Critica Sociale - Anno XX - n.11-12 - 1-16 giugno 1910

CRITICA SOCIALE del fenomeni sociali, non dOHObbo mal nè proibir!n nò rronarla dirottilmonto, vlotontcmcuto. Atteutcrebbo nlla pii, sacra dolio liborlìL che devono sussistoro in un pncse civile, e non raggiungerebbe lo scopo. Oli unici n gun· dngnarci sarebbero gli agenti clnndcstinl, che già pullu• Inno oggi in ogni luogo e souo la pesto clell'omigraziono. Lo Stato, ove giudicasse un malo l'omlgrazione, non avrebbe che del mozzi Indiretti per limitarla: ,·lotando 1 por esempio, Il trasporto gratuito, corno fu ratto por Il Bra11ilo col docroto Princtti del 1902: nstoneudosl da qualsiasi agevolazione; e, sopratutto, intlucndo sullo condizioni interno che costituiscono lo causo del mo,•1- mento. Ma il primo è un mezzo di crfteacla ristretta; lo di• mostra li ratto che Pemlgrar.iom\ dR cho ru proibito 11 trasporto gratuito per il Brasile, è nn<lata sempre cro– scendo, so non verso quello, verso gll nitri paesi, ove I nostri lavoratori trovnno interesso a ri\'Olgorsi a tutti i costi, sia puro pagando il viaggio o 1mg,u1dolo a caro prezr.o. E anche l'omigraziono verso il llrasilo è molto 1lubblo se sia diminuita per effetto dell'accennata proi– bir.ione o non piuttosto per la gravo crisi economicR cho s'è abbattuta o persiste su questo Stato. li 11r.condomer.r.o ò a~sai <IHfleilo a trndutsi in prn– tien. Ogni intervento - già lo vedemmo - flni:.co som– pro per costituiro un 1 ogovolar.ionc. So lo Stato non può abbandonare l 'omlgra:r.iono a so ste~sn, so deve <lifon– dorla contro gli sfruttamenti e i parassitismi, ò e,•idcnte che la rende plì1 facile e che indirettamente la fomenta. Quindi l'aziono 1lollo Stato non pub assolutamente rimll· 11ere passiva; non pub limitarsi r. n non proibire l'oml• J,l'razlono 11 , como rnccoman1Ja noi ~uol scritti o noi suoi di:1cordi il Villari 1 ma do,•e spingersi, ,•olonto o nolente, anche a quella tutela o a quello racilitnr.ioni cho costi– tuiscono senza dubbio un allettamento. !testa da ,·odero so 11altro campo in cui può svolgersi l'aUività dello Stato, cioè l'Influsso sullo condizioni che determinano Il movimento emigratorio, non sia di por so stesso surtlclonto a daro risultati positivi. Il Vlllari Insiste molto su quo:-;to lato della questione o cita riJ)O• tntamente l'esempio ili quanto ha ratto Prnghilterrn por l'lrlancla. f.,'fnghiltorra, invero, dopo i grandi sacrlflzi lmpostisi collo leggi del Oladstooo, si è sobbarcata ad oneri ben maggiori con la leggo del 1903. Questa leggo ha dispo!lto l'anticipazione di cento milioni di sterline por comprare lo terre dai proprietari, o venderlo, 111 piccoli lotti, n pror.zl rldotti 1 al colt!vatori 1 ai quali lo Stato prestò il danaro nocos:1ario, dn rontlerì!I in iO anni coll'interesse del tre o un quarto por conto, che com– prendo anche l'ammortamento del capitale. Durante questo tempo, la proprietà cosl croata rimano insequo– strnbile o indivisibile. E si è inoltre, colla stessa leggo, ngqiunto il dono di 12 milioni di sterline 1 destinato a rondoro pii', agevolo In colossale lmpro!:la n. vo.ntagg\o del coutadino e dell'antico proprietario. r. Cosl - scrivo il Villari - col saerlflzio di plì1 mi– liardi di lire ltnllnne, con la coopera·,lone largamente diffusa, con In crear.Ione di un Ministero irlandese di ngrlcoltura, il quale, mediante un ben ordinato sistema di scuole agrario, dà le necessario cognizioni ai contt1.– dir1i, si è praticamonto o utilmente cominciato a dttro paco e proitporltù. all'isola disgraziato. E, si noti bene, la leggo del tOOll fLl opera cli un Ministero conservatore. Cosl è cominciato finalmente un relativo benessere; i delitti agrari sono scemati ed ò scemata una emigra– r.Ione che aveva ridotta a metà. la popolazione dell'I– sola. 11 ( 1 ) (') PASQUA1.,: \'ll,l,\IU: Arlleo10 gli, C'ltl\lO 1'11 l.'J\i11l11rm:W,11e t lt 11,e eo11u1111w.:r lu 11,,1111. Ora, si domnnda: ma dovo mal l'Italia potrebbe tro– vare tutta qt1osta i:crnzia di dio di milioni da rcgalnro al Jrozzoglorno? Qui non si trattn di un Impero ricco r potente, qual ò l'Inghilterra, con lo suo immènso colonie. di fronte a una piccolissima porlo ilei suo dominio; qui si tratta di un 1,overo J)aese, rho dalla rintola in 1,Cil1 è tutto piagato. La nostra numerosa emi~razionc, che 111 estende, sia puro in misura diversa, nuche al Xor•I, ;. frutto della nostra grau,to miscriat o ci sembra uu per· fotlo circolo vizioso Il volerla. guarire con quel farmaco la cui mancanza no costituisco aPf1unto la cnusa. L'on. 1,·ortunato, riNpondendo in Sonato all'on. Yillnrl 1 cho lamentua di non vedere alc1111sensibile migllora– mcnlo nell'agricoltura del )le:r.zo1-tiorno, nonostante Il maggior benessere econ1unico pro lotto dall'omigraziouc, giustamente osson•a, 1 n: " l'erchè l'agricoltura non migliora? I perchò sono molti, o ad alcuni cli essi, per qu1rnto si attiene allu natura del suolo o al clima. hanno ,:.:iàrh!DO!,tO Il T11r1t• molli o il CLlboni, nutorii:1 'non so-11)ctlo nt• sOf.JJcttahlli Contro la 111alarln siamo appena all'inizio della lotta, ti molli anni dovranno ancora correre prima. di vedere' rimboschito l'Appennino o regolato le sue fiuma11e. ,1,1 or111i modo, bm;U a mr rammentm·e lfl rnorme Scfw. ;e:::::o, lflfl(JIÌ1 1 clel capitale l'ircolmite, e rallo 1H'e:.zo <frl dorn1·0, <llle fatti eco11omleirlt,. spiey(mo t11llo. l'erf/1ìi, 01101·unf,, Villari, 11oi J)Otremo rirere tutti yti 01111/ che ci a11!111- 1·iamo1 e otlnw·e f11tfi i vron:ecli111enti leyisl<,1ir:i elle J•.'t/11 ini:oca; m(r ,io11 1mo tli 11ot ,wlnì mr,i I' lrlllHt merirlitmaf,, ri11ascere a 1111orlt rifa, {inchl "·"'W ,w,rlt tSfrf11u,m1>1iteJl'I· t'trll, "{ì.11chè t.'fta S(lnÌ solfo ,,. st,•ttfoi, rli w1 s,stnm, ll'i– b11u11•io1 che ,, Rr111pliu111e11te il,. con{isra ! ., A <1uesto osservazioni abbiamo JJOCOdn aggiuni.:cre. Solo notiamo come l'I tnlin, che donebbo coi miliardi rendere Inutile l'omi~rar.iono 1 finora., se hn. rnluto scm– pllccmonto 1>rotcggcrla, ha dovuto ricorrere :ti denari dP!,:li emi~ranti stessi, con quella ramosa tassa JI nolo, la quale {sia detto in segreto per cnriti\ ili patria\ pa– gata in mas.slma pnrto dai ~leridlonall, serve a J>roteg– goro anche J'omlgrnziono europea. di tutti gli altri lta• liani. Visto 1lunquo che lo S~ato Italiano non pub disi1de1·1'.~ · .rnrsi dell'emigrazione, non pub pro,birla e nemmeno possiede mezzi vernmentc offlcncl per frenarla i1ulirt'l– lammte, la questiono <li cui ci occupiamo non può ('-1- 11erc prospettnta so non coi-ì: de,•o lo Stato limitare la sua tutela o le suo ogo,·olazioni al miuimo in11ispcnsn– l>i\e1 o deve !-pingersi arditamente innanzi, pn;i;iando dalla 71olìzladtll'emigratirme a quelln ohe ò stnta chin– matn la 11oli/ica, dell'emiyra:il}l1e~ Del primo parere è, tra gli allrl, \'on. C.trlo F. rer– rnris, il quale, nolln Relaziono al nu0\'0 disegno Ji lcgi.re sull'omigrazlono, afforma\'a che ·' la 111/,.lft non ti.re mr111- care1 deve esse1·e organizzala e be1u, mn 11011dere u.<1t1·e .'ìpi11ta oltre certi f/,niti 11. Noi, invece, forti dello considcrnzionl ottimiste cho slamo andnti lllu.9traudo 1 ci nttculA.mo reciimmento nl secondo parere, sicuri che 1 quanto plì1 l'omigrazione :inrii c11resa,vigilata 1 tutelata, ago\'Olato. In tutte lo suo fasi, eia all'interno 1 sin all'estero, tanto plì1 rechor:'L ,·nota.!,('~\ nllo classi la,·oratrloi o al paese, anche se Slll principio dO\'esso aumentare in modo allnrmante. Ma qui puro ci convlon faro delle restrizioni. QunrHlo si parla, con frase sonorn 1 dì polilfra <IPll'emiyra::io11r 1 :il corre sposs() con la ranta<iia a non si iia bene qunlo mal sconfinato campo d'azione cho snrobbe risen-ato n un Ooverno di l.,uonn volontà. Lasciando da 1>arte coloro cho so~nano di ,•eder sor– gere tante e 1►H1 vasto Halie dn tutto lo colonie Jcl no-

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