Critica Sociale - Anno XX - n. 17 - 1 settembre 1910

CRITICA SOCIALE Questione di qualche rilievo è quelhl della respon– sabilità penale del delinquente ubbriaco. Che un tristissimo vizio diventi circostanza dirimente o di• minuente Pimputabilità 1 sembra 1111 controsenso. :Ma, se può ritenersi che - almeno finchè duri l'attuale sistema dei criteri che governano la responsabilità - non si possa escludere che questa trovi nell'ub• briachezza mrn condizione modificatrice - 1>enso tuttavht che i reati, consuma.ti in istato di ubhria– chezza volontaria, si dovrebbero almeno punire, e non lievemente, a titolo di col1m. Aggiungo che, se non è da atlt'ibuire alla pena una grande efficacia liberatrice, essa però deve riconoscersi necessaria in tutti quei ca~i - e qui siamo piuttosto di fronte a una misura di carattere amministrntiYO - nei quali l'i\lcoo\ismo è incompatibile con deter• minati uffici. Quando uu incaricato di un pubblico servizio: specie di quelli pii1 delicati, 1·isulti dedito all'uhbriitchezza, nessuna falsa pietà può trattenerci da punirlo prima, e, se non hast.i, da esonerarlo da un impiego, nel quale egli può attentare alla sicu– rezza dei consociati. I~' inconcepibile un macchinista ferroviario ubbriacone 1 come lo ò un funzionario di polizia o un addetto a servizi nei quali una piccola negligenza può condurre a conseguenzo spaYentose. L'abitudine all'ubbrii\chezza deve precludere l'accesso alle pubbliche amministmdoui, ed avere per san– zione inesorabile il licenziamento. Raccomandabili sono gli ospizi per gli alcoolisti, che nei maoicomì comuni disturbano e si curano male; mentre, isolati e assoggettati a cure specifiche, possono sovente venir restituiti alla famiglia e al paese, guariti dalla loro morbosa passione. Ma il miglioro dei preventivi e dei sostituti\'i del– l'alcoolismo consisterà nel dare al popolo lavoratore altre e migliori occasioni e mezzi di S\'aglli, che riescano al tempo stesso educativi e fortificanti. Oggi la bettola pur troppo è spesso l'unico amhienteJ nel quale 11operaio può riunirsi coi suoi compagni, pet· cercarvi un'ora di sollazzo. Offriamogli invece con– forti e pittceri salubri e lo svoglieremo dallo spaccio penoso e nauseabondo. Di recente, anche in Parlamento, si levarono voci contro l'alcoolismo 1 e parve l'assenso fosse unanime. Se il partito socialista si iungerà alla hattaglia, la vittoria non potrll s ·e. Invano si opporranno da taluno gli interessi viticoltura - importan- tissimi certo per un paese come il nostro; ma la lotta contro l'alcoolismo non significa distruzione più o meno prossima dei nostri vigneti. l'n troppi luoghi ancora il vino ò quasi sconosciuto ai IM•ora– tori e, debellati i liquori, le migliorate condizioni di Yita e di retribuzione del lavoro, che noi contl'i– buiamo a determil}are, permetteranno che esso vi sia introdotto, per quel consumo misurato che anche recenti studì dimostrarono conciliabile colla igiene. Che se, anche, poi, qualche graduale restrizione con– seguisse dell'industria vinicola, il tenue drrnno sa– rebbe compensato ad usura dall'elcvameuto fisiologico e morale d~lla ra;,;za. Preceduti su questo terna da Congressi socialisti di altre nazioni, noi ci intoneremo 1 anche su questo punto 1 ,,Ile tendenze internaziomtli del nostro movi• mento, votando il seguente riassuntivo Ordine del giorno: Il Co11gressodel Partito sociaUsl<iUaliauo: ritenuto che l'alcoolismo, me,ttre costituisce un grave danno per la so,;ietù tutta quanta, «tteuta in particolar modo allei integrità fisica delle classi lavoratrici e a quelle energie moral.i 1 solo tesoreggiando e sviluppando le quali, esse si renderanno capaci di vrovvedere cill<i gestione d'irettci della ·produzione, nella q1uile è la condi-zione della ù1tegrale loro emancipazione; t·accomanda al proletariato la più scrupolosa asteu- ,' sio11e(lei ogni abuso di bem.11rte alcooliche e l'adesio11e e l'aiuto alla propagrmda antialcoolista; e impegna. il Parli/o a solleciteu·e una ener{Jica legislazio11e 1 di1•etfa, a ostarolare la vralim dell.'alcoo– lis1110 e a co111bc1lter11e le conseguenze (I). A llOl,FO ZEBIIOULIO. ( 1) 1:1ech1ssltrlfl ò ormRI In letternturn sull'Ricoollsmo. Qunlcho 1n111u ra, use\ 111 ùermanla un gro,;sJ volume, contenente unn r1ecl1IB8lma l)!bllogrn1111 11utl1llcoolh1tll. - 1i1corclo (jlll ll rcce11to ,., !umetto <ICI· l'Ufllelo <lei Lavoro dcll'Umanltnrl1•: /!n/cvollsmo ~ ,m pertcolo ptr l'JtMltl? e 11 )IRn11alc IIOepll del dutt. GI0\"AS:-1 A1.u:v1: l."o/coollsmo. - Una mln elHOMI monoi,:ralh1: l/t1/rooU11mo (IJoecll, Torino, 1902) è cuurltn <hl 1111nlcl1c nuno. - :>ntlzlo preziose olfre Il fllSClcolo di gcmmto 1910 - <lecllcnto s11eclalnicn1c n questo temn -· del 1>oc11- cr1111tnl,; t/11 proyr~s (69. r11e Clnudc Hcrnnr1I, P11ris; 11 f11sc\colo L, I) col seguenti a1·tlcoll: l>oct. Ho1>01.1·11t: IIHODA, dlrccicur: .11011,·emtrit po,w l'J11tudicU011 1ét1t•U des boi,uo,i,; 11lco1.1llq11es; 111-::-111Sc1u111n, député: J/J11terdlctio11 de l'abstn/l,,; Doct. Un:.1s: J,'i.11tenllctio11 U– qalt dt l'alcool eu fl11/m1cle; A. CU.\IIOSf:,\U: J,c1 tlui.sllllirm a,111a1- coofifJ11t a,,.,. Rtots•U11l1J: ,\. SCIII.\\'I: I/C11('00Hsme eu 11011, ,· lloctcur ~•-Rt:<:!'i',\IH.T: <J11elq11es opi11to11~ ,m,· l'ulcool et le;, tYcil1wls neri·t11.r (lettres de m.rs Ics J>ror. r·. 111<'/ut, Grasstl, Gilbtrt, lfoger, IJr111w11 et .llttc11111co,r1 L'ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA per la malattia, la cronicità e la vecchiaia ([hem'è, torne funziona, thecosa dà, thetosa può dare) llL ~ L'assicurazione cronicità e vecchiaia. B vP-niamo ai vecchi e ai malati 1 la cui incapacità al lavoro ecceda le 20-26 settimane sussidiate dalla Cassa-malattia. Anche qui l'assicurazione libera., dove fu tentata, diede i più magri risultati. Le Società di mutuo soccorso d'rtalia, 11el 190:;j, dovettero sussidiare, con L. 1.084.551) 1 circa i-128 per– sone, con una spesa di L. 2.711.397. In ~nghilterra l'esito della previdenza libera. ha indotto il ministro Asquith a sostenere e iHI attuare la pensione pub• blica ~ cioè senza concorso alcuno del pensionato - come esiste già in Danimarca e in Australia. Jn E'rancia, do,•e gli sforzi dei;:i operai trO\'flll0 il mag– giore incoraggiamento dal Governo, solo il I•I 0 / 0 è iscritto per la pensione ed oggi si inten 1 iene colla obbligatorietil (legge 5 aprile 1910). li Belgio e 1>oi l'Italia (Cassa nazioniile di previdenza per l'invali– dità e la vecchiaia degli operai) dovettero convin• cersi - se ce n'era bisogno ~ dell'insuccesso della previdenza libera, integrata dai pubblici poteri. Lasciato da parte, per ragioni che si intuiscono, il metodo delle pensioni pubbliche, resta ancor qui vittoriosa l'obb,ligatorietà. dell'assicurazione, creata in Germania colla legge 13 giugno 1899, e più tarrli in Austria, con legge da modificarsi in bc'Hìeal lH"0- getto ID04. 'J.'utte le persone dai 16 anni in su, occu1>ate a mercede in qualsiasi ramo di atti\•ità 1 con un salario non superiore a 2500 lire aunue, debbono essere as• sicurate. Oltre l'assicurazione obbligatoria, esistono quella. volontari<t e la rim10vazio11e dell'itssicurazioue. alla quale hanno diritto le persone obbligate ad assicu– rarsi {tuando cessino le condizioni dell'assicurazione precedente o questi"\.si estingua. Hanno diritto all'auto-assicurazione gli impiegati con un annuo stipendio di 2400-3600 lire, i piccoli padroni con non più di 2 operni a mercede, gli ad– detti alle industrie domestiche, coloro che non sono obbligati alFassicurazione, 1rnrchò non salariati e non prestanti che servizi occasionali. Il premio è calcolato in base alle mercedi, rac– colte in 5 categorie (Germania), o G (Austria), ed è per metà a. carico dell'o1>eraio 1 e per met,\ del 1>a-

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