Critica Sociale - Anno XX - n.11-12 - 1-16 giugno 1910

16'1 CRITICA SOCIALE polare, - non senza qualche forte orgaoismo munici– pale o cooperativo di controllo dei nuovi prezzi, ecc. " Non comprendo come - dopo ciò - si possa dire che io ho affermato l'impossibilità degli sgrni, e cho mi sono cosl posto dal punto di vista conservatore: io ho solo mosso la sordina agli sgravi ad ogni costo, ho procla– mato la necessità. imprescindibile ili conservare alcuni dazi su voci di consumo ,·oluttuario o di istituire spacci– calmieri por lo voci sgra,·ato. Così puro il Ouindani ha letto malissimo, se ha capito cho lo abbia proposto di ampliare la cinta cremonese! Proprio nel punto orn citato, io dichiaravo la mia opi– nione esplicita che " Cremona aveva proprio tutti i re• quisiti per restar chiuia, che possedeva una cinta idea\e 1 un abitato accentrato e per gran parte compreso nella cinta. 11 Dovo mal ha pescato il mio egr<>gìocontra<ldit• toro una mia di\•or~a proposta? Cadono qui:.idi tutte le illazioni che egli ha tratte da una fantastica interpre– tazione del mio pensiero. Egli mi ha ,,oJuto anche rammentare altro discussioni dei bei tempi, allo quali non ho partecipato, o alcuno opinioni manifestato da Federico .Maironi In materia. da– ziaria, con scarso successo di antiveggenza: ma, franca• monte - col più devoto e affettuoso rispetto al peni;lero cd all'opera del valoroso e geniale nostro amico - io rispondo dei giudizi miei o non posso non sorridere al se 1wn In, tuo padre, che il Ouindani sembra volermi scaraventare addosso per comodità polemica. Fin qui dunque i colJ)i del mio contraddittore sono fuori del bersaglio, o lo oltrepassano: come non mi raggiunge l'eccezione d'aver trascurato 11economia deri– vante dal diminuito canone daziario governativo, che io ho considerato, non come spesa di riscossione 1 ma come minore compartecipazione del Governo nel provento da– ziario: ò divergenza contabilo e non sostanziale. .Restano lo questioni vitali da me posto, alle quali vediamo so o come mi sia stato risposto. . ·"!: * Cremona, raddoppiando In. sovrimposta, ha dunque fatto satiro (secondo il Ouindani) le pigioni dal 10 al 25 °/ 0 : ma, di questo aumento, solo il 5 °lo (come io stesso avovo presunto) è giustificato dalla sovrimposta; il resto (dal 5 al 20 "/ 0 ) è dovuto ad altre cause generali, che in altro città avevano puro provocato il rincaro degli affitti. Mi pareva d'aver detto suppergiì1 la stessa cosa, qua.udo afferma,·o che i JJroprietari di case avrebbero arroton– dati gli aumenti senza matematici scrupoli; ora, che ne ho autorevole conferma, non ho che da chiedere agll inquilini cremonesi qual genere di riconoscenza essi conservino per questo zelo porequatore intercomunale dei rincari, che rende sì tranquilla la coscienza demo– cratica della loro ammi11istrazione, di fronte alle tripli– cate ripercussioni in ritardo delPaumento di sovrimposta. lt meno che ai possa dire è che la mano del tassatore è stata assai poco folico se ha svegliato un simile ve– spaio di aumenti (fossero puro giustificati da altre cause) a carico della classe degli Inquilini! u Cremona ba cancellato dai pubblici tributi più di •100.000 lire di dazio, e i cittadini 1 purchè lo vogliano, possono istituire ottime e sufficienti difese, perohè quella somma venga giustamente risparmiata dai consuma– tori w - Anche qui habemus co11fUenlemrewn; lo 400.000 lire sono state cancella.te dal bilancio municipale, e I principi democratici f!OllO salvi. Oo,·o siano andate, poco importa: e, se i cittadini non hanno sR.puto piglìorle, la colpa ò loro, o non dell'Amministrazione. Ma 1 quando un partito, che si vanta seguace di dottrine economiche 1 pretende attuare una riforma 1 deve avere in clma alle sue preoccupazioni che i benefici della riforma giungano a quell'Ortline di cittadini al quale furono dal riforma– tore diretti. Questo isolarsi dal corpo vivo agente e pen– sante della. cittadinanza, dal quale pure è sorta l'energia riformatrice del Municipio, questa profusione di sgravi con 11ignorilo indipendenza. dagli organi distributivi degli sgravi medesimi, che ha del fra Melitone, hanno dato luogo ad un vero e cieco sciupìo di pubblico de– naro, il quale poteva bene restare, con avarizia eon~er– vatrico, nelle casse comunali, meglio che esularne con democratica noncuranza dei propri ulteriori destini. Ma i nostri amici di Cremona non tomono l'immise– rimento del bilancio. Gli esercenti di Cremona sono ar– clbuoni, il Comune di Duemiglia ò una pasta di marza– pane, e pùi ci sono le municipalizzazioni. Confesso di avere errato appropriandomi incidentalmente la punta oraziana contro gli osti: almeno a.ntJi dovuto fare una onorevole eccezione per quelli di Cremona, le virh'1 dei quali erano sconosciute a me... come ad Orazio. Infatti questi esercenti pagano: dai bilanci di \'arie città aperte, che ho sott'occhio, desumo che essi hanno un senso del dovere di ! )aga.re piuttosto unico che raro. Per una volta tanto sono stato io marxlsticamente pessimista sulle alte idealità di una classe borghese, ed ha avuto ragione l'ottimismo classico doi miei critici 1 per avervi prestato fede. Pur che la duri, e che l'importazione gradualmente crescente dei consumatori non paralizzi i proventi del normalo incremento dei consumi. Ma non ml faccia dire il mio contraddittore che io speravo dagli osti una di– minuzione del prezzo del vino, perchè ... ho eletto esat– tamente il contrario. E anche quei di Duemlglia sono migliori dei nostri vicini di Yaltesse e di lledona, e consensualmente sl prestano all'aggregazione. Io sapevo che, per l'art. 32 1el testo unico del 15 aprilo 1897, i soli Comuni chiusi hanno facoltà di assumere la gestione daziaria dei limi• trofi; ma ho sempre visto i Umitrofl renitenti all'aggre– gazione co11senwale. E trovo puro strano che gli eser– centi extra-Cremona tendano a trasferire nel territorio della città i propri spacci, mentre veggo normalmente avvenire tutto l'opposto. Comunque, tanto meglio so questi pericoli (l'i11dole seco11daria non si avverano, se le difficoltà da me previste sl superano; occorrerà, ad ogni modo, ancora un po' d'esperienza - come occorse ai bergamaschi - per misurare tutte le tarde conseguenze dell'abolizione della cinta, por completare gli adatta– menti della classe del rivendhori, sulle virtù civiche della quale lo nutro lo scetticismo più indurito ed in– rorreggibile. li Guiodani si appoggia anche alle mµniclpalizzazloni per rinforzare il bilancio, ma è ovvio rispondergli c~1 e esse i;ono affatto estraneo a.I regime da?.iario; potrebbe anche ereditare il Comune di Cremona!' (Eppoi, colla intricata ed Ingombrante legge del I903, tanto tenera dei concessionari e tanto cavillosa verso i Comuni, sono cosl rare le municipalizzazioni finanziariamente proficue agll enri civici!). E ha pure accennato il Ouindani alla possibilità di aumentare a L. 10,50 per ettolitro il dazio sul vino, elevando così Il reddito relativo a quasi 400.000 lire; ma non ha pensato che, in Comune chiuso, tale reddito sarebbe di quasi 700.000, sulla base del gettito da– ziario 1908, debitamente aggiornato. Le 300.000 lire (e non pili 200.000) di perdita, depurate delle minoÌ-1 spese (che il Ouindani generosamente carica tutte su questa. voce) o del minor canone governativo, non paion_o molto

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