Critica Sociale - Anno XX - n.11-12 - 1-16 giugno 1910

\liii CRITICA SOCIALE complclo riordinamento dei tributi locali, disposto nnchc ad ahbanclonare la proposbl complessa e ra– dicale, piuttosto che t.rarnc fuori un parziale difet– toso e pericoloso progetto opportunistico e menzo– ~IH'l'O. Una riforma radicale, assolutamente proficua alla gn,nde massa dei consumatori pove1•;o appartenenti a ceti bassi e medi, potevamo ottenere da t111'ardita i11i1,iativa locale, che trascinasse a una generale tras– formazione trihutal'ia, congegnata con lari;hi c1·itcr'ì democratici. Traccie buone e promette11ti erano al– lora indicate nelle proposte Conigliani e nel prog·etto \\'ollemborg. Scrutando hene però negli organismi centrali e nel mondo parla111e11tare,si riscont.rnvano 1)normi osl:ilitit a trascinare in p1,rto 1111a completa rifornHL di trihuti 1 capace di facilitare ai Conrnn_i la effettuazione salutare dellit vagheggiata aholizione del dazio. Himancrn sempre lihern la strnda, nnzi non mfrncava la stimolazione a trnsfonnare i Comuni da chiusi i11 i1perti. ln varie città vennero infotti ripresi gli studi per giungere a questa stroncatura (per me irrh;oria, pcricolosn cd ingiusta) di l'iforma. Ale:,samlrin, Cremona o qualche :altra citth vollero seguire q11esbl strada e si posero :1\l'opern per riu– scir presto ad abbattere IP harriere. La povera gente, la. enorme nrnssa grigia dei consumatori 1 credeva vicina l'abolizione del ch1zio. Il rn~ionier Guinda11i 1 che può ritenersi l'ideatore della riforma compiutasi a Cromon:1 1 pare pili che mai sicuro di aver fati.o godere ai citt.adini consu– matori oltre qu11tu·ocentomil:i. lire di sgrn\'iO da– ziario. Egli sostiene che una_ tn,slnzione di t.ributi è realmente a,·,·enuta a 1·avore delht popolazione po– vera di Cremona. che i poveri consumatori hanno 1·;1ggiunto 1111 beneficio nott•,•olissirno (?). Il gettito daziario da l,, 9tH mila. (media dell'ultimo quin– quennio), a riforma. compiuta scese a L. 57l mila, quindi la quota per ahitante si riduce da L. 27 a. L. 15; così come aumentò da L. G a I.. 12 per :\bi– tante la quota di imposte dirette. essendosi or.tenuto, da sovrimposta fondiaria, tassa di famiglia cd eser– cizi, L. 439 mila, in luogo delle I.. 210 mila che si ('SigC\'flllO prirn,t della rifonn:l. Queste cifre, se ~ono elci precisi risultati di ope– rnzio11i aritmetiche fatte 11I tavolino dal contabile diligente, non prornno o//ì1ffo l'ilvvcnuta reale trasla– zione cli trih11ti. Si cnpisce benissimo che, se l'esa– zione irnnua per dazio era di L. 987 mila, dh·irlcn– dola per il numero complessi\ro degli abitanti - 36.500 circa - otteniamo la quota individuale di L. 27. I~ così dicasi ripetendo lo operazioni cogli altri dati. ~l0 1 per noi e per quanti si occupano cli questo ~ra\'issimo argomento, interessa sapere: chi pagò ora le L. 571 mih1 1 chi pag-a"a prima le L. 987 mila~ Chi pagn 1·eal111e11fe la dilforenza tra le L. 2!0 mila e 1~ L. 4-39 mila, esatte per aumenti di sovrim– posta fondiaria, tassa di famiglia e tasse di eser. cizio? L'affennozione del rngionicr Ouindani che " la massa dei cittadini che la\'ora e produce - anche quella che era iudilferente e scetticiL - incominch, ad avvedersi che l':i.holizionc delle baniei-c e la con– se~uente troslazione dei tributi hanno portato un mi• g-lioramcnto nello suo condizioni economiche ,.,, non \'Oglio ,lire sia assolutamente fantastica, ma. mi sem– hrn molt.o, ma molto anischiata. Se per II massa dei cittadiui che liwora e produce ,, s'intendono le 5 o le G mila famiglie operaie che costituiscono circa tre quinti della totlllità degli ahitanti, è certo dove roso affermare che nessun miglioranrnnto ecouomico ha !$Cntito dalla abolizione dclii' barriere daziarie. Chi, come me, ha contatti conti1111icon varie ente• gorie cli lavoratori, sente frequentemente ripetere questo rilit~vo intorno alla compiutasi riforma. da– ziaria: clore ,) finito il bn,efirio 1ìrnmessori f' tltri1)(mtt dalla tanto decantata. abol-izioue delle barriere da– ziarie? Come è che oggi vaghiamo gl-i.stessi vrnzi, n prezzi 111aggi01·i 1 JJer i generi alimentari rlte prele- 1·iamo dayli esercenti? Com'è che t·enue esteso anche ai benestanti d·i città 1l privilegio, che averw10 Vrinw quefli dei sobborghi, di non pagare il dazio per le loro vro·vv,isfe all'ingrosso ? 11 rag. Ouindnni rileva che siamo di fronte ad un <Jilro vi\'ere generale, che non può non avere inltuito anche sulla determinazione dei prezzi dei generi di maggior consumo distribuiti dagli esercenti di Cre– mona i ma la. scusante non reggo se si esaminano le q11ohuioni reali dE'gli articoli alirnent,ui di consumo popolare nel periodo cli tempo chf> va dal l90;-!alla Hne 1909. Dunque? ... Heale trnshtzione di trihuti? Può darsi siasi "eritìcata unu. traslazione di tri– huti, anzi è certamente avvenuta, ma in questo senso. Gli esercenti, pur non essendo piÌI tenuti a pagare il daY.io che per le sole \'OCi del "ino, olcool, carni, riso, olio, burro, zucchero, sego, frutti e semi olei– feri, gas e luce elettrica (trascuro quell{1 per gli equini e•I i nrntcl'iali da r.ostruzione) 1 non hanno as– solutamente diminuito i prezii dei generi, per!!hè dicono di essere stati eccessivamente colpiti dal rin• caro degli affitti per Ja ripercussione della raddoµ– piata sovraimposta, dalle aumentate tasse di famiglia e di esercizio e dal pagnmento dei canoni di ahho– namento daziario applicati per le poche voci con– servate. Mo!t.i piccoli esercent.i - quelli maggior– mente a contatto colla. gente pili povera - honno dovuto anzi elev:ne i prezzi di molti generi, appunto pcrchò dicono di aver sentito più •:iegli alt.ri gli ef– fetti della.. traslazione dei tributi. Per la mi~ posiiione (dovrei aggiungere: alquanto disgraziata) di amministratore di una Cooperativa di consumo e produzio11€'di generi alimentari, ho a\'uto facile modo di conoscere e roffrontare i prezzi di tutti ::li ,1rticoli e derrate di utilità generale, all'ac– quisto e produzione e alln distribuzione al minuto nell'ultimo decennio 1900-190!) (la riforma daziaria venne effettuata, in Cremona, parte il 1°gennaio 1908 f' parte il 1 11 luglio stesso anno); e posso dimostrare che, senza mhm1tl nfl. prezzi d'acquisto all:·iur1rosso, am·i ver ta/l(11i arficof-i ron consfataU ribassi, quasi tutti i generi alimentari di 1>iìtlargo consumo sono distrihuìti dagli esercenti agli stessi prezzi, od a prezzi superiol'i 1 a quelli praticati pl'ima c)P,Jlari– forma daziaria. Dove è andat.o a confimusi allorn il decantato be– neficio? ~~ecouna ricerca interessantissima. da com– piersi, ecco un accertamento imparziale al quale dobbiamo mirare e collaborare tutti, 11011 solo per le rivelazioni utili intorno al caso di Cremona; ma per avere sottomano materiale preziosissimo per con– simili te11tati\'i di riforme tributarie in altri Comuni 1 dove sono amministrazioni miste di radicali e so– cii,listi. Per mio conto, non ho mancato di compiere al– cune ricerche, che possono ser\'ire alla determina• zione, il pHt esatto d1e sia possibile, degli sgravì daziari interessanti le varie classi dei cittadini. Ilo avuto di mira: accertare In mediit del A"ettito daziario per Cremona nel quinquennio J!=)03-Ifl07 per ogni voce e per ogni categoria (IJe\'ande, cal'ni, comme– stihili, combustibili, articoli di\'ersi, mobilio, mate– riali da costruzione, foraggi e tnsse cli fabbricazione), facendo i rafl'l'onti cogli introiti rla.zial'i 1909; preci– sare il rendimento della tassa di famiglia per cate– gorie di cittadini, prima e dopo la. riforma daziaria; ripartire il reale sgravio daziario tra. esercenti, he– ne8tanti e poveri o meno abbienti. Come contributo a un particolareggiato esame della situazione prima e dopo la riforma daziaria, e cornpatihilmente ::1lleesigenze tipografiche, riassumo

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