Critica Sociale - Anno XX - n. 17 - 1 settembre 1910

268 CRITICASOCIALE tutti. Chi non ha avvici1rnto dei proletari beoni, re– pugnanti ad ogni organizzazione che esiga forza e volontà, spirito di rassegnazione, disponibilità di quelle somme che il beone preferisce spendere alla hettola? Chi non ha conosciuto l'operaio ignorante, inetto, nella passione del vino o dei liquori, ad in– tendere il piacere della scuola, dolla conferenza, re• stìo a privarsi del u cicchetto ,, o dcli'" aperitivo ,, per l'ncquisto del giornale o di un modesto opuscolo che ne allarghi le ristrette cognizioni? Chi non ha assistito 1dla compri\ o vendita dei voti nelle elezioni, mediante riJ)etute distribuzioni di vino? Chi non ri– corda gl'intolleranti per diminuita facoltìt di rifles– sione, che precipitano uno sciopero o ne prolungano ed iuacerbiscono inutilmente la durata e le forme? Chi non imagina quante volte dalla mano di un al• coolizzato può essere partito il ciottolo o l'insulto, che ha provocato un eccidio? Delineata sommariamente In posizione dell'alcoo– lismo di fronte al proletariato e, per riflesso 1 al partito sociali:sta 1 si affaccia. il quesito importante dell'al.teggfamcnto che i socialisti debbono assumere di fronte all'alcoolismo e alle misure che privati ed enti pubblici propongono per ridurlo o dcl.iellarlo. Dobbiamo noi confidare nella virtl1 redentrice, lon• tana del socialismo, che, elimi1rnnt.lo la miseria, la disoccupazione, l'eccesso dì hLvoro, l'ignoranza, e avvicinando a tutti mai:cgiori mezzi cli conforto ma• teriale e morale, colpirà l'alcoolismo nelle sue radici e nelle sue cause? .Nessuno: anche il pili impenitente sognatore ed avvenirista, può proporre una simile attesa. Mentre il socialii:imOsi appressa a passi più o meno veloci, l'intossicazione alcoolica compie la sua strage assidmt ed inesorabile. (;onvien dunque agirc subito, pur pensando che il rimedio radicale possa trovarsi unicamente nella profonda trasforma• zione del congegno sociale. Che fare pertanto? _r; qui si spie:;ano al nostro occhio le molteplici pronidenze di diversa natura, che si sono esperite o proposte con varia fortuna. Se l'alcoolismo è un avvelenamento che l'uomo persegue di sua volontà 1 non sarà, prima di tutto, conveniente che lo si oppugni in questa volonfa 1 tentando persuadere l'uomo che egli, col cercare, mediante gli spiritosi, hi forza e la gio1:ondità, rin– corre invece la debolezza fisica sua e dei suoi, e una sterminata serie di personali amarezze? Chi scrh'e ha, durante molti a1111i,prodigato la sua modest,i propaganda contrn la passione del– l'alcool, ccl è, di conseguenza, in grado di rappre· sentarsi il campo di !$UCCesso, riserbato alla predi– cazione anti•alcoolica. Se questa non è grande, non è tuttavia da spregiarsi 1 e il partito nostro, che deve alla propaganda così larga parte della su.i diffosione, 11011 deve sdegnarla neanche contro l'alcoolismo, nel quale giova additare, in ogni circostanza, uno dei più fieri nemici del nostro ideale e del buon esito delle nostre battaglie. Quando un suggestivo oratore svela ad una massa operaia che enorme spesa improdut. u,,a rappresentano i milioni gittRti negli alcoolici, quella massa non rimane totalmente sorda al ri– chiamo1 mosso al suo raziocinio cd lll suo tornaconto. Appartiene all,l propaganda antialcoolista, e merita. ogni notra simpatia, l'insegnamento anti-alcoolistico, da farsi nelle scuole coll'illustrazione degli effetti dell'alcool sull'individuo e sulla sochità. .Ma noi deterministi non possiamo troppo ingigan– tire i risultati della propaganda 1 ed è, però 1 mestieri, che io indichi per quali altre vie l\llcoolismo ,·a affront,1to e combattuto. Poìchè l'agevolezza cli procurarsi degli spiritosi, e Ja loro cattiva qualità, sono due fra le cause effi– cienti del1 1 ahuso alcoolico e dei suoi danni, si è ri– tenuto che un sistema di lotta destinato al successo consista nell'escludere l'interesse privato dalla. pro· duzione e dalla vendita dell'alcool. Sorsero, così, i m.onopolii dello Stato o dei Municipi, per la vendita, appunto, e per la fabbricazione dell'alcool. Ma, se è reale il vantaggio di tali monopolii, perchè ~li enti pubblici, meno assillati dall'avidità del guadagno ~ meglio curanti, per loro istituto 1 del hencssere della collettivitò.i più facilmente ai aster· ranno dal porre in commercio alcool inferiori e dall'allargarne artificialmente il consumo; ragioni di carattere finanziario, e la resistenza di interessi con• solidati 1 rendono quei monopolii non facili ad in– staurarsi. Essi costituiscono tuttavia uno dei rimedi pit'1 radicali, e armonizzano perfettamente coi postulati socialisti. Ond'ò che a questa mèta, se appena sia 1,ossibile raggiungerla, noi dovremo specialmente tendere gli sforzi. .In alcuni paesi, si è giunti addirittura a vietare, comunque, il traffico di quegli alcoolici, i quali, come l'assenzio, entrati nelle abitudini, rivelarono pili ·vivo il loro antagonismo colla salute fisica e morflle della nazione. J II Italia, per nostra. ventura, non ci troviamo ancora a queste distrette, ma, poichè il pericolo esiste, una legislazione anti-alcoolistica dovrà chiu– dere totalmente le porte al liquido verdognolo che, in }'rancia. specialmente, attenta - lo si può dichia– rare senza iperbole - alla integrità della razza. Un regime ri'goroso sull'apertura e chiusura degli spacci di vini e di liquori fu riconosciuto indispen– sabile per scemare, principalmente alla classe ope• raia 1 la. comodità di avvelenarsi, e il partito socia• lista deve provocal'io e difenderlo con tutte le sue energie. Ognuno di cotesti spacci, il cui numero è spesso esorbitante, è come il tentacolo di una piovra, a cui riesce arduo sottrarsi; tanto più dacchè la legge sul riposo festivo favoriscll purtroppo la pra• tica dell'osteria, che distrugge insieme i salarì sudati e le forze già estenuate dal rude lavoro. La vendita di alcoolici vuol essere vietata in modo assoluto ai minorenni e agli individui già ubriachi. '.J'ale divieto è consacrato in molte leggi; anche presso di noi è punito chi somministra sostanze ine– brianti a persona già ebbra, o anormale per debo• lezza o alterazione di mente, o che non ahbia com– piuto i 14anni. Ma l'attuazione del divieto esigerebbe ispezioni frequenti 1 numerosi agenti che contestino le contravvenzioni, e la attiva solidarietà del pub– blico verso di essi, anzichè verso gli " spacciatori ,,. Promuovere tutto questo può essere ufficio dell'azione e della propaganda dei 1Socialisti. Ma è da ricordare che il monopolio dello Stato, o la esclusiva conces• sione della vendita di alcoolici a Società non propo• nentisi fini di lucro, renderebbe pressochè inutili Je penalità preventive. Restano le pene repressive e vari altri metodi, coi quali l'uomo può essere ostacolato o distratto dalla febbre alcoolica. Io 11011 ho grande fiducia nella pena e non oso attribuirn al carcere o alla multa quella virtù intimida• trice od emendatrice che non hanno resem1>io e l'espe– rienza delle reazioni consecutive all'intossicazione alcoolica - veri ed anche più terribili succedanei della pena. Chi non sente repugnanza all'ul..ihriachezza, consta– tando le rovine che essa semina intorno a. sè; chi non bastano a distogliere dall'acquavite o dall'as– senzio la miseria, il pianto dei figliuoli, la dispera• zione della moglie, il disprezzo dei concittadini, la propria abbiezione, come può supporai che aia vinto da un mese di detenzione o dal pagamento di cento lire allo Stato? La pena non sarà 1 pertanto 1 che un modesto ausilio contrn l'alcoolista impenitente 1 e, più che altro, rappresenta la protesta morale e giu• ridica della società.

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