Critica Sociale - Anno XX - n. 17 - 1 settembre 1910

CRITICA SOCIALE 271 Il vantaggio, offerto all'operaio, di essere assistito, curato, sussidiato, senza altra spesa che la quota mi– nima settimanale, impallidisce di fronte a quello of– ferto ai Comuni, agli Ospedali, agli Asili per cro– nici, ecc. Tutti sappiamo come )!li Ospedali italiani 1 anche quelli ritenuti ricchissimi, corrano verso il fallimento, e come ogni anno si vedano obbligati ad intaccare il capitale per far-fronte ag·lì impegni as– sunti i tutti sappiamo a quali poco simpatici o peri– colosi ripieghi debbano essi ricorrere per vivere alla rncglio 1 con ambienti antiìgienici) con un servizio s,rnitario insutlicicnte, ccc. ·Abbiamo qualche sana– torio che ha raccolto a fatica le somme necessarie per poter sorgere, ma che poi deve vivere con ser– vizio ridotto, per mancanza di fondi. con un risultato quindi molto problematico di fronte all'urgenza del pericolo. E vediamo i bilanci dei Comuni enorme– mente gravati doll'assistenza ai cronici e, per restare a .Milano, sappiamo come il concorso finanziario delht città 1 per questi invalidi, sia aumentato progressiva– mento da 683 668 lire (1901), a 770.668 (1903). n 883.022 (1905), a 1.085.000 (Jn07), fino a toccare, nel– l'anno scorso ( 1909) 1 la cifra di l .2G5.000 lire. Ora è ben singùlarc che nessun amministratore dei Comuni o <!egli Ospedali italiani al)bia mai pen– sato alle Casse mnlattia e cronicità, come a quelle che, colle diarie che paghel'ebbero agli Istituti curanti dei loro assicurati, risolverebbero di colpo il grave problema, che sì trascina da decenni senza. solu• iione. E' strano che nessuno abbia tratto qualche ammaestramento dall'esempio tedesco. Che se ora noi lo evochiamo, raccomanch'utdolo alla classe lavo• ratrice, è perchè siamo convinti che questa - no– nostnnte l'assenteismo di chi clovrehbe averla prece– duta uell'iniziotiva - saprà, anche da sola, dare im– pulso e vita alla grande impresa. Dott. prof. L. CA1<0zz1. La. tirannia <lello spazio ci costringe a 1·imamlcire al prossimo 1mwero lei nplica del dott. A)IALDI al Lnssaua sull' " astiuem;n nelln loUa. contro l'alcoo– lismo,.,. LEPENSIONI DIVECCHIAIA Vili. L'assicurazione obbligatoria. 5° Nuovi progetti. li, PHOOETTO AU:àntACO. - li sistema. fond,\to :-ml• l'.issicurazione obbliga.toria, se non trovò finora in pratica imitatori, all'infuori clelbl Francia, suscitò in quasi tutte le na.zioni studi, proposte 1 financo pro– getti governath•i, tutti ispirati dall'esperienza ger– manica. Può dirsi, anzi, che il pensiero dei paesi, che non hanno ancora risolto completamente il pro– hJema delle pensioni di invalidità. e cli vecchiaia dei lavoratori, si vada oricnta.ndo Yerso l'assicurazione obbligatoria, come quella che permette di sperare ri– ~ultati 1>ii1 estesi e più alti. Nella stessa Inghilterra, dove la legislazione è affatto recente ed è intonata. su altri concetti, si fa strada la tendenza cli sostituire, al sistema delPassistenza di Stato. il sistema cle!Fas– sicurnzione, o di creare, accanto· al primo edificio: anche i I secondo. L'Austria, la cui legislazione sociale risente, visi– bilmente, rinfluenz,i tedesca e ha, dtL tempo, rical– cato la sua assicurazione degli infortuni e della ma– lattia sul modello della nazione sorella, ha tentato, ripetutamente, di estendere alla iuvaliditi\ e alla ,' vecchiaia le sue proYvidenze protettrici. E, in parte, vi è riuscita, perchè) fin dal /(j dfoemhre 1908 1 ha guidato in port.o umt legge " 1rnll'assicurazione ob– hligatorin degli impiegati privati e di certi impiegati dei servizì pubhlici, contro la invaliditi1 e hl vec– chiaht " . .\la si tratta cli un caso particolare. non dissimile eia quelli che anche i 1>aesi più fieri difen· sori della previdenza liber,l hauno da tempo accet.– tato per singole categorie: marinai, minatori e poche altre. L'assicurazione generale manca. Un primo progetto fu presentato, nel I go.1 1 dal Governo austriaco, ma era ancora parziale e timido. Quello, invece. che il 1.linistero ciel Barone ne Beck presentò nel 1908. in occasione di tutto un profondo rimaneggi,1mcnto dell'assicura?.ione popohu·e au– striaca, può dirsi audace. rl dott. Aùler, il valoroso lemler dei socialisti austriaci, lo dichiarava" dei più importa11ti "' non ostante alcune mende. Anzi, ag– giungeva: 1 ' La propostil offre il grnn pericolo che, volendo far troppo, non si faccia nulla o si faccia troJ)po tardi. ii I~ non axeva torto. J I progetto non è ancora legge. Le sue hasi si possono riassumere in queste for– mule: 1° U,1ssicurazione obbligatoria comprende, oltre i salariati, anche gli indipendenti, u coloro cioè che esercitano una attività come proprietarì di un'impresa che cade o no sotto le disposi?.ioni (lei codice indu– stl'iale, o cli una imprnsa agricola o forestale ,.,. A costoro sono assimilati quelli che preparano prodotti p~r conto di altri o prendono in affitto le imprese di cui si è parlato. Vi è però un limite. Questo è dato o dal reddito imponibile superiore a 2-100corone annue, o dal numero di salariati che la piccola im– presa occupa regolai-mente, e che non debbono ec– cedere i due; 2° L'ohbligo dell'assicurazione incomincia a se– dici anni e ha tre obbietti\•i: aiutare gli invalidi, a qualunque età intervenga. l'incapacità itl lavoro; pro,•– vedere una pensione agli assicurnti giunti al 65° anno d.i età.; assicurare un soccorso alle famiglie in caso di premorienza dell'iscritto. Le donne - come in Germania - al momento del mat.l'imonio ritirano una 1>a.rtedi ciò che hanno versato j 3° A costituire i capitali rappresentativi delle pensioni. intervengono, in egual misura, imprendi– tori e operai. Lo Stato aggiunge una quota di inte• grnzioue. E ammessa. l'aggiunta di quote supplemen– tari facoltative, fino a una sommtL massima cli lOOco– rone a!Fanuo j 4° [ Yersarneuti sono calcolati in due modi di– versi, secondochè si tratti di salariati o di indipen– denti. I primi sono divisi in sei classi di salario, se• condo il reddito annuo. Gli altri sono sottoposti e.ti pagamento di una corona al mese. I salariati pagano da un minimo di 6 Jfeller settimanali, fl un massimo di 3(L Questa somma non comprende che il contri– buto degli interessati. Altrettanto spetttl ai padroni j 5° Il numero cli quote annue da versarsi è sta– bilito in cinquanta. Il nume1·0 degli anni di versa– mento è 30 per la pensione di vecchiaia. 4 per l'as• segno di inYalidità. Le previsioni s0110 le seguenti : Pensioni degli indipemlentì. dOJJO :W lllllll 198 corone (\uJI<) 3() ~22 corone l)ensio1li dei salarùtti dv11ù ~o llllnl minima 14A corone massima -114 ll.01)0 :W 156 corone 486 t\OJIO ·IO :!•l6 corone dO!)O W 168 corone 558 Le pensioni minime sono assai basse. ma gli inte– ressati non versano che 3 corone per anno; 6° Il contributo dello Stato è calcolato, per i primi quattro anni, durante i quali non si dànno as•

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