Critica Sociale - Anno XX - n. 17 - 1 settembre 1910

258 CRITICA SOCIALE potrebbe, volendo, fiorire. E, pur dovendo esso, per la necessiti\ istess11 del suo sviluppo, conservarsi aperto a tutte le tendenze dello spirito, immune da ogni anche piì1 rimota apparenza di pregiudiziali settarie, ness,un nitro partito quanto il nostro avrebbe l'interesse e il dovere di tuie iniziativa. Nelln. "lettera ai giovani socialisti,, che riproduciamo in altra parte della H.i– vistit1 additammo, nella inevitahile " divisione del lavoro,, di un partito che si estende, una delle cause che sembrano attenuare e, quasi, intiepidire e in– torpidire la nati\•a ani ma comune del nostl'O par– tito; altra causa, connessa, è da cercarsi nell'indole sempre più ardua e severa del lavoro concreto e positivo, che oggi al partito 1 fatto adulto, s'impone. Mai 111 successo, alla possihilità,, diremo anzi, cli sif– fHtt.o lavoro, una condizione manca sopratutto: In. coltura diffusa. Diffusa nei dirigenti come nelle masse, nei propagandisti come nei propagandati. Qui ò la bnse d'ogni nostra impotenza, la profonda. radice <lei disagio e del sordo malore, onde langue la vita dei Circoli e delle Sezioni, appen1L galvanizzata, a lunl,!hi intervalli, dai fu)!aci eccitameuti delle ricor– renti gioarl'e elettorali. Qui sarebbe il farmaco certo, - efficace sin dal prirno inizio dell'esperimento - del marasmo e della cachessia che qua e là si lamen– tano. Qui il derivativo atto a liberarci dai metafisi– cismi vacui, onde pullula la critica oziosa e pa– ralizzatrice. Qui, insieme, lo strumento di nostre maggiori vittorie e - quel che assai piil ,•aie - la salvaguardia contro la loro inanità; perocchò, che significano le conquiste socialiste nei salari, negli orari. nelle condizioni del lavoro servile, -e il terreno così conqui.-.tat.o, palmo a palmo, sullo sfruttamento pa– droualei se esso rimane poi, quasi ad usta. arena, vuoto di omhre confortevoli, hrullo, desolato, deserto? Noi vorremmo 1 alla festa comense del 20 settembre, convitato e presente in i spirito tutto il nostro partito. LA CRITICA SOOIALE. .l/e11rreamtiamo in macchina, ci giungono i primi resoconti delle grandi assisi proletarie i.nlenwzionaU cli Copenhagen. Dell'imporlanza di quei del'iùerati. ci intrattenne nel fascicolo scorso Giovmmi Merloni. Aà altra q1tindicina il nostro commento. QUIPROQUO INNOCENTI Il disegno di legge della jettatura 1-:bbimotorto a rammaricarci cho nes!luno aves!le letto quello sciagurato dis"egno di leggo contro gli eccidii. Chi l'ha letto, l'ba. capito ancor meno. Cosl l'ottimo nostro amico N. Colaja.nni, che assicura di M'erlo letto, lo giu• dica, nel Secolo (24 agosto), "perfettamente inutile e del tutto i11efficace ,,; e sa.pote perchè? Il perchò glie lo suggerimmo, eenza avvedercene, noi ste.,.si {sventnti !), rivelandogli l 'a.rt . 171 del Codice per l'esercito, ch'egli ìgnora\'a. al pari del Regolamento sul• l'impiego delle truppe in servizio di P. S. Or, se Il Co• dice non ò applicato, a che pro una nuova legge, e porchò - se, ciò che l'esperienza storica non dimostra, le proposte socialiste non hanno virtù taumaturgica. - perchò nou subirebbe essa lo stesso destino? Il ragionamento flla - tanto che lo ripetono I>aoloni, nel Sempre Ava11ti, ed altri parecchi. Soltanto, ti.la un po' troppo. Vogliamo t~ntar-e di spiegarci aticora più chiaro? Innanzi tutto, quando si scrive che Il Codice ò udi– menticato m ò un modo di dire. Nessun Codice obbliga a punire il carabiniere che uccide; e neppure il uon ca• rablniere. Yi hanpo tanti modi di uccidere, che vanno impuniti: l'amico Colajanni, che prese diploma di me– dico, doveva sa11erlo.Yi è In legittima difesa; vi è l'obbe– dienza ad un ordine legnimente dato; eccetera, eccetera. 'l'utta una questione dunque di apprezzamento: oel quale il magistrato è insindacabile, anche dalla Corte su– prema. Poi, vi sono leggi e leggi; se tutte si potessero violare ad un modo, a che pro si andrebbe ln Parlamento? Nel ratto, la cosa si presenta cosi: la legge, nel rap– porti del funzionario omicida, ò valutata nel segreto dell'istruttoria, nella quale -- quand'anche, e non avviene Hempre,un 1 lstruttoria si apra-· si possono far gìocare tutte le scriminanti che garbano, senza cbo la parte civile (se c'ò, e c'è di rado, e anche a questo tenta,·a provve– dere il progetto) abbia un 1 aziono efficace. Quiudi può essere, ed è infatti, non mai applicata. Viceversa: una legge, che obblighi, tali causo, a ini• zia.rie sempre e a portarle sempre a dibattimento pub– blico in contraddittorio, è legge di procedura. e di com– petenza; di quelle che non ammettono apprezzamenti, di quelle che non ò possiblle non applicare 1 e che, infatti, sono sempre applicate. Questo dice la " esperienza storica 11 • Se, una volta sola, leggi simili fossero violato - se, ad esempio, un Imputai.o di assassinio fosse, anzichò alle Assisie, rinviato a.I Pretore - tutta l'opinione pubblica insorgerebbe. Casi simili, ripetiamo, in Italia, ,wn si. s0110mai <lati. Come si ,•ede, il paragone - che, per esser legittimo, dovrebbe correre centum pe<libus - non cammina nep– pure, absit injuria, sul due, coi quali sembra ratto. Non importa: Colajannl sentenzia, Paolonl e gli altri si as• socia.no. Noi siamo gli utopisti della legalità. Rassegniamoci anche a questa leggenda. 'l'anta, spie– gare non va.le, neppure poi dotli i figurarsi per gli altri! C'è un dio, decitmmente, pei massacratori. E il -disegno di legge è proprio nato a mala luna. Gli avran fatto la jettatura. NOI. PERLA RIFORMA FERROVIARIA Il. Treni leggeri, tariffe viaggiatori e servi3io merci. La. necessa,rin. trnsf'ormazione del tipo e del sen·izio dei treni locali ,·iaggiatori. Le economie discorse Hn qui non dovrebbero però costituire che un provvedimento prOHisorio e un primo passo, per iniziare subito un'audace trasforma;:ione del servizio ferroviario nelle linee di minor trafflco e fra le stazioni interme1lie delle grandi lioee ove non fermano i dirotti. 1n dette linee s'imponu il servizio economico, che occorre iniziare risolutamente. Basti osservare che la spesa poi solo combustibile e pei lubrifioautl fu, nel 1908-09 1 per locomotiva-chilometro, di L. 0.4118 1 e, per automotrice-chilometro, di L. 0.2747; e la spesa com– plessiva di lubrificanti e combustibili risultò di L. 0.57-W per treno-chilometro effettuato da locomotiva 1 e di L. 0.2747 per trono-chilometro effettuato da automotrice. Se quindi, per ip-.>tesi, tutti i treni omnibus e accelera.ti - pei quali, come si e visto, si spe!lero in solo combu– stibile L. 24.2GJ.7i9 - si fossero effettuati con automo– trici o con piccole locomotive adatte e con materiale corrispondente a tali mezzi di trazione, si sarebbe ri– sparmiato quasi la metà del prezzo del combustibile consumato. .Maci si potrebbero fare due obbiezioni: la prima 1 ohe non è il caso di pensare ancora alle automotrici, dopo il disastroso esperimento delle famosissime cento; la seconda, che non sarebbe possibile effettuare tutti gll attuali treni omnibus e accelerati con delle automo• trici, data la loro limitata prestazione. Quanto alla prima, rispondiamo che il disastroso ri– sultato dell'esperimento - e lo si doveva eomplero con

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