275 metri quadri, alto 8 metri e 50, munito di una capace balconata interiore. Al primo pia110 1 sale di lettura 1 di conversazione, biblioteca, aule per le scuole. Tlluminazione elettrica, riscaldamento a ter– mosifone, tutto concorrerà, con l'oleganzu e col CO/Jl(Ort, a rendere la "casa della coltura " seduceute pel lavoratore, ad assicurarle hl, vittoria nel duello formidabile contro i due più poderosi e insidiosi allea.Lidell'oppressione capìtali8tica per l'asservime11to proletario: la chiesa e la tavNna. Vcscmpio luminoso) che ci offre la induatre regina. del Lario, ci riconduce il pensiero alle neces:sit.\ ed ai c6mpiti del partito socialista ibdinno. Non v' ò borgo modesto d 1 Italia, dove - in proporzioni ri– dotte quanto si voglia - un simile Istituto non

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